Mallory fissava il corpo senza vita di Spotty sul tavolo delle autopsie.
Il dottor Slope, capo del dipartimento di medicina legale, aveva eseguito l'autopsia personalmente, e aveva fatto un ottimo lavoro: gli enormi squarci aperti sul corpo di quell'uomo erano stati suturati con estrema attenzione.
- A che pensi, Kathy? -
- Mallory. -
Ascugandosi le mani Slope si avvicinò alla ragazza, e le posò una mano sulla spalla; Mallory non era abituata al contatto fisico, e le rare volte che sentiva il calore di una mano su di sé socchiudeva gli occhi assaporando quei momenti.
- Non hai detto nulla durante l'autopsia. -
- Pensavo... - sussurrò Kathy - Avrei dovuto obbligarlo a venire con me. -
- Non potevi sapere quello che sarebbe successo. -
- Ma avrei potuto prevederlo. L'assassino di Sam Porter non ha interesse a mantenere in vita chiunque sappia qualcosa, se c'è un'indagine in corso. Dato che quell'imbecille di Coat è un corrotto, è probabile che la notizia che sono io ad occuparmi delle indagini sia partita proprio dall'FBI: all'assassino è bastato controllare me per arrivare a Spotty. Ha visto che sapeva qualcosa, e l'ha ammazzato. -
- E ha pensato bene di fartelo sapere. - Slope era preoccupato.
Mallory guardò la cartellina con i risultati dell'autopsia.
- Così Spotty non se la passava tanto bene a salute... La stessa cosa si può dire anche di Porter, vero? -
Slope sorrise: - Adesso che l'indagine è ufficialmente tua te lo posso anche dire. No, Sam non stava affatto bene; aveva una brutta bronchite quando è morto, ma non era l'unico problema: le condizioni della sua bocca erano pessime, era molto miope e aveva una serie di fratture abbastanza recenti agli avambracci non adeguatamente curate. -
- Agli avambracci? Ferite da difesa. Quanto recenti? -
- Direi quattro, al massimo cinque mesi... -
- Quadrerebbe con i tempi: il senatore ha prelevato quei trecentomila dollari più i meno quattro mesi fa. Probabilmente Sam è stato picchiato duro dai suoi debitori, si è spaventato e ha deciso di passare al ricatto per spaventare suo padre, che ha capitolato e gli ha dato i soldi, dei quali non ha certo usufruito per andare in ospedale a farsi curare. Ma non è bastato. L'FBI lo controlla per tre mesi, poi lo lascia al suo destino. E lo ammazzano. -
Slope sapeva che una volta che Mallory si era fatta un'idea era difficile togliergliela dalla testa.
Mallory continuò a parlare, senza in realtà curarsi di Slope.
- C'è qualcosa che non quadra. L'ipotesi di un debito non del tutto estinto è possibile, ma non è certo la più probabile: che senso ha ammazzare uno che ti deve dei soldi? Vorrebbe dire che il tuo scopo non sono i soldi... -
Slope non interruppe il filo dei pensieri di Mallory; gli sembrava quasi di sentire gli ingranaggi perfetti di un orologio svizzero nella sua testa. Mallory la macchina.
- ...Forse il vero obiettivo è il senatore...ma allora perché prendersela solo col figlio quando sarebbe stato molto più semplice ricattare direttamente il padre? -
Dopo pochi istanti di silenzio Mallory fece un cenno a Slope e se ne andò senza dire una parola.
- Come sarebbe a dire che non hai la più pallida idea di cosa abbiamo in mano? -
Riker era decisamente sconvolto: Mallory aveva sempre un'idea quando lavorava a un omicidio.
- Il movente economico da solo non regge: c'è qualcos'altro, qualcosa che è costato la vita a Spotty. -
Le unghie di Mallory tamburellavano nervosamente sul tavolo di Charles.
- E se fosse proprio come hai detto tu all'inizio? La gente non sempre ragiona secondo logica: non sarebbe la prima volta che qualcuno viene ammazzato per un debito, anche se il creditore finisce per rimetterci. - disse Charles, intento a preparare il pranzo.
- Il nostro uomo non è uno che fa le cose a caso, e soprattutto non le fa sapendo di rimetterci. E' freddo, scaltro, talmente sicuro di sé da sfidarmi. -
Improvvisamente suonò il campanella alla porta.
- Aspetti qualcuno? - chiese Riker a Charles.
- No. -
Mallory si alzò e andò ad aprire: - Scusa Charles, non ti ho avvertito che oggi abbiamo un altro aspite a pranzo. -
Charles alzò gli occhi al cielo domandandosi se non fosse il caso di cominciare a far pagare una tariffa per l'uso indiscriminato della sua casa come base per i traffici di Mallory.
Alla vista dell'ospite Riker fece un balzo sulla sedia, e l'espressione di Charles non fu meno sorpresa: dietro alle spalle di Kathy comparve l'agente speciale Frank Ross.
Dopo un primo momento di silenzioso imbarazzo, i quattro avevano cominciato a pranzare scambiandosi una serie di banali convenevoli, via via sempre meno tesi; arrivati alle patate al forno, Kathy osservava scandalizzata i tre uomini ridere e scherzare come vecchi amici.
- Non siamo qui per farci una chiacchierata. -
Finalmente si ristabilì l'ordine, e lei prese di nuovo in mano il controllo della situazione.
- L'ho invitata qui, agente Ross, per farle delle domande. -
- Immaginavo che il suo non fosse un invito di cortesia. - disse lui posando il tovagliolo. - Peccato... - aggiunse sfoderando verso Kathy il sorriso del perfetto seduttore.
Mallory non sembrò notare l'improvviso cambiamento del comportamento di Ross nei suoi confronti, ma la mossa non sfuggì a Riker, e soprattutto a Charles, che sentì un improvviso moto d'odio verso l'uomo con cui discuteva amabilmente fino a pochi secondi prima.
- Cosa pensa del suo collega? Si fida di lui? Chi comanda tra voi due?-
Ross capì immediatamente dal tono di voce che Mallory non voleva fargli solo delle domande: il suo voleva essere un vero e proprio terzo grado.
- Non credo che queste siano cose che posso dire in presenza di un civile...con tutto il rispetto Charles! -
Charles strinse i pugni.
- Charles resta. - rispose decisa Mallory - E' l'unico strizzacervelli di cui mi fido; lavora a questa indagine come consulente esterno: l'ho assunto per fare un profilo psicologico dell'assassino. -
Riker intuì dall'espressione sorpresa di Charles che l'assunzione era avvenuta proprio in quel preciso istante.
- Va bene, Kathy, risponderò alle tue domande. - il sorriso di Ross si fece molto più lascivo, ma Kathy non se ne curò: - Mi chiamo Mallory. Solo Mallory. -
- D'accordo, Mallory. Il mio collega, chiedevi? Coat è un bravo agente, mi fido di lui, e collaboriamo in tutto. Soddisfatta? -
- No. Non raccontare storie: solo leggendo i vostri rapporti si capisce che a lui di controllare un barbone, anche se figlio di un senatore, non importava granché. A te invece stava a cuore la faccenda, ma non sei riuscito ad impedirgli di interrompere la protezione a Sam Porter. Tu sei quello più esperto e preparato, ma la relazione finale l'ha redatta Coat. Perché? Forse lui ha agganci in alto? -
- Sciocchezze! Ero d'accordo con lui sulla necessità di chiudere quella faccenda. -
- Non ci credo. Invece credo che tu sappia che il tuo collega è corrotto. -
Ross tacque.
" Hai fatto centro, Mallory! " pensò Riker, che disse: - Che c'è, Ross? Il gatto ti ha mangiato la lingua? -
- No. Coat non è corrotto. -
Mallory prese un foglio piegato in quattro dal taschino interno del blazer e lo dispiegò sul tavolo di fronte a Ross: - Allora puoi spiegarmeli tu questi settemila dollari mensili extra che riceve da tre mesi a questa parte? -
Ross prese in mano la stampata del conto bancario di Coat, frutto di una incursione informatica illegale di Mallory.
- Non ne ero certo, ma lo sospettavo: ha cominciato a vestire troppo elegante per i suoi standard. -
- Li hai scritti quasi tutti tu quei rapporti, ma scommetto che non fidandoti di Coat hai tenuto qualcosa per te. -
- Che cosa volete sapere? -
- Tutto quello che sai...e che sapeva Spotty. - Mallory aveva finalmente calato le sue carte.
Ross aspettò qualche secondo prima di rispondere.
- Va bene, ma voglio qualcosa in cambio. -
- Niente patti. -
- Allora non parlerò. -
Mallory fissò l'uomo con odio, poi mutò improvvisamente espressione: - Che cosa vuoi? -
La bocca di Ross si allargò in un sorriso: - Un appuntamento. -
Riker sbottò: - Sei impazzito? -
Mallory non diede a vedere la sorpresa che l'aveva colta a quella proposta, ma guardò attentamente il suo interlocutore: l'analisi finale la lasciò pienamente soddisfatta e rispose: - Affare fatto. -
Charles si alzò in piedi e uscì dalla stanza, oppresso da un enorme peso sul cuore.
Dopo che la porta fu chiusa alle spalle di Ross, Mallory si accorse dell'assenza di Charles.
- Dov'è finito Charles? -
- Non lo so. - rispose seccato Riker. Sapeva perché Charles aveva lasciato la stanza, ed era arrabbiato con Mallory per la sua condotta con quel bellimbusto dell'FBI. - Tu che ne pensi di quello che ha detto? - le chiese per cambiare discorso.
- Del passato del ragazzo? Se è vero il senatore nasconde parecchi segreti. -
- Andiamo a parlare con lui di nuovo? -
- Ci andrai tu, assieme a Charles. Io ha altro da fare. -
Riker attese qualche secondo per dare il tempo a Mallory di spiegare cosa aveva in mente, ma avrebbe potuto aspettare in eterno: Mallory voleva tenergli nascosto qualcosa.
- Non vorrai ricominciare, spero? - le chiese con fare seccato.
- Ricominciare cosa? -
- Vuoi tenermi all'oscuro di qualcosa. -
Kathy abbassò lo sguardo: - Ci siamo invischiati in un affare pericoloso, Riker. Sai che quel bastardo mi ha presa di mira: quella telefonata stanotte aveva il preciso scopo di farmi sapere che mi controlla, e che non avrebbe paura a farmi fuori come ha fatto con Spotty. Non voglio che tu e Charles ci finiate in mezzo come lo sono io. Credimi, è meglio se per il momento tu non conosca tutti i dettagli. -
Riker rimase interdetto alle parole di Mallory: non era mai stata tanto sincera con lui, e sembrava quasi avesse paura.
- Non vorrai veramente fare quello che sto pensando io? - chiese Charles, che aveva ascoltato non visto tutta la conversazione.
- Se stai pensando che voglio fare da esca...allora hai perfettamente ragione. -