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Autore: hapax    04/02/2009    1 recensioni
Fanfiction ispirata ai romanzi della serie Mallory di Carol O'Connell. Kathy Mallory, giovane, bellissima e sociopatica detective della sezione Crimini Speciali della polizia di New York, indaga sulla morte di un senzatetto in uno dei quartieri più eleganti della città. Quello che sembrava un caso di poca importanza porterà Mallory a scontrarsi con persone intoccabili e insospettabili, trascinando lei e chi le vuole bene in un gioco molto pericoloso.
Genere: Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mallory6 Capitolo Sesto

Mallory fissava il corpo senza vita di Spotty sul tavolo delle autopsie.
Il dottor Slope, capo del dipartimento di medicina legale, aveva eseguito l'autopsia personalmente, e aveva fatto un ottimo lavoro: gli enormi squarci aperti sul corpo di quell'uomo erano stati suturati con estrema attenzione.
- A che pensi, Kathy? -
- Mallory. -
Ascugandosi le mani Slope si avvicinò alla ragazza, e le posò una mano sulla spalla; Mallory non era abituata al contatto fisico, e le rare volte che sentiva il calore di una mano su di sé socchiudeva gli occhi assaporando quei momenti.
- Non hai detto nulla durante l'autopsia. -
- Pensavo... - sussurrò Kathy - Avrei dovuto obbligarlo a venire con me. -
- Non potevi sapere quello che sarebbe successo. -
- Ma avrei potuto prevederlo. L'assassino di Sam Porter non ha interesse a mantenere in vita chiunque sappia qualcosa, se c'è un'indagine in corso. Dato che quell'imbecille di Coat è un corrotto, è probabile che la notizia che sono io ad occuparmi delle indagini sia partita proprio dall'FBI: all'assassino è bastato controllare me per arrivare a Spotty. Ha visto che sapeva qualcosa, e l'ha ammazzato. -
- E ha pensato bene di fartelo sapere. - Slope era preoccupato.
Mallory guardò la cartellina con i risultati dell'autopsia.
- Così Spotty non se la passava tanto bene a salute... La stessa cosa si può dire anche di Porter, vero? -
Slope sorrise: - Adesso che l'indagine è ufficialmente tua te lo posso anche dire. No, Sam non stava affatto bene; aveva una brutta bronchite quando è morto, ma non era l'unico problema: le condizioni della sua bocca erano pessime, era molto miope e aveva una serie di fratture abbastanza recenti agli avambracci non adeguatamente curate. -
- Agli avambracci? Ferite da difesa. Quanto recenti? -
- Direi quattro, al massimo cinque mesi... -
- Quadrerebbe con i tempi: il senatore ha prelevato quei trecentomila dollari più i meno quattro mesi fa. Probabilmente Sam è stato picchiato duro dai suoi debitori, si è spaventato e ha deciso di passare al ricatto per spaventare suo padre, che ha capitolato e gli ha dato i soldi, dei quali non ha certo usufruito per andare in ospedale a farsi curare. Ma non è bastato. L'FBI lo controlla per tre mesi, poi lo lascia al suo destino. E lo ammazzano. -
Slope sapeva che una volta che Mallory si era fatta un'idea era difficile togliergliela dalla testa.
Mallory continuò a parlare, senza in realtà curarsi di Slope.
- C'è qualcosa che non quadra. L'ipotesi di un debito non del tutto estinto è possibile, ma non è certo la più probabile: che senso ha ammazzare uno che ti deve dei soldi? Vorrebbe dire che il tuo scopo non sono i soldi... -
Slope non interruppe il filo dei pensieri di Mallory; gli sembrava quasi di sentire gli ingranaggi perfetti di un orologio svizzero nella sua testa. Mallory la macchina.
- ...Forse il vero obiettivo è il senatore...ma allora perché prendersela solo col figlio quando sarebbe stato molto più semplice ricattare direttamente il padre? -
Dopo pochi istanti di silenzio Mallory fece un cenno a Slope e se ne andò senza dire una parola.

- Come sarebbe a dire che non hai la più pallida idea di cosa abbiamo in mano? -
Riker era decisamente sconvolto: Mallory aveva sempre un'idea quando lavorava a un omicidio.
- Il movente economico da solo non regge: c'è qualcos'altro, qualcosa che è costato la vita a Spotty. -
Le unghie di Mallory tamburellavano nervosamente sul tavolo di Charles.
- E se fosse proprio come hai detto tu all'inizio? La gente non sempre ragiona secondo logica: non sarebbe la prima volta che qualcuno viene ammazzato per un debito, anche se il creditore finisce per rimetterci. - disse Charles, intento a preparare il pranzo.
- Il nostro uomo non è uno che fa le cose a caso, e soprattutto non le fa sapendo di rimetterci. E' freddo, scaltro, talmente sicuro di sé da sfidarmi. -
Improvvisamente suonò il campanella alla porta.
- Aspetti qualcuno? - chiese Riker a Charles.
- No. -
Mallory si alzò e andò ad aprire: - Scusa Charles, non ti ho avvertito che oggi abbiamo un altro aspite a pranzo. -
Charles alzò gli occhi al cielo domandandosi se non fosse il caso di cominciare a far pagare una tariffa per l'uso indiscriminato della sua casa come base per i traffici di Mallory.
Alla vista dell'ospite Riker fece un balzo sulla sedia, e l'espressione di Charles non fu meno sorpresa: dietro alle spalle di Kathy comparve l'agente speciale Frank Ross.

Dopo un primo momento di silenzioso imbarazzo, i quattro avevano cominciato a pranzare scambiandosi una serie di banali convenevoli, via via sempre meno tesi; arrivati alle patate al forno, Kathy osservava scandalizzata i tre uomini ridere e scherzare come vecchi amici.
- Non siamo qui per farci una chiacchierata. -
Finalmente si ristabilì l'ordine, e lei prese di nuovo in mano il controllo della situazione.
- L'ho invitata qui, agente Ross, per farle delle domande. -
- Immaginavo che il suo non fosse un invito di cortesia. - disse lui posando il tovagliolo. - Peccato... - aggiunse sfoderando verso Kathy il sorriso del perfetto seduttore.
Mallory non sembrò notare l'improvviso cambiamento del comportamento di Ross nei suoi confronti, ma la mossa non sfuggì a Riker, e soprattutto a Charles, che sentì un improvviso moto d'odio verso l'uomo con cui discuteva amabilmente fino a pochi secondi prima.
- Cosa pensa del suo collega? Si fida di lui? Chi comanda tra voi due?- 
Ross capì immediatamente dal tono di voce che Mallory non voleva fargli solo delle domande: il suo voleva essere un vero e proprio terzo grado.
- Non credo che queste siano cose che posso dire in presenza di un civile...con tutto il rispetto Charles! -
Charles strinse i pugni.
- Charles resta. - rispose decisa Mallory - E' l'unico strizzacervelli di cui mi fido; lavora a questa indagine come consulente esterno: l'ho assunto per fare un profilo psicologico dell'assassino. -
Riker intuì dall'espressione sorpresa di Charles che l'assunzione era avvenuta proprio in quel preciso istante.
- Va bene, Kathy, risponderò alle tue domande. - il sorriso di Ross si fece molto più lascivo, ma Kathy non se ne curò: - Mi chiamo Mallory. Solo Mallory. -
- D'accordo, Mallory. Il mio collega, chiedevi? Coat è un bravo agente, mi fido di lui, e collaboriamo in tutto. Soddisfatta? -
- No. Non raccontare storie: solo leggendo i vostri rapporti si capisce che a lui di controllare un barbone, anche se figlio di un senatore, non importava granché. A te invece stava a cuore la faccenda, ma non sei riuscito ad impedirgli di interrompere la protezione a Sam Porter. Tu sei quello più esperto e preparato, ma la relazione finale l'ha redatta Coat. Perché? Forse lui ha agganci in alto? -
- Sciocchezze! Ero d'accordo con lui sulla necessità di chiudere quella faccenda. -
- Non ci credo. Invece credo che tu sappia che il tuo collega è corrotto. -
Ross tacque.
" Hai fatto centro, Mallory! " pensò Riker, che disse: - Che c'è, Ross? Il gatto ti ha mangiato la lingua? -
- No. Coat non è corrotto. -
Mallory prese un foglio piegato in quattro dal taschino interno del blazer e lo dispiegò sul tavolo di fronte a Ross: - Allora puoi spiegarmeli tu questi settemila dollari mensili extra che riceve da tre mesi a questa parte? -
Ross prese in mano la stampata del conto bancario di Coat, frutto di una incursione informatica illegale di Mallory.
- Non ne ero certo, ma lo sospettavo: ha cominciato a vestire troppo elegante per i suoi standard. -
- Li hai scritti quasi tutti tu quei rapporti, ma scommetto che non fidandoti di Coat hai tenuto qualcosa per te. -
- Che cosa volete sapere? -
- Tutto quello che sai...e che sapeva Spotty. - Mallory aveva finalmente calato le sue carte.
Ross aspettò qualche secondo prima di rispondere.
- Va bene, ma voglio qualcosa in cambio. -
- Niente patti. -
- Allora non parlerò. -
Mallory fissò l'uomo con odio, poi mutò improvvisamente espressione: - Che cosa vuoi? -
La bocca di Ross  si allargò in un sorriso: - Un appuntamento. -
Riker sbottò: - Sei impazzito? -
Mallory non diede a vedere la sorpresa che l'aveva colta a quella proposta, ma guardò attentamente il suo interlocutore: l'analisi finale la lasciò pienamente soddisfatta e rispose: - Affare fatto. -
Charles si alzò in piedi e uscì dalla stanza, oppresso da un enorme peso sul cuore.

Dopo che la porta fu chiusa alle spalle di Ross, Mallory si accorse dell'assenza di Charles.
- Dov'è finito Charles? - 
- Non lo so. - rispose seccato Riker. Sapeva perché Charles aveva lasciato la stanza, ed era arrabbiato con Mallory per la sua condotta con quel bellimbusto dell'FBI. - Tu che ne pensi di quello che ha detto? - le chiese per cambiare discorso.
- Del passato del ragazzo? Se è vero il senatore nasconde parecchi segreti. -
- Andiamo a parlare con lui di nuovo? -
- Ci andrai tu, assieme a Charles. Io ha altro da fare. -
Riker attese qualche secondo per dare il tempo a Mallory di spiegare cosa aveva in mente, ma avrebbe potuto aspettare in eterno: Mallory voleva tenergli nascosto qualcosa.
- Non vorrai ricominciare, spero? - le chiese con fare seccato.
- Ricominciare cosa? -
- Vuoi tenermi all'oscuro di qualcosa. -
Kathy abbassò lo sguardo: - Ci siamo invischiati in un affare pericoloso, Riker. Sai che quel bastardo mi ha presa di mira: quella telefonata stanotte aveva il preciso scopo di farmi sapere che mi controlla, e che non avrebbe paura a farmi fuori come ha fatto con Spotty. Non voglio che tu e Charles ci finiate in mezzo come lo sono io. Credimi, è meglio se per il momento tu non conosca tutti i dettagli. -
Riker rimase interdetto alle parole di Mallory: non era mai stata tanto sincera con lui, e sembrava quasi avesse paura.
- Non vorrai veramente fare quello che sto pensando io? - chiese Charles, che aveva ascoltato non visto tutta la conversazione.
- Se stai pensando che voglio fare da esca...allora hai perfettamente ragione. -
  
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