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Autore: Voglioungufo    31/08/2015    3 recensioni
|AU|NEIGHBOURS|SOLANGELO|ONE-SHOT| BUONCOMPLEANNOCLAUDIAINRITARDO|
Nico di Angelo è il ragazzo con il ritmo di vita più insolito tra i suoi coetanei. Poi arriva il nuovo vicino e nuovi propositi suicidi/omicidi si fanno spazio tra i suoi pensieri. MA.
La prima volta che bussò, Nico capì di odiare profondamente Leo Valdez e i suoi colpi di genio.
La seconda volta che bussò, Nico pianse.
La terza volta che bussò Nico meditò come occultare i cadaveri dei suoi ‘amici’.
La quarta volta che bussò alla sua porta Nico realizzò di essere leggermente nella cacca.
La quinta volta che bussò Nico capì che la merda in cui si trovava era molto profonda
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo/Calipso, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Toc.
La prima volta che sentì quel rumore sordo non era un buon momento. Erano le nove di sera, si era svegliato da poco più di un’ora e si era già ritrovato un occhio nero e una brutta botta sulla fronte. Per quelli doveva ringraziare quel disgraziato di Leo Valdez, perché in un modo o nell’altro lui c’entrava sempre nei suoi guai. Specialmente quelli fisici. Quando gli aveva detto di riparare il suo telescopio non intendeva autorizzarlo a riempirlo di meccanismi altamente pericolosi per la sua salute. Per cui, quando aprì la porta il suo umore era già nero di suo (questo per non incolpare del tutto la seccatura).
 Tale seccatura non era altro che il nuovo vicino, un ragazzo di qualche anno più vecchio di lui provvisto di un accecante sorriso, dei capelli color sole e una perfetta abbronzatura da Californiano, per non parlare delle belle spalle larghe. Tese la mano, notò grande e calloso, senza smettere di sorridere; sembrava un modello di qualche rivista sportiva con quell’espressione idiota negli occhi blu. Fissò la mano stranito. In effetti quella era una scena strana, Nico contrastava in maniera evidente con la seccatura: era piccolo e magrolino, pallido e il colore nero degli occhi e dei capelli sposava alla perfezione la sua espressione cupa. “Sono il tuo nuovo vicino, mi chiamo Will!” iniziò la seccatura, la voce cristallina contrastava con l’aspetto da divo di Hollywood, e per rendere meglio il concetto indicò con un cenno la porta aperta dell’appartamento davanti. Non strinse la mano, lo guardò storto spostando la mano dalla fronte e rivelando la ferita provocata dal telescopio super potenziato (così aveva detto quell’idiota di Leo). L’abbronzata fronte del nuovo vicino si corrugò quando notò l’ammaccatura in quella del più piccolo: “Sei ferito” gli fece notare.
 Grazie dell’informazione, non mi ero proprio reso conto di essere appena stato preso a pugni dal telescopio!, pensò, ma si limitò a grugnire pronto a chiudere la porta in faccia a quella seccatura troppo bionda. Purtroppo la sua idea fu bloccata dalla sopra citata piaga che non gli diede nemmeno il tempo di mettere in atto la cosa che prendendolo per le spalle entrò in casa sua avvicinando gli occhi alla sua fronte.
 “Non è molto grave, ma va disinfettato. Dovrei avere qualcosa qui” frugò nelle tasche con aria assorta e quando vide come Nico lo fulminava e quello si affrettò a spiegare: “Studio medicina”.
 Come se, ovviamente, la cosa risolvesse tutto.
 La prima volta che bussò, Nico capì di odiare profondamente Leo Valdez e i suoi colpi di genio.

Toc, Toc.
 La seconda volta che bussò Nico dormiva. Anche se erano le quattro del pomeriggio, Nico dormiva beatamente. Orari strani quelli del ragazzo, si svegliava alle otto e stava in piedi fino alle quattro a guardare le stelle e maledicendo New York e il suo inquinamento luminoso (o come cavolo si chiama).
 Ma comunque.
La seconda volta che bussò per Nico era un orario infattibile, per questo quando Will se lo ritrovò davanti con un inquietante pigiama nero con teschi ballerini tentennò qualche secondo prima di riprendere la sua odiosa aria da medico di Hollywood. Guardò il cerotto sulla fronte di Nico: “Come va con quello?”
Lo guardò sperando di aver capito male: non poteva averlo svegliato a quell’ora improponibile per quella stupida domanda! Fortunatamente si sbagliò, il motivo era anche peggiore. Gli sventolò sotto lo sguardo assonnato e omicida delle buste bianche, gli sorrise e spiegò: “Hanno sbagliato con le lettere”.
Alzò la mano per prenderle in un gesto secco e poter tornare a dormire in santa pace fino a un orario più decente ma la seccatura color barbie non sembrava intenzionata a permetterglielo da come allontanò le buste dal suo raggio d’azione. “Non sapevo facessi di Angelo di cognome”.
“C’è scritto sul campanello” gli fece notare desiderando di prenderlo a sberle.
 “Touché” ci pensò un po’ “Quindi sei tu il fratello di Bianca di Angelo”.
L’espressione corrucciata sul viso del moro si tramutò in sorpresa, poi divenne furiosa. “Sì”, ringhiò cercando di chiudere la porta e fottersene altamente delle buste, ma anche quella volta Will glielo impedì bloccando la porta con il piede.
 “Mio padre è il gemello della signora Artemide. Io l’ho conosciuta e volevo dire che mi dispiac...” non finì la frase perché in un momento di irrazionalità gli aveva pestato il piede riuscendo così a chiudere la porta. La voglia di dormire gli era passata del tutto.
Bianca era la sua sorella maggiore e una ragazza dolcissima che amava le stelle, il suo sogno era poter viaggiare nello spazio. E ci riuscì, perché incontrò la signora Artemide che le permise di diventare un’astronauta, di far parte della sua equipe e così poté viaggiare nello spazio. Solo che ci rimase. La navetta aveva avuto un guasto causando la morte delle due ragazze presenti a bordo, Zoe e Bianca. Era rimasto solo, sua sorella era morta e dispersa per una dimensione nera. Non aveva nemmeno un corpo da piangere. E per questo Nico odiava le stelle e per lo stesso motivo ogni notte le guardava nella speranza di trovarci sua sorella.
 La seconda volta che bussò, Nico pianse.

Toc, toc, toc.
 La terza volta che bussò, Nico desiderò di prendersi a schiaffi con la playstation, per ben quattro motivi.
 “Chi sarà?” chiese Leo senza staccarsi gli occhi dalla play. Motivo numero uno.
 “Forse è Hazel”, ipotizzò Jason, nonché motivo numero due.
 “Adesso apro” disse Percy con la bibita blu in mano con scritto in fronte, ovvero il motivo numero tre.
Il motivo numero quattro sorrise amabilmente dal pianerottolo sventolando una mano a mo’ di saluto. Distrattamente pensò che sarebbe potuto essere attraente, ma la sua continua invadenza gli faceva dimenticare che i suoi occhi erano di un azzurro davvero molto bello.
“E tu chi sei?” chiese Percy squadrandolo sospettoso “Sei per caso il tipo di Nico?” A quel punto nascose sul serio la faccia delle mani. Aveva avuto una ‘piccola’ cotta per Percy, ma poi gli aveva detto che non era il suo tipo offendendo così quel narcisista e dopo un anno continuava a far saltare fuori quella storia.
 “Cosa?” sbatté le palpebre confuso continuando a sorridere “No, gli ho solo fatto la spesa” e mostrò un sacchetto dal quale sbucavano scatole di pasta e cose simili.
 Leo smise di giocare e guardò attentamente l’oggetto incriminato. “Sbaglio o non vedo traccia di hamburger?”
 “Oh” Will si grattò la testa imbarazzato “Ho pensato di comprare qualcosa di sano, vedo che Nico si nutre solo di Mc”.
 “Hai qualcosa contro il Mc?” indagò Leo.
Will rimase spiazzato ma non poté rispondere perché venne interrotto da Jason che lo analizzava da dietro le lenti degli occhiali alla ricerca della più piccola imperfezione. “Perché ti interessi a Nico?”
 “Be’, una dieta sana fa sempre...”
 “Non credo parli della dieta, sai?” e se ci era arrivato pure Percy la deficienza della seccatura raggiungeva stadi incredibili.
 “Oh” e tacque. Appoggiò la borsa di plastica sul pavimento della casa poi si chiuse la porta dandosi a una poco dignitosa fuga.
Percy si girò verso gli altri compagni con uno sguardo offeso: “Non può essere lui, non io, il tuo tipo. Mi rifiuto”.
La terza volta che bussò Nico meditò come occultare i cadaveri dei suoi ‘amici’.

 Toc, toc, toc, toc.
 La quarta volta ch bussò sul viso del nostro ombroso protagonista comparve un sorrisetto soddisfatto. Erano le tre di notte e lui mal sopportando quel silenzio aveva acceso la radio sulla sua frequenza preferita alzando il volume al massimo. Trovò sull’uscio il biondo e nonché unico vicino. Indossava un pigiama con le nuvolette e Nico meditò di fotografarlo per sputtanarlo a vita. Invece chiese: “Posso esserti utile?”
 “Per gli dei” rispose il vicino stropicciandosi la faccia “E’ notte fonda, non potresti smettere di ascoltare quegli stupidi Metallica?”
 “In realtà sono gli Iron Maiden” precisò offeso. Be’, almeno non li aveva scambiati per i Green Day come Leo. Da quando il messicano aveva conosciuto la sorella di Jason il mondo musicale si riduceva ai Giorni Verdi sopra citati, agli ACDD, ai Sex Pistols e ai Ramones. Un genere totalmente diverso da quello che ascoltava lui. Ma comunque, la precisazione non ebbe nessun effetto sul biondo perché sbadigliò. “Ma tu non dormi?”
 “Sì.” Fece una pausa “Di mattina”.
 “Questi ritmi ti faranno ammalare” gli fece notare perché lui era un dottore anche alle tre di mattina. Nico sbuffò.
 “Almeno abbassa il volume. Domani ho un esame all’Università” e poi fece una cosa che non doveva assolutamente fare: spalancò gli occhi in una supplica così dolce a cui nemmeno la glaciale Reyna sarebbe sopravvissuta. Strinse con più forza la miniglia della porta mentre sentiva la propria volontà cedere davanti a un viso così dolce.
 “E va bene”. Si odiò tanto per averlo detto.
 La quarta volta che bussò alla sua porta Nico realizzò di essere leggermente nella cacca.

 Toc, toc, toc, toc, toc.
 Quando bussò la quinta volta, Nico si sentì un cretino: vedendo Will era arrossito. Su una cosa Percy aveva ragione: quello stupido biondino non poteva essere il suo tipo. Deglutì chiedendo con voce glaciale cosa volesse. Quello fece spallucce. “Nulla, volevo solo vedere se stavi bene”.
 “Una meraviglia” confermò sarcastico. Rimasero in silenzio un paio di minuti, minuti in cui Nico desiderò sprofondare negli Inferi.
 “...Ti andrebbe di venire al parco con me?”
Pensò di aver sentito male. “Come?”
“Al parco. Lo so che è tardi, ma tu non ti svegli prima delle otto. Ti farà bene prendere un po’ di aria fresca, sei sempre chiuso qui dentro”.
“No, grazie dell’offerta” e gli batté la porta in faccia. Rimase a fissare il legno scuro per una manciata di secondi. Sospirò.
 Maledetto.
Aprì la porta uscendo dalla sua abitazione, Will era ancora lì con un irritantissimo sorriso di vittoria. “Vengo al parco perché l’ho deciso io, non perché lo hai chiesto tu” mise in chiaro.
“Mai pensato il contrario”.
La quinta volta che bussò Nico capì che la merda in cui si trovava era molto profonda. E che Will baciava bene. Decisamente.


 NDA.
Ok, questo è un regalo per la mia compagna di banco che l’11 agosto ha compiuto gli anni. Sono ritardo, lo so.
 Lei scippa Willico, noto al mondo come Solangelo. E quindi le ho fatto questa anche se io sono Team Jasico per la vita. Spero non si veda quanto non sopporto Will. Bene, se voleste lasciarmi un commentino, una recensione, una critica, una mela, una pizza mi fareste molto felice. Se non lo fate Nico sarà triste, non volete farlo piangere. Vero? *Piazza Nico con i capelli arruffati e gli occhi enormi supplicanti*. *piazza pure Leo, perché Leo c’entra sempre*
 V.
   
 
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