Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: fennec    31/08/2015    2 recensioni
- Sherlock? Che stai facendo? -
La voce di suo fratello, affacciatosi alla porta della camera, lo distolse da qualsiasi altro pensiero.
- Non sono affari tuoi - gli rispose seccato, distogliendo subito lo sguardo. Ma a Mycroft non sfuggirono i suoi occhi lucidi, sull'orlo delle lacrime.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Strano Strano





Sherlock  cacciò un sospiro sconfitto mentre guardava dalla finestra di camera sua.  Jack e Charlie, i figli del giardiniere, si stavano rincorrendo vicino all'aiuola, incuranti del padre che li rimproverava, gridando di fare attenzione ai fiori. Sembravano divertirsi un sacco. E Sherlock, invece... Sherlock si stava annoiando terribilmente.
Infastidito, diede le spalle alla finestra, cacciando uno sbuffo che gli sollevò il ciuffo corvino che gli ricadeva sempre sulla fronte. In cerca di distrazioni, aprì la sua scatola de Il piccolo chimico, nuova di zecca, ma gli bastò dare un'occhiata al contenuto per richiuderla, privo di interesse.
Che strano. Giusto una settimana prima gli era sembrato il regalo più bello dell'universo. Sua madre aveva dovuto addirittura strappargliela dalle mani a forza e minacciarlo di buttarla nella spazzatura per convincerlo ad andare a mangiare, dopo che ci aveva giocato per una giornata intera. Ma ora... ora era solo uno stupido gioco senza importanza, un gioco per i bambini strani come lui.
Un bambino strano. Così lo avevano definito Jack e Charlie, quando, giusto il giorno prima, aveva chiesto di giocare con loro. Sherlock non sapeva esattamente dove avesse sbagliato, cosa avesse fatto di così strano... se fosse stato strano proporre loro di catturare delle api per studiarne il ronzio o se fosse stato strano dire loro che, se volevano, potevano venire a vedere in camera sua l'ultimo esperimento che stava facendo. Sherlock non sapeva se era semplicemente lui ad essere strano perché si vestiva sempre con la camicia e non aveva mai indossato un paio di jeans oppure perché gli piaceva il silenzio o il suono del suo violino, piuttosto che saltare come un matto per tutta la casa o cantare le canzoni di cartoni animati di cui non conosceva nemmeno il nome. Sherlock non sapeva nemmeno perché non fossero solo Jack e Charlie, ma più o meno tutti gli altri bambini in generale a considerarlo strano.
Sherlock non si sentiva strano... o forse sì? Non sapeva nemmeno più cosa pensare. Ed era irritante.
Sherlock sapeva un sacco di cose per essere un bambino di otto anni, forse anche troppe... ma in quel momento non sapeva nemmeno cosa stesse provando, cosa stesse pensando. Ed era terribilmente irritante.
Lanciò uno sguardo arrabbiato alla scatola de Il piccolo chimico e poi alla finestra che dava sul cortile e per un attimo ebbe voglia di piangere. Non che lui lo facesse spesso, sia ben chiaro: non piangeva quasi mai, in effetti, piangere era una delle altre cose che reputava terribilmente irritanti...
- Sherlock? Che stai facendo? -
La voce di suo fratello, affacciatosi alla porta della camera, lo distolse da qualsiasi altro pensiero.
- Non sono affari tuoi - gli rispose seccato, distogliendo subito lo sguardo. Ma a Mycroft non sfuggirono i suoi occhi lucidi, sull'orlo delle lacrime.
- Certo che no - disse, accondiscendente.
Sherlock considerava terribilmente irritante anche il tono che aveva appena usato suo fratello, era il tono che di solito usava quando voleva rimproverarlo di qualcosa o ancora peggio... fargli la morale.
- Beh, se lo sai, cosa ci fai ancora qui? Sparisci, Myc! - sbottò, sperando di infastidirlo: sapeva bene quanto odiava essere chiamato in quel modo.
- Pensi ancora a quei bambini, vero? - Sherlock sobbalzò, ma fece come se non lo avesse sentito, fingendo di trovare improvvisamente interessante la testiera del suo letto.
Mycroft cacciò un sospiro: - Sherlock, quante volte te l'ho detto? Tu non hai bisogno degli altri bambini... sono così, così noiosamente ordinari! -
Il moro tirò su col naso: - Dicono che sono strano... - disse con un groppo alla gola.
- E hanno ragione - Sherlock tornò a guardarlo, le sopracciglia corrugate - ...ma sbagliano parola - continuò il fratello con un sorriso - Tu non sei strano, Sherlock, sei straordinario -.
Lo sguardo del bambino si fece ancora più corrucciato. Mycroft gli aveva appena fatto un complimento?
- Pensavo di essere stupido... - disse sospettoso.
- Ma certo che lo sei, Sherlock! Sei straordinariamente stupido in confronto a me, ma sei anche straordinariamente intelligente per essere un bambino di otto anni. Credo che sia questo che infastidisca così tanto i tuoi coetanei -
Il moro sembrò soppesare attentamente quelle parole.
- Quindi mi stai consigliando di essere stupido? -
- Ti sto consigliando... - disse Mycroft, rivolgendogli uno sguardo serio - di essere te stesso, per quanto strano tu possa sembrare agli altri. Le persone ordinarie sono infastidite da quelle straordinarie e le chiamano strane soltanto per invidia. -
Sherlock abbassò lo sguardo, pensieroso e confuso. E se le cose stessero proprio come diceva Mycroft e fossero gli altri a sbagliare su di lui? Cosa voleva dire, poi, essere strano? Non era solo un modo poco carino per dire diverso? E diverso non significava per forza qualcosa di brutto... o no?
- Beh, ora è meglio che ritorni in camera mia... - la voce di suo fratello interruppe ancora i suoi pensieri - devo finire la versione di greco antico - disse, dirigendosi verso il corridoio. I suoi passi risuonavano sempre più lontani quando Sherlock balzò improvvisamente dal letto per affacciarsi alla porta: - Ehi, Mycroft! -
- Sì? - disse il fratello voltandosi, lo sguardo interrogativo.
- Grazie -.
E si salutarono con un ultimo sorriso.











Angolo dell'autrice
Salve, gente!
Non so spiegarmi da dove sia saltata fuori questa one-shot, ma l'ho scritta di getto - cosa abbastanza atipica per me xD - e, purtroppo per voi, non ho potuto fare a meno di pubblicarla. Diciamo che, dopo aver esplorato il rapporto tra John e Harry da bambini/adolescenti, mi ha incuriosito fare lo stesso con Sherlock e Mycroft, ma non credo che questa storia andrà a far parte di una serie, come è invece successo per i fratelli Watson.
Immagino che ci siano un sacco di fanfiction che trattano del senso di solitudine e di estraneità che Sherlock prova di fronte ai suoi coetanei... Spero solo di non aver scritto qualcosa di troppo scontato o ripetitivo.
Ringrazio chiunque leggerà questa one-shot e chi sarà così gentile da lasciare un commentino, positivo o negativo che sia.
Alla prossima,
fennec


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: fennec