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Autore: YukiWhite97    31/08/2015    2 recensioni
Il percorso dell'esistenza può essere diverso per ognuno, ed ogni persona che viene al mondo ha le sue esperienze, la sua storia, il suo posto nella storia di un libro infinito chiamato Vita.
William, tramite svariati racconti, riuscirà a spiegare allo shinigami Grell, esperienze elementari ma anche fondamentali come la nascita, la crescita e la morte.
Racconti che, insieme ai loro personaggi, riusciranno a prendere vita....
Brevissima storiella basata sul film "L'apetta Giulia e la Signora Vita".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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William stava cominciando a rendersi conto di quanto come, con il passare del tempo, si stesse inevitabilmente rammollendo. Al contrario, il carattere di Grell stava divenendo sempre più problematico e ribelle, e di ciò se ne accorse ben presto.
"COSA?! PRODUZIONE RIDOTTA?! ANCORA?!" - urlò lo shinigami in modo isterico, stringendo la cornetta del telefono. In quello stesso istante, il rosso entrò nel suo ufficio, abbigliato nei suoi attillati vestiti color del sangue.
"Grell è qui!" - rise portandosi le mani sui fianchi.
"Maledetto! - urlò il moro - hai nuovamente saltato il tuo turno di lavoro, 33 21 22?"
"Ah, Grell! - sbuffò - mi chiamo Grell! E se vuoi saperlo sì, e allora? Una volta tanto non fa mai male!"
"Taci! - lo rimproverò - e chiamami signor supervisore!"
"Signor supervisore - cantilenò alzando gli occhi al cielo - io non capisco perché dovrei ammazzarmi di fatica tutti i giorni! Anzi, non solo non lo capisco, ma protesto anche!"
"Silenzio! Non è normale che uno shinigami non voglia lavorare, e tu non puoi andare contro madre natura!"
"Ma più che madre questa natura mi pare una...! - s''interruppe, portandosi le mani davanti la bocca - ... matrigna - sospirò - eh dai William, non arrabbiarti, mi sarà concesso di godermi un pò la vita, no?"
"Per quel che ne rimane" - sussurrò abbassando lo sguardo.
"Hai detto qualcosa?" - domandò allisciandosi i capeli.
"Assolutamente no - sospirò togliendosi un attimo gli occhiali - va bene, passerò anche per questa volta, ma alla terza giuro che ti caccio via. Comunque sia, devo continuare il mio racconto..."
"Pss, Will - lo chiamò stringendo le gambe - devo fare la pipì...!"
"La farai dopo - lo rimproverò - allora, come stavo dicendo, Ciel e Sebastian hanno abbandonato la fanciullezza, e con essa, anche parte di serenità..."

Sebastian se ne stava seduto sotto un albero a godere un pò di ombra, con il cappello di paglia che indossava sempre, calato sul viso. Crescendo, le persone gli avevano il soprannome di "Il matto", a causa del suo voler sempre stare a contatto con la natura e per il suo modo di pensare. Dietro quell'unico albero, si estendeva un campo di girasoli grande quanto la vita, il cui orizzonte si confondeva con l'azzurro del cielo.
Tenendo in mano la propria chitarra, il corvino prese a strimpellare alcune note, fino a quando non si accorse di qualcuno che gli passava di fronte. 
Ciel camminava con lo sguardo chino, tenendo in mano alcune foto che lo ritraevano da bambino, ed ad ogni suo passo, ogni fotografia veniva gettata via, e lasciata alle sue spalle.
"Buongiorno Ciel! - lo salutò Sebastian - hai voglia di parlare un pò con me?"
"No.... scusa..." - sussurrò. Dopo avergli donato uno sguardo, prese a camminae, mentre il corvino dietro di se, iniziava a suonare e a cantare con la sua voce calda, una dolce melodia.

                 "E' dolce il tuo sorriso, più colorato della notte. Stringi forte la mia mano, accarezza la tua aria, troverai prima o poi, il coraggio che non hai..."

Al suono di quella frase, il ragazzo si era voltato, e istintivamente sul suo viso era apparso un sorriso. Pian piano si avvicinò, con le mani dietro la schiena e con la gote un pò arrossata.
"Emh.... hai ancora voglia di parlare?"
"Ovviamente sì"- rispose sorridendo.
"Sebastian - domandò l'altro - ma perchè stai sempre seduto sotto quest'albero?"
"Aspetto" - rispose.
"Cosa?". A quella domanda però, Sebastian non rispose, si limitò soltanto ad accennare un sorriso.
"La paura... viene a letto con me - disse ad un tratto Ciel sedendosi accanto a lui - ho paura di tutto... ho paura di crescere... come posso fare? Tu sei l'unico che mi conosce abbastanza per aiutarmi!"
"Dipende tutto da te, e dalla mia amica fiducia - afferrò nuovamente la sua chitarra, riprendendo a cantare - non devi aver paura, guarda in te e vedrai, quello che non sai, la tua luce splenderà, prendi una stella e portala con me, io sarò angelo, ma puoi chiamarmi "matto""
"Tu il mio angelo? - rise chinando la testa di lato - davvero?"
"Tutti hanno bisogno di un angelo custode - disse alzandosi in piedi e afferrandolo per mano - io voglio essere il tuo. Tu adesso camminerai con me, ma poi... - sorrise - poi correrai da solo!". Dicendo ciò lo trascinò con se, in mezzo al campo di girasoli infinito, in cui prese a camminare, mano nella mano, in quel percorso chiamato vita che li aveva uniti. Sebastian poteva sembrare così strano, ma era in grado di vedere e capire cose, che nessuno avrebbe potuto vedere o capire.
Quest'ultimo si fermò ad un tratto, abbracciandolo da dietro, e poggiando una mano sul suo cuore.
"Guarda un pò su" - gli sussurrò.
"Oh - sussurrò - ma che... che succede?". Davanti i loro occhi, era infatti apparsa quelle che sembravano le luci dell'aurora boreali, le quali ora danzavano nella volta azzurro.
"Non devi avere paura - gli sussurrò - il mondo ti è amico, Ciel, ti proteggerà. E con esso anche io, non ti lascerò da solo ad affrontare le tue paure, sono il tuo angelo custode dopotutto"
"Allora non dovrai mai lasciarmi - sussurrò guardandolo con gli occhi lucidi - dimmi che non ci perderemo mai, neanche quando saremo grandi"
"Io non posso sapere quello che il futuro ci riserva - sussurro a sua volta accarezzandogli il viso - ma ti prometto che ci sarò quando avrai bisogno di me, e anche quando ci saremmo persi, non saremmo comunque persi, questo te lo posso promettere. Non devi temere che il corso della vita possa cambiare la tua realtà, divenire grandi non compromette nulla di terribile"
"Sì - disse stringendo ancora di più le sue mani - forse hai ragione. Ma per far sì che non ci perderemo mai, ora io voglio donarti qualcosa". Dopo aver detto ciò, egli chiuse gli occhi, avvicinandosi alle sue labbra. Sebastian intuì immediatamente le sue attenzioni, e dopo aver chiuso a sua volta gli occhi, si avvicinò, fin quando le loro labbra non si furono unite in un puro e casto bacio in cui respiri erano vicini, così come i cuori.
Quello sarebbe stata la dimostrazione che avrebbe testimoniato che il loro legame era esistito e avrebbe sempre continuato ad esistere. Quando Ciel si staccò, sorrise, sentendosi incredibilmente meglio.
"Adesso ne sono sicuro - sussurrò - troverò il coraggio"

Il giorno dopo, Ciel tornò da Sebastian, il quale aveva passato la notte sotto l'albero.
"Buongiorno Ciel!" - lo salutò vedendolo passare.
"Sebastian! - urlò andandogli incontro - è incredibile! Ieri, dopo aver parlato con te, mi sono reso conto di... di non avere più paura... non ho più paura, capisci?"
"E non sei contento?" - sorrise.
"Io non lo so - sospirò - perché è ancora dentro di me"
"Beh, tocca a te sconfiggerla" - rispose donandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Eh, eh - rise imbarazzato l'altro, staccandosi - hai ragione. Comunque... emhh.... io adesso devo... devo andare... ci vediamo". Si allontanò piano, per poi voltarsi, ma rigirarsi subito dopo.
"Ah, volevo dir....!". Non ebbe neanche il tempo di finire di parlare, che la figura di Sebastian gli scomparve davanti, come se si fosse fusa con l'aria.
"... ti - sussurrò, sentendosi vagamente spaventato da quella visione - Sebastian?! Ma... ma... ma dove sei?!". Si avvicinò al punto dov'era prima scomparsi rendendosi conto che adesso ne era rimasto solo il cappello. Provò a raccoglierlo, notando come non si staccasse da terra, per poi udire una voce
                                                                                                              "Aspetto"
A quel sussurro, il ragazzo si tirò su, decisamente commosso.
"Ora capisco cosa stavi aspettando - sorrise - volevo solo dirti.... grazie". Dicendo ciò si portò le dita sulle labbra, ripensando a quel bacio, e a quell'amico straordinario che era ora divenuto qualcosa di più importante. Che fosse un essere umano, o qualche strana creatura sovrannaturale, questo non importava, perché la vita li aveva legati indissolubilmente.

"Oh - fece Grell stringendo le gambe - che cosa... meravigliosa l'amore.... ma Will... devo sempre fare pipì!"
"Ho quasi finito! - sbuffò William - si chiamano fulmini a ciel sereno, quel giorno ne cadde uno proprio sull'elbero di Sebastian... INCENERENDOLO!" - urlò dopo essersi reso conto di come Grell si fosse lasciato andare ai suoi "bisogni".
"Ora va meglio - rise il rosso - quindi Ciel si è innamorato. Oh, oh, anche io voglio innamorarmi Will, credi che succederà? Tu sei mai stato innamorato?"
"Non lo so - sussurrò guardandolo negli occhi - lo sto ancora... capendo..."

Angolo dell'autrice
Heylàààà, notate qualcosa di familiare? Chi ha letto "Angeli Custodi", una delle mie FF, potrà capire! Esatto, perché parte di quella FF è ispirata proprio a questo film, infatti, sia in questo che nel prossimo capitolo, molte battute e situazioni saranno uguali!
Che dire, il nostro Ciel ha scoperto l'amore, a ricevuto il suo primo bacio da Sebastian che, da bravo "angelo custode" per l'appunto che è, lo sta aiutando nello sconfiggere le sue paure. Mi sono lasciata andare ad un pò di romanticismo twt <3

   
 
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