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Autore: byakunewgate    31/08/2015    0 recensioni
siamo in un mondo portetta da una cerchia di déi, a capo della quale sta Odino. la storia parla di un ragazzo, Raiser, che vive nel villaggio di Fullgod e il cui sogno è di poter, un giorno, combattere al fianco di Odino, ma per farlo, dovrà allenarsi parecchio. il suo sogno sarà spesso minacciato da molti avvenimenti nel corso della storia, ma il giovane Raiser è più determinato che mai a raggiungere il suo scopo. ce la farà?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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“Di che si tratta?” chiese Raiser molto curioso dopo aver disattivato l’etherious will
“Questo posto non è sempre stato così minaccioso, c’è un segreto dietro a tutto questo e, se vuoi affrontare gli déi, è giusto che tu ne sia a conoscenza.”
“Ok, basta che sia una cosa veloce.”
“Certo, seguimi.”
Jerard portò il Jin dentro a una caverna ai piedi della montagna più a sud, l’interno era illuminato da candele e c’era una specie di percorso guidato da seguire per giungere a quello che il Chaos diceva essere il segreto della montagna.
Dopo 20 minuti di cammino all’interno della caverna, i due semidéi raggiunsero una porta enorme, fatta di legno. Jerard la aprì e mostrò al semidio animale cosa si celava dietro a quella porta misteriosa. Gli occhi del Jin si spalancarono davanti a ciò che vide: una stanza immensa di pietra, adornata con oggetti d’oro massiccio in qualsiasi direzione si guardasse e, al centro della stanza, una stele immensa piena di scritte a caratteri incomprensibili.
“Cosa sono quelle scritte?” chiese Raiser incapace di battere ciglio davanti a tale magnificenza
“Semplice. È la “Stele del Ricordo” contiene la vera storia delle montagne della disgrazia scritta nella lingua che parlavano gli abitanti di queste montagne prima  di quel giorno.”
“Quale giorno?”
“lo capirai da solo. La stele è fatta di diarite: una pietra particolare e molto rara, ormai introvabile, che è in grado di assimilare in sé i ricordi di un posto in cui è conficcata nel terreno e riportarli sulla sua superficie sotto forma di storia scritta nella lingua del posto. Un piccolo frammento di questa pietra ormai vale milioni. Semplicemente toccandola e svuotando la mente ti verranno trasmessi tutti i ricordi di questo antico paese una volta conosciuto come “Le montagne della virtù”.”
Raiser si avvicinò cautamente e, con delicatezza, chiuse gli occhi, svuotò la mente e appoggiò una mano sulla stele. Il giovane si sentì subito pervaso da una strana sensazione e cominciò a vedere sempre più nitidamente i ricordi di un paese ormai estinto.
*
Il sole splendeva radioso sulle tre montagne della virtù, erano tre montagne vicine tra loro, perfette sia nella forma senza una zona pericolosa, sia nella somiglianza. Erano tre gocce d’acqua con tre splendidi ghiacciai in vetta. Era così spettacolare come posto che era considerato una meraviglia mondiale.
Tra ogni coppia di montagne giaceva una valle in cui stanziava un villaggio. Le valli erano la “valle della saggezza” rivolta a sud-ovest, la “valle della meditazione” rivolta a sud-est e la “valle dei ricordi, rivolta a nord.
Tra le strade del villaggio della valle dei ricordi, correva piangendo, 15 anni orsono, un ragazzino di 5 anni con dei capelli lunghi fino al collo una maglietta bianca, dei jeans corti azzurri e delle scarpe grigio chiaro.
“PAPINO!” gridò il ragazzino in lacrime alla disperata ricerca del padre
“Ehi piccolo! Che hai da piangere?” gli disse il padre sorridendo e prendendolo in braccio. Era un uomo sulla quarantina, alto sul metro e sessantotto, con dei capelli corti che ormai iniziavano a ingrigirsi. Indossava una camicia bianca tinta unita accompagnata a dei pantaloni  grigio scuro e delle eleganti scarpe marroni.
“Non ti trovavo più! Credevo di averti perso!” gridò ancora in lacrime il piccolo
“Ehi Jerard, non preoccuparti. Sono qui. Però adesso smetti di piangere e non togliermi gli occhi di dosso. Qui al mercato è facile perdersi di vista. Ok?” disse l’uomo a suo figlio.
“Ok papi!” gli rispose il ragazzino ritrovando in un attimo il sorriso.
“Arioh! Vecchia canaglia! Da quanto tempo!” gridò un uomo rivolgendosi al padre di Jerard. Era vestito in giacca e cravatta, alto sul metro e settantadue, capelli corti e ormai per metà grigi dati i 44 anni suonati.
“Ma tu guarda che sorpresa! Jeremy Isaiah! Saranno 10 anni che non ci vediamo in giro! Che fine avevi fatto?” rispose Arioh abbracciando il suo vecchio amico.
“Sono stato trasferito alla valle della saggezza per lavoro nell’ultimo decennio, e ho perso i contatti con tutti purtroppo. Ma tu guarda! Ti sei fatto una bella famiglia!”
“Già, questo è mio figlio, dai su piccolo. Presentati”
“Mi chiamo Jerard, ho cinque anni e gradirei un piatto di cibo visto che ho tanta fame” disse il piccolo sbuffante
“Ahahahaha davvero simpatico il piccolino. Perché non ne approfittiamo per mangiare qualcosa e parlare un attimo? Ne saranno successe in 10 anni!” chiese amichevolmente Jeremy
“Mi pare un’ottima idea, qualche anno fa hanno fatto un ristorante dove fanno degli ottimi hamburger di pesce” propose Arioh
“Sì! Pesce burger!” gridò il piccolo Jerard correndo in direzione del ristorante “Muovetevi lumaconi!”
I tre si gustarono un delizioso pasto e poi andarono tutti a casa di Arioh per prendersi un buon caffè e fare due chiacchiere marito, moglie e vecchio amico di lui.
“Dimmi Janine, che scuola hai frequentato? Mi pare di averti vista da qualche parte” chiese Jeremy alla moglie di Arioh. Una donna bellissima alta circa un metro e sessanta con dei lineamenti perfetti e dei lunghi capelli castani perfettamente lisci, un fisico invidiato dalla maggior parte delle donne della valle. Indossava un abito blu scuro e delle scarpe col tacco nere. Teneva fra i capelli una forcina nera che fermava una ciocca ribelle che le si piazzava sempre davanti al naso. Quella forcina era un regalo di suo marito di quando si sono conosciuti e, da allora, non poteva vivere senza.
“Ho frequentato la statale a fondo valle. Comunque anche tu hai un viso piuttosto familiare” rispose la donna
“Davvero? Ecco dove ti ho vista! Abbiamo fatto la stessa scuola!”
“Sul serio? Che corso frequentavi?”
“Facevo ingegneria meccanica al secondo piano. Tu?”
“Ma dai! Era la classe accanto alla mia! Facevo psicologia! Ahahahaha!”
“E andavi in giro sempre con quella altezzosa di Rossella vero? Ahahahaha”
“Proprio vero! Era molto altezzosa, ma anche una buona amica. Tu invece giravi con quell’imbranato di Jerry McTwist. Ho ragione?”
“Proprio vero, un imbranato ahahahaha! Però era simpaticissimo e di ottima compagnia, non potevi annoiarti con lui nelle vicinanze”
La chiacchierata sui ricordi scolastici si prolungò fino a tarda sera, finché Janine non andò a mettere il piccolo Jerard a dormire.
“Senti Arioh, scusa se sono indiscreto, ma quando ti sei sposato con Janine, era già madre?”
“Non preoccuparti, non è un segreto. Comunque sì, l’ho conosciuta quando Jerard aveva un anno e ci siamo sposati l’anno dopo, ma perché me lo chiedi così tutto d’un tratto?”
“Beh, semplicemente perché ha gli occhi di tua moglie, ma da te sembra non aver preso nulla”
“Ahahahaha capisco. No il padre scappò subito appena seppe che lei era incinta. Un mostro”
“Puoi dirlo, le persone che fanno così mi fanno arrabbiare talmente tanto che le prenderei a calci”
“Ehi uomini! Di che parlate?” chiese Janine con un sorriso smagliante
“Di uomini che si comportano male” rispose Jeremy rispondendo al sorriso e reggendo il suo calice di vino
“Arioh, perché non mi hai avvisato di un improvviso discorso sulla tua gioventù?”
I due uomini scoppiarono a ridere e si misero a parlare dei bei tempi passati insieme da giovani ormai persi nei meandri del passato.
“Oh, guarda. Si è fatta una certa. Meglio che torni a casa. Domani mi godo un giorno di completo relax e poi
mi tocca tornare nella valle della saggezza per lavoro. Spero tanto mi ritrasferiscano qui, l’ambiente è molto più allegro” disse Jeremy per chiudere la conversazione
“Beh, meglio della valle dei Ricordi non ce n’é. Inutile provarci. Dai ti saluto vecchiaccio. Buona notte e goditi la piccola vacanza.” Si congedò Arioh contento di aver rivisto un vecchio amico
“Senz’altro cucciolo di uomo ahahahaha. Buona notte anche a te Janine!” salutò Jeremy e, dopo che la donna ricambiò il saluto, si diresse verso casa sua.
*
“Janine, tesoro, hai bruciato qualcosa in cucina?” chiese Arioh alla moglie appena sveglio
“No, credevo che stessi accendendo il camino” rispose
“Mami! Papi! C’è puzza!”  gridò il piccolo Jerard
“JANINE! GUARDA FUORI! LA VALLE VA A FUOCO!”
“COSA?!” la donna guardò fuori e vide un uomo incappucciato che si mise a dar fuoco a tutto ciò che gli capitasse a tiro invocando di trovare suo figlio
Arioh decise di scendere per fermare quel tipo prima che sua moglie, Jerard e la sua casa venissero travolti dalle fiamme
“EHI TU! Chi cazzo ti credi di essere per venire qui e bruciare tutto?!” imprecò  il padre
“Taci. Sgorbio.”
Il tizio misterioso colpì Arioh con uno scatto di dito e lo fece sbattere contro il muro della casa.
“ARIOH! TESORO!” Janine uscì preoccupatissima per la salute del marito
“Sto bene, ma questo qui sembra avere una forza del tutto sovraumana”
“Janine. Finalmente ti ho trovata. Dov’è Jerard?” chiese il tizio misterioso
“Lo conosci amore?” chiese spaventato Arioh
“Non ci posso credere. Lui è … il vero padre di Jerard. Il dio Rioma”
“COSA?! JERARD E IL FIGLIO DEL DIO RIOMA?!”
Rioma batté le mani e creò un’onda sonora così potente da distruggere l’intero villaggio nella valle dei ricordi, lasciando vive solo tre persone: Janine, Arioh e Jerard
“Sono venuto per mio figlio.” Disse
“E c’è bisogno di distruggere tutto il villaggio?!” disse la donna adirata
“Vi è andata male che prima io sia passato dagli altri due”
Marito e moglie si girarono verso le altre due valli e le videro entrambe in malora e le montagne intorno a loro erano semplicemente devastate, tutte frananti, ripide e pericolose
“C’è stato un uomo che abbia provato a fermare la mia ricerca e la sua fine credo sia piuttosto ovvia. Mi pare si chiamasse Jeremy”
“HAI UCCISO JEREMY! BASTARDO!” Arioh si arrabbiò talmente tanto da assalire il dio, che, però, con un affondo fatto con l’indice destro, sfondò il cranio del giovane marito, uccidendolo”
“RIOMA FERMATI! NON ERA NECESSARIO UCCIDERLO!” disse la povera donna in lacrime con in braccio il figlio sconvolto da ciò che aveva appena visto e scoperto
“Consegnami Jerard”
“MAI!”
Il dio spazzò la mano creando una folata di vento che distrusse le case rimaste in piedi dietro la donna e fece cadere quest’ultima sulle macerie
“Lascia stare il piccolo Jerard!”
“Non dirmi cosa fare, mortale”
Detto questo, Rioma sputò verso Janine, ma lo sputo divenne presto un proiettile che le trapassò il cuore, togliendole la vita.
“Jerard”
Disse il dio fissando il piccolo in lacrime
“Ti do una sola chance, ti risparmierò la vita. Cresci e diventa forte, quando sarai abbastanza forte, mi farò rivedere. Addio”
Il piccolo straziò dal dolore provocato dalla perdita dei genitori. Al suo grido si scatenò un temporale degno del nome di diluvio universale, con annessa tempesta di fulmini. La terra tremò e dal suolo uscirono dei geyser.
Rioma osservò il figlio, compiaciuto del lavoro svolto e poi si allontanò scomparendo all’orizzonte.
Questi ricomparve sorvolando le ormai devastate montagne della virtù e decise di pronunciare delle parole verso tutti i cittadini del mondo
“Cittadini del mondo! Esseri mortali! È il dio Rioma che vi parla! Da questo preciso istante, le montagne della virtù cambieranno nome; si chiameranno: montagne della disgrazia! Fareste meglio a starne lontani per la vostra incolumità!”
Pronunciatosi al mondo, il dio scomparve.
*
Il semidio animale riaprì gli occhi e trovò Jerard seduto su una pietra qualche metro più lontano da lui. Gli si avvicinò e pose una mano sulla sua spalla.
“Mi dispiace per quello che è successo al tuo villaggio e ai tuoi genitori. Ora so che hai sempre avuto un motivo per partecipare a questa rivolta. Ora andiamo, ci aspetta un viaggio verso le terre del sole a nord”
“Posso sapere cosa devi fare lì?”
“Devo dolo incontrare una persona. Andiamo”
“Sì, arrivo”
I due semidéi uscirono dalle montagne e si diressero verso nord per raggiungere le terre del sole.
   
 
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