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Autore: Gigli neri e ombre    31/08/2015    4 recensioni
Dal Capitolo 13:
"[...]Notò subito però che quei Veliant invece di essere rossi come i soliti, erano rosa. Puntandola sullo scherzoso pensò fossero Veliant di tipo folletto, ma analizzando meglio lo scenario che lo circondava si accorse che non avevano armi e che inoltre uno di loro aveva un gioiello grazioso e brillante a forma di rosa rossa che evidentemente doveva essere una spilla. Il suo primo pensiero fu quello di portarselo per venderlo eventualmente, al fine di fare qualche soldo valido. Tornò a casa incurante di ciò che si lasciava dietro senza farsi troppe domande riguardo le particolarità notate. Menefreghismo assoluto ben previsto da parte sua.[...]"
Presenza di un linguaggio scurrile.
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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– Fourth Chapter –


– Ullr –






 

La Principessa delle Fate fu più che lieta di introdurre Gwen nel luogo che da tempo desiderava vedere. La Darkettona si congratulò con Dawn per aver posizionato il loro piccolo giaciglio attraverso un muro ma la stessa bionda le spiegò che era stata tutta opera della mente di Duncan e delle abilità di Dj, nient'altro. Quel nome suono famigliare alla Dark per via di Duncan che le aveva accennato qualcosa del ragazzo definito più volte come un caro amico, tuttavia non sapeva di tutti gli amici del Punk. Diceva che ad altri non era particolarmente affezionato, per esempio a Dawn, con la quale non c'era molto dialogo, eppure Gwen la “conosceva” perché il Marcio parlava spesso della sua incredibile capacità di leggere le aure e levitare, fu grazie a questa abilità che la riconobbe subito durante la precedente battaglia con i Veliant. Non appena entrò in quella famosa stanza ebbe modo di vedere alcuni di loro.
«Gwen!» Trovò Duncan ad accoglierla con un entusiasmo insolito da parte sua, abbracciandola con grande affetto.
«Ciao Duncan» Soffiò la vittima di una presa troppo stretta. Ricambiò l'abbraccio senza stringere troppo.
«Che bello rivederti!» Aggiunse sempre più emozionato il Punk.
«Sì, Duncan, anche io sono felice. Ricordi che odio le dimostrazioni d'affetto alla telenovela argentina, vero?» Si limitò a dire lasciando al verde comprendere con poche parole ciò che voleva comunicare. Egli afferrò il messaggio e la liberò dalle sue braccia.
«Sì, hai ragione. Ma lo sai che effetto mi fa vederti, no?»
Gwen si limitò a rispondere con una smorfia. «Per favore, ricomponiti. Dov'è finito il Punk duro e aggressivo che tutti conosciamo?» I due risero, tornando normali nel giro di qualche secondo. Conobbero prossimamente le facce di Heather, seduta, e Scott, appoggiato al muro, che contemplavano quasi schifati. «Avete finito con le scene da Fanfiction smielata?» Commentò la Iena.
«Tranquilla, Gwen, le mosche le ammazzo io» Duncan sfidò Scott ghignando.
«Attento. Le mosche sputano fuoco, potresti bruciar...» il Red-head stava per controbattere o almeno quella era la sua intenzione prima che Heather congelasse la sua lingua e quella di Duncan. «Un po' di silenzio...» Sospirò lei rassegnata.
Per 5 secondi, Gwen osservò attenta la Calcolatrice dalla testa fino ai piedi mentre le lingue dei due ragazzi lentamente si riscaldavano grazie alla controllo del calore di Scott. Lasciò perdere l'asiatica e ammirò criticando nella sua mente il posto che tanto le descriveva Duncan tempo indietro.
Notò subito la cura e l'impegno che ci mettevano nel custodirla. Fu bello vedere un sofà grigio scuro ben sistemato di fronte al muro a sinistra; un tavolo di media grandezza al centro della stanza accompagnato da numerose sedie. Poco più lontano dal tavolo un mobile che teneva dei libri, cd, videogiochi e una console sopra di esso insieme ad un vaso di fiori bianchi e rossi con tanto di terra. Aveva anche una finestra, chiusa, decorata da due tende rosse rigidamente unite. Vi era anche una porta che, stando a quanto le raccontava, conduceva al bagno. Le pareti avevano la stessa texture di un muro di mattoni, mentre il pavimento era composto da semplici mattonelle color sabbia. Scoprì una bella camera, per essere soltanto un posto di incontri creato da 4 persone, e confesso a sé stessa di esserne particolarmente compiaciuta. Tornando a guardare le persone presenti in quella stanza, sospettò che mancasse qualcuno dal momento che Duncan le diceva che non erano pochi. Eppure in quella stanza, oltre le due appena arrivate, erano in tre. A confermare la sua tesi fu Dawn che semplicemente domandò, senza leggere aure «Gli altri sono fuori?»
«Coufney, Df e Zoey? Fì» Replicò Duncan, storpiando qualche parola per via della lingua gelida.
«Afrafno comfattufo confro i Feliant frofafilmenfe. L'affiamo faffo anfhe noi, folo reftando nei pauaggi» Aggiunse Scott, storpiando più vocaboli di Duncan. Heather rise cinica e divertita. «Babbei» Scott la guardò con uno sguardo arrabbiato.
Ecco spiegato perché in quell'area non c'era nemmeno l'ombra dei Veliant.
Successivamente Dawn chiese a Scott di evocare una forma di calore. Il ragazzo lo fece, chiedendosi inizialmente per quale motivo. Creò una sfera arancione d'energia semitrasparente dalle stesse dimensioni di una perla. Raggio di luna la prese tra le sue mani attenta a non riscaldarsi troppo e la rafforzò senza far capire ai presenti in che modo. La divise e la diede rispettivamente ai due che grazie ad essa riuscirono a guarire le loro lingue, in aggiunta ad un'ulteriore cura della Leggi Aure. Gwen restò fortemente colpita dall'abilità della ragazza bassina chiedendosi se era veramente tutto merito delle sue abilità peculiari.
Nel giro di qualche minuto giunsero anche i pezzi mancanti del puzzle. «Eccoli di ritorno» Sbuffò Heather mantenendo la stessa frequenza di acidità.
«Grazie per l'accoglie...» Zoey non finì la frase, si fermò a notare la sconosciuta Gwen. «Ehm... ciao!» Salutò cordiale.
«Tu devi essere quell'informatrice della quale Duncan ci ha parlato» Intuì Courtney studiando la Gotica.
Gwen girò gli occhi «Mi avete già dato un soprannome, wow! Comunque, sì. Sono io»
Gli unici che si degnarono ad avvicinarsi ed essere gentili con la Dark furono Dj e Zoey che si presentarono con altrettanta gentilezza.
«Com'è andata con i Veliant?» Chiese con altruismo Dawn a Dj. «Ehm... non male infondo, Raggio di luna. Grazie» Rispose sorridendo. Per Dawn era un piacere parlare con Dj, sempre sorridente e allegro, avvolto da un aura color giallo limone.
«Ce ne siamo liberati in cinque secondi. Ho chiesto a Dj di farmi da scudo e a Zoey di intrattenere i Veliant mentre io, grazie all'idrocinesi, ho fatto letteralmente scoppiare qualsiasi idrante nei pressi dei Veliant» Raccontò brevemente Courtney con fierezza «Lo so, lo so... non c'è bisogno di ringraziarmi»
«Non lo sta facendo nessuno, Perfettina» Attaccò Duncan sostenuto dalla risata di Scott. Courtney non diede molte attenzioni ai due, solamente un sorriso ambiguo. Creò due sfere d'acqua enormi sopra i due che, immediatamente, si fiondarono violentemente verso loro bagnandoli totalmente.
«Mi spieghi che cazzo ti passa per la testa?!» Sbottò Scott aggrottando le sopracciglia.
«Ve la siete cercata, mi spiace» Mormorò richiamando la pozza d'acqua restante sul pavimento. Fece roteare l'acqua sul suo braccio e lo mandò al vaso di fiori innaffiandoli, permettendogli di dissetarsi. Ottenne un pavimento asciutto lasciando esclusivamente i due fradici.
Gwen si avvicinò lievemente a Zoey e a Dawn e chiese con prudenza bisbigliando «Fanno sempre così?»
«Più o meno» Bella gioia sorrise. Zoey fece più o meno una bella impressione a Gwen. Il problema era che non riusciva a capire se quei sorrisi erano giusto per cordialità o erano autentici.
In tutto questo, Heather placò gli animi di tutti ripristinando la situazione, invitandoli ad assumere un certo decoro e a discutere del vero motivo per il quale erano lì. Chi era Gwen?
Con quella domanda, finalmente si cominciava a fare sul serio. «Se non ti dispiace, potrei essere io a fare le domande per prima?» Heather si sentì presa per il culo nuovamente.
«Perfetto, partiamo bene. Non sono passate nemmeno due ore e già mi stai sul cazzo» Parlò Heather mantenendo la sua acidità incrementata dagli sguardi.
«Primo: La cosa è reciproca. Secondo: Vorrei prima fare una domanda soltanto e poi mi farò interrogare come se foste dei poliziotti» Chiarì Gwen.
Per evitare che un'altra lite si scatenasse, Dj si intromise «Va bene, Gwen, chiedi pure»
«Grazie, Dj. Vorrei chiedervi questo: Come avete scoperto i vostri poteri?»
A primo impatto tentennarono, ma risposero con calma uno ad uno concordando tutti sul fatto che erano nati con essi e che li scoprirono da piccoli, eccetto Dawn, della quale già sapeva tutto.
«Perché l'hai chiesto?» Seguì Zoey.
Gwen si sedette e annui stringendo le labbra. «Mi avete chiesto chi sono, giusto? Bene. Io sono Gwen, la cugina di Duncan, nonche una come voi ed...» Deglutì «Ho fatto parte dei Veliant» Affermazione che suscitò la perplessità e lo stupore dei presenti.
«Prego?» Brevemente espresse Zoey dubbiosa.
«Mi spiego meglio. Prima dei Veliant c'erano dei semplici esseri umani, però non avevano il compito che ora hanno i Veliant. Semplicemente pattugliare. La storia è un po' lunga...» Sospirò infine, riconoscendo che aveva mischiato troppe parole rendendole confusionarie.
«Parti dal principio, mantieni la calma» la sostenne Duncan.
«Ok...» Prese un respiro «Chi controlla i Veliant ci ha ribattezzato con un nome. Ci chiamano “Ullr”»
Rimasero ancora più perplessi.
«E questo mi fa incazzare. Perché ci danno un nome in codice? Delle volte, quando mi chiamano Ullr, mi sento un Pokemon...» Sospirò «Duncan vi avrà già parlato riguardo gli Ullr. Gli Ullr sono persone con poteri paranormali. Alcuni ci nascono, come voi. Altri magari scoprono di averli arrivati ad una certa età e altri ancora li conoscono alla sprovvista, totalmente sviluppati e senza sapere come controllarli. Io faccio parte degli ultimi, ma ovviamente ci sono moltissimi altri casi.» Si fermò un attimo, sospirò nuovamente e riprese a spiegare.
«Ora, chi sono i Veliant? Come vi ho detto, prima non erano robot. Prima non si chiamavano nemmeno Veliant. Erano semplici e comuni soldati, chiamiamoli così. Soldati pacifici. Non uccidevano nessuno, non rapivano nessuno nemmeno se fosse per soldi in cambio. Ma tutto questo è il passato, purtroppo...»
Zoey era interessata. «E perché hanno creato i Veliant? E come mai ci cercano?»
«Ebbene, sapevo che me l'avreste chiesto. Mi dispiace, ma non posso dirvelo perché non lo so. Posso solo dirvi che tutto questo è cambiato da quando il dirigente dell'Æsir Corporation è morto. Tutto è stato dettato dal nuovo»
«Della che?» Dj non aveva capito cosa fosse l'Æsir Corporation.
«Detto brevemente, l'Æsir Corporation è colei che crea i Veliant e altri robot come loro. In passato lavoravo per lei»
«Mai sentita nominare» Concluse sorpreso Dj.
«Da quando sono stati creati i Veliant non è più stata nella bocca del popolo. E' cambiata da benissimo in malissimo» Gwen abbassò la testa e incrociò le mani mettendosele davanti alle labbra.
«Conosci almeno chi è il nuovo direttore?» Domandò cruda Heather, credendo che in realtà Gwen non sapesse nulla.
«Sarebbe più corretto dire “La nuova direttrice”» Alzò la testa guardando i presenti. «Il suo nome è Blaineley»
«Blaineley chi?» Scott abbassò un sopracciglio.
«Andiamo, voi maschietti la conoscete sicuro! Quella dal nome lungo... Blaineley Andrews O'Halloran e non ricordo più cosa»
Duncan e Scott si guardarono sconvolti. «L... L'attrice ...»
«Sì, lei» Gwen precedette le loro voci sconvolte.
Il rosso e il verde erano paralizzati, per questo Gwen sorrise divertita.
«E' tutto?» Riprese il discorso Courtney. «Aspetta un attimo! Gwen, dove si trova l' Æsir Corporation?» La situazione passò nella mano di Zoey.
«Perlopiù lontano da qui»
«E alcuni Ullr, spero di non sbagliare, si trovano rinchiusi lì, vero?» Fu sempre Zoey a interrogare.
«L'avevo già spiegato a Duncan, lui l'avrà detto a voi, quindi sì. Degli Ullr sono stati rapiti»
Zoey si mise una mano davanti al labbro facendo un verso di timore.
«Come mai non lavori più per i Veliant?» Proseguì la discussione Heather.
«Perché avevo scoperto di essere un Ullr e allora Blaineley prese il comando. Avevo scoperto che voleva gli Ullr morti o portati da lei vivi ma distrutti. Dovevo scappare per mettermi in salvo e fortunatamente ci sono riuscita»
Era ammirevole notare con quanta naturalezza Gwen spiegava il tutto. Dawn però sapeva che infondo a quel tono piatto c'era rabbia mischiata a tristezza.
«Quanti Ullr sono stati presi?» Fu il turno di Dj.
«Forse 2 o 3. Gli Ullr sono tosti, difficili da rapire. E poi, siamo sinceri. I Veliant sono un ammasso di ferraglia robotica arrugginita e idiota. Combattere con loro è come combattere con un criceto impaurito. Forse i criceti ci mettono più grinta...»
In quel lasso di tempo Duncan sussultò riordinandosi subito. «Ah, Gwen!» Aprì un cassetto del mobile e prese il tubo metallico e la scheda madre frantumata. «Tieni» Li porse a Gwen la quale li osservò attentamente.
«E' un componente che serve per creare robot, ma non come i Veliant. Come ci è finito in vostro possesso?» Chiese stupita.
«L'abbiamo trovato fuori qualche giorno fa» Duncan illuminò la curiosità della ragazza che accennò subito di aver capito.
«Purtroppo io non so come utilizzarlo...» Restò un attimo bloccata. «Ma qualcuno che può aiutarvi lo conosco»
«E' un Ullr?» Continuò Duncan.
«No, una persona comune. Ma ha una mente immensa, il suo potere è l'intelligenza. Ci penserò se chiamarlo o meno» Finì Gwen restituendo gli oggetti al Marcio. «Altre domande?» Si mise comoda.
«Ti vuoi unire a noi?» Propose allegro e impulsivo Dj scatenando Heather e Gwen. «EH?!» Strillò la Calcolatrice accompagnata dalla Darkettona.
Gwen non sapeva se essere onorata, lusingata, sorpresa o sconvolta.
«Sì! Ragazzi, alzi la mano chi vuole che Gwen faccia parte di noi!»
Alla richiesta dell'Orsacchiotto, alzarono la mano Dawn, Duncan, Dj stesso e Zoey.
«Chi invece è contrario?»
Alzò la mano solo Heather. Courtney si trovava in difficoltà dal momento che non sapeva se fidarsi o meno. Dj l'aveva notato. Conosceva bene Courtney e non le mise pressione.
«Scott?»
Il rosso sospirò rumorosamente e poi sbuffò menefreghista «Ma fate quel che cazzo vi pare!»
«Ok, a questo punto la parola resta a Gwen» Tutti quanti avevano gli occhi puntati su di lei. Ecco il bello: Gwen odiava essere “fissata”, odiava i gruppi –era solitaria.
«No, Dj, guarda... sarei soltanto un peso in più» Zoey e Dj risero. «Ma quando mai!» Esclamarono entrambi.
«Davvero, ragazzi, non credo sia...» Fu interrotta da Duncan. «Ehi ehi ehi, Miss. Dark Beauty. Ti daremo un po' di tempo per pensare» Le fece l'occhiolino.
«Se la mettete così...» Accettò il tempo offerto rassegnata.
La discussione finì con quella proposta. Nessuno aveva altre domande da porre alla ragazza, al massimo avevano solo qualche lacuna incrementata dalle spiegazioni della ragazza se non fosse, certamente, per qualcuno che diffidava, come Heather, per qualcuno che era in balia dell'indecisione, Courtney, e per chi invece se ne fregava altamente, Scott. Ma il karma lo colpì brutalmente. Perché? Leggete:
«Ok, ragazzi, abbiamo finito?» Duncan si stirò la schiena sbadigliando, ancora bagnaticcio come Scott. Andò verso il frigo e prese due birre. «Scott!» Ne lanciò una al ragazzo.
«Cosa?» Prese al volo la birra, la aprì e ne bevette un sorso.
«Ricordi che devi fare la sentinella?» Scott sputò la birra con gli occhi sgranati.
«Avevi detto di no!»
«Ah sì?» Duncan prese il suo smartphone accedendo ai messaggi e lo porse al Lentiggine.
Un messaggio spiccava:

 
 
  • Ah, dimenticavo! Stasera potrebbe toccare a te fare da guardia al ritrovo, ma forse, per la tua gioia, crediamo che non ne valga la pena.
     

«Ora ricordi? CRE-DIA-MO. Uguale a "è probabile". Mi spiace, i tuoi sogni sono crollati» Ghignando, Duncan baciò la sua bottiglia bevendo il suo liquido. Si staccò un attimo «Che c'è? Ora stai zitto?»
«Spero tu muoia arsovivo» Maledì Scott bevendo la sua birra.
«Cosi mi piaci, ragazzo!» Duncan non fece altro che ricevere occhiate d'odio dal ragazzo altamente scocciato.
«Ehi, Scott, mi dispiace, ma stasera non posso restare con te» Si avvicinò Dj. Non poteva perché aveva già fatto la sentinella il giorno prima. Scott non rispose.
«Io nemmeno» Informò Duncan ridendo come i matti solamente per l'espressione di Scott. Assomigliava al Grumpy Cat.
Zoey e Courtney non potevano nemmeno loro. Heather, non era il caso di domandarglielo. Gwen era stanca dal viaggio. “Perfetto...” Pensò Scott bestemmiando nella sua mente.
«Resterò io» Tutti si voltarono verso la persona che disse quella frase breve. Dawn.
Scott cominciò a sghignazzare. «Tu?! Restare a fare la guardia? Ma non farmi ridere!»
Dawn, inizialmente, fece una smorfia irritata ma tornò subito con quella di sempre.
«Ok, va bene» Acconsentì Duncan.
Il rosso smise di ridere. «Seriamente?»
«Sì. E' Dawn, Scott! Tranquillo, non ti darà alcun fastidio. E poi può sempre aiutarti la tappetta» Accennò Duncan fiducioso agitando i capelli di Dawn. Scott non disse nulla ancora una volta. Per quanto potesse lamentarsi, Dawn era l'unica che poteva restare con lui. Per la rabbia, accese una fiamma nella mano libera e la avvicinò ai fiori. Però, con prontezza, Courtney lo bagnò nuovamente. «Ma vuoi darci un taglio?!» Sbottò il rosso.
«Brucia qualcosa e ti spegnerò definitivamente, chiaro?!» Minacciò Courtney con un tono più autoritario del rosso. Scott si appoggiò al muro placando il suo animo arrendendosi all'idea ma almeno aveva la birra a consolarlo.

Se ne erano andati quasi tutti, eccetto Duncan e Gwen. Il Marcio le aveva offerto un letto a casa sua, d'altra parte era pure sempre la sua adorata cugina. Rimasero lì solamente perché Gwen stava leggendo un libro interessante. «Questo capitolo mi mancava! Veramente saresti così gentile da prestarmelo?»
Era un libro fantasy, avventura, mistero e cose che, in generale, a Scott non interessavano. Scott aveva soltanto letto il titolo e non aveva capito nemmeno di cosa si trattasse. Era di Dawn e lei, sempre gentilmente, non si fece problemi a prestarlo. Oltretutto l'aveva finito.
«Grazie mille, Dawn, ti devo qualcosa» Ringraziò Gwen prima di andarsene con il cugino.
Rimasero dunque loro due. Raggio di luna e la Iena. Solo silenzio intorno a loro.
Mentre Scott sbuffava, Dawn prese un altro libro e si accomodò sul divano, incrociando le gambe. Allo stesso tempo, Scott si tolse la camicia e la canottiera, ormai troppo bagnate per sopportarle. Le appoggiò in malo modo sullo schienale di qualche sedia e andò a preparasi un caffè. Si tolse anche scarpe e calze. Nella sua mente continuava a formulare maledizioni e parolacce.
«Scott...» Chiamò con un fil di voce Viso Pallido.
«Che cosa vuoi?» Invece lui aveva un tono rude.
«Potresti evitare di pensare rumorosamente? Sto leggendo»
Ah, già. Scott si era dimenticato che la Lettrice sapeva anche leggere i pensieri. Non sapeva assolutamente cosa intendesse dire con “evitare di pensare rumorosamente” ma se ne sbatté tre quarti. «Non è un mio problema»
Dawn lo osservò prendere il suo caffè, sedersi e sorseggiarlo. Era come se fosse a casa sua, a petto nudo, scalzo e con le gambe appoggiate sul tavolo, il tutto incurante del fatto che una ragazza le teneva compagna.
Lei non rispose, continuò a leggere facendo finta di nulla sapendo che si sarebbe calmato. Era questione di tempo. Dopo un po' guardò di nuovo il ragazzo «Potresti farmi una tazza di tè?» Scott la scrutò un secondo, si alzò dal tavolo bofonchiando qualcosa che l'altra non comprese e cominciò a preparare il tè. La preparazione richiese qualche minuto. Non appena finito, lo porse alla ragazza sedendosi sul divano vicino a lei mordicchiando il bicchiere di caffè ormai vuoto. «Non cercarmi più nulla!» Dawn annuì.
Notando il fatto che era seduto vicino a lei soltanto con i pantaloni addosso, ghignò e cercò di provocarla. «E non eccitarti!» Dawn annuì di nuovo.
Scott, con il solito cipiglio scazzato e un sopracciglio che mandava a fanculo l'altro, la guardò. Possibile mai che quella ragazza qualsiasi cosa le dicesse rimaneva impassibile e calma? Questa cosa faceva andare Scott in bestia. Godeva un casino con Heather che per qualsiasi cosa rispondeva acida e crudele. O con Courtney, che assumeva reazioni simili all'asiatica. Persino Zoey rispondeva male al ragazzo. Zoey! Invece, Raggio di luna non dava sazio. Perché? «Semplicemente, non rispondo alle provocazioni» Comunicò la bionda leggendo il libro.
«Vuoi smettere di leggermi il pensiero?!» Sbottò.
«Pur volendo, la tua mente è troppo rumorosa»
Scott sbuffò roteando le perle grigie che aveva per occhi. «Tu e le tue capacità da folletto»
«Ognuno ha le sue» Si limitò a rispondere Raggio di luna.
«Tsk...»
Il silenzio ritornò tra di loro.
Stranamente, in compagnia di quel burbero rosso, Dawn si sentiva a suo agio pur considerando il carattere orribile che aveva.



Una Courtney solitaria camminava verso casa sua con l'atmosfera gestita da un cielo parzialmente nuvoloso e una luna che lo illuminava, se non fosse per le nuvole. In aggiunta dai lampioni che si occupavano della strada. Il vento le smuoveva i capelli tenuti fermi, invano, dalla sua mano. Pensava continuamente a quella Gwen. Avrebbe voluto averla in buona fede, ma aveva bisogno di prove concrete, non altro. Era troppo presto per crederle. E poi Dj... addirittura invitarla a far parte della loro banda. Troppo azzardato.
«Ehi, Courtney!» Davanti le apparve Zoey.
«Zoey! Che ci fai qui?» Interrogò sorpresa
«Stavo tornando a casa, ma ho sete. Vuoi entrare anche tu?»
La Perfettina alzò la testa e vide un'insegna fucsia e azzurra.

Ratatoskr.

Era una scritta fucsia. Di azzurro era il logo raffigurante uno scoiattolo. Guardò l'interno e notò, meravigliata, un pub vuoto.
Entrarono, giusto per fare contenta la rossa. Qualcosa da bere, magari, poteva aiutare pure lei. Non volevano alcolici, semplicemente qualcosa di dissetante.
Allora si accomodarono, attendendo il barista che intanto stava urlando contro un trio di ragazzi apparentemente ubriachi. Tentò di ignorarli ma per colpa di qualcosa che le due non captarono non esitò a sbatterli fuori, facendo si che l'unica cosa a far rumore in quel pub fosse la musica da sala.
Il barista era pelato, grande e pompato, muscoloso. La pelle scura, occhi neri. Pantaloni color caramello e un indumento che arrivava fino alle ginocchia verde-grigiastro come il maglione. Aveva una collana d'oro.
«Ragazzine, cosa volete?» Chiese, magari con buone intenzioni, ma il suo tono sembrava scorbutico.
«Due...» Si guardarono indecise «Succhi di frutta alla mela, grazie» Richiesero all'unisono.
Il barista non se lo fece ripetere due volte, mentre Courtney andava in bagno. Zoey si ritrovò sola con il barista nervoso e, senza volerlo, lo sentì borbottare qualcosa sui Veliant. Prima di fare o pensare qualsiasi cosa, voleva accertarsi di ciò che le parve di sentire. Aveva ragione.
«Sta parlando dei Veliant, signore?» Esso si zittì e guardò Zoey.
«Tu cosa ne sai dei Veliant?!» Sembrò agitato.
«Ehm... potrei farle la stessa domanda» Rispose ridendo imbarazzata sperando di apparire amichevole.
Il barista la guardò con attenzione. «Sei una Ullr, vero?»
Fu la prima volta che si sentì chiamare così. Sentì una strana sensazione, qualcosa le diceva che doveva farci l'abitudine. «Sì»
Il barista rise, servendo i succhi di frutta. Prese un sigaro e, incredibile, lo accese con il pollice. Fu un braciere viola ad accenderlo, ardendo sul suo pollice. Zoey rimase a bocca aperta.
«Che c'è, Ullr? Mai visto un'anima di fuoco?»
In effetti Zoey non aveva capito cosa intendesse dire ma deviò l'argomento. «Anche lei è un Ullr?»
«E cosa credevi che fossi?»
Zoey stette in silenzio brevemente. «Ha ragione, mi scusi. Piacere, mi chiamo Zoey.»
Il barista libero una nuvola di fumo e rispose sinteticamente, senza troppi giri, presentandosi «Chef. Chef Hatchet»

 


Coin Noir:
Ehilà Bellezze!
Lo so, sembra strano, ma ho aggiornato in 6 giorni (Giusto?).
Ho scritto questa merda capitolo ieri notte, tutto d'un fiato. Non l'avrei mai detto, ma ce l'ho fatta. Non ci credo pure io.
Spero che vi piaccia e di non avervi deluso. 
Tengo particolarmente a ringraziarvi tutti quanti, lo farò sempre, abituatevi.
A chi ha recensito, a chi ha messo la storia tra le seguite e tra le preferite. 
Vi ringrazio mille volte e vi mando tante rose virtualmente.(?)

Allora, parliamo dai termini strani, per chi non dovesse conoscerli.
Ullr, Æsir e Ratatoskr.
Si leggono per come si scrivono, a parte il secondo. Avete presente la parola Icy? Simile. Si pronuncia "AEISI(R)" la "r" è muta, diciamo...

Avevo, principalmente, solo queste cose da precisare.

Per il resto, non ho nulla da dire, passo la parola a voi. 
In altre parole, aspetto le vostre recensione, sarò sempre lieto di rispondervi e confrontarmi con voi, leggere le vostre domande(se ne avrete), i vostri pensieri, i vostri commenti e tutto il resto. A meno che non vogliate spoiler, ma in quel caso pensò che risponderei ugualmente. 
Dunque vi lascio con le solite cose che si dicono in questi casi: "Recensite in tanti!"

Spero vivamente di avervi intrattenuto e di non avervi fatto perdere tempo anche questa volta. 

*Va via passando attraverso un portale d'ombra"

Nero


 
   
 
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