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Autore: Okimar    31/08/2015    1 recensioni
Camilla e un uomo divorziato senza figli. Gaetano e l'ex che gli lascia un messaggio disperato in segreteria.
Claudia e una bambina innocente che le richiama alla mente ricordi dolorosi. Paolo e un conducente di tram quasi in pensione.
La prof e il vicequestore si ritroveranno dalla parte sbagliata della giustizia. Al loro posto indagheranno una vecchia conoscenza di Camilla e il capitano dei carabinieri, uniti in un caso che sembra richiamarsi a altri. Dove amore e sangue si tingono entrambi di rosso. Fino alla lotta finale contro il Male.
A furia di gridare al lupo...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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De Matteis non è affatto contento di dover  perdere tempo in riunioni col tenente Giorgetti, in più deve essere un uomo maleducato visto che è già in ritardo di ben un quarto d’ora… a questo pensa il vicequestore quando la porta si spalanca per fare passare una donna che sembra allo stesso tempo uscita da una copertina di una rivista di moda che da uno studio legale… giacca e pantaloni perfettamente abbinati, capelli ordinatissimi che sembrano tagliati col righello… le scarpe lucidatissime e un tono deciso nel chiedere scusa per l’arrivo tardivo. Davanti agli occhi improvvisamente sognanti del suo capo, l’ispettore Torre non può fare a meno di pensare se questi si mettono insieme creano un mostro!
-Possiamo cominciare?- domanda De Matteis cercando di mantenere il contegno che lo caratterizza. –Mi hanno riferito che ci sarebbero alcune affinità tra due nostri casi che fanno pensare che questi siano collegati.-
-Esatto.- dice annuendo lei, prendendo alcune carte. All’antica nota con piacere il poliziotto. –Queste sono le foto del luogo del delitto e del cadavere. Le prego di notare come i due modus operandi si somiglino, per quanto mi è stato riferito dal vostro medico legale.- il tono, il lessico che usa sono così diversi da quello dei suoi sottoposti e colleghi, decisa e ordinata.
Un bar tappezzato di macchie rosse e blu, per il resto particolarmente banale, era diventato teatro dell’omicidio di un uomo, tale Giuseppe Marchi, di 47 anni, divorziato senza figli, con qualche precedente per reati minori. La morte era dovuta, secondo le perizie del medico, a più fattori. La colonna vertebrale era stata spezzata tra i due anelli superiori, atlante e epistrofeo, ma la rottura era avvenuta, con pochi dubbi, sicuramente successivamente alla pugnalata nel polmone sinistro e cavazione del bulbo oculare destro, probabilmente la prima tortura a cui era stata sottoposta la vittima. Tagli più superficiali erano visibili lungo tutto il corpo, ma nemmeno un livido; ossa, articolazioni, muscoli e organi erano per il resto in buona condizione. Non presentava segni di uso di droga, fumo anche leggero, alcool. Il decesso era avvenuto intorno alle 22.00 del 8 dicembre, dopo una lenta agonia.
La dottoressa, gentilmente lo (No!) li informa dei possibili sospettati che avevano vagliato fin’ora. Avevano chiaramente indagato prima di tutto sulla sua vita privata: essendo divorziato la prima sospettata era l’ex moglie, Vanda Baldini, residente a Stuppingi, che aveva però un alibi perfetto essendo impegnata in quel momento a coordinare il compleanno della figlia, avuta da un nuovo matrimonio, in un locale piuttosto rinomato; i genitori erano entrambi morti ed era figlio unico. Nell’ambito lavorativo i colleghi e il capo si erano comportati piuttosto banalmente, ripetendo che era una brava persona, del tipo che gli presti quasi anche i soldi, un diligente uomo, è una vera disgrazia che l’abbiano ucciso, posso andare ora? Occupava una semplice posizione di impiegato alle poste centrali di Torino da un certo numero di anni. Probabilmente non frodava neanche il fisco, a parte non preoccuparsi se il commerciante presso il quale acquistava gli desse lo scontrino, perché viveva in una casa modesta, in linea con quanto dichiarato.
Ma che un uomo apparentemente qualsiasi fosse stato ammazzato brutalmente non era una grande novità, da scioccarli più di tanto; le modalità dell’esecuzione erano però abbastanza particolari da far presupporre a un professionista e non quindi uno che spara perché quello gli ha tagliato la strada o non l’ha lasciato attraversare. La travolgente routine urbana era infatti un perfetto meccanismo a orologeria puntato su ogni suo cittadino, mirato a far impazzire quei pochi rimasti sani.
 
-Mi sa che ora non ho più scuse per non andare a combinare qualcosa...- Gaetano ride ed è così bello che gli salterebbe addosso subito, così puro e naturale, privo di qualsiasi archetipo, se lui vorrebbe morire sul suo collo a lei non dispiacerebbe farlo sul suo petto. -E tu, niente studenti oggi?- lo chiede normalmente, senza problemi. Quella spensieratezza di cui lei avrebbe, ha, tanto bisogno.
-Il preside mi ha "temporaneamente invitato a passare più tempo a casa"- sottolinea le virgolette anziché col gesto, con il tono di voce. -Praticamente sono a piedi. Niente marito, niente casa, niente lavoro.- sembra sul punto di scoppiare a piangere e lui vuole che Camilla stia bene per cui ha una trovata delle sue.
-Solo perché sei tu ti mostrerò una delle cose più umilianti e difficili che io abbia mai fatto- le piacciono gli uomini che azzeccano verbi e tempi -una cosa che faccio da solo solitamente, mai saputo niente Roberta o le altre- ha una fitta di dolore ma è una briciola nel mare di nulla. Lei è molto curiosa di sapere cos'è che lo imbarazza così tanto, ma si limita a sorridere in modo un poco maligno, pregustando il piatto. -Aspetta un attimo.- Gaetano si alza dal divano e lei resta da sola, ma non per molto. Le note di una canzone della sua giovinezza l'avvolgono dolcemente, ma anche melanconicamente afferrandola con i loro tentacoli.
Non dai modo di trovarti mai, sincera… magari hai voglia e dici no… Camilla si stupisce non tanto per quanto le parole siano azzeccate ma per la voce di Gaetano, terribilmente bella e travolgente, una pelle in più che la fa innamorare di quel maledetto uomo, sommata al resto dovrebbe saltargli addosso immediatamente, invece si limita a stringersi sul divano mentre lui si siede accanto a lei continuando a cantare Quanti bagni mozzafiato insieme e poi di sera… le sorride dolcemente ma anche un po’ scherzoso in una delle numerose pause vicino vicino a me tremi un po’…
Le passa un braccio intorno alle spalle abbracciandola e avvicinandosela, lei non si oppone, forse perché teme che smetterebbe e invece lei desidera solo addormentarsi tra le sue braccia ascoltandolo Non cercare di negare che stasera… magari se insisto io ti avrò riduce lo spazio aereo tra i loro visi dicendo l’ultima parte con grande forza ma gettandogliela direttamente sulle labbra, portandola a guardare fisso in quel punto e a pendere dalla sua bocca, in attesa di qualcosa che volontariamente non compie anche se potrebbe, e già questa sensazione di potenza può bastargli Così piccola e fragile… mi sembri tu e sto sbagliando di più… certo, lei è una donna forte ma lui ricorda bene ogni volta che lo ha accolto gettandosi in un suo abbraccio istantaneo prima di dire altro oltre che nominarlo, quanto l’ha beccata a piangere  Così piccola… accanto a me… e fragile… oh… ma soprattutto quando sveniva e lui la prendeva al volo prima che rischiasse di farsi male, e nel farlo matematicamente il cattivo di turno riusciva a avere la meglio, per fortuna che i suoi collaboratori erano attenti e pronti e risolvevano la situazione, però… ma in fondo sei molto più forte di me Camilla pensa più o meno le stesse cose di Gaetano e questo la porta a allontanarsi perché non le fa piacere sentirsi priva di difese o vulnerabile, se l’è sempre cavata da sola e con tenacia è riuscita a superare ogni momento negativo, specie la morte del padre…
L’apparenza gioca contro me… lo vedo… figurati se ci stai tu con me…  questo pensiero oscura il volto della donna e lui se ne rende conto ma non può conoscerne la ragione, quindi continua e sospira riflettendo su quanto tristemente abbiano ragione le parole che sta cantando non sei cosa che può diventare mia… davvero… però se ci filo io dietro te… ma dentro di sé lo nega, perché lui ci spera che un giorno possa essere sua seriamente Così piccola… e fragile.. mi sembri tu.. e sto sbagliando di più.. così piccola… accanto a me.. e fragile… ooh… ma in fondo sei molto più forte di me decide di smettere di pensare e cantare solamente, come facevano i poeti nell’antica Grecia, novello Polifemo che canta per la sua Galatea, anche se di aspetto sicuramente migliore e lei è qui e non lo prende in giro dandogli dell’ausiliare del traffico E con la voce che hai sensazioni mi dai, mi innamoro! Fragile sei tu… Sottovoce tu mi esponi i tuoi… problemi… poi ridi e ti neghi a me, mentre io… ho bisogno delle fresche mani tue, ci credi…
 
In effetti le affinità, se così bisogna chiamarle, ci sono eccome.
De Matteis in una quasi riproposta delle azioni della “collega” prende alcune carte porgendole ai suoi collaboratori e a quelli di Giorgetti, che se li passano a vicenda, ma è attento che sia lui stesso a dargliele, sfiorando così (in)volontariamente le sue mani, lisce e allo stesso tempo dure al contatto.
La donna osserva prima di tutto le stampe, essendo dotata di memoria fotografica, una cosa che a quanto pare non è più un gran talento, essendo sbandierata da troppe persone.
E’ sempre stata forte e abbastanza da non lasciarsi coinvolgere troppo nelle indagini. Ma questa volta è veramente impossibile. Nelle immagini che sta osservando con riluttanza c’è la stessa bambina, prima sorridente come solo un regalo azzeccato o l’innocenza infantile si può permettere, poi, nelle successive, con un profondo taglio che l'attraversa dai lati della bocca alla gola, scavando in profondità, formando un cerchio quasi perfetto. Sui polsi segni di legature che non sembrano molto recenti, ma il patologo ha constatato che non presenta fratture gravi o lividi che possano far pensare a anni di violenze domestiche o meno. Nonostante la morte fosse stata causata com’era ovvio dallo sgozzamento, la presenza di altre ragioni, quali frattura cervicale e mancanza di un occhio, rendevano l’omicidio molto più inquietante.
Per De Matteis era il primo vero e proprio confronto col Male, fin’ora si era imbattuto in quello minore, il male casalingo, mondano della nostra civiltà, per cui un piccolo errore portava alla più grande catastrofe, la morte, perché definitiva, cosa poco chiara… dato lo scarso valore che in generale si dava al concetto di Vita stessa. Mai però aveva incontrato una mente torbida fino a questo punto, che tanto sarebbe piaciuta a quelli di Criminal Minds.
-La vittima si chiamava Lisa Pontevecchio, di anni quattro- quel numero troppo piccolo per figurare da solo spiazza tutti, ci si può abituare e magari anche comprendere la sofferenza che troppo facilmente si regalava al proprio prossimo per ragioni futili, ma non qualcosa di così insensato –residente a Torino dalla nascita, è sparita lunedì nel primo pomeriggio, i genitori, si trovavano al parco con lei, dopo un’ora di ricerca disperata ne hanno denunciato la scomparsa alle autorità competenti. Mercoledì sera è stato ritrovato il suo cadavere fuori una discoteca frequentata principalmente da omosessuali.- Paolo e il capitano si guardano negli occhi, un po’ come gli altri. Non c’è niente da aggiungere.

Spazio dell'autrice:
per la serie "a volte ritornano"... rieccomi. 
La canzone presente è Così piccola e fragile di Drupi.
Questo è uno dei primi capitoli "macabri", dove inizierà il caso investigativo vero e proprio. 
Ringrazio Soul of Paper per il supporto :)

Angy

 
  
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