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Autore: BELIEBER_G    01/09/2015    0 recensioni
Molto tempo fa, due pirati nobili scrissero un codice che qualsiasi uomo che vagava in mare per saccheggiare e conquistare doveva rispettare. Esso comprendeva la stipulazione di un gruppo, la Fratellanza, di 9 pirati detti Pirati Nobili che si riunivano alla Baia dei Relitti: il gruppo si basava sull’onore e così, per farsi riconoscere, vennero distribuiti i 9 pezzi da 8 ad ogni pirata.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Bondage
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Quando arrivai alla Baia dei Relitti, la riunione era già iniziata e gli 8 pirati nobili si erano riuniti in un lungo tavolo a parlare giusto giusto di Sao Feng. “Sao Feng è morto. Ucciso dall’Olandese Volante.” Esclamai non appena arrivata. Jack notò la collana che avevo al collo. “Ti ha nominata capitano?” domandò stupito. Annuii. “Questa nomina la danno a tutti al giorno d’oggi!” commentò. Mi sembrò anche giusto avvertirli che l’Olandese era diretto lì. “Buckett è alleato con Jones e stanno venendo qui!” continuai. Barbossa batté mano sul tavolo cercando di interrompere il brusio. “Abbiamo constatato che  vi era un traditore che ha avvertito Buckett e la sua stupida compagnia fra di noi.” Disse poi, mentre io cercavo Will fra la folla. “Dov’è Will?” chiesi a Jack. “Non è qui fra noi.” Rispose secco e mordicchiandosi le unghie, sospettavo qualcosa. “E come credete di fermare suddetta minaccia?” chiese una donna giapponese, molto truccata in viso. “Combattendo!” esclamai sicura. L’unico modo, secondo me, era spiegare le vele delle otto navi pirata per sconfiggere Buckett e Jones. Tutti, però, si misero a ridere credendo che la mia idea fosse stupida. “Vi racconto una storia che forse già sapete: tanto tempo fa, il quarto consiglio della fratellanza imprigionò una dea in forma umana. Oh si, domammo i sette mari, ma poi demmo spazio a Buckett. Quindi, penso sia stata una grande pazzia. Io propongo di liberare Calypso.” Spiegò mio padre. Ci fu un silenzio tombale per alcuni secondo e poi tutti iniziarono a dargli contro. “Mozzategli la lingua!” “Sparategli!” Ecco di nuovo il caos che si generò più pesantemente questa volta. Credevo che i pirati fossero uomini pieni di onore e non così ignoranti. “Questa è pazzia.” Commentai con una smorfia. “Questa è politica.” Rispose Jack che poi batté di nuovo la mano sul legno per far tornare il silenzio. “Io avrei una teoria signori!” esclamò. “Illustra.” Gli disse Barbossa, quasi infastidito. “Seppie. Non dobbiamo, cari amici, dimenticare le nostre amiche seppie: quei simpatici salsicciotti potrebbero anche esserci d’aiuto. Seguendo il discorso del mio caro collega pirata, potremmo anche liberare Calypso e sperare che sia misericordiosa con noi, il che io dubito.” Disse Jack, camminando fino dall’altra parte del tavolo. “Quindi, per non rischiare un’enorme falla, sono..ehm..non posso credere a quello che sto dicendo…d’accordo con… Capitan Barbossa seconda, dobbiamo combattere.” Continuò infine. Sorrisi a quella sua esclamazione, non potevo nemmeno credere che fosse d’accordo con me. “Te la sei sempre svignata dalle battaglie!” commentò mio padre. “No mai!” esclamò Jack. “Si sempre!” “No mai!” “Si sempre!” Prima che i due iniziarono davvero a litigare di nuovo, li interruppi con la mano. “Si da il caso, che secondo il nostro codice, solo il pirata re può proclamare guerra.” Disse Barbossa. Nemmeno Jack sapeva di questa regola e aggrottò le sopracciglia: “Te la sei inventata questa.” Commentò il pirata. “Davvero? Io chiamo il capitano Teague, custode delle chiavi del codice!” gridò mio padre. La smorfia che assunse Jack fu come di paura, visto che Teague assomigliava molto a lui: aveva gli stessi occhi, le stesse treccine, forse era suo fratello. Jack si scansò mentre l’uomo poggiò un enorme libro che si apriva solo con una chiave. Infine lesse su di esso. “Barbossa ha ragione.” Disse poi, con voce roca. “Che cos’è il pirata re?” domandai a Gibs accanto a me.
“Si voleva proclamare un pirata re a quei tempi, ma ognuno votò per se e non fu possibile.” Spiegò. “Io esigo una votazione!” esclamò Jack alzando la mano. Gli altri sbuffarono e come anni fa, votarono solo per loro stessi. “Barbossa.” Disse scocciato lui. “Alìce Barbossa.” Ovviamente votai per me. Poi fu il turno di Jack: “Alìce Barbossa.” Disse. Tutti lo guardarono male e nessuno poté crederci, mi stava dando fin troppa fiducia. Di nuovo l’ennesimo brusio di commenti e parolacce, ma qualcuno lo interruppe subito. “Silenzio!” gridò la donna giapponese, fermando il caos. “Cosa dite voi, capitan Barbossa, re della fratellanza?” mi domandò poi. Io ero sicura di voler combattere, ed ancora di più perché Jack era dalla mia parte. “Preparate le navi, all’alba, sarà guerra.”
  
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