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Autore: YukiWhite97    01/09/2015    2 recensioni
Il percorso dell'esistenza può essere diverso per ognuno, ed ogni persona che viene al mondo ha le sue esperienze, la sua storia, il suo posto nella storia di un libro infinito chiamato Vita.
William, tramite svariati racconti, riuscirà a spiegare allo shinigami Grell, esperienze elementari ma anche fondamentali come la nascita, la crescita e la morte.
Racconti che, insieme ai loro personaggi, riusciranno a prendere vita....
Brevissima storiella basata sul film "L'apetta Giulia e la Signora Vita".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grell, con lentezza estrema, porse un bicchiere stracolmo di uno strano liquido a William.
"Il supervisore è servito" - disse lo shinigami accennando un sorriso.
"Grazie" - rispose il moro portando le labbra sul bordo del bicchiere, donandogli uno sguardo intenso. Ormai era palese, la sua iniziale freddezza e severità. era andata a farsi benedire, a causa di quel rosso e particolare shinigami che ben presto lo avrebbe lasciato.
"Sai Will - disse ad un tratto - l'altra volta mi ritrovavo a parlare con i miei fratelli della vita..."
"E dove sta la novità? - domandò - gli argomenti da te trattati sono sempre stati diversi, come l'uguaglianza, la diversità, la solitudine"
"Beh, ultimamente si parlava anche della morte". A quella parola, William fece accidentalmente scivolare il bicchiere che teneva in ano, con il rischio di romperlo in mille pezzi.
"Oh - fece Grell chinandosi e raccogliendolo - accidenti, adesso anche il colpo della strega!"
"No, no! - rispose poggiando una mano sulla sua - non... preoccuparti". Nel momento in cui i loro occhi si incrociarono e nel momento in cui si resero conto di come le loro mani si stessero sfiorando, la gote di entrambi si colorò. Grell si staccò, un pò tremante, facendosi poi comparire il suo solito sorriso.
"Ormai non sono più un ragazzino - rise - comunque ti stavo dicendo, si parlava anche della morte"
"Ah, scusami ancora! - esclamò Will facendo nuovamente cadere "accidentalmente" il bicchiere per terra - ti ripeto, questa è la Signora Vita, ma cosa vuoi saperne tu..."
"Eh... sto imparando..." - sussurrò interrompendosi un attimo, guardando poi i numerosi quadri che stavano appesi al muro.
"A cosa stai pensando?" - domandò.
"Pensavo che la vita è strana... la gente nasce, cresce, mangia, dorme, ride, invecchia, e poi...."
"Oh dannazione! - sbuffò portandosi una mano sul viso - e poi non ci siamo ancora arrivati! - tossì rumorosamente - ah, bene, neanche io sono eterno a quanto pare. Mh, come mi secca ammetterlo! Mi toccherà sovraintendere anche nel paradiso degli shinigami! Ma per il momento, stammi a sentire..."

Sebastian portò con se Ciel in un campo dove si era anche una scuderia. I due mano nella mano, con le loro dita intrecciate, stavano ormai insieme da tanto, tanto tempo, e nessuno avrebbe potuto mai capire lo straordinario mondo che entrambi si erano creati, lontano e irraggiungibile come i sogni.
"Che facciamo qui?" - domandò il più piccolo. Il corvino, per tutta risposta, gli indicò un cavallo dal manto lucido, color nocciola, tutto intento a brucare l'erba.
"Che bel cavallo - disse avvicinandosi e accarezzandolo - è anche buono?"
"Salta in sella, avanti" - gli suggerì.
"Ma io ho paura, non voglio farmi male" - si giustificò.
"Hai paura anche della vita?" - domandò Sebastian serio.
"Non.... non lo so" - borbottò abbassando lo sguardo. Quel ragazzo ora divenuto un giovane uomo, era sempre stato particolare sin da bambino, questo ormai lo sapeva, ma sembrava che pià il tempo passasse, più egli divenisse saggio.
"Non avere paura - sussurrò afferrandolo e aiutandolo a salire - ci sono io con te". Un pò intimorito, Ciel si strinse all'altro, che ben presto prese a cavalcare l'animale, in maniera leggermente spericolata.
"Fermati! - gli urlò ad un tratto Ciel - sei impazzito?" 
"Sta tranquillo.... Ti fidi di me?"
"Io.... si... mi fido". Poggiò le mani sul suo petto, e quando entrambi alzarono lo sguardo, il più piccolo sussultò. Dinnanzi i suoi occhi era comparsa la figura un pò sbiadita di sua madre.
"Mamma - sussurrò incredulo - Sebastian.... quella è mia madre! Ma cosa significa....?"
"Non puoi parlare adesso - sussurrò il corvino indicandogli l'immagine che ora si prospettava dinnanzi ad essi - stai per nascere"
"Non capisco - rispose - mi era sembrato di sentire...."
"Hai visto... hai veramente sentito e visto la tua nascita...". 
In quell'istante, Ciel avvertì come una strana sensazione, come se stessero sprofondando giù, verso il basso, ma non aveva paura. Ben presto Sebastian aumentò la velocità con cui cavalcava il cavallo, e prima che se ne rendessero conto, entrambi stavano correndo, forse volando, tra le folle autunnali spinte dal vento, tra quelle immagini surreali che passavano loro davanti. 
Il ragazzo più piccolo schiuse le labbra, come a voler parlare, e lì si rese conto di come la sua voce riusonasse così lontano.
"Io voglio battere il tempo - dichiarò - voglio stringere in mano la vita con i suoi perché. Voglio andare lontano, e vedere da grande come sarò. Sebastian, non rallentare, vai più veloce".
A quell'ordine, fu naturale per il corvino aumentare ancora la sua velocità, dando ad entrambi una sensazione di leggerezza, come se stessero volando.
"Tutto quello che avrò, io voglio vederlo, ma in fretta, presto, galoppa più forte, che il tempo mi dica qual'è il mistero della vita - dichiarò questa volta, quasi come una preghiera - Oltre le mura del tempo il mio futuro conoscerò, non rallentare, perché voglio conoscere adesso le mille persone che incontrerò. Voglio, sull'onda del tempo, capire chi mai sarò".
Una folata di vento scosse i loro animi, e ben presto Ciel spalancò gli occhi, come se fosse appena uscito da uno stato di trance.
Intorno a loro vi era il tramonto, come se fosse passato chissà quanto tempo, e Sebastian aveva rallentato, ora stava addirittura camminando.
"Guarda la - disse ad un tratto indicando un punto del cielo, dove era ora comparsa l'immagine dell'altro ragazzo in lacrime - perché piangevi?"
"Quella notte... mi era presa una terribile ansia del tempo... una paura incontrollabile di morire prima di aver visto o fatto più cose possibili. Non ho nulla da raccontare, se non cose normali, banali"
"Tutto può essere banale, oppure straordinario... sta a te decidere"
"Ma ci sono troppe cose che non so - sospirò - ho addosso una grande.... come potrei chiamarla?"
"Una grande ansia di vita? - domandò - va bene, se è questo che vuoi..... - improvvisamente Sebastian prese di nuovo a correre, e in quell'istante, tutt'intorno si riempì di svariate immagini - ti faccio vedere tutti i paesi del mondo, parlare tutte le lingue, incontrare tutti gli altri popoli. Ti faccio vedere gioia e dolore, miseria e ricchezza. Gente che uccide per odio, e gente che muore per amore. Ti faccio vedere tante, tantissime cose, che una vita non basterebbe per raccontarle tutte"
"Basta, non ce la faccio più!" - urlò ad un tratto Ciel rischiando di cadere, ma prima che potesse accadere, l'altro lo afferrò saldamente.
"Non avevi parlato di ansia di vivere? Di cose straordinarie da vedere o da fare?"
"E' colpa mia, è tutta colpa mia - sussurrò - non si può correre, non si può battere il tempo. Lui ha le sue leggi, e non dobbiamo rispettarle".
"Mh - rise Sebastian - vuoi continuare a cavalcare?"
"Ora più che mai" - sussurrò donandogli un sorriso.
I due ripresero a cavalcare piano, mentre il pià piccolo poggiava il mento sulla spalla del più grande, respirando il suo profumo.
"Bisogna vivere senza fretta o paura la propria vita - sussurrò - Sebastian.... me la fai vedere?".
Nuovamente, nel cielo iniziarono ad apparire immagini, questa volta a rilento, e lì Ciel poté osservarsi fare cose normali, cose che tutti fanno, fasi della vita comune, che fa la gente comune.
"E poi? - domandò - continua a camminare"
"L'ora è quasi finita. che altro vuoi sapere?"
"Come va a finire. Mi sono rivisto bambino, ragazzo, mi sono rivisto, uomo, marito, padre. Ma come sarò da vecchio, morirò? Con chi? Da solo, e quando? E soprattutto, io e tu rimarremo insieme?"
"Fermati Ciel - sussurrò voltandosi - l'hai detto anche tu. Bisogna vivere senza fretta la propria vita. Te lo dissi anche anni fa: anche se ci separeremo, rimarremo comunque legati"
"Ma io non voglio separarmi da te - sussurrò abbracciandolo - io ti amo"
"Ti amo anche io, Ciel - sussurrò avvicinandosi alle sue labbra - e proprio per questo, staremo sempre insieme".
"Ma... come faccio a sapere a sapere come finisce la mia storia?"
"Sta a te scoprirlo"
"Ma non capisci, io volevo saperlo subito"
"Vuoi ancora lottare contro il tempo?"
"No Sebastian - sorrise - ora ho capito, sai. Però, non capisco, come fai ad essere sicuro che non ci separeremo mai?"
"Io.... sono la Vita" - dichiarò pianissimo, 
Le loro labbra si unirono in un dolce bacio, mentre il vento si alzava alto, trascinando via le foglie.

"La "Vita" - disse William - s'impara dai racconti che la Vita ti racconta. Dal momento in cui nasci, cresci, si diventa grandi, e si invecchia. Sebastian morì pochi anni dopo a causa di un incidente, ma nonostante ciò non mancò alla sua promessa. Ciel continuò a vivere la sua vita, ma non dimenticò mai dell'amore che provava per l'altro, e quando divenne anziano, tornò nel campo dove tanto tempo prima aveva cavalcato con Sebastian.
E ancora oggi, se alzi gli occhi al cielo, puoi vedere Ciel e Sebastian, cavalcare insieme, verso la vita.

Angolo dell'autrice
Mi viene da piangereeeeeeeeeeee twt questa sembra la fiine, ma la fine non è! Eh no, perché c'è ancora qualcos'altro! Ho amato questo capitolo, e quella nota malinconica alla fine, insomma, uno dei due muore sem
pre, anche in queste storie leggere twt
Ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo twt
   
 
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