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Autore: __Lunatica    01/09/2015    2 recensioni
Nella vita ci sono sempre delle scelte da fare, non sempre si può scegliere la strada più semplice, ma sicuramente Ester scelse la strada più pericolosa. Ester è una ragazza come tante, ma è anche una grande amica del magico trio e di tutta la famiglia Weasley. Cosa può arrivare a fare una ragazza di appena sedici anni per tenere al sicuro le persone che ama? Cosa perderà a causa delle sue scelte? Chi le rimarrà accanto? Quali amicizie finiranno e quali inizieranno quasi per caso?
Questa storia si svolge durante il sesto anno del trio, che è anche il sesto anno di Ester e in parte seguirà gli avvenimenti della storia originale mentre alcuni dettagli saranno aggiunti o cambiati.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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Malfoy Manor

 

Non potei impedire all'ansia di impossessarmi di me davanti all'ufficio Non potei impedire all'ansia di impossessarmi di me davanti all'ufficio del mio professore di Difesa contro le Arti Oscure. Nonostante il coraggio di cui io e tutti i Grifondoro amavamo pavoneggiarci quando si ha l'impressione che qualcosa sarebbe andata terribilmente storto allora le ginocchia iniziavano a tremare e lo stomaco a girare anche a noi. 
Non che ci fosse qualcosa di diverso dal solito, ma quella sensazione non aveva intenzione di andarsene e continuava a torturarmi dalla notte precedente. 
Alzai la mano per bussare alla porta ma la mia mano rimase per aria dato che essa venne aperta di scatto da un alto uomo barbuto che proprio non assomigliava a Severus Piton. 
Albus Silente mi fissò per qualche istante prima di sorridere benevolo e lasciarmi entrare nell'ufficio. 
Guardai per un attimo Severus, aveva l'aria apparentemente calma ma nel suo sguardo riuscii a intravedere una strana luce, per poi tornare a volgere lo sguardo verso il preside. 
-Confido nella tua tempra e nel tuo buon giudizio Ester- disse il vecchio prima di lasciare la stanza e lasciare me nella più totale confusione. 
Ora ero davvero nel panico, cosa voleva dire con quella frase, qualcosa non andava e stavo davvero iniziando a temere il peggio. Che Volemort mi avesse scoperta? Che fossi ormai una condannata a morte che stava andando verso la sua fine?
Non poteva essere così, non poteva succedere ora, avevo così tanto da fare ancora, non potevo semplicemente sparire nel nulla, dovevo dire addio ai miei amici, dire loro quanto li amassi, dovevo fare ancora tanti scherzi in stile George e Fred, dovevo... Fred, dovevo dirgli che mi dispiaceva, che non era uno qualunque, che io lo...
Due mani rigide che mi cirdondarono improvvisamente mi distrassero dai miei pensieri. Le braccia di Severus Piton mi stavano circondando in quello che, forse, voleva essere un abbraccio ma che somigliava più ad una strana mossa di lotta libera. 
Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi puntati su di me, e capii che qualcosa non andava davvero, ma capii anche che mai e poi mai Silente mi avrebbe mandato nella tana del lupo, in questo caso Villa Malfoy, senza opporre resistenza e neanche Severus lo avrebbe fatto. 
Ripensai a tutto questo mentre Severus sciolse quella sottospecie di abbraccio e mise le sue mani sulle mie spalle. 
-Devi respirare, calmarti e matenere il controllo sui tuoi pensieri- sussurrò lui -Andrà tutto bene Ester, sarà solo più complicato- 
Tutto quello per una complicazione? Ero abituata alle complicazioni, la mia vita era tutta una complicazione. Potevo sopportare una complicazione per Godric mi avevano spaventata a morte. 
Annuii prontamente a Severus e quano lui mi porse il braccio capii che era ora di andare.
Ci smaterializzammo davanti alla porta della grande Ville, respirai profondamente per mantenere il controllo ed indossare la maschera che portavo per farmi vedere forte ma anche fedele e quando annuii di nuovo Severus bussò. 
Immediatamente la porta venne aperta e davanti ci trovammo una scocciata quanto contrariata Bellatrix che fece un gesto sbrigativo, che forse doveva assomigliare ad un saluto, a Severus e poi si girò ignorandomi completamente.
Entrammo in casa, se quella fortezza enorme, desolata e tremenamente triste poteva essere chiamata casa, e senza indugiare oltre entrammo nella sala principale dove trovammo tre figure, oltre al Mago Oscuro senza naso, a aspettarci. 
Le prime due le riconobbi subito, Narcissa Black in Malfoy e mio padre. Quando incrociai il suo sguardo dovetti trattenermi dal saltargli addosso per abbracciarlo forte, ma senza rimanere troppo in piedi mi sedetti al tavolo tra mio padre e Severus e davanti alla figura incappuggiata, ovvero la terza persona sconosciuta che occupava il tavolo. 
-Credo che sia ora finalmente- sibilò il pelato malvagio -I miei più giovani e inesperti alleati devono unirsi e collaborare- 
Quando il pazzo disse quelle parole mi dovetti controllare per non strabuzzare gli occhi o cadere dalla sedia. Questa si che era una complicazione, ed anche grossa. 
Sperai ardentemente che il Mago Oscuro stesse scherzano, ma poi realizzare che i maghi oscuri non scherzano, qundi sperai che avesse qualche altro malcapitato diciasettenne ai suoi ordini ma poi mi resi conto i stare pregando Merlino che qualcuno avesse un destino terribilmente orribile e mi maledissi da sola, mentalmente. 
-Malfoy- quando Volemort si rivolse alla figura incappucciata non ebbi più dubbi. Era lui, era lì, come me, ed io ero ufficialmente la persona con meno fortuna al mondo. 
-Sono estremamente deluso a te, non hai ancora molto tempo quindi ho deciso di essere magnanimo- si certo come no, pensai -E darti una mano-
Ma seriamente lo stava dicendo? All'improvviso però un'idea mi fulminò, forse non era lui che stava punendo, ma me, non era lui che stava metteno alla prova, ma me. 
Il terribile mago si girò verso di me e io cercai di mantenere uno sguardo deciso e mostrarmi grata per quel suo colpo basso. 
-Non dovrai fare molto, solo proteggerlo e garantire la riuscita del suo piano. Ora Malfoy abbassa il mantello ed alza lo sguardo per conoscere la tua alleata-
Il mio sguardò si posò immediatamente su Malfoy che, con mani tremanti, si stava lentamente abbassando il cappuccio del mantello e con, altrettanta e lacerante lentezza, alzò il capo. 
La sua reazione, in altre occasioni, mi avrebbe fatto ridere sguaiatamente. Lui vedendomi sbarrò gli occhi, arrossì, forse di rabbia, e poi impallidì diventando dello stesso colore della neve appena caduta per poi iniziare ad avere un colorito schifosamente verdognolo. Fu in quel momento che pensai che stesse per vomitare la cena, mangiata appena due ore prima, ma l'unica cosa che fece fu girarsi verso la madre che però continuava a tenere lo sguardo basso. 
Immediatamente dopo, con un'espressione che sembrava ad un ghigno trionfante, Voldemort ci congedò ed uscimmo lentamente dalla stanza. 
Appena fuori, dopo che Malfoy scappò verso le scale, seguito immediatamente dalla madre, mio padre mi abbracciò talmente forte da farmi quasi male, ma non mi opposi, come avrei solitamente fatto, anzi ricambiai quella stretta quasi mortale con necessità impellente. 
Avevo bisogno di mio padre più che mai, avevo bisogno del suo appoggio e del suo conforto ora più che mai. 
Una mano si posò sulla mia spalla e, alzando lo sguardò, vidi Severus guardarmi con sincera tristezza. 
Ora avevo paura, quella paura che avevo per mesi cercato di celare in un angolo lontano della mia mente mi colpì tutta insieme, e come centinaia di coltelli mi copiva il petto e ogni altra parte el corpo. 
Non piansi però, probabilmente lo avrei fatto più tardi, ma non potevo permettermi di sembrare debole nella casa del nemico, non potevo e soprattutto non volevo. 
Quando mio padre sciolse l'abbraccio mi accarezzò dolcemente la guancia e con uno sguardo provò a leggermi dentro come solo lui poteva ed annuì appena, aveva paura anche lui dopotutto, ma aveva paura per me. 
-Devo parlare con Molfoy- sussurrai appena. Quello era per me un bisogno impellente, dovevo chiarire un paio di faccende con lui, ora, lontano da orecchie indiscrete di Hogwarts, ora che, se avessi voluto, avrei potuto obbliviarlo senza alcuno ostacolo. 
Severus mi indicò le scale che immediatamente salii. Mi ritrovai in un corridoio troppo lungo e decisamente con troppe porte. 
Lo persorsi cercando, inutilmente, di sentire una possibile sussurro o urlo del furetto, ma l'unica cosa che sentii fu la voce, isterica, di una furiosa Bellatrix Black. 
Sobbalzai sul posto prima di fiondarmi sulla porta da cui proveniva quella voce e, accostando l'orecchio destro alla porta, origliare.
-Non capisco come possa fidarsi di quei traditori del loro sangue e di Severus- stava sbraitando la Black pazza 
-Non devi capire Bella, devi solo accettarlo- rispose una voce pacata, quella di Narcissa
-Non mi fido di Piton e neanche di quella ragazzina- 
-Non abbiamo altra scelta Bella, la vita di mio figlio è nelle loro mani e io devo fidarmi di loro, altrimenti impazzirò-
-C'è qualcosa che non mi torna, io ne sono...-
-Il Signore Oscuro si fida di loro, questo dovrebbe bastare a...-
-Burke, lo sai che non si origlia- nell'udire qualla voce, molto più nitida ed alta delle altre due femminile sobbalvai e raddrizzai la schiena stizzita 
-Stanno parlando di me Malfoy, ho tutto il diritto di ascoltare- risposi seria e poi -Devo parlarti, subito- 
Lui annuì senza opporre resistenza e mi fece gesto di seguirlo. 
Quando entrammo in una stanza, probabilmente la sua mi rilassai appena. 
-Ci saranno delle regole- iniziai andando dritta al punto -Punto primo: Non dirai a nessuno quello che sai, nessuno, o giuro Malfoy che ti eviro. Punto secondo: Tu non ti avvicinerai, in nessun caso e in nessun modo, a me davanti a occhi indiscreti e con occhi indriscreti intendo gli occhi di tutta Hogwarts. Punto terzo: Tu farai tutto quello che ti dirò io, senza protestare o fiatare- 
Finii di elencare le mie regole e posai le mani sui miei fianchi battendo nel frattempo il piede sul pavimento impaziente di tornare di sotto e poi al Castello al sicuro sotto le mie coperte. 
Ma Malfoy mi afferrò, non proprio gentilmente, un braccio e mi strattonò. 
Mossa sbagliata. 
Mi liberai agilmente dalla sua presa e gli rifilai un pugno nello stomaco. 
-Stupida traditrice- sbraitò lui 
-Pensavo di poter instaurare un rapporto almeno civile- sibilai rabbiosa -Ma a quanto pare non è possibile perchè sei un irremediabile cretino- 
-Tu non puoi dare ordini Burke- mi guardò furente e io non riuscii a trattenere un sorriso di derisione 
-Malfoy, rispondi rinceramente, ti saresti mai aspettato di vedermi qui, di vedermi dalla parte dei cattivi?- Lui scosse appena la testa ma non osò aprire bocca -Ti dico solo una cosa, ci sono tante cose che non sai di me, ma una cosa la devi sapere, chi ostacola il mio percorso fa una brutta, bruttissima fine e non avrò pietà neanche di te in quel caso-
Lui impallidì leggermente e io sogghignai soddisfatta per la sua reazione, mi meritavo un premio per le mie abilità da attrice. 
Feci per andarmene, ma quando, fui vicino alla porta lui mi richiamò con un sospiro. Mi girai lentamente verso di lui. 
-Perchè lo fai Burke?- nella sua voce non colsi rabbia, derisione o sufficienza ma quasi tristezza -Ho sempre pensato che tu fossi il mio opposto, che fossi leale ed altruista, nonostante tutto- continuò -Ma ora non so più cosa pensare- 
-Non pensare Malfoy, non cercare di capire cose che non devi capire- risposi semplicemente sperando di aver concluso il discorso 
-Ma tu avevi scelta, potevi... Io sono sempre stato destinato a questo, non ho avuto una scelta da prendere-
-Tutti hanno una scelta, nessuno ha il proprio destino già tracciato. Tu hai fatto la tua scelta ed io la mia, non cercare di capirne i motivi altrimenti...- pensai di minacciarlo ma scossi la testa come per cacciare quell'idea -Altrimenti capirai che non tutte le cose sono come sembrano, a volte c'è molto altro dietro Malfoy- e senza aggiungere altro uscii da quella stanza che iniziava lentamente a soffocarmi. 
Mi pentii delle parole che avevo appena pronunciato, troppo rischiose.
 E se il furetto avesse capito qualcosa? 
Poi scossi la testa divertita, quel furetto non avrebbe capito neanche se glielo avessi urlato contro.
Quando, dopo aver salutato mio padre, tornammo smaterializzandoci nell'ufficio di Severus non dissi nulla, non guardai nè il biondo platinato nè il professore e uscii in fretta dall'ufficio per tornare in Sala Comune. 
Quando, dopo essermi beccata una ramanzina dalla Signora Grassa a causa dell'orario e averle praticamente urlato la parola d'ordine per farmi entrare all'interno della Sala vidi un ragazzo, che conoscevo fin troppo bene, sonnecchiare, con la bocca aperta e la testa penzolante, su una poltrona vicino al camino. 
Mi avvicinai lentamente al ragazzo notando che tra le mani teneva una pergamena, no, non una pergamena qualunque, la Mappa Dei Malandrini. 
Gliela tolsi dalle mani e posi fine all'incanto per poi ripiegarla attentamente. 
Accarezzai piano i capelli del moro per svegliarlo, chiamandolo con dei sussurri. All'improvviso egli sobbalzò e iniziò a cercare freneticamente qualcosa e quando alzai una mano mostrandogli che la mappa l'avevo io e guardandolo divertito sospirò di sollievo e si rilassò di nuovo contro lo schienale della poltrona. 
Battè un paio di volte la mano sul bracciolo della poltrona invitandomi a sedere e così feci. 
-Dove sei stata?- chiese lui dopo aver sbadigliato in modo non del tutto fine per poi circondarmi le spalle con un braccio 
-Lo sai, dovevo andare da Piton- risposi sbadigliando poi a mia volta e appoggiando la testa sul suo petto 
-Non ti ho visto nel suo ufficio su questa- disse indicando la Mappa
-Forse dovresti cambiare occhiali Harry- ridacchiai e lui fece lo stesso alzando gli occhi al cielo -Dopotutto io ti ho trovato a russare su una poltrona- 
-Io non russo, Burke, lo sai- 
In effetti lo sapevo bene, da piccoli alcune volte dormivamo insieme, anche ora, se capitava lo facevamo, come la notte in cui Sirius morì, fu naturale per noi addormentarci nello stesso letto abbracciati. 
Era un gesto privo di malizia, lo facevamo quando avevamo paura, o quando eravamo tristi. In quel modo non dovevamo parlare, però sapevamo di avere una spalla su cui piangere o meglio una persona che ci sarebbe rimasta accanto sempre e comunque. 
-Harry...- lo richiamai e lui mi scrutò attento. Avevo paura, paura di perderlo, lui era mio fratello, una delle persone che amavo di più in tutto il mondo, la persona per cui stavo rischiando tutto, la mia vita. Volevo, avevo bisogno, di sapere che niente tra di noi sarebbe mai cambiato. 
-Io...- continuai -Posso dormire con te stasera?- 
Lui mi sorrise dolcemente ed annuì prima di farmi alzare ed alzarsi a sua volta. 
Ci dirigemmo insieme verso il suo dormitorio e ci sdraiammo immediatamente a letto. Subito la stanchezza si fece sentire, le palpebre diventarono pesanti e sentivo anche uno strano freddo che mi fece rabbrividire. Lui se ne accorse e mi coprì con una coperta pesante. Lo guardai per un istante prima di chiudere gli occhi- 
-Ti voglio bene fratellino- lo sentii ridacchiare e poi rispose -Anche io sorellona- ed un momento dopo crollai in un sonno senza sogni. 

Contro ogni mia aspettativa le giornate che seguirono la terribile notte furono devastanti. Malfoy infatti si dimostrò essere un vero problema: aveva iniziato a lanciarmi frecciatine continue, fare battute allusive e simile, anche in presenza dei miei amici. 
Fu una sera di inizio febbraio che decisi di chiarire le cose e, sfruttando un primino di Tassorosso gli inviati un invito, o meglio l'ordine, di presentarsi alla Torre di astronomia alle dieci in punto. Dopo essere fuggita alle domande indagatrici di una sospettosa Hermione Granger arrivai alla mia meta e trovai il furetto proprio dove gli avevo detto.
-Non avrai mica intenzione di buttarmi dalla torre, vero Burke? Sarebbe troppo malvagio anche per te-
-Ascolta idiota di un furetto, non ho tempo da perdere. Forse non ti è chiara una cosa, se non la smetti di fare il cretino io ti ucciderò- ovviamente non lo avrei mai fatto davvero, ma questo poteva anche non saperlo.
-Pensi davvero di farmi paura Burke?- disse divertito lui
-Forse no, ma se manderai a monte la mia missione per uno stupido diverbio da adolescente allora sarà il Signore Oscuro stesso a mettere fine alla tua vita-
A quelle parole lui sbiancò notevolmente e io sogghignai soddisfatta. 
-Io non mi fido di te- sbraitò lui
-Neanche io mi fido di te Malfuretto. Non ti sto dicendo di fidarti, ti sto solo dicendo di non intrometterti in cosa che non ti riguardano- 
Lo guardai per una attimo, ma lui si girò a guardare fuori in un istante. Sembrava stanco, era più pallido del solito ed aveva due occhiaie che facevano paura. 
Io però non ero di certo messa meglio. In più, in quel momento, il mio problema maggiore era proprio lui. Era lui a complicare le mie giornate, lui aveva risvegliato i sospetti della mia migliore amica , lui mi stava portando alla pazzia. 
-Io non mi fido di nessuno- lo sussurrò talmente piano che mi parve di essermelo immaginato -Non mi fido neanche di me stesso. Sento di essere diventato pazzo.-
Si girò a guardarmi e, per la prima volta in assoluto, mi parve un ragazzo normale, di sedici anni. Un ragazzo che non avrebbe mai voluto essere nella situazione in cui invece era. 
-Hai i tuoi amici e...-
-I miei amici- disse prima di fare una risata senza emozione -Loro non sono amici, loro usano le persone, se solo sapessero chi sono in realtà mi abbandonerebbero senza ripensarci e con chi sono non intendo un mangiamorte- e io rabbrividii -Ma che sono un ragazzo come altri, che non voglio essere una pedina da muovere a piacimento, a volte non vorrei neanche essere un Mafoy, se fossi un mezzosangue qualunque ora non dovrei...- 
Si bloccò mordendosi il labbro, e guardandomi con sospetto. 
-Ascolta Malfoy, io non devo per forza sapere cosa devi fare per Lui- anche se in effetti lo sapevo fin troppo bene -Io devo solo pararti il culo- e lui ridacchiò divertito, forse per il mio linguaggio non del tutto regale come il suo, -quindi, non dirmi niente, almeno non ora. Devi solo permettermi di non farti scoprire e soprattutto non devi fare di tutto per far scoprire me, perchè se io affondo tu affonderai con me-
Non era una minaccia la mia, ma una semplice constatazione. Lui annuì appena e capii che avrebbe smesso di fare lo stupido, almeno per ora.
-Bene, a più tardi possibile Malfoy- lo salutai e senza altre parole me ne andai da lì con la consapevolezza di essermi liberata di una parte dei miei problemi. 

-Allora Ginny hai intenzione di invitare Harry a Hogsmeade per San Valentino?- la ragazza che stava mangiando un pezzo di arrosto rischiò di affogare e dopo essere riuscita ad ingoiare il suo boccone mi guardò con uno sguardo truce.
-Ma sei cretina?- mi disse per poi guardarsi intorno assicurandosi che nessuno mi avesse sentito
-Che ho detto di male?- 
Hermione mi guardò basita, per poi tornare a mangiare ignorando la mia discussione con la Weasley.
-Non posso invitarlo- balbettò Ginny -Dovrebbe essere lui a...- ma poi si bloccò arrossendo appena.
-Per Morgana- esclamai indignata -Non ci posso credere. Mi deludi Ginny, siamo nel ventesimo secolo e ancora crediamo che dovrebbe essere sempre il ragazzo a fare il primo passo? Che assurdità è mai questa?- 
-Non penso che...- intervenne Hermione ma la zittii subito con un gesto della mano
-Tu zitta 'Mione- e lei mi guardò furiosa, nessuno doveva zittirla -Non hai il diritto di parlare dato che non riesci nemmeno ad ammettere di essere cotta di uno dei tuoi migliori amici-
Lei aprì la bocca cercando le parole giuste da dire, ma poi la rischiuse rimanendo senza parole ed arrossì di colpo -I..Io non sono cotta proprio di nessuno, e poi Ron è fidanzato-
La guardai sorridendole -Cara, piccola, ingenua Granger. Ron sta cercando da mesi di mollare LavLav, non te ne sei accorta?- 
Lei boccheggiò -Non lo puoi sapere-
-Scherzi? Non fa altro che lamentarsi e sbuffare e scappare da lei il prima possibile. L'altro giorno stavamo andando in Sala Comune e quando l'ha vista ha preferito venire con me in bibblioteca.- le dissi -Ron Weasley in bibblioteca Hermione, capisci?- 
Lei mi guardò sbalordita ma -Non sono affari miei questi- disse prima di tornare a dedicare tutta la sua attenzione al piatto ed al cibo che stava inforchettando con poco interesse. 
-Ginny- tornai a parlare alla piccola Weasley imbronciata -Se tu lo ami, ed io so che è così, dichiarati, o almeno faglielo capire, perchè l'attimo è sfuggente e una volta passato è finita-
-E tu Essy?- mi canzonò lei -Con chi uscirai a San Valentino?- 
-Io non do importanza ad una festa creata a solo scopo di far spendere soldi ai ragazzi e far deprimere le ragazze single. La trovo una festività del tutto inutile e priva di senso, se uno ama la propria ragazza o il proprio ragazzo lo dimostra tutti i giorni, non ha bisogno di San Valentino per comprarle rose e cavolatine varie- risposi risoluta e sicura delle mie parole. 
La pensavo davvero così, non ero mai stata una di quelle ragazze che si deprimevano perchè single il giorno di San Valentino o perchè nessuno le aveva regalato neanche un petalo di rosa. Trovavo tutta quella fissazione per quella festività stupida quanto la festività stessa. Era tutta una trovata commerciale ed anche banale. Se io avessi voluto fare un regalo al mio ragazzo lo avrei fatto anche il quindici agosto, non avrei aspettato il quattordici febbraio solo perchè lo imponeva una stupida usanza.
-Ho una migliore amica alternativa- disse ridacchiando Hermione
-No, hai una migliore amica intelligente- la corressi io.
All'improvviso però un gufo atterrò proprio davanti a me, facendomi prendere un bello spavento, e dopo aver preso la lettera che portava decollò per uscire dalla Sala. 
La presi in mano e sul dorso di essa notai una scritta che recitava 'Per la mia Es' e senza aspettare oltre, sotto lo sguardo curioso delle due impiccione che consideravo, purtroppo per me, le mie migliori amiche, la aprii: 

Es,
So che la prossima uscita ad Hgsmeade è a San Valentino. Per quanto io odi quella festa, e so che è altrettanto l'odio che provi tu, tu uscirai con me e non perchè è la festa degli innamorati, ma perchè un innamorato non vede l'ora di rivederti. Ci vediamo alla solita ora al solito posto.

                                                                                                     Fred.

Ps: George dice che manchi anche a lui e che dovrei essere più romantico, ma so che mi castreresti se mi presentassi con un regalo quel giorno, ed è anche per questo che sei la mia ragazza. 

Sorrisi involontariamente e quando rialzai o sguardo vidi Ginny ed Hermione studiarmi attentamente. Arrossii leggermente, ma le ignorai per poi nascondere la lettera in una tasta, al sicuro da quelle due impiccione, e ricominciare a mangiare ignorando i loro sguardi indagatori e confusi. 

ANGOLO DEL TERRORE
Si, okok lo ammetto, sono sparita nel nulla senza avvisare per un mese ma non è colpa mia, lo giuro. 
Un mese fa sono partita e non avendo internet nella casa dove sono stata non ho potuto pubblicare e neanche avvertirvi che sarei tornata dopo un bel po'. Ora voi starete dicendo ''Beh potevi dirlo prima di partire'' e avete ragione, infatti avevo intenzione di farlo ma essendo una ritardataria cronica allora mi sono ridotta all'ultimo secondo per preparare tutto e fare la valigia quindi non mi sono collegata. 
Cooomunqu SBAM torno col botto. Povera Ester e ora? Cosa accadrà? Malfoy creerà confusione o se ne rimarrà buono buono?
Lo scoprirete nella prossima punt.. ehm capitolo, nel prossimo capitolo. 
Adios amigos, alla settimana prossima, forse sabato se riesco, E RECENSITE. 
Ambvra. 

 
  
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