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Autore: Darktweet    01/09/2015    1 recensioni
Un gruppo di ragazzi ottiene poteri da un magico libro senza sapere il perché: ma giorno dopo giorno, i poteri li metteranno sempre più in pericolo.
Solo quando vengono convocati nel regno celeste comprendono ciò che devono fare: ritrovare il major flux (l'ordine superiore).
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: La riunione


Eric prese dal vicino armadietto un piccolo kit del pronto soccorso, mentre Trisha fece sedere sul divano Sabrina.
“Benvenuti nel mio ambulatorio” fece Eric, mentre prese un po’ di ovatta e la impregnò di acqua ossigenata.
“Spero di non andarci mai” mormorò Randall.
“Zitto tu, paziente.” Eric passò leggermente l’ovatta sulla gonfia guancia di Sabrina.
“Ohi, fa piano” mormorò la ragazza, lamentandosi.
“Preparo una tisana… la tua preferita, con erbe, menta e liquirizia, vero Sabrina?” chiese Trisha, rovistando nella dispensa e prendendo un filtro da uno scatolino azzurro.
“Mi conosci bene!” mormorò la ragazza, sorridendo.
Trisha prese un pentolino, riempito d’acqua, e lo mise sul fuoco.
“Improvvisamente mi sono trovata quell’esercito di insetti giganti, guidato da una regina, brutta quanto loro. Percepivo in lei una grande energia.” Iniziò a raccontare la ragazza, mentre Eric la medicava.
“Randall, i cerotti.” Fece il ragazzo, e l’amico glieli passò. Eric era bravo a medicare e conosceva un mucchio di medicinali, questo perché il padre era un medico e la madre un’infermiera del vicino ospedale della Vergine Fedele.
“La stessa energia che il mio computer ha percepito.” Aggiunse Randall.
“Forse… comunque ho provato a difendermi, ma la regina ha avuto la meglio su di me. E mi sono ritrovata nella prigione, nei sotterranei del palazzo.” Continuò Sabrina.
“Era orribile… peggiore di quella delle Isole Solitarie.” Mormorò Trisha. La ragazza infatti, mesi prima, fu catturata dal generale delle tenebre Gatlon per essere segregata lì, per poter assorbire il potere della terra che custodiva.
“Però la regina spesso scendeva nelle prigioni, cercando di scoprire dove nascondevo il libro…” disse poi Sabrina.
“Il libro?” chiese Eric, poi buttò l’ovatta usata nel vicino cestino.
“Grazie mille” mormorò Sabrina, sorridendo.
“Credo si riferisca al libro che abbiamo…” mormorò Randall. Il ragazzo si riferiva ad uno strano libro che custodivano, dalla quale tutta quella strana storia ebbe inizio.
“E… allora perché non darlo?” fece Trisha, mentre dava la tazza di tisana all’amica.
“Per rinunciare a questa forza?” disse contrariato Eric.
Randall scosse la testa.
“Non possiamo, ormai tutto ciò è parte di noi… e comunque, se quel libro cadesse nelle mani sbagliate…”
“Se è loro, dobbiamo restituirlo!” esclamò Trisha.
“Questi mesi mi sono sentita più forte, più potente… grazie a questa energia.” Commentò Sabrina.
Trisha sorseggiò la sua tisana.
“Spero abbiate ragione.” Mormorò poi.
Nel palazzo del regno sotterraneo, la regina Vyseres controllava costantemente le mosse dei ragazzi.
“Dannazione, sento che il libro è lì! Ma non posso prenderlo. Se i poteri ormai sono custoditi da quegli sciocchi…” mormorò la regina.
La tetra luce presente nella sala illuminava costantemente solo il trono stesso. Il resto della sala era buio, se non illuminato da fuochi magici ai soli estremi.
Improvvisamente però il grande portone in legno si aprì.
“Regina, regina!” esclamò una dama, dalle quattro braccia. Aveva con se numerose pergamene.
“Cosa vuoi, per interrompermi così?” esclamò la regina, infastidita.
“Ehm…” mormorò la dama, rovistando tra le sue cose.
“Ecco qua! E’ appena arrivato un verme direttamente dal castello del profondo.”
“Il castello del profondo?! E’ un messaggio dell’imperatore?!” esclamò la regina, facendo scomparire la sfera magica.
“Si.” Rispose la dama. “Leggete, è urgente!”
La regina prese una pergamena grigiastra, chiusa da un bollo nero come la pece, con l’effigie delle picche.
L’imperatore del Regno di Sotto, massimo signore delle basse sfere, era infatti chiamato anche re di picche per il suo emblema.
“Puoi anche andare.” Fece la regina. Appena la dama si chiuse la porta alle spalle, srotolò la pergamena.
Era scritto in rune oscure, linguaggio del regno di sotto.
“Vyseres, regina del primo livello sotterraneo, signora dei Dho Gohul, dama del reame, prima maga del consiglio oscuro, come superiora, è convocata a presenziare alla Eccelsa Riunione Magna che si terrà tra sette giorni, presso il castello del despota delle Isole Solitarie.”
La regina fece scomparire magicamente la pergamena, e abbozzò un sorrisetto.
La settimana volò per la regina, costantemente vigile nei confronti dei ragazzi. Sarebbe stato sicuramente quello il tema della grande riunione.
Quel giorno avrebbe indossato l’abito delle occasioni, confezionato da Mastro Aracneo, sarto personale della regina. Era completamente nero e ornato da opali.
“Mia regina, il carro è pronto.” Avvertì il cocchiere.
“Benissimo.” Fece la regina, uscendo dal palazzo. La folla si riunì, esultando.
“Ci saranno grandi novità, sicuramente!” esclamò la regina, salendo sul carro aiutata da due guardie. Il carro era guidato dal cocchiere, e consisteva non in enormi insetti, ma in un enorme millepiedi, capace di scavare in poco tempo e in grandi profondità.
Nel giro di una ventina di minuti, il grande millepiedi emerse in superficie.
“Avrei fatto prima con la magia, ma utilizzare il carro è una formalità” commentò la regina.
Il sole era davvero assente. Nelle Isole Solitarie il meteo era costantemente cupo, soprattutto ora senza il sovrano.
“Oh, la regina Neve.” Mormorò, agitando la mano e abbozzando un sorriso. “Non la sopporto”
L’isola principale era piccola, ma fondamentalmente era occupata completamente dal grande castello e dal suo enorme giardino. Il sentiero principale era gremito di tanti reali, che provenivano sia dai Regni sotterranei che da quelli celesti.
Almeno una volta ogni tre mesi i maggiori sovrani magici si riunivano lì per parlare del più e del meno.
“Ah, la cara duchessa Clarisse.” Mormorò la regina alle sue guardie. “Ha rifiutato la mia proposta. Odiosa.”
Poco dopo, la regina entrò nella gran sala del castello, ornata da tanti nastri dorati. Nonostante il cupo tempaccio, la sala dalle enormi vetrate era colma di luce.
I sovrani magici presero il loro posto. La sala era grande, ma era occupata soltanto da un grande tavolo rotondo. Su uno scalino rialzato vi erano due troni enormi.
“Come, due troni?” fece la regina.
“Non lo sa?” fece un ragazzo accanto. La regina lo riconobbe come il principe Damian, uno dei cavalieri della luce.
“Cosa dovrei sapere?” fece, poi salutando con la mano la principessa Cassandra e il re e la regina del secondo livello sotterraneo.
“Questa riunione sarà presieduta eccezionalmente dal re di picche e dalla regina di cuori, contemporaneamente!” esclamò il principe.
   
 
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