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Autore: Victoria93    02/09/2015    5 recensioni
Tratto dalla storia:
-"Stai dicendo che sono io la tua ossessione, signor detective...?" gli sussurrò, di nuovo vicinissima alle sue labbra.
"Non lo so...ma mi stai impedendo di pensare. E nessuno era mai riuscito a ottenere un simile risultato nei miei confronti. Direi che le probabilità che tu sia diventata la mia ossessione sono intorno al 62%".
"Odio le tue stupide percentuali" replicò lei, senza riuscire a trattenersi dal ridacchiare.
"E io amo te".- Elle è pronto per dedicarsi al caso Kira, e ben presto incontra gli agenti giapponesi e si prepara allo scontro con il colpevole, come da programma, ma stavolta...il coinvolgimento di un nuovo agente dell'FBI nelle indagini lo porterà a cambiare notevolmente le sue prospettive, in un modo che nemmeno la mente più geniale del mondo avrebbe mai potuto calcolare e prevedere. Una storia d'amore, intensa, passionale, contro cui quasi niente sarà in grado di opporsi...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SUGAR AND PAIN'
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Capitolo 28- How to save a life
 
Sensazione di soffocamento. Gelo all’altezza del petto. Vertigini. Improvvisa incapacità di mantenere l’equilibrio. Dolore sordo, acuto, indescrivibile. Mancanza d’aria, vista annebbiata, qualche convulsione. Poi, pian piano, il dolore si affievolisce. È così che ci si sente, quando il tuo cuore smette di battere. Era così che si era sentita, qualche mese prima, quando Elle aveva fatto per andarle incontro, quando era stata convinta che fosse il suo ultimo momento di vita. Era quella sensazione che le era divenuta persino familiare, visto che le si era trovata a un passo in numerose occasioni, fin da bambina, anche se mai l’aveva provata in modo così intenso sulla sua pelle, prima di quel giorno. Ed era questo che avrebbe sentito in quel preciso istante, allo scoccare del quarantesimo secondo, allo scoccare del momento prescelto. Aveva chiuso gli occhi, pronta per andarsene, pronta per affrontare quell’ultimo frammento di dolore, pronta per dire addio, forse solo con un po’ di rammarico, al pensiero di Elle e della sua bambina, accompagnata dall’idea che non fosse comunque giusto che il prezzo della giustizia fosse la famiglia che non avevano avuto modo di costruire…ma infine, doveva rassegnarsi. Non si sfuggiva al potere del Death Note, perciò tanto valeva rassegnarsi alla morte.
Ma la morte non venne.
Sentiva ancora i rumori che la circondavano, sentiva i passi dietro di sé, sentiva l’odore della pioggia e il frastuono del temporale in avvicinamento; sentiva i polmoni intenti a bearsi della fragranza dell’aria, le prime gocce di pioggia sul viso, il vento fra i capelli. Sentiva la vita scorrerle addosso, come se non fosse cambiato niente.
Aprì gli occhi, credendo di trovarsi in un posto diverso e di poter ammirare di nuovo i volti di Daniel ed Eliza, ma tutto quello che vide fu l’espressione inorridita e attonita di Light, che era a un tratto sbiancato, e le cui membra erano persino attraversate da un tremito quasi impercettibile, eppure evidente al suo sguardo.
Ancora incredula, ricambiò il suo sguardo, finendo per fissarsi appena le mani, incapace di credere a quello che stava succedendo: era passato più di un minuto…e non era morta.
Non era morta!
Un improvviso movimento nel suo basso ventre glielo confermò, facendole venire persino voglia di scoppiare a ridere e di piangere in simultanea: il suo cuore batteva ancora, come le venne confermato dall’improvvisa accelerazione della sua stessa frequenza.
Non sapeva come, ma era sopravvissuta: Light aveva perso definitivamente.
Prima che potesse rivolgergli di nuovo la parola, improvvisamente lo vide impallidire ancor di più, gli occhi castani, ormai velati da quell’ombra rossastra sempre più forte e persistente, d’un tratto fissi alle sue spalle: voltandosi appena, capì la ragione del suo improvviso panico.
Elle stava avanzando verso di loro con passo felpato e fulmineo a un tempo, le mani saldamente ancorate nella tasche e gli occhi ebanini fissi sul suo nemico, socchiusi in un’espressione di odio e di puro trionfo: prima che potesse rendersene conto, era accanto a lei.
La sua presenza fu come una nuova ventata d’ossigeno nei polmoni.
“T-tu…!!!!” gridò a un tratto Light, indicandolo con sguardo febbrile “TU…!!!!”.
“Io” annuì Elle, continuando a scrutarlo con disprezzo “Ti sono mancato, Yagami?”.
“N-no!!! Non è vero…non è possibile!!!” strepitò Light, indietreggiando di qualche passo.
“Vai da qualche parte?” intervenne Ruri, estraendo di colpo la sua pistola “Io non credo proprio”.
“NON È VERO!!!” gridò Kira, la voce connotata da una voce stridula ed isterica “Non è vero…non è possibile!!! N-non…”.
“Più possibile di quanto potresti immaginare” lo contraddisse Elle, con tono annoiato “Ma devo confessare che mi hai profondamente deluso: da quando ti ho fatto credere di essere morto, ti sei proprio lasciato andare, Yagami. Chissà, forse avresti persino potuto vincere, se non fossi stato così sicuro delle tue possibilità e delle tue doti…superlative, senz’altro, ma evidentemente non abbastanza”.
“Tu…tu eri morto!!!” protestò Light, le mani a un tratto tese intorno al collo, dove la cravatta lo stava visibilmente strangolando “Ti ho visto morire, sei morto di fronte ai miei occhi!! Questa…questa è solo una trappola! Una trappola che voi due avete architettato per incastrarmi e per farmi dire quello che volevate!!!”.
“Non mi pare che qualcuno ti abbia obbligato sotto tortura a sghignazzare sulla tomba di Elle” precisò Ruri, puntandogli ancora contro la pistola “Non aggrapparti a scuse e a soluzioni ridicole in un momento come questo, Yagami: stai solo rendendo più patetica la tua sconfitta”.
 
The last thing I heard was you whispering goodbye
And then I heard you flat line

No, not gonna die tonight
We’re gonna stand and fight forever
(Don’t close your eyes)
No, not gonna die tonight
We're gonna fight for us together
No, we’re not gonna die tonight

 
“Siete…siete solo…non è vero!!!” continuò a ripetere, in preda al panico “Non è possibile!”.
“Certo che lo è”.
La voce di Rem lo fece sbiancare ulteriormente; lo shinigami iniziò ad avanzare verso di loro, con passo greve e lento, gli occhi giallastri appena socchiusi del tutto concentrato sulla figura di Light.
“Sei…sei stato tu!!! Tu li hai aiutati a fare questo!!!” gridò Light, additandolo teatralmente “Tu li hai aiutati a incastrarmi!”.
“Non ad incastrarti: solo a svelare la verità sul tuo conto, Light Yagami. Credevi davvero che ti avrei permesso di prenderti gioco di me, e di continuare a sfruttare l’esistenza di Misa a tuo piacimento? Mi sembrava di averti già detto che non ti avrei permesso di farle del male, e ho mantenuto la mia promessa. Sei tu che ti sei ritenuto troppo furbo, talmente furbo da pensare che il tuo gioco non potesse essere scoperto” lo gelò Rem, con espressione omicida “Ruri ha capito subito come stavano le cose”.
Lo sguardo di Light saettò fulmineamente in direzione della ragazza, che si limitò a sorridergli beffardamente.
“E non c’è voluto molto perché lei e Ryuzaki mi convincessero a passare dalla loro parte. Un buon affare: la tua vita per quella di Misa. Non ho esitato un solo istante”.
Prima che Kira potesse aprire bocca per rispondere, nuovi rumori intorno a loro destarono la sua attenzione, portandolo a voltarsi freneticamente sia a destra che a sinistra: dagli ingressi secondari del cimitero erano emerse le figure di Soichiro, Watari, Ayber, Wedy, Mogi, Aizawa, Matsuda, Robin e Misa. Tutti i poliziotti, oltre a Wedy, Watari e Ayber stavano impugnando la pistola, mentre Misa avanzava sospinta da Robin, il volto inondato di lacrime.
“Light!!” strepitò subito la bionda, non appena lo ebbe visto “Ti giuro che ho fatto come mi avevi detto!!”.
“STA’ ZITTA!!!” le sbraitò contro Light, ignorando lo sguardo disperato e deluso del padre, che non cessava di trapassarlo da pare a parte “CHIUDI QUELLA BOCCA, IO NON SO NEANCHE DI COSA TU STIA PARLANDO!!!”.
“È curioso, perché poco fa mi sembrava proprio che avessi detto di aver ordinato a Misa di scrivere il mio nome sul suo Death Note…lo stesso Death Note di cui non eravamo a conoscenza piena” replicò Ruri, mentre tutti gli altri provvedevano a tenerlo sotto tiro.
“Stai…stai mentendo!!!” gridò Light, la voce ancora stridula.
“Ah, ma davvero? Credevi seriamente che fossi stata così stupida da venire in questo cimitero da sola, Yagami? Credevi che non avessimo compagnia e che nessun altro stesse ascoltando la nostra conversazione? Com’era quella frase che hai detto…ah, sì! ‘La morte di Elle ti ha fottuto il cervello’. Direi che non potevi usare un’espressione più adatta” ribatté Ruri.
“Light…”.
La voce di Soichiro si fece largo in mezzo al silenzio appena creatosi: voltandosi di scatto verso di lui, il ragazzo poté vedere che aveva gli occhi lucidi, malgrado la presa sull’arma fosse sempre solida.
“Light…non…non voglio credere che questo sia vero. Dammi…dammi una ragione per cui io possa credere che non è vero…”.
Light ricambiò la sua occhiata, ma sul suo volto non c’erano più tracce del figlio che il sovrintendente una volta conosceva: davanti a lui, c’era solo lo sguardo omicida di un folle.
“È solo…una…trappola!!!” gridò infine, indietreggiando e cercando una via di fuga.
Ma ovunque si girasse, il passo gli veniva sbarrato dalla squadra del quartier generale, che incombeva intorno a lui, fra le tombe, bloccandogli la strada e stringendolo in un cerchio claustrofobico.
“Non è possibile…” singhiozzò improvvisamente Misa, gli occhi arrossati e gonfi “R-Rem…c-come hai potuto farci questo?!?”.
Lo shinigami la osservò tristemente, sospirando appena.
“L’ho fatto proprio perché volevo proteggerti, Misa. Non saresti mai stata al sicuro con Light Yagami, e non saresti stata felice” mormorò lentamente.
“NON È VERO!!!” urlò Misa, cercando di divincolarsi dalla presa di Robin “Lui mi ama!! Avremmo costruito qualcosa di bello insieme, saremmo stati la coppia più bella e più solida del mondo!! Come hai potuto distruggere tutto questo?!”.
“La coppia più bella e più stabile del mondo?!?” ripeté Ruri, continuando a tenere d’occhio Light ma volgendosi anche verso di lei “Misa, ma lo senti, quando parla?! Non hai sentito quello che ha detto su di te, poco fa? Tu sei stata solo lo strumento per realizzare il suo obiettivo, un bieco mezzo per raggiungere un fine! Ti ha usata e ha sfruttato il tuo amore fin da quando vi siete conosciuti, si è permesso di adoperare l’affetto che Rem provava per te per farsi strada!! Perché credi che fosse contento d’averlo fuori dai piedi?! Perché così avrebbe potuto gettarti via come un giocattolo, quando non gli fossi servita più, senza che nessuno lo intralciasse!!”.
“BUGIARDA!!! LIGHT…LIGHT MI AMA E NON MI AVREBBE MAI FATTO DEL MALE!!! Avete…avete distrutto tutto quanto!!!” gridò ancora la bionda, scoppiando nuovamente in lacrime.
“Adesso basta” intervenne Aizawa.
Fra tutti i poliziotti, sembrava quello con la presenza più stabile: il sovrintendente non riusciva a staccare lo sguardo da Light, ancora incredulo per quello a cui aveva assistito, Mogi stava ancora cercando di calmare la sua indignazione, e Matsuda non poteva far altro che fissare quello che riteneva un amico con un’espressione carica di odio e di sgomento.
“Light, hai perso. La vittoria è di Elle…e di Ruri. Hai ammesso di aver cercato di uccidere Ruri  con il Death Note, e hai riconosciuto apertamente di essere Kira e di aver gioito della morte di Ryuzaki: se questa non è una confessione, non so cosa potrebbe esserlo” proseguì, facendo per avanzare “Ti dichiaro in arresto: adesso è finita”.
Vedendolo avanzare verso di lui, Light estrasse fulmineamente una pistola dall’interno della giacca, puntandosela alla tempia con espressione maniacale.
“FERMO!!!” gridò d’istinto Soichiro, con tono disperato “Ti prego, Light, aspetta!!!”.
“Tuo figlio è già morto!!!” lo derise Light, scoppiandogli a ridere in faccia “Soichiro Yagami, credevi veramente che il tuo adorato figlioletto non avesse calcolato tutto?! Credevi veramente che fosse incapace di uccidere, credevi di poter confermare la sua innocenza?! Hai voluto credere che fossi l’essere umano impeccabile a cui tanto aspiravi, hai voluto che fossi ciò che tu non eri mai riuscito ad essere! Ora guarda!”.
“BUTTA QUELLA CAZZO DI PISTOLA E NON FARE SCEMENZE!!” lo minacciò Ruri, togliendo la sicura alla sua arma.
“LIGHT, NOOO!!!”.
La voce di Misa li destò improvvisamente da quella tensione: prima che potessero rendersene materialmente conto, la bionda era infine riuscita a divincolarsi dalla presa di Robin, e gli era corsa incontro, nel tentativo di impedirgli di uccidersi.
“MISA, FERMATI!!!” le urlò Ruri, avanzando di un passo.
Ma era già tardi: prima che potessero fermarla, Misa si era lanciata addosso a Light. A quel punto, il ragazzo non esitò a circondarle il collo con un braccio, costringendola contro il suo torace e puntandole contro la pistola.
“NO!!” urlò Rem, lo sguardo sconvolto.
“NON MUOVETE UN MUSCOLO!!!” sbraitò Light, il volto attraversato dall’ormai abituale vena folle “VI GIURO CHE NON ESITERÒ!!”.
“Stai calmo, Yagami!” lo esortò Elle, malgrado la tensione fosse impressa nella sua voce “Adesso calmati, d’accordo? Possiamo discuterne!”.
Discuterne?! Adesso chi è che suona patetico?!” gli sputò contro Light.
Fu allora che la sua risata tornò a invadere il cimitero, com’era successo il giorno del funerale di Elle: osservando gli occhi rossi e senz’anima del figlio, Soichiro crollò definitivamente a terra, sorretto appena da Watari.
In quell’istante, Rem afferrò fulmineo il suo Death Note, facendo per iniziare a scrivere, quando la voce spezzata e singhiozzante di Misa gli fece alzare nuovamente gli occhi.
“T-ti prego, R-Rem…non lo fare! Non uccidere Light…non portarmelo via! Se vuoi uccidere qualcuno, uccidi me…uccidi me! La colpa è mia, è solo mia…”.
Il pianto straziante della ragazza lo portò ad arrestarsi, fissandola con sguardo colpevole e addolorato.
“Misa…io volevo solo aiutarti…” mormorò debolmente, lo sguardo al suolo.
“Non è colpa tua, Misa” intervenne Robin, affiancandosi a Ruri e a Elle, le mani strette intorno a un quaderno dalla copertina nera, che i due dedussero immediatamente essere il secondo fantomatico Death Note.
Subito dopo averlo toccato, entrambi poterono scorgere la figura di un nuovo shinigami, completamente nero, che osservava la scena sghignazzando, quasi soddisfatto.
“Quello è…” mormorò appena Ruri.
“Ryuk” annuì Robin, sfogliando le pagine malefiche fino a quelle che le interessava.
Non appena ebbe sollevato il Death Note, tutti loro poterono vedere che vi era scritto sopra il vero nome di Ruri, accanto al decesso stabilito per le 17.40 di quel giorno.
“Ma…ma non è possibile…” mormorò Ruri “Dovrei essere…”.
In quel preciso istante, Rem strabuzzò gli occhi, fissandola dritto in volto, come colto da un pensiero improvviso.
“Ruri, il tuo cuore…tu…il cuore che hai nel petto…non è quello con cui sei venuta al mondo, non è vero?” le domandò, con improvvisa frenesia.
“No…” rispose lentamente Ruri, perplessa “Ho…ho subito un trapianto cardiaco. Ma questo che cosa c’entra, scusa?”.
“C’entra eccome!” rise malignamente Ryuk, sollevandosi appena da terra “Quella roba non funziona con te, ragazza: almeno, non può funzionare se ad usare il Death Note è un essere umano. In altre parole, chi non ha un cuore suo nel petto può essere ucciso solo da uno shinigami, proprio perché la persona a cui apparteneva quel cuore è già morta. Che incredibile scherzo del destino! Sembra proprio che fossi destinato a perdere, eh, Light?”.
“Tanto non ha più importanza!” seguitò Light, indietreggiando lentamente e trascinando Misa con sé “Non mi avrete e non avrete questa sgualdrina ingenua! Coraggio, perché non provate ad arrestarmi? Avete vinto soltanto perché uno stupido shinigami si è preso una cotta per quest’insulsa imitazione di donna, avete vinto soltanto perché avete avuto compassione per la causa di questa bambina infelice e ingenua! Vediamo se quel mostro sarà ancora ben disposto ad aiutarvi, quando le avrò fatto un buco in testa!!”.
“Light, metti via quella pistola. Possiamo arrivare a una soluzione: ti prego, metti via quella pistola…” lo supplicò suo padre, incapace di alzarsi di nuovo.
“CHIUDI QUELLA BOCCA, VECCHIO!!!” lo derise Light, togliendo la sicura alla pistola “Avete semplicemente distrutto la possibilità di avere un mondo migliore! È vero, io sono Kira…e con questo?! Volete uccidermi? Siete proprio sicuri che sia la scelta migliore? Volete sbarazzarvi del Dio del nuovo mondo? Forse non è troppo tardi per prostrarvi a me, se ascolterete le mie parole…potrei persino risparmiarvi! Dopotutto, abbiamo le stesse idee su molti fronti: il mondo è marcio, schifoso e purulento, ed è pieno di gente corrotta. E qualcuno doveva pure eliminarla!!”.
Parlava in modo febbrile, gli occhi rossi che continuavano a saettare in tutte le direzioni, mentre Misa non smetteva di piangere per la paura e la disperazione.
“Appena ho preso in mano il quaderno, ho pensato che sarei stato l’unico ad averne la possibilità, o meglio…che soltanto io ne sarei stato capace. Sono consapevole del fatto che uccidere sia un crimine!!!!!! Ma era l’unico modo per redimere il mondo!!!! Dovevo…dovevo adempiere alla mia missione!!! Solo io potevo riuscirci…”.
La sua voce si alzò nuovamente, acquisendo di nuovo un connotato stridulo e maniacale.
“CHI ALTRI POTEVA FARLO?!? CHI POTEVA ARRIVARE A QUESTO PUNTO?!? CHI POTEVA COMPLETARE LA MIA OPERA…No…solo io…solo io potevo farlo…”.
Dopo un lungo silenzio, intervallato solo dal respiro ansimante di Kira, Elle riprese la parola.
“Ti sbagli, Yagami. Tu non sei un Dio: sei solo un assassino. E quel quaderno non è altro che la peggiore arma di distruzione che sia mai apparsa sulla Terra. Tu sei solamente uno psicopatico, che crede di poter dominare un mondo che non esiste, accostandosi a una sorta di divinità che non ha alcuna ragione di vita. Ecco che cosa sei. E adesso getta quella pistola e lascia andare Misa: le hai già fatto abbastanza del male”.
“Se finisce così, lei viene con me!!” gridò Light, le dita ormai vicine a premere il grilletto.
“ASPETTA!!!” lo fermò Ruri “Hai un’altra possibilità!!”.
“TU CHIUDI QUELLA FOGNA, MALEDETTA PUTTANA!!! È SOLO COLPA TUA SE SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO!!!” sbraitò Light, stringendo di più la presa intorno al collo di Misa.
“Infatti!!” confermò Ruri, gettando a terra la pistola e alzando le braccia “È proprio per questo, Light: se devi sparare a qualcuno, spara a me!”.
Il silenzio che seguì quelle parole fu più pesante di qualsiasi altro l’avesse mai preceduto.
In maniera impercettibile, Elle la fissò negli occhi, l’espressione concentrata e spaventata a un tempo.
 
Don’t you give up on me
You’re everything I need
This is how it feels when you take your life back
This is how it feels when you fight back

 
“Smettila” le sussurrò, ponendosi più vicino a lei “Non fare sciocchezze!”.
“Spara a me!” proseguì Ruri, ignorandolo “È come hai detto, non trovi? Se non fosse stato per me, avresti vinto. Elle sarebbe morto davvero, e tu saresti riuscito a imbrogliare tutti: sono io che ho intuito l’esistenza dei sentimenti di Rem nei confronti di Misa, sono io che ho convinto Elle a parlare con lui. Comunque vada, hai perso comunque, Light: ma Misa ti è sempre stata vicino, e si è rivelata un’alleata preziosa. Ti ha amato come mai tu hai amato lei, e ha fatto qualsiasi cosa per te: ha mentito, ha ucciso, si è lasciata torturare. Se Elle è stato il tuo nemico, io mi sono rivelata la tua peggiore spina nel fianco: ti ho imbrogliato, ti ho portato alla distruzione. Se vuoi la tua vendetta, dovresti prendertela con me. D’altro canto, tu vuoi solo giustizia”.
Light continuò a guardarla senza replicare, lo sguardo rossastro fisso su di lei.
“Pensa solo a quello che otterrai dalla tua decisione: se sparerai a Misa, non avrai nulla. Ti troverebbero e ti arresterebbero comunque, in un modo o nell’altro, o magari potrebbe essere il tuo amico shinigami a ucciderti, visto che ora probabilmente non lo divertirai più. E ora rifletti su quello che avrai sparando a me: tu volevi Elle morto più di qualsiasi altra cosa al mondo. Lo volevi distrutto, lo volevi in ginocchio, lo volevi piegato al tuo volere: adesso più che mai hai potere di vita o di morte sulle persone che ti hanno portato alla rovina”.
“Ruri, smettila…!” cercò d’interromperla Robin, ponendosi di fronte a lei, ma la profiler la spinse via con un gesto deciso.
“Spara a me!” ripeté Ruri, con le mani alzate “Vuoi giustizia, vero? Vuoi che chi ti ha ridotto così paghi e che precipiti all’Inferno? Pensaci un secondo, Yagami: Robin è riuscita a smascherare Misa e l’ha portata fin qui, rivelando definitivamente il tuo gioco. È la mia migliore amica fin da quando eravamo due bambine. Ayber ha aiutato Elle nella sua messinscena, e lo ha portato in un luogo sicuro: è come un fratello, per me. Watari ha provveduto a imbrogliarti con ben due falsi quaderni” proseguì, lasciando cadere a terra il vero Death Note, che aveva nascosto nell’impermeabile fino a quel momento “Io per lui sono come una figlia…”.
“Ruri, basta cazzate! Dacci un taglio!” intervenne anche Ayber, preso dal panico.
Gli occhi azzurrissimi della profiler si spostarono per un secondo sul detective, che poté constatare che erano lievemente lucidi; il suo cuore ebbe un sobbalzo: stava facendo sul serio.
“E il tuo peggior nemico…” seguitò Ruri, prendendo un bel respiro profondo e tornando a fissare Light “Io sono la donna che ama, e sono incinta di sua figlia. Quindi, se vuoi far soffrire loro come soffri tu…spara a me. Sono io il tuo occhio per occhio. Sono io la tua vendetta, Light Yagami”.
Light continuò a fissarla, adesso impassibile: poi, lentamente, cominciò a spostare la traiettoria dell’arma su Ruri, il volto corroso dall’ennesimo sorriso maniacale.
Gli occhi di Elle saettarono in direzione di Ruri, accesi di panico e di paura; dal canto proprio, Ruri lo fissò con serenità, sorridendogli in modo delicato.
“Perdonami…mi dispiace, Elle”.
Lo sparo echeggiò nel cimitero, spezzando quella quiete improvvisa come un colpo di cannone, pronto a porre la parola ‘FINE’ su tutta quella vicenda, che Ruri si era rivelata pronta a tingere con il suo sangue.
Infine, udirono Light urlare.
 
 No, not gonna die tonight
We’re gonna stand and fight forever
(Don’t close your eyes)
No, not gonna die tonight
We're gonna fight for us together
No, we’re not gonna die tonight
No, we’re not gonna die tonight

 
La sua mano colava sangue, appiccicandogli la pelle in un groviglio di disgusto e di calore malsano: approfittando di quel momento di debolezza, Misa era riuscita a liberarsi dalla sua presa e si era precipitata fra le braccia di Ruri, che non aveva esitato ad accoglierla.
“Mi dispiace…” singhiozzò, aggrappandosi alla sua giacca “Mi…mi dispiace…”.
“Va tutto bene” la rassicurò Ruri, stringendola a sé “Va tutto bene, Misa…sei al sicuro. Adesso sei al sicuro…”.
Abbassando lo sguardo, capì cos’era successo realmente: presa dalla paura, Robin le si era gettata addosso, nel tentativo di spingerla via e di pararsi di fronte a lei, per poi finire a terra; in contemporanea, Elle aveva fatto lo stesso. Quella precisa serie di azioni aveva liberato l’adrenalina che Matsuda aveva accumulato fino a quel momento, portandolo a sparare a Light, centrandolo alla mano che impugnava la pistola con mira infallibile e disarmandolo del tutto.
“MALEDETTO IDIOTA!!!” sbraitò Light, sostenendosi la mano ferita “MATSUDA, MA LO SAI A CHI HAI SPARATO?!?! SEI UN PAZZO!!!!”.
“Perché?!?” gli urlò contro Matsuda, con le lacrime che gli rigavano le guance “Perché lo hai fatto?!? Dimmelo, Light!!! Perché?!? Noi ci fidavamo di te!!!”.
“SE NON LO HAI CAPITO DA SOLO, NON VEDO COME POTREI SPIEGARTELO!!! A TE STA DAVVERO BENE UN MONDO CHE PERMETTE TUTTO QUESTO?!?! MA NON CAPISCI?!? SONO LORO I MALVAGI, SONO LORO CHE DEVI AMMAZZARE, NON ME!!!! SPARA!!!”.
Matsuda continuò a tenerlo sotto tiro, la vista quasi annebbiata dal pianto.
“Maledetto bastardo…” disse lentamente, la voce scossa dai singhiozzi “Sei stato tu…sei stato tu fin dall’inizio! Tutto questo tempo senza accorgercene…e Ruri e Ryuzaki hanno sempre avuto ragione su di te!!”.
“E con questo?!?” lo provocò Light, ridendo maniacalmente “Credi che la tua paternale possa intimidirmi, Matsuda? Sei un povero idiota!!”.
“GUARDA CHE COS’HAI FATTO!!!! GUARDA TUTTO QUELLO CHE HAI DISTRUTTO, GUARDA TUO PADRE!!!!!” urlò il poliziotto, indicandogli platealmente il sovrintendente, che non accennava a rialzarsi in piedi, lo sguardo perso nell’erba del cimitero.
Il killer posò lo sguardo su quell’uomo che un tempo aveva chiamato ‘padre’, gli occhi vitrei e apparentemente inespressivi: poi, prima che qualcuno potesse reagire, lo videro scattare in direzione della pistola.
Fu allora che Matsuda aprì di nuovo il fuoco, colpendolo più volte al petto e alle spalle, e mandandolo disteso nelle pozzanghere d’acqua che la pioggia, ormai incombente su di loro, aveva appena formato al suolo: nell’arco di un paio di secondi, il poliziotto stava avanzando verso l’omicida, gli occhi connotati da una vena di pazzia.
“IO TI AMMAZZO, TI AMMAZZO, BASTARDO, TI AMMAZZO!!!!!!” urlò il ragazzo, posizionandosi di fronte al suo avversario e mirando alla testa.
“MATSUDA!!!!”.
Il colpo successivo si conficcò nel terreno, mentre Matsuda veniva tirato indietro da Robin e Aizawa, accorsi per fermarlo: dovette passare qualche altro istante prima che Elle prendesse l’iniziativa, andando verso Mogi e prendendogli dalle mani tese le manette già pronte.
Infine, si chinò sul suo vecchio amico, voltandolo malamente e immobilizzando con quelle piccole catene, l’espressione neutra, attraversata appena da un brivido connesso a una sensazione inspiegabile e indecifrabile.
“Light Yagami, sei ufficialmente in arresto. Sei accusato di omicidio seriale con l’aggravante della crudeltà; se non puoi permetterti una difesa legale, te ne vorrà fornita una” dichiarò, sollevandolo in piedi di peso.
Dopo averlo consegnato definitivamente a Mogi e ad Aizawa, si voltò solo un’ultima volta, richiamandolo indietro.
“Tocca un’altra volta la mia famiglia, e non manterrò il mio consueto autocontrollo. Portatelo via” ordinò infine, prima di tornare a dirigersi verso Ruri.
La ragazza non aveva smesso di consolare Misa per un solo istante, mentre Robin non smetteva di stringere forte Matsuda, cercando di calmare il suo respiro ansimante e il suo pianto sconnesso: era la prima volta che sparava a qualcuno.
“Mi dispiace…” continuava a mormorare Misa “I-io…io volevo s-solo…volevo solo a-aiutarlo…ma n-non dovevo…ho…ho…rischiato…potevo ucciderti!”.
“Questo è inutile negarlo” le sorrise Ruri, facendole alzare lo sguardo “Ma non è successo, e questo è ciò che conta: Misa, non è importante. Non più. Abbiamo già stabilito di non incriminarti, e non lo avremmo fatto comunque”.
“Ma…ma io…ma q-quello che ho fatto…Light…Light mi voleva uccidere! I-io non pensavo…ha d-detto…t-tu…tu saresti morta al posto mio! Gli hai detto di spararti!” singhiozzò la bionda “E io…e io invece…”.
“Misa, adesso devi calmarti. Lo so che è difficilissimo, ma devi cercare di calmarti, va bene? Parleremo più tardi” la rassicurò Ruri, voltandosi verso la sua migliore amica “Robin, puoi portarla a casa? Vorrei che rimanessi con lei per un po’, non mi sento tranquilla a lasciarla da sola…Rem, perché non vai anche tu con lei? Immagino che dovreste parlare un po’…”.
“Certo” annuì lo shinigami, affiancandosi alla ragazza “Vieni, Misa”.
Mentre Robin e Misa, accompagnate da Matsuda e Rem, salivano sulla macchina della polizia poco distante, Ruri si volse di nuovo verso Ryuzaki, aspettando che succedesse qualcosa: prima che potesse rendersene conto, era di nuovo fra le sue braccia, intenta a stringersi a lui come se si fosse trattato di un’ancora di salvezza, lasciandosi finalmente andare a un pianto liberatorio.
“È finita…” le mormorò Elle “Adesso è finita sul serio…”.
Nel momento in cui anche Watari li raggiungeva per unirsi a loro, uno sparo improvviso li costrinse a staccarsi di colpo: il sovrintendente Yagami aveva approfittato dell’attimo di distrazione in cui nessuno gli aveva badato per spararsi alla tempia destra.
Mentre fissava il suo corpo riverso sull’erba smeraldina, ancora stretta contro il petto di Elle, Ruri non poté fare a meno di sospirare pesantemente, del tutto esausta: ancora non poteva credere che tutta quella maledetta storia fosse infine giunta al termine.
 
In seguito, le cose sembrarono andare meglio: dopo l’arresto di Light, gli omicidi di Kira cessarono istantaneamente, ma non venne dato l’annuncio della colpevolezza del ragazzo. Per rispetto nei confronti della famiglia Yagami, Elle stabilì di comunicare ai media soltanto che il colpevole era stato identificato e che, per motivi di sicurezza nazionale, sarebbe stato giustiziato, dopo un processo a porte chiuse, tramite iniezione letale e non tramite impiccagione, con un’esecuzione a cui non avrebbe presieduto nessuno.
Alla signora Yagami e alla piccola Sayu venne semplicemente comunicato che Light e Soichiro erano rimasti uccisi in una sparatoria precedente l’arresto del colpevole, e che la loro morte era stata una tragica fatalità: nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire loro come stavano realmente le cose, anche se Elle e Ruri avevano passato diverse ore a discutere su cosa fosse davvero giusto fare nei loro confronti. Per quanto riguardava Misa, dopo settimane di disperazione in cui solo il conforto di Ruri, Robin e Rem sembrarono giovarle, infine sembrava che avesse deciso di rinunciare ancora una volta ai ricordi del Death Note, così da dimenticare gli orrori connessi alla furia omicida di Kira e potersi davvero convincere a sua volta che Light fosse morto da eroe. Consce di questa nuova consapevolezza, Robin e Ruri erano riuscite a convincerla a lasciare il Giappone per un po’, così da prendersi una pausa da tutti quegli eventi così sconvolgenti e dolorosi.
Infine, giunse il giorno dell’esecuzione di Light: era il 31 Dicembre, esattamente un anno dopo il primo incontro fra Ruri ed Elle.
E fu proprio a un’ora dall’esecuzione, mentre la neve continuava a cadere abbondantemente sulla strada di fronte alla prigione di massima sicurezza, che la limousine guidata da Watari si fermò proprio lì di fronte.
L’inglese si voltò verso il sedile posteriore, dove Ruri ed Elle stavano guardando fuori dai rispettivi finestrini, le mani che si sfioravano leggermente.
“Siete sicuri di volerlo fare?” gli domandò, con uno sguardo in tralice.
“Beh, Ruri ha insistito…” gli fece notare Elle, stringendosi nelle spalle.
La sciarpa che aveva intorno al collo gli provocava un certo fastidio: non era abituato ad uscire d’inverno.
“Miss, non è tardi per ripensarci” sospirò Watari, rivolgendosi direttamente a lei “Credo che non sarebbe il caso…non farà bene alla bambina”.
“Sembra che, secondo la sua opinione, niente di quello che io faccia sia appropriato per la bambina” sospirò Ruri con un sorriso, accarezzandosi appena la pancia, ormai evidente, dato che aveva raggiunto i cinque mesi di gestazione “Senta, non è niente, d’accordo? Non ci metteremo moltissimo”.
“Ancora mi domando perché diamine ci tenga così tanto” borbottò Watari.
“Perché questa storia non è del tutto conclusa…non ancora” scosse il capo Ruri, aprendo la portiera “Ci aspetti, ok? Non ci vorrà molto”.
Elle scese a sua volta dall’auto, prendendola per mano e conducendola all’ingresso del carcere: quando furono dentro, non passarono che pochi istanti da quando la guardia di turno li accolse fino a quando li ebbe condotti di fronte alla sala delle visite.
“Solo dieci minuti” li avvisò, con un cenno sbrigativo “L’esecuzione è stata anticipata”.
Ruri annuì, mentre Elle rimaneva impassibile, scivolando nella stanza subito dopo averla fatta passare: senza dire una parola, si sedettero in silenzio di fronte al tavolo predisposto per l’occasione, diviso dall’altro capo da una spessa lastra di vetro antiproiettile, connessa alla parte isolata della stanza solo da un altoparlante specifico.
Dopo appena qualche minuto, Light fece il suo ingresso, scortato da due poliziotti robusti, che lo fecero sedere malamente, per poi squagliarsela dall’uscita secondaria: alla loro vista, il ragazzo non poté che sbarrare gli occhi, incapace di muovere un muscolo.
Alla sua destra, dalla finestra era possibile ammirare i fiocchi di neve che continuavano a tingere d’avorio l’asfalto, trasportando il loro mondo in un’altra dimensione, un po’ come stava accadendo in quella piccola stanza insignificante, dove loro tre non riuscivano a fare altro che fissarsi a vicenda, mentre le dita di Elle non cessavano d’intrecciarsi a quelle di Ruri. Ancora una volta, entrambi si domandarono perché diavolo avessero deciso di venire.
 
Step one, you say we need to talk
He walks you say sit down it's just a talk
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
As he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
You begin to wonder why you came

 
Fu Light il primo a parlare, malgrado il suo sguardo continuasse a mantenersi fisso sulle manette che gli bloccavano i polsi.
“Siete venuti a godervi lo spettacolo?” pronunciò, con un tono che voleva essere denigratorio, ma che suonò più simile a quello di una persona semplicemente curiosa.
“Volevamo vederti” sospirò Ruri “Insomma…oggi è l’ultimo giorno. Non ci sarà un’altra occasione”.
“Davvero premuroso” replicò Light “Da come la state mettendo, sembra quasi che siamo amici…”.
“A dire il vero” intervenne Elle “Le cose stanno così: noi combattevamo contro Kira, ma eravamo amici di Light Yagami. Lo abbiamo conosciuto, abbiamo vissuto insieme a lui molti momenti che non avevamo mai condiviso con nessun altro, e abbiamo apprezzato la sua compagnia. Volevamo salutarti…dirti che ci dispiace d’aver avuto ragione”.
“Questo sì che è ironico” gli fece notare Light “Mi state chiedendo scusa…?”.
“Non proprio. Diciamo solo che volevamo dirti…che vincere non è stato appagante come ce lo immaginavamo. È più agrodolce di quanto non volessimo ammettere” dichiarò Ruri, stringendosi nelle spalle “E ci chiedevamo…beh…”.
“C’è qualcosa che possiamo fare per te? Qualcosa che possiamo fare per l’amico che avevamo un tempo, se esiste ancora?”.
Sentire Ryuzaki parlare in quel modo gli fece alzare lo sguardo per la prima volta: con loro stupore e piacevole sorpresa, poterono rendersi conto che i suoi occhi sembravano quelli di una volta, ormai privi del bagliore rossastro che tanto avevano odiato.
“Mi piacerebbe che rimaneste. Quando sarà il momento, vorrei…vorrei vedere qualche volto conosciuto. Qualcuno che voglia essere davvero qui, oggi…” mormorò Light “Vorrei che ci foste, quando morirò. Credo…credo che aiuterebbe”.
Prima che potessero replicare, la guardia carceraria rientrò, affermando che era giunto il momento: con uno sguardo terrorizzato, Light si voltò di nuovo verso di loro, quasi supplicandoli, come mai gli era capitato di fare.
Sospirando, Ruri ed Elle si alzarono, rivolgendogli un cenno d’assenso: in fondo, la morte era capace di spaventare chiunque, perfino chi era giunto a credersi un Dio.
 
Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life

 
Guardarlo morire fu qualcosa di atroce: lo videro chiudere gli occhi, dopo averli fissati per una buona decina di minuti, infine deciso a lasciarsi andare definitivamente, quando infine poterono osservare il suo corpo contrarsi in maniera spasmodica, come se fosse stato trafitto da mille aghi in contemporanea: aveva le mani legate, ma si resero conto che, se avesse potuto, avrebbe finito per portarsi le mani al torace. Quando volsero lo sguardo alla loro sinistra, si accorsero della presenza di Ryuk, che aveva appena terminato di scriverne il nome sul Death Note: dopo aver rivolto loro un sorriso maligno, il demone scomparve definitivamente, dissolvendosi in una nuvola di vapore e portando via con sé l’anima di quel ragazzo intelligente e brillante, convinto di poter divenire un Dio soltanto con la forza della morte.
 
As he begins to raise his voice
You lower yours and grant him one last choice
Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed
He will do one of two things
He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same
And you'll begin to wonder why you came

 
Quando infine uscirono dal carcere, Ruri si volse a guardare il detective, gli occhi colmi di lacrime e il respiro appena affannoso.
“So che non puoi capirmi…” sussurrò, scuotendo appena la testa, le guance già bagnate “Neanche io riesco a capirmi…”.
Elle la strinse a sé, lasciando che desse di nuovo sfogo alle lacrime che aveva trattenuto per tanto tempo, triste a sua volta come non lo era da mesi.
“Credo di riuscirci…” le sussurrò alla fine, baciandole appena la chioma bagnata dalla neve “Credo proprio di riuscirci…”.
Dopo un tempo che parve infinito a entrambi, Elle si staccò appena da lei, con espressione stranita.
“Che cos’era?” le domandò, alzando un sopracciglio.
“Cosa?” ribatté Ruri, tirando ancora su col naso.
“Quel colpo che ho sentito…ti stavo abbracciando, e…”.
Ruri gli sorrise dolcemente, spazzandogli via un po’ di neve dai capelli.
“Era la coccinella. Sta iniziando a scalciare: sembra più testarda di suo padre, a volte, sai?”.
 
Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life

 
Prima che potesse replicare, Elle udì il cellulare vibrargli il cellulare nella tasca dei pantaloni e si affrettò a rispondere, con espressione inquieta.
“Pronto?” disse semplicemente.
“Ryuzaki, sono Ayber. Watari mi ha detto che siete andati all’esecuzione…”.
“Sì, è appena finita. Dimmi pure, Ayber” replicò Elle, con un sospiro.
All’altro capo del telefono, il biondo fece una breve pausa.
“Sei con Ruri, adesso?” gli domandò infine.
“Sì, certo. Ayber, cosa…?”.
“Ricordi quelle informazioni che mi avevi chiesto di cercare sul conto della sua famiglia e su John Williams?” gli chiese, mantenendo il tono di voce basso.
Cercando d’ignorare l’occhiata penetrante che la giovane gli stava lanciando, Elle si affrettò a rispondergli.
“Certo. Hai trovato niente?” ribatté subito.
“Più di quanto potresti immaginare. Se ti dicessi che Williams non era affatto il padre naturale di Ruri, che cosa mi risponderesti?”.
 
How to save a life…
 
Continua…
 
Nota dell’Autrice: …………………………VISTO??? VOI E LE VOSTRE MINACCE DI MORTE!!! Ok, partiamo dal presupposto che il capitolo è stato scritto in poche ore, quindi dire che è la primissima e unica stesura è un eufemismo. Ergo, so già che è frettoloso, tirato via, brutto e palloso, lo so, lo so, e non è affatto un gran finale (anche se non è il finale vero e proprio: mancano ancora due capitoli), ma che posso dire? Così mi è venuto fuori. Lo so che poteva sembrarvi che avessi fretta di concludere, ma in effetti era un po’ voluto. Che altro posso dire? Un autentico SCHIFO, ne sono consapevole e vi chiedo venia, insultatemi pure XD Le canzoni di questo capitolo erano ancora ‘Not gonna die tonight’ degli Skillet e ‘How to save a life’ dei The Fray (avrei voluto prolungare di più il dialogo con Light, ma volevo proprio rendere l’idea che avessero pochissimo tempo…avete presente quando nei film uno sta per morire e passa ore a parlare? Ecco, l’esatto opposto XD). Ringrazio infinitamente SelflessGuard, Lilian Potter in Malfoy (che mi ha minacciato di morte come nessuno XD), MaryYagamy_46, Robyn98, Ell3 e Zakurio per aver commentato lo scorso capitolo, grazie di cuore!! Adesso siamo davvero molto vicini alla fine, confesso che sto per piangere…a presto con il prossimo capitolo!!! Un bacione, Victoria <3 
   
 
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