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Autore: milly92    05/02/2009    5 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Addio, Loft!22

Ma salve!

Mi scuso per il ritardo ma ho dovuto prepararmi per l’interrogazione di geografia in soli due giorni, grazie al prof che si è reso conto di avere una sola interrogazione 6 giorni prima degli scrutini. Questo  capitolo lo dedico a te, adorato prof, semplicemente perché ora grazie a te sono più acculturata circa il Sudafrica,il Congo, la Nigeria e il Kenya con tanto di cause ed eventi dell’apartheid ma non ho potuto fare shopping e non so cosa diavolo indosserò domani. Grazie, eh.

Ok, scusate lo sfogo! Ci tengo a precisare che in questo cap non terminerà il programma e ci sono ancora 15 cap  da leggere! ^^

E scusate se questo cap è un pò cortino, il prossimo sarà più lungo!

Grazie mille a:

giunigiu95: Grazie! ^^ Hai proprio ragione, Deb ha l’imbarazzo della scelta, ma se fossi in lei continuerei per la mia strada e sceglierei Andrea anche se ormai manca pochissimo all’addio!

95_angy_95: Eheh, devi sapere che Niko impiega sempre secoli per esternare i suoi sentimenti... Causando tanto caos nella persona interessata! Infatti ora vedrai come si sente la povera Deb….

Giulls: Ma certo, tesoro, Niko aspetta solo te, gli ci vuole proprio una bella consolazione! =D Purtroppo la tristezza è all’ordine del giorno e culminerà nel cap 42, quando tutti si saluteranno definitivamente… Comunque grazie mille, sei un tesoro!

Angel Texas Ranger: Uomologo? Ok, assumiamone uno e facciamolo lavorare per Deb perchè da questo cap in poi ne avrà proprio bisogno! ^^

vero15star: Tesoro, giuro che la  tua recensione mi ha fatto commuovere, quando l’ho letta mi sono detta: “Ecco, ora posso dire di aver fatto qualcosa di buono scrivendo questa storia”. E’ meraviglioso sapere che si riescono a trasmettere emozioni simili attraverso una fic! Ti ringrazio infinitamente! E comunque mancano ancora 15 cap, tranquilla!^^

_New_Moon_:Ti  ringrazio, ma credo di avere una vasta collezione di bastardi alle mie spalle! xD Purtroppo i raga sono tutti così, cosa vuoi farci… Solo Andrea è perfetto! xD xD

A martedì o mercoledì, buon fine settimana a tutte voi!

La vostra milly92.

Capitolo 40

Addio, Loft!

L’indomani si annunciò una giornata soleggiata e abbastanza calda, tanto che giravo per la casa con tanto di top e shorts e con i capelli legati in una crocchia.

L’atmosfera e la tristezza erano palpabili: ognuno di noi di noi gironzolava per il loft guardandosi attorno accuratamente, essendo consapevoli che da li a poche ore non avremmo più soggiornato tra quelle mura.

“Ehi, piccolina!” .

Stavo per andare in cucina quando Andrea mi prese per un braccio, trascinandomi sul divano del salotto.

“Ehi” feci, cercando di sorridergli, cosa che mi riusciva un po’ difficile ad essere onesti. Mi sentivo estremamente in colpa,  la sera prima non avevo fatto altro che piangere tra le  sue braccia  ed avevo fatto capire a tutti che ciò era dovuto all’imminente addio, non al fatto che Niko mi aveva confessato i suoi sentimenti. La cosa peggiore  fu che per un istante immaginai la mia avventura lì a Music’s Planet che si svolgeva in un modo diverso: Niko che mi confessava i suoi sentimenti durante la famosa terza settimana ed io che accettavo la sua corte, confidandomi con Andrea che rivestiva i panni di mio migliore amico insieme a Max… E proprio mentre questa visione prendeva forma nella mia mente Andrea mi aveva baciata e stretto a sé ancora più forte, sussurrandomi: “Farò il possibile per  raggiungerti nella tua città, sabato”. Inutile dire che il mio stomaco aveva fatto due capriole con tanto di brusca caduta.

“Allora? Ieri sera eri un po’ giù…” mi domandò, abbracciandomi e baciandomi. Lo lascai fare, gettandogli le braccia al collo, e mi sentivo quasi spensierata quando nella mia mente riaffiorò il ricordo del bacio che mi aveva dato Niko una settimana prima.

 E’ stato decisamente dolce, e poi bacia bene! Mi ritrovai a pensare, prima di  aprire gli occhi con uno scatto e notare con un  senso di oppressione lo sguardo perso di Andrea mentre mi circondava la vita con il braccio destro e mi accarezzava i capelli con la mano sinistra.

“Ovvio che sono giù, no?” sbuffai, divincolandomi dalla sua presa.

Ma che cavolo mi prende?

“Anche io lo sono ma… che c’entra, non voglio sprecare nemmeno un minuto!” mi rammentò, confuso dalla mia improvvisa reazione, passandomi il braccio attorno la spalla.

Feci spallucce, ancora stranamente presa da quell’attacco di poca lucidità,prima di chiedere: “Allora? Quando ci molleremo? Dopo la finale o appena arriveremo nello studio?” con un tono troppo severo e crudele.

Andrea mi lasciò andare, guardandomi con un’espressione colpita.

“Ma chi sei tu? Cosa ne hai fatto di Debora?”  chiese agghiacciato, alzandosi ed uscendo dalla stanza senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.

Restai immobile, cercando di capire cosa avevo fatto. E quando lo compresi, mi seppellii il capo tra le mani.

“Stronza!” mi auto rimproverai.

“Uh, chi stai degnando di un simile complimento?”.

La voce curiosa di Max mi raggiunse come da lontanissimo. Prese posto vicino a me, togliendomi le mani attorno alla testa e guardandomi negli occhi.

“Me stessa. Si, sono una stronza” ripetei affranta.

“Si può sapere cosa sta succedendo?”.

“Io… non lo so!” affermai sinceramente, accasciandomi sul divano. 

“Wow”.

“E piantala di fare il sarcastico!” urlai, alzandomi e andandomene nella mia stanza, ormai vuota da libri, scarpe e trucchi.

Mi squadrai allo specchio, quello specchio in cui mi ero vista in quei due mesi e che tante volte mi aveva confortata. E non ci vidi altro che uno sguardo smarrito.

Tre secondi dopo vidi la figura della zio dietro di me, che mi poggiava una mano sulla spalla. “Ora me lo sai dire?” chiese pacatamente.

Mi voltai, respirando un po’ rapidamente, prima di bofonchiare: “Credo che sia dovuto al fatto che… Che Niko mi ha detto che io gli piaccio dalla terza settimana” e guardare per terra.

“Cosa?!”.

Max mi guardava  scioccato, e si sedette sul letto. “Io ci sto pensando da secoli, giuro! Ho iniziato ad insospettirmi quando mi disse quella cosa sul sogno e poi quando una notte mormorò il tuo nome nel sonno…”.

“Davvero…?” feci senza parole, sedendomi al suo fianco.

“Si… Ma non lo credevo possibile dopo il casino del film, delle telecamere…”.

“Invece ieri mi ha detto così…” dissi sconsolata.

“Quindi… Stai così perché sei confusa?” domandò pacatamente lo zio guardandomi attentamente.

“No!” risposi subito, ma non fui sollevata nel sentire che quel no non  fosse sincerissimo. “E’ solo che è brutto vedere un tu vecchio desiderio avverarsi! Io sono venuta qui per lui, ed ero felicissima quando ho scoperto di provare qualcosa per Andrea perché lui non mi ricambiava, e sapere che invece ora è il contrario mi da un senso di colpa…”  spiegai, colpita da quello che io stessa stavo dicendo, ma preoccupata perché mi sentivo ancora peggio.

Max annuì. “Capisco”.

“Ed ho anche litigato con Andrea” borbottai, spiegandogli l’accaduto di poco prima. “Ti giuro, ultimamente faccio cose cretine senza nemmeno rendermene conto…”.

“Stai crescendo” concluse semplicemente l’uomo, abbracciandomi. “Ed ora che questa avventura sta giungendo al termine, devi fare i conti con  i tuoi sentimenti proprio come ai fatto con Daniele e Silvia”.

“Mi dici come farò senza di te?!” gli chiesi stringendolo.

“Vale lo stesso per me…” rispose. “Ma ora va a fare pace con Andrea , su” disse sorridendo.

“Si…” annuii ed uscii dalla stanza, recandomi in quella dei ragazzi.

Vi trovai Giuseppe e Niko che stavano accordando una chitarra, e quando Niko mi guardò mi sentii sprofondare. “Scusate, avete visto Andrea?” chiesi imbarazzata, poiché udendo quel nome Niko si era girato.

“Se non sbaglio è in giardino, sembrava parecchio nervosetto” disse Giuseppe allegramente. “Quindi vedi di tirarlo su perché non può affrontare la finale con il muso e l’umore a terra” aggiunse facendomi l’occhiolino.

“Contaci!” dissi,cercando di suonare spensierata.

Corsi in giardino, dove lo trovai seduto sull’altalena a dondolo, e sentii un brivido ricordando che li ci eravamo dati il nostro primo bacio.

Mi avvicinai da dietro, e gli circondai il collo con le braccia. “Scusami” dissi. “Sono stata una cretina… Ma c’è una spiegazione…” spiegai.

“Ti ascolto” sussurrò, mentre facevo il giro dell’altalena e mi sedevo al suo fianco.

Mi ascoltò con attenzione e alla fine annuì semplicemente. “Ok, tanto siamo pari… Ed io voglio davvero trascorrere queste ultime ore con te. Possibile che con te non riesco mai a essere arrabbiato per tanto?” mi domandò ridendo.

“Guarda che anche tu mi fai lo stesso effetto” gli sussurrai nell’orecchio, prima di stringerlo e baciarlo con tutta la passione che mi sentivo dentro.  Era così bello sentirmi protetta, al suo fianco… 

Ma questa sensazione di beatitudine terminò quel pomeriggio, alle cinque, quando fummo costretti a lasciare il loft. Era uno strazio starsene nell’ingresso con le valige in mano a lanciare un ultimo sguardo a quella casa che era stata il nostro rifugio per così tanto tempo.

“Aspettate, penso che ognuno di noi debba scrivere qualcosa sul muro, lasciare un segno indelebile circa il fatto che siamo stati qui…!” disse Max, lasciando perdere il suo trolley e correndo in cucina. “Ecco, mi ero dimenticato di questi” disse tornando da noi, con in mano quattro pennarelli indelebili.

Ne presi uno ed andai nella mia stanza, fermandomi davanti ad una delle pareti vuote.

Ed ora cosa ci scrivo?!

Cercai di ripensare a qualche frase che poteva esprimere al meglio il mio soggiorno, optai per scrivere qualche frase della canzone che mi avevano dedicato i ragazzi, ma poi pensai che sarebbe stato troppo egocentrico. Poi, dal nulla, affiorò il ricordo del mercoledì precedente, del bacio con Andrea…

“E ho guardato dentro un'emozione  e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore. E va bene così… Senza parole…”.

Me lo ritrovai scritto davanti prima che riuscissi a capire bene cosa stessi facendo, con un sorriso nostalgico. Aggiunsi un enorme “Grazie!” e lo fotografai con la mia digitale.

“Deb! Allora, cosa hai scritto?” mi ritrovai davanti Andrea e il resto del gruppo, Daniele e Max.

“Mmm, ti piace Vasco?” domandò curioso Daniele.

“Beh, ehm, diciamo…” mormorai, incrociando lo sguardo di Andrea che mi sorrideva.

“E voi? Cosa avete scritto?”.

“Vieni e lo vedrai!” fece Giuseppe, mentre tutti lo seguivamo.

Ci condusse in quella che era stata la loro camera, e sulla parete vicino la finestra c’era scritto tutto il testo di “A te”, che avevano cantato poche settimane prima.

“Ovviamente è dedicata a tutti voi” spiegò Dante, mentre noi iniziavamo ad applaudire, commossi.

“Io voglio sentire la vostra versione  in radio al più presto, a prescindere dal fatto che vincerete o no!” dichiarò Daniele, prima di lanciarmi un timido sorriso. “Anche perché dice tutte cose vere…” aggiunse imbarazzato.

“Incrociamo le dita” disse Francesco. “E tu, Max? Cosa hai scritto?”

“Venite”.

Quando lessi la sua scritta mi vennero le lacrime agli occhi. Lui l’aveva scritta in soggiorno, il posto dove avevamo trascorso dei momenti emozionanti, felici e tristi.

Non era il pezzo di qualche canzone, no, era un suo semplice pensiero.

“Ho imparato che chi ama cresce e vince, anche se sente di aver perso la sua battaglia quando si trova lontano da chi ama. E così mi sento io ora, solo che so di essere vincitore  perché qui ho superato me stesso”.

“Oh, zio” mormorai, asciugandomi le lacrime. “Tu sei un poeta”.

“Si, ma ora non piangete” ci rammentò, anche se anche lui sembrava commosso. “Abbiamo una finale da affrontare, e detto tra noi… Che vinca il migliore”.

Ci fu qualche cenno e dei sorrisi nostalgici, gli stessi che vidi stampati sulle loro facce un quarto d’ora dopo mentre uscivamo dal loft.

 

 

Qualche Anticipazione:

“Cos…?” domandai al nulla, voltandomi e trovandomi davanti i miei, mio fratello e il solito gruppo formato dalle mie quattro amiche.

___________

 

 “Si… E’ sempre questione di gusti… Il guaio è quando una cosa piace a tutti…”.

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“R-Rossella… C-ciao…” bofonchiai, credendo di vivere in un incubo. Indossava una vestina azzurra con degli stivali bianchi e sembrava al settimo cielo.

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“Sai che sono sempre il primo a giudicarlo quando sbaglia, ma ora non ha fatto nulla, è Rossella l’idiota” disse Giuseppe.

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“Al fatto che tu mi pensi ancora…” mormorò, continuando ad avvicinarsi finchè non si trovò faccia a faccia con me.

  
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