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Autore: Niley story    03/09/2015    14 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Silenzio. Il silenzio era diventato padrone di quella stanza. << Fran?...Dì qualcosa almeno… >> lo sprona Jorge, io afferro il suo braccio cercando di fargli capire che è meglio tacere. Osservo attentamente mio fratello, d’un tratto lo vedo ridere. Deglutii. Quella risata non mi piaceva per niente, non era una vera risata, era una risata nervosa, isterica, arrabbiata. Mio fratello gettò il capo indietro continuando a ridere come un matto << Francisco! >> Candelaria gli poggia la mano destra sulla spalla e Fran smette di ridere. << Mia sorella Jorge? Sul serio? >> il suo tono di voce era stranamente calmo, non promette nulla di buono. << Beh…non l’ho scelto io Fran, mi sono innamorato di lei >> << INNAMORATO. Tu ti sei INNAMORATO di mia sorella?! >> ecco che il suo tono di voce inizia ad alzarsi. << TU SEI UN BASTARDO JORGE! >> Fran  scatta in piedi e sferra un pugno sul naso a Jorge, ciò succede in una frazione di secondo, siamo tutti confusi e riusciamo a mettere a fuoco la scena solo nel momento in cui Jorge blocca il secondo pugno destro di Fran, prende il pugno nella mano sinistra e quando mio fratello sta per usare l’altra mano gli blocca il polso con la sua destra. Francisco fa resistenza per continuare a picchiarlo ma Jorge sembra riuscire a tenerlo fermo. Diego si era alzato dalla poltrona subito dopo il primo pugno probabilmente per fermare Fran ma vedendo che Jorge era riuscito da solo si è fermato in piedi a poca distanza tra noi. << Parliamo Fran >> lo supplico poggiando una mano sul suo avambraccio destro. Lui mi guarda negli occhi e finalmente smette di cercare di colpire il mio ragazzo. << Eri un fratello per me Jorge! >> << Tu per me lo sei ancora ma non ti chiederò scusa per essermi innamorato di tua sorella. Posso chiedertelo per non avertelo detto subito ma non per altro >> tirai il braccio di Jorge per cercare di fargli capire che era meglio stare zitto e non reagire così adesso. Francisco cammina nervosamente avanti e dietro nella stanza, sorride e scuote la testa << Le cose non succedono per caso Jorge. Siamo NOI a farle succedere. Se non volevi innamorarti di mia sorella gli stavi lontano! >> Jorge si alza in piedi per avvicinarsi a Fran, idea non geniale a mio parere. << Lo dici come se fossimo noi a scegliere chi amare. Ho provato a combattere contro i miei sentimenti e l’ho fatto per TE! >> << AH! Quindi ti devo anche ringraziare?! >> << NO! Sto solo cercando di farti capire! Hai ragione! Le cose non succedono per caso okay? Credevo di non riuscire ad amare più nessun’altra dopo ciò che era successo a Sarah…o meglio che pensavo fosse successo. Invece Martina è finita sul mio cammino e…ed è riuscita a farmi provare cose che non ricordavo neanche potessero esistere. Anche cose nuove. Cose che non posso spiegarti con le parole ma che sono sicuro provi anche tu da quando stai con Cande >>. Jorge punta lo sguardo su Candelaria e mio fratello con lui. Candelaria accenna un sorriso guardando Francisco e dopo qualche secondo lo sguardo di lui si posa su di me. << Quando sono entrato in camera tua, quando tu e Jorge stavate discutendo, mi hai mentito. Non mi hai detto qual era il vero motivo della tua sofferenza. E cioè che questo BASTARDO ha baciato un’altra sotto i tuoi occhi mentre stava con te. >> lo sguardo di mio fratello torna ad accendersi di rabbia, si volta verso Jorge e gli dà un altro pugno sul naso, Jorge subisce il colpo senza reagire. Io scatto in piedi e cerco di avvicinarmi a Fran << Aspetta! Non è andata così. Cioè…sì in un certo senso…ma… >> << No. Adesso parlo io. Conosco Jorge, ed è una persona fantastica. Darebbe la sua vita per chi ama ma non riesce a stare con una ragazza, non senza farla soffrire e TU hai già sofferto abbastanza Martina. Non voglio vederti distrutta e meno a causa del mio migliore amico. Lo capite che questa storia potrebbe rovinare tutto?! >> lui torna ad alzare la voce e il suo sguardo passa da me a Jorge ripetutamente. Jorge è il primo a riaprire la bocca << Fran, se faccio soffrire lei faccio soffrire me. Questo non è un gioco, cavolo! Hai ragione, ti stai chiedendo come posso fare IO a non far soffrire tua sorella, soprattutto dopo aver visto che posso farlo. Ma credimi stavo male anche io. Stavo impazzendo perché lei non voleva lasciarmi parlare, volevo spiegarle, dirle che era l’unica che amo e che…quel bacio con Sarah è stato un tuffo nel passato e che non c’è stato altro. Puoi chiederlo anche a lei se non mi credi. Tua sorella mi ha creduto, puoi farlo anche tu? >>. Azzardo un passo e decido che tocca a me parlare << Fran…non sono stupida e so che non lo sei neanche tu. Hai visto tu stesso con i tuoi occhi fin dove arriverebbe Jorge per proteggermi. Tu c’eri quando ha rischiato prendersi una pallottola in pieno petto o quando ha rischiato di finire in prigione picchiando Fernando a morte. Devi credere che quello che prova per me sia più forte di tutto e tutti. Come lo credo io. Tu lo conosci da più tempo di me, sai che ci tiene alla vostra amicizia, pensi che la metterebbe a repentaglio per una ragazza che non AMA? >> marco bene l’ultima parola per riuscire ad esprimere i sentimenti che sono racchiusi in essa. Mio fratello sembra che stia per cedere, si copre il volto con le mani e sospira. D’un tratto si volta verso Diego e apre delle fessure tra le dita per guardarlo negli occhi prima di togliersi definitivamente le mani dal viso. << Tu. Tu lo sapevi? >> si avvicina lentamente a lui, mio cugino deglutisce e poi scrolla le spalle << Sì ma solo qualche giorno >>. Inevitabilmente e come previsto Fran sferra un pugno anche a lui. Lodovica si alza in piedi per soccorrerlo, gli poggia una mano sulla spalla e gli prende il mento con la mano per valutare i danni. Francisco si tocca il pugno con l’altra mano, evidentemente a furia di dare pugni faceva male anche a lui. << Okay, adesso basta Fran. Andiamo a sbollire la rabbia altrove. Vieni >> Candelaria si avvicina senza alcun timore e prende il suo del suo ragazzo, Fran non oppone resistenza, guarda negli occhi la sua ragazza e fa un cenno di assenso col capo ed entrambi escono si dirigono verso l’uscita. Sia Jorge che Diego hanno la mano sul naso << Ti fa molto male? >> chiedo a Jorge << Abbastanza, tuo fratello è molto agile…e pensare che sono stato io ad insegnargli dove colpire >> lui ride scuotendo il capo << Già, avresti dovuto insegnarci anche un po’ più di difesa! >> scherza Diego guardandolo << Dai andiamo a metterci del ghiaccio prima che si gonfi >>. Lodovica attira Diego in cucina e io prendo Jorge sottobraccio facendo lo stesso. Jorge e Diego sono seduti sugli sgabelli della cucina e io e Lodo gli teniamo le borse del ghiaccio sui nasi. << Mi dispiace bro, tu non c’entravi niente >> Jorge dà un  colpo sul braccio a mio cugino mentre gli parla. << Non importa…ciò che conta è che finalmente abbiamo messo la parola fine ai segreti >> << Puoi giurarci! >> dico sospirando. << Secondo voi Francisco avrà capito? Cioè accetterà la vostra relazione? >> chiede la mora << Deve farlo. Non ha altra scelta. Se non lo capisce ora lo capirà col tempo ma confido nel fatto che Cande riesca a farglielo capire >> Jorge mi toglie la borsa del ghiaccio da mano e mi cinge la vita col braccio sinistro per poi affondare il volto nell’incavo del mio collo. Sorrido e avvolgo le braccia intorno al suo collo ricambiando l’abbraccio. << Ohw quanto siete carini!!! >> urla la mia amica e al contempo credo stringa troppo il ghiaccio sul naso di mio cugino << Ah! Nena mi fai male >> << Oh…scusa >>. << Jorge, dovremmo andare a lavorare sulle canzoni che dici? >> Diego gli poggia una mano sulla spalla e noi sciogliamo l’abbraccio << Sì, hai ragione. Ci aiuti? >> Jorge me lo chiede guardandomi negli occhi << Sì, certo >> << Ti dispiace se lo chiediamo anche a Sarah? >> beh l’idea non mi rendeva entusiasta ma…era giusto cercare almeno di andare d’accordo, anche perché tra poco lei se ne sarebbe andata quindi…<< No, va bene >> << Grazie Sweety >> mi dà un bacio sulla guancia e poi va a chiamare Sarah. << Davvero? Ti sta bene? >> Lodovica mi guarda con gli occhi sgranati, io scrollo le spalle << Tornerà in Messico tra qualche giorno. Ha capito come stanno le cose quindi sì, mi sta bene. E poi non ho nulla da temere >> << Sicura? >> mio cugino si mette in piedi e mi guarda inarcando un sopracciglio la voglia di ucciderlo in questo momento mi ribolle nel sangue ma mi limito a dargli un pugno sul braccio destro << Ahi! Fai male mocciosa! >> Diego si tocca il braccio con l’altra mano e mi guarda stupito. Probabilmente non si aspettava che anche io potessi fare male se voglio, gli sorrido e poi scrollo le spalle. << Hey, venite? >> Jorge si affaccia dalla porta della cucina, Sarah è dietro di lui. << Sì, eccoci >> Lodovica prende il polso di Diego tiarandoselo dietro e io li seguo. << Mi sono perso qualcosa? >> chiede Jorge guardandomi, inclina leggermente il capo guardandomi confuso, io sorrido negando col capo << No, andiamo >> gli prendo la mano e ci dirigiamo verso la stanza con gli strumenti. Jorge lancia ogni tanto lo sguardo alla porta, sapevo che aspettava di vedere Fran, sapevo che lo stava sperando. Mi avvicino a lui e gli sussurro all’orecchio << Arriverà. È la sua casa, la sua band, la sua famiglia. Ci tiene troppo, fidati >> Jorge le sue labbra si estendono lentamente in un sorriso, poggia la mano destra dietro al mio collo per avvicinarmi a sé e darmi un bacio sulla fronte. In quell’istante la porta della stanza si apre, entrano Cande e Fran.  Quest’ultimo resta sulla soglia della porta mentre la sua ragazza entra e prende posto su una delle sedie. Francisco fa un cenno con la mano a Jorge per far indicargli di seguirlo e lui obbedisce. Escono fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Osservo Candelaria, lei gioca con il cellulare mentre io sono in ansia. Mi vado a sedere vicino a lei << Sei riuscita a calmarlo? >> chiedo guardandola, lei ha gli occhi fissi sul suo candy crush il che mi innervosisce << Sì, certo >> << E?... >> << E cosa? >> << Che ti ha detto Cande?! Accetta la relazione? >> << Mmm…sì, credo di sì. Ha detto che voleva parlare con Jorge >> finalmente smette di giocare e mi degna della sua completa attenzione << Martina, sta calma okay? Ci ho parlato, gli ho spiegato delle cose, gli ho fatto capire delle cose. Sono sicura che andrà tutto bene >>. Sospiro sperando che abbia ragione.
Sono passati 15 minuti e quei due non sono ancora tornati << Martina! >> una voce che ormai distinguevo come quella di Sarah mi scuote dai miei pensieri. È in piedi parata di fronte a me << S-sì? >> << Okay, so che sono l’ultima persona che potrebbe parlarti in questo momento ma…ho avuto modo di conoscere abbastanza tuo fratello. L’amicizia tra lui e Jorge è molto solida non devi preoccuparti di nulla…se non della canzone che stiamo componendo. Okay? >> lei mi sorride e io mi costringo a fare lo stesso << Okay. Sì hai ragione >> mi alzo, sento un rumore e mi volto verso la porta. Vedo entrare Jorge e Francisco, il prima avanti il secondo  dietro, passo rapidamente gli occhi prima su uno e poi sull’altro in attesa di avere risposte. Tutti e due si fermano dinnanzi a me. Mio fratello sorride e lo spinge gettandomelo addosso. Sollevo istintivamente le mani posandole sul suo petto quando mi arriva contro. << È tutto tuo. Ma se prova a farti piangere diventa carne per gli squali >> e dal tono e l’espressione usata da mio fratello capisco che sotto lo scherzo si nasconde una vera minaccia. Rido e mi avvicino a lui per abbracciarlo. << Un’ultima cosa. Avete finito con i segreti veri? No sul serio ditemi che avete finito perché altrimenti mi vado a fare una polizza sulla vita perché prima o poi un infarto me lo farete venire continuando così >> tutti ridemmo alle parole di Fran. Successivamente ci mettemmo a lavoro sulle canzoni che la band avrebbe suonato al concerto.
Quella sera per la prima volta dopo tanto tempo mi ritrovai stesa sul letto di Jorge ad osservare il soffitto, lui invece andava avanti e indietro nella stanza con solo il pantaloncino del pigiamo e non ne capivo il motivo. << Mi dici cosa stai cercando? >> provai a chiedere per la terza volta sollevandomi sui gomiti per guardarlo. << Una cosa >> la stessa risposta per la terza volta. << Jorge non puoi cercarla domani mattina? Con la luce del giorno!? Insomma stai mettendo a soqquadro un’intera stanza per…per non so cosa! >> dissi esasperata. << Ora ricordo! >> esultò guardandomi. Roteai gli occhi sospirando, possibile che mi ignorasse? Jorge si avvicinò al letto e gattonando si stese al mio fianco, allungò una mano sotto al materasso e io mi misi a sedere guardandolo. << Ma che stai facendo? Jorge! >> << Un attimo >>. Finalmente si mette a sedere e mi mostra una piccola scatolina << Guarda >> << Cos’è? >> chiedo curiosa << Aprila >>. Lui me la tende e io lo guardo dubbiosa. Torno a posare gli occhi su quella scatolina e la prendo tra le mani. La fodera blu era fatta di pelle. La apro e all’interno vi trovo due anelli, sembrano due fedine. Una delle due è circondata da diamanti mentre l’altra ha una pietra nera incastonata al centro. Entrambe erano in oro bianco. << Oh mio Dio…sono bellissime! >> << Ti piacciono? >> << Sì! >> non riesco a distogliere lo sguardo da tutto quello scintillio. << Questo è mio >> dice indicando quello con la pietra nera << Mentre l’altro è tuo >> << Dici sul serio? >> chiedo esterrefatta << Sì, voglio che la porti sempre al dito così tutti sapranno che sei impegnata >> risi scioccata scuotendo il capo << Sapranno lo stesso di te >> << Bene, perché è quello che voglio >>. Tornai a fissare gli anelli e poi scossi il capo << Non stai correndo un po’ troppo Blanco? >> in fondo stavamo insieme da soli due mesi << No. Non ti sto chiedendo di sposarci Sweety, ti sto chiedendo di mostrare al mondo chi siamo e che apparteniamo l’uno all’altra >> << E abbiamo bisogno di costosissimi anelli per dimostrarlo? >> chiedo inarcando un sopracciglio e trattenendo una risata, sorride e scuote il capo << No, ma mi piace l’idea che abbiamo qualcosa da mostrare agli altri. Sai perché l’anello è fatto a forma di cerchio? >> << Sì, perché il cerchio non ha un inizio e non ha una fine. È il simbolo eterno giusto? >> << Giusto, è come il nostro amore. Eterno. E io lo posso dire con sicurezza >> << E se io invece non avessi questa sicurezza? >> << Te la darei io col tempo >> << Ne sei così sicuro? >> << Sicurissimo. >>. Tornai a guardare gli anelli. Jorge sembrava davvero sicuro di quello che diceva. << E se ti chiedessi di riportarli indietro Jorge? >> sussurrai voltandomi ancora verso di lui. << Non posso. Non li riprendono quando li hai fatti incidere >> sgranai gli occhi a quelle parole << Li hai fatti incidere?! >> << Com’è che dici tu? Ah già, sip! >> << Non rubarmi le battute >> dissi guardandolo male dandogli una gomitata sul petto, lui scoppiò a ridere, io presi immediatamente l’anello con la pietra nera e lessi la frase all’interno “Sono complicata. Avremo un amore complicato M&J” scoppiai a ridere leggendo e scossi il capo << Sul serio? >> << Sì! Sul serio! >>. Feci una pausa e poi sorrisi << D’accordo. Dammi la mano >> gli porsi la mia e lui obbedì, infilai l’anello al suo dito medio destro e poco dopo lui fece lo stesso con l’altro anello. << Ti va? Con la misura ho tirato ad indovinare >> disse infilandomelo, osservai la mia mano e dissi << È perfetto >> << Bene >>. Jorge mi tolse la scatoletta di mano e la posò sul comodino. Poi si protese verso di me e mi baciò sulle labbra, risposi al bacio circondandogli il collo con il braccio sinistro e accarezzandogli i capelli con l’altra mano. Lasciai che mi stendesse lentamente sul materasso mentre continuava ad accarezzarmi i fianchi con le sue mani. Le emozioni con lui non finivano mai ed erano…erano sempre come qualcosa di nuovo, qualcosa di inesplorato, speciale e familiare allo stesso tempo. I brividi che ci percorrevano lungo la schiena, quell’amore che sembrava non avere fine, era sempre tutto lì. Ma anche la paura di perderlo era lì. E questa volta ero certa, non sarei riuscita a sopportarlo in nessuna circostanza. Per nessuna ragione.
Il giorno seguente lavorammo ancora sulle canzoni e la sera dello spettacolo la band diede il meglio di sé. Ero così orgogliosa di loro, lo facevano con passione, con grinta, con intesa, con il cuore e si vedeva. Lo potevi sentire nelle loro voci, avvertirlo quando raggiungevano il tuo cuore o semplicemente osservano la luce che brillava nei loro occhi. I ragazzi stavano cominciando a prendere molto seriamente questa storia dei “Deamers” e non mi sorprenderei se un giorno dovessero incidere un album, diventare famosi ed essere circondati e acclamati da migliaia di fans. Il giorno della partenza Sarah stava parlando al telefono con qualcuno << Sì, verso le 12 se è possibile >> << Che fai? >> chiese Jorge guardandola << Sto chiamando un taxi per domattina, per l’aeroporto >> << Cosa?! No! Non pensarci nemmeno Sarah! Ti accompagno noi. Vero Sweety? >> Jorge le tolse il telefono da mano e poi si voltò verso di me per la risposta << Ehm…certo! Sì! Assolutamente! Non ci sono problemi >> fino all’aeroporto, fino all’aereo, fino al sedile, dimmi dove e ti accompagno senza problemi. << Perfetto! Allora è deciso >> Jorge sorrise e staccò la chiamata gettando il telefono sul divano. << Okay. Grazie! >> Sarah ci sorrise e poi andò nella sua stanza, la stanza degli ospiti. I genitori di Jorge erano contenti della nostra relazione e a parte alcuni battibecchi con mio fratello di tanto in tanto tutto sembrava andare per il verso giusto. Devo dire che quando arrivammo all’aeroporto per salutare Sarah un po’ mi dispiacque. In fondo non era così male…in fondo. Ma d’altro canto la sua partenza mi trasmetteva un senso di pace. La vidi abbracciare Fran, Diego, stringere la mano alle ragazze e poi arrivò di fronte a me. << Eccoci qui >> disse guardandomi << Già >> risposi annuendo col capo. Era una situazione abbastanza imbarazzante direi. << Magari un giorno riusciremo a diventare amiche. Per ora siamo buone conoscenti no? >> chiede guardandomi << Sì, certo. Buone conoscenti mi sembra la parola giusta. Amiche...è un parolone…in un’altra vita forse o chissà un giorno >> << Sì! Un giorno! >> << La vita è imprevedibile giusto? >> << Giusto! >> << Okay! >> << Okay! >> ripetette lei. Voleva dirmi qualcos’altro e si notava. << Mi credi se ti dico che mi dispiace davvero per tutto il male che ti…che vi ho causato? >> i suoi occhi azzurri, limpidi, si riflettono nei miei e per un attimo riuscii ad intravedere quel dolore che giorni prima apparteneva a me. << Sì. Certo. Ti credo e…spero con tutto il cuore che un giorno tu possa trovare…qualcuno che ti ami e so che lo farai. Perché aldilà di tutto…sei una grande persona Sarah e anche se non sembra, ti ammiro molto per come sei. Credo non rimarrai sola a lungo…sei una bella persona, sia dentro che fuori >> era stato difficile ammettere quelle cose ma in fondo era la verità ed ero davvero convinta di ciò che avevo detto. All’improvviso Sarah mi abbracciò cogliendomi di sorpresa. Non ebbi neanche il tempo di ricambiare l’abbraccio ero troppo stranita. Mi chiesi cosa passasse in quel momento per la testa di quella ragazza ma solo lei poteva saperlo. Successivamente si fermò davanti a Jorge. << Quando ti guardo vedo ancora un angelo sai? >> disse lui ridendo, la ragazza dai capelli rossi ricambiò il sorriso << Ne sono contenta. Voglio che mi ricordi così >> << Lo farò >> << Bene! Questo non è un addio vero? >> << No, è un arrivederci. Siamo vivi angel. >> << Sì, hai ragione, siamo vivi. Con ogni fibra del nostro corpo racchiuso nel significato di questa parola con quattro lettere. Peccato che a volte tendiamo a dimenticarlo no? >> << Sì >> senza aggiungere altro si abbracciarono, chinai lo sguardo posandolo sul mio anello, le ultime parole di Sarah mi avevano colpito e cercai di concepire il senso, non della frase in sé me del significato, quella cosa che in fondo puoi capirla solo se la vivi. Lentamente tutto tornò alla normalità, inizialmente all’università tutti rimasero sorpresi alla notizia della nostra relazione, ma non mi importava. E neanche a Jorge. Ironia della sorte vedendo che Jorge era fidanzato invece di allontanarsi da lui le ragazze gli stavano più addosso. Pensavano che fosse cambiato e che potesse averlo come ragazzo chiunque di loro. La cosa mi irritava ma Jorge non mi dava motivo di preoccuparmi. Io mi fidavo di lui ma quelle galline le avrei strangolate a prescindere. 
Passarono due mesi e si tenne il processo al quale Fernando fu dichiarato colpevole. Non ci fu nessun’altra ragazza al processo, così dedussi che ero io l’unica vera ossessione di Fernando. Il che era probabilmente ancora più inquietante. Ora l’unico sentimento che provavo nei suoi confronti era odio, neanche un briciolo di paura. Lo odiavo per quello che mi aveva fatto, per come era riuscito a sconvolgermi la vita, per la sua semplice esistenza. Fernando fu giudicato colpevole per violenza carnale. Ciò che colpì un po’ tutti fu la scomparsa di Cassandra. Quella donna si era letteralmente volatilizzata, avrebbe dovuto testimoniare a favore del figlio ma dopo l’arresto di Fernando era scomparsa e nessuno l’aveva più rivista.
Io e le ragazze ci stavamo lo smalto nel salone, i ragazzi erano fuori da più di due ore ormai, hanno detto che volevano andare alla sala giochi. Cande e Lodo hanno deciso di rimanere qui così sono rimasta con loro. << Vi piace il verde acqua? >> chiede Lodo mostrando le sue unghie << Sì, io ho messo quello pesca chiaro. Tu Tini? >> << Io quello azzurro >>. << Mi piace, anche se in realtà mi piace di più quell’anello >> ride la rossa e io con lei << Beh l’anello è il top! >> << Non è giusto! Io e Diego stiamo insieme da più tempo e non abbiamo niente. E tu Cande? >> << Io e Fran abbiamo la collana, il lucchetto lui e la chiave io ed entrambi hanno l’incisione sopra. È quella che portiamo sempre al collo >> << Protesterò con Diego! >> << Povero Diego! >> diciamo all’unisono io e Cande per poi scoppiare a ridere. << Cosa c’è inciso sulle vostre collane Cande? >> chiedo guardandola >> << C’è scritto “Only you” e ci sono le nostre iniziali. Tornando a noi…domani potremmo andare al centro commerciale. Solo ragazze. Che ne dite? >> << Io ci sto! >> risponde prontamente la mora << Hai la macchina di tuo padre domani? >> chiedo guardandola, lei scrolla le spalle << No, chiederò in prestito a Jorge una delle sue >> a quell’affermazione scoppio a ridere << Non te la darà mai >> << Mi ha prestato le sue auto altre volte quindi perché non dovrebbe? >> << Anna dai capelli rossi. Che stai dicendo!? >> chiedo sgranando gli occhi << Mi chiamo ancora Candelaria o al massimo Cande >>. Non potevo credere che Jorge lasciasse guidare le sue auto a Cande e me no. Beh…sì quando siamo insieme me le fa guidare ma da sola no! Lupus in fabula ecco arrivare i ragazzi. << Hey Jorge domani mi presteresti una delle tue auto? >> << Sì certo >> << Grazie! >> Candelaria sorride si alza in piedi per dargli un bacio sulla guancia. << Quindi…a lei lasci guidare le tue auto a me, che sono la tua ragazza…no. >> dico avvicinandomi a lui con le braccia consorte. << Lei ha una patente. Tu no Sweety >> << Quindi hai paura che ti rompa la macchina o te la sequestrino perché non ho una patente?! Un giorno dovrai scegliere o me o la tua macchina >> dico guardandolo da capo a piedi. Lui ride e scuote il capo << Ho già scelto te >> << Questo significa che… >> << Che non ti farò guidare una delle mie auto in modo che non ti succeda nulla e tu non finisca in nessun incidente >> detto questo Jorge mi prende le guance tra le mani e mi stampa un bacio sulla fronte. Sento la risata di mio fratello prima che dica << Bravo Jorge! Mi piace come la tieni al sicuro >> sto per controbattere quando noto che Jorge ha una specie di cerotto enorme sul polso destro << Che cosa ti sei fatto?! >> gli prendo immediatamente la mano per avvicinare il polso a me << Ehm…si era rotta una macchina, ho cercato di aggiustarla ma mi sono tagliato vicino un qualcosa di metallo che era lì dentro >> << Sì, esatto! >> << Nulla di grave cugina! >>. Prima lo appoggia mio fratello e poi mio cugino che gli dà anche una pacca sulla spalla. << Diego! Vieni a vedere >> lo chiama la sua ragazza. Io fisso il polso di Jorge, dovrei credere a questa storia. Allungo la mano per toccarlo << Fammi vedere quanto è profonda >> ma riesco solo a sfiorare l’ovatta prima che Jorge prenda le mie mani nelle sue. << Va tutto bene Sweety, non è nulla. Ora andiamo a fare un giro >> arricciai il naso guardandolo << Un giro? Ora? Dove? >> << Voglio mostrarti una cosa, su andiamo. Ci vediamo dopo ragazzi >> tutti ci salutano con un “ciao” mentre Jorge mi trascina fuori di casa. Questa storia della macchinetta non mi convince, Jorge era bravo a mentire, sì ma ormai avevo imparato a capire quando non era sincero. Mi aprì la portiera dell’R8 ed io entrai in macchina << Al ritorno la faccio portare a te se vuoi >> disse dopo aver preso posto. << Mm… >> non dissi nulla e mi voltai verso il finestrino. Jorge non volle dirmi dov’eravamo diretti, e sta guidando da più di mezz’ora. Distesi il braccio fuori dal finestrino sentendo il vento tra le dita della mano destra. Mi voltai di nuovo a guardare il suo polso e dissi << So che quella della macchinetta rotta era una palla >>. Jorge non nega, semplicemente ride e scrolla le spalle << Non mi sono fatto niente Sweety, davvero e tra poco lo scoprirai tu stessa >>. Osservo la strada ma non ha nulla di familiare << Davvero non vuoi dirmi dove andiamo? >> << Davvero. Siamo quasi arrivati >>. D’un tratto ferma la macchina in un parcheggio non molto affollato, anzi in realtà è deserto e sembra anche abbandonato. Fa il giro dell’auto per aprirmi lo sportello << Vieni >> mi porge la mano sinistra e io l’afferro. << Ora chiudi gli occhi >> << Che?! >> << Su dai, fidati di me >> fa il broncio come un bambino di cinque anni e mi fa ridere, non riesco a negargli nulla. Roteai gli occhi per poi chiuderli, lui posò la mano sinistra su di essi e con l’altra mano mi sollevò da terra prendendomi in braccio << Ma che stai facendo!? >> << Fidati di me! >>. Sospirai. Ero nervosa, agitata, confusa e arrabbiata. Non capivo perché non potevo vedere dove mi stava portando e meno perché non potevo arrivarci con le mie gambe. Continuo ad insultarlo durante tutto il tragitto e lui ride senza mai rispondermi << Ci siamo Sweety! >> mi poggia su qualcosa facendomi sedere, qualcosa di rigido. Mi toglie la mano da sopra gli occhi e me lo ritrovo davanti con un sorriso a trentadue denti. Mi guardo intorno, a destra e a sinistra. Sono seduta su un muretto in un sentiero isolato. << Beh? >> chiedo non capendo il perché di questo “viaggio”. Jorge poggia le mani sui miei fianchi e poi dice << Voltati. Lentamente. >>. Ovunque siamo fa un po’ fresco, il vento mi accarezza i capelli. Mi volto lentamente come aveva detto lui e…cavolo! Resto a bocca aperta di fronte al panorama che mi si presenta davanti << OH MIO DIO! >> passo rapidamente una gamba dall’altra parte del muretto e poi anche l’altra << PIANO! >> Jorge mi stringe più forte la vita facendomi poggiare la schiena contro il suo petto. Si poteva vedere tutta Buenos Aires da qui e per di più nel pieno del tramonto. Era qualcosa di assolutamente inspiegabile! Eravamo su una specie di ponte di cemento dal quale si poteva ammirare tutta la bellezza di quel posto. Gettai uno sguardo sotto i miei piedi, cadere da qui significherebbe davvero cadere dal cielo << Non ti sporgere così tanto! >> Jorge avvolge il braccio destro intorno alle mie spalle in modo da farmi tornare con la schiena retta. << Il panorama da qui è spettacolare! Non ci sono parole per descriverlo! Come hai trovato questo posto? >> chiesi senza distogliere lo sguardo dal panorama. << La settimana scorsa, insieme a Fran e Diego restammo senza carburante e ci dividemmo per trovare una pompa di benzina. Io mi ritrovai qui >> << Wow! >> << Sì, puoi ben dirlo Sweety. Hey, ora toglilo >> mi voltai verso di lui confusa non capendo a che si riferisse fino a quando non mi mostrò il polso. Osservai dubbiosa il cerotto con l’ovatta << Sì? >> ero ancora incerta << Sì! >>. Okay. Senza farmelo ripetere ancora gli tolsi quel coso, poco a poco vidi una lettera, la lettera M con un qualcosa in mezzo. Era un filo che collegava quella lettera alla lettera J, una sorta di anello. Un tatuaggio bellissimo. << Non ci posso credere >> << Credici invece. Non è stupendo? >> << Lo è eccome! >> dissi toccandolo con i polpastrelli delle dita con delicatezza. << Sul polso? >> << Sì, sul polso. Così lo vedranno tutti >>. Gli occhi mi pizzicavano, sorrisi e afferrai immediatamente il suo volto tra le mie mani per baciarlo senza dire altro. Potevo sentire le sue labbra estendersi in un sorriso mentre rispondeva al bacio. Il suo labbro inferiore che accarezzava il mio superiore per poi scontrarsi ancora e ancora. I nostri cuori battere all’unisono. Jorge Mi sollevò dal muretto prendendomi nuovamente in braccio per poi posami con i piedi a terra. Non riuscivo a smettere di ridere, probabilmente aveva paura che cadessi. Gli cinsi il collo per attirarlo di più a me e anche la sua stretta si fece più salda. Le sue braccia avvolgevano il mio corpo come una coperta impedendomi di muovermi da lì, non che volessi farlo. Ovviamente. Le sue mani scorrono lungo la mie schiena sotto la maglia ma senza sollevarla. Sentivo un formicolio nelle mani mentre tornavo ad accarezzargli le guance, i capelli. Il mio corpo intero e il suo trasmettevano elettricità in quel momento. Ne abbiamo passate così tante. Così tante che non mi sembra neanche vero essere arrivata qui. Io ho sconvolto davvero la sua vita e lui ha sconvolto la mia. Abbiamo affrontato più di una tempesta e anche un uragano e abbiamo vinto. Siamo qui e abbiamo finalmente spiccato il volo liberi da qualsiasi tipo di catena che ci impediva di farlo. Quella frase. “Siamo vivi. Con ogni fibra del nostro corpo racchiuso nel significato di questa parola con quattro lettere. Peccato che a volte tendiamo a dimenticarlo”. Troppe volte ho avuto paura, paura di affrontare il passato, paura di affrontare le emozioni, paura di gridare, di piangere, di saltare, di ridere, di vivere. Troppe volte passiamo la vita riempiendoci di “se” e “ma” e ci dimentichiamo la cosa più importante. “è”. La vita è una e va vissuta a mille. Sì ma non vale la frase fatta, vale il significato vitale che si cela dietro di essa, quello che con le parole non potrò mai spiegare perché lo devi vivere per capire. La vita è fatta di attimi, di istanti, di momenti intensi come questo. È per questo che viviamo, è questa la vita. Ci scotteremo? Oh sì! Lo faremo eccome, ci scotteremo tante tantissime volte, ci faremo male, tanto male, sbatteremo contro il muro, a volte ci sembrerà di morire e avremmo tante cicatrici ma anche la soddisfazione di non avere rimpianti e di godere di momenti perfetti. Chi vive nella paura, chi tace, chi acconsente sempre, chi non rompe mai le regole, chi non rischia, non si mette in gioco, chi non ha sogni, non ha speranze, chi non crede. Loro non vivono, non davvero. Io invece voglio farlo. Quindi da oggi vivrò ogni istante della mia vita come se fosse l’ultimo e so che avrò una vita intensa, così come voglio che sia. E avrò vissuto come se avessi mille anni. Sto delirando? Sto dicendo follie? Forse sì, forse no...insomma…è complicato, ma le cose facili sono noiose giusto?






*Angolo autrice*
Ed eccoci qui! Finalmente (ma anche no.) alla fine della storia. L'ultimo capitolo. Non so da dove iniziare, in realtà non so neanche dove finire e/o cosa dire perché io non ho più parole. So che devo ringraziare con tutto il mio cuore voi lettori/lettrici che siete stati sempre costanti nel leggere la mia storia, nel recensirla, nel parlarmene su Instagram, nel twittarla con l'# su Twitter e io non potrò mai dimenticare questo, dico sul serio. Siete delle persone fantastiche! Anche quando non riuscivo più a rispondere alle vostre recensioni per via della scuola o quando ritardavo tantissimo a postare voi siete state sempre lì ad aspettare. Volevo fare una chiusura in bellezza e credo e spero di esserci riusciuta ma l'ultima parola cari lettori spetta sempre a voi. Non mi metterò a fare l'elenco delle persone che mi hanno supportato perché altrimenti credo che non finirei più lol e probabilmente mi uccidereste visto quanto avete dovuto aspettare per leggere questo capitolo. Sta di fatto che vi devo molto e spero di essere riuscita a ringraziarvi almeno dandovi una bella storia da leggere e...da vivere. Sì perché io credo che anche le storie che leggiamo e/o scriviamo vanno vissute. Io lo faccio e spero di essere riuscita a trasmettere lo stesso anche a voi.
Ora vi dirò una cosa che porbabilmente non vi piacerà molto...Voi sapete che in genere quando sto per arrivare alla fine di una storia ne posto subito una nuova ma questa volta non è successo. Non è successo perché ho preso una decisione...almeno per ora voglio provare a scrivere storie originali, lo  voglio fare per mettere alla prova me stessa in un certo senso, per capire se sono in grado di trasmettere delle emozioni anche senza personaggi amati come Jorge e Tini. Voglio vedere cosa succede con una storia che parte da 0. Con ciò  non voglio dire che non scriverò mai più storie su Jortini...no, perché onestamente non prevedo il futuro quindi non posso dirlo con certezza. Ma per ora voglio provare anche qualcosa di nuovo. Ma tranquille, manterrò la promessa fatta in precedenza sulla raccolta dedicata a Sono complicata. Avremo un amore complicato. E sappiate anche che non ho finito di rispondere alle vostre recensioni e continuerò a farlo u.u
In realtà avevo mille altre cose da dirvi ma ora non riesco a farmene venire nemmno una...stupido no? Sì forse io lo sono lol. Comunque ora vi lascio con un grande bacio e un forte abbraccio. Ma soprattutto con un grazie di cuore! VI ADOROOOOOOOOOOOO ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

👄👄👄 Ps: Anche se so che non vi ringrazierò mai abbastanza per quanto siete state dolci con me. Vi voglio bene ❤
   
 
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