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Autore: bic    05/02/2009    1 recensioni
Come mai Kaoru ha un bisogno così assoluto di parlare con Mei Chan? Storia totalmente baka dedicata a tutti gli amanti del genere.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo molto tempo finalmente ritorno a questa beneamata storia, avevamo lasciato tama e Haruhi alle prese con l’anatomia umana, vediamo come se la cavano nel dettaglio gli altri personaggi nel frattempo.

 

Prima, però un ringraziamento speciale a Rowi, Lady, Roby e Ale per le dritte, senza di loro sarei ancora impantanata.

 

MagikaMemy: per la tua gioia vedremo in questo capitolo nel dettaglio l’atteggiamento di Mori, porta pazienza, ma ci vorrà un altro po’ per capire cosa frulla nella mente di Honey

 

Ale: concordo, Tama è BAKA di natura, non possiamo farci nulla, speriamo che abbia capito, altrimenti ad Haruhi non resterà che fargli una dimostrazione pratica

 

Lady: lo so forse così è troppo baka, ma altrimenti che divertimento ci sarebbe?

 

Atzlith: Spero con questo capitolo di chiarirti qualcosa…

 

 

Mentre Tamaki scopriva le meraviglie del corpo umano e metteva Haruhi in imbarazzo per l’ennesima volta, dall’altro capo della città Takashi Morinozuka passeggiava assorto nei suoi pensieri: quella domenica pomeriggio aveva disertato gli allenamenti, non voleva nessuno intorno perché aveva bisogno di pensare seriamente ad un paio di cosette.

Innanzitutto gli continuava a tornare in mente lo sguardo che Honey gli aveva lanciato il giorno prima, quando Mei aveva riso dicendo che per accendere Kaoru era sufficiente immaginarsi Mori nudo nella doccia. Takashi ancora si chiedeva come aveva fatto a mantenere il controllo e a non saltare fuori per agguantare quello dei gemelli diabolici che più apprezzava e portarselo via per spiegargli nel dettaglio quali fossero le caratteristiche che li accomunavano.

La mente comunque ritornò sul cugino: possibile che si fosse innamorato di lui? E se era così, cosa poteva fare?

Mitsukuni era la sua unica debolezza e lo sapeva bene, avrebbe fatto qualunque cosa gli avesse chiesto (forse non proprio qualunque…).

In realtà il problema era un altro, come avrebbe potuto spiegargli che il suo ideale di uomo era un altro?

Che gli voleva bene nello stesso modo in cui voleva bene a Satoshi, forse anche di più, ma lo amava come un fratello, non in quell’altro modo che prevedeva tutt’altre implicazioni?

Nella mente di Mori si formulò un pensiero che gli fece venire un conato di vomito. No, doveva bloccare questa cosa sul nascere, l’idea migliore era parlarne chiaramente con Mitsukuni e sperare di non farsi impietosire da quegli occhioni che lo guardavano pieni di lacrime. Se era riuscito a tenerlo lontano dai dolci quando aveva mal di denti sicuramente avrebbe potuto farcela anche questa volta.

Si diresse a passo deciso verso casa, era convinto di trovare il cugino nel dojo ad allenarsi, ma di lui non vi era la minima traccia, anche se intorno aleggiava un odore particolare, un profumo di muschio bianco che non aveva mai sentito in quel luogo, ma che era in grado di collegare ad un ricordo passato, sicuramente conosceva qualcuno che usava un profumo simile. Passando non notò il mucchietto di vestiti che si trovavano su un lato.

Se Honey non era in palestra sicuramente si trovava in cucina a divorare qualche leccornia.

Ciò che trovò in cucina, fu una discreta devastazione sul tavolo da lavoro: ceppo dei coltelli a terra, stracci da cucina buttati malamente intorno e sembrava che qualcuno avesse spruzzato la panna spray (il barattolo era vuoto) e poi invece di ripulire l’avesse portata via a manate.

La situazione lo insospettiva parecchio, sebbene Honey fosse solito ingurgitare dolci senza soluzione di continuità, normalmente lo faceva con un certo decoro. Doveva essere veramente sconvolto per essersi comportato così.

Senza prestare più attenzione a ciò che gli stava intorno, nello specifico ai boxer che facevano bella mostra di sé appesi sul lampadario, Mori si diresse a passo deciso verso la stanza di Honey. Non era solito entrare senza chiedere permesso, ma mentre stava per bussare, sentì dei gemiti provenire dall’interno, preoccupato che gli fosse tornato il mal di denti o che avesse un attacco di mal di pancia, Mori non si soffermò a bussare: pessimo errore.

La scena che gli si parò davanti lo fece avvampare, Honey, ben lungi dal provare un qualunque tipo di dolore, se la stava spassando alla grande con quella che senza dubbio non poteva essere altro che una ragazza. Mori si allontanò lentamente dalla stanza camminando all’indietro, non riuscendo, neanche volendolo, a staccare gli occhi dal letto.

Raggiunta la porta la aprì senza fare il benché minimo rumore ed uscì.

Non prese nemmeno in considerazione ciò che Chika e Satoshi gli dissero quando lo incontrarono nel corridoio.

Arrivò nella sua stanza, si lasciò cadere sul tappeto, la schiena appoggiata al letto, e lì giacque in stato catatonico cercando di capire in cosa le sue supposizioni si fossero rivelate così sbagliate e cosa di ciò che aveva visto lo sconvolgesse a tal punto.

 

  
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