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Autore: Blue Eich    03/09/2015    5 recensioni
«Tanti auguri, piccolo Ash! Hai ricevuto il mio regalo?»
«Eh?» Ash si prese un attimo di tempo per riconoscere quella voce, bonaria e stuzzicante. Poi sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «Gary, il mio compleanno è stato la settimana scorsa.»
«Cosa credi, lo so bene» fu l'aspra risposta del ricercatore. «Ero così preso dai miei studi che me n'ero completamente dimenticato… Perciò ho pensato di rimediare con un regalo in grande stile!»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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MARTEDÌ– Soldati, al riparo!

 

 

Misty fu la prima a svegliarsi. I raggi del sole picchiavano sul tavolo e a spicchi sulle mattonelle del pavimento, sotto il tintinnio delle stoviglie che metteva in tavola. Il profumo di mare presente in quella stanza era un vero toccasana, per i suoi polmoni.

Però, quel clima così tranquillo non durò a lungo: trascinandosi come uno straccio, Iris raggiunse la sedia più vicina e vi si sedette, dopo averla placidamente spostata.

«Caspita! Che ti è successo?» le chiese la Capopalestra, osservandola. Non aveva affatto una bella cera, con quelle occhiaie e la capigliatura in ordine quanto uno spolverino.

«Non ho chiuso occhio tutta la notte» ammise la viola, tastandosi la fronte con aria esasperata, per poi affondare la faccia sul tavolo.

 

«Scusami, ma… Ecco… Non credo sia una buona idea…» protestò Serena, cortese ma a denti stretti. Erano davanti allo specchio di camera di Lucinda, che l'aveva trascinata lì ancora in pigiama e costretta a provare delle mollette con i fiorellini.

«Ma ti stanno così bene! Una vera bambola!» sostenne la blu, pimpante, pizzicandole una guancia. Ovviamente la stava prendendo in giro ed era solo un metodo per farla sembrare ancora più piccola di quanto già non fosse.

Serena, che ovviamente aveva capito le sue intenzioni, rispose: «Sono… Troppo belle, ecco! Sarebbero sprecate su di me. Grazie mille, ma preferisco che le tenga tu!» E le rese le due mollette.

Lucinda le respinse tendendo i palmi. «Ma no, cara, non fare complimenti…! Io ormai sono troppo grande, ma tu…»

«No, no» ribadì l'altra, sempre a denti stretti, spingendole in avanti. «Sai, da un po' di tempo mollette e cappello insieme non sono più alla moda…»

Fu allora che dentro la Coordinatrice esplose un vulcano di rabbia. Lei si svegliava mezz'ora prima ogni mattina per avere l'acconciatura sempre perfetta e ora una bambina di dieci anni con il coraggio di dormire con uno sfarzoso fiocco rosa in testa le veniva a dire che il suo look non era più alla moda. A lei, un'aspirante stilista? Prima che potesse metterle le mani addosso, la voce cristallina di Misty che le chiamava per la colazione fece sgusciare via la biondina, lasciandola con in pugno solo una manciata d'aria.

«Ehi, dove vai! Sei talmente carina che volevo solo abbracciarti!» si giustificò sfacciatamente, inseguendola.

 

Misty si era sentita di nuovo “regina” quando Ash aveva detto a tutte di fare ciò che volevano, a patto di non allontanarsi troppo, perché lui e Misty dovevano scrivere il programma. Esatto, un programma delle attività della settimana. Perciò ora stavano lì, seduti vicini, con in sottofondo il ticchettio pressante dell'orologio appeso accanto al frigo e una matita ciascuno in mano, davanti a un foglio bianco.

«Domani potremmo fare un picnic» propose la Capopalestra, allegra. «E sabato, per finire in bellezza, una bella grigliata! Che te ne pare?»

Ash annuì. «Mi sembra un'ottima idea!» Poi aggiunse, un po' apprensivo: «Ehi, ma sei sicura di riuscire a cucinare da sola?»

«Certo, nessun problema.»

«Idea!» esclamò, alzandosi in piedi. «Io cucinerò il pranzo insieme a una delle ragazze e tu la cena, così tutti faremo qualcosa!»

Prima che la rossa riuscisse a obiettare che non ce n'era bisogno, lui stava già disegnando un'imprecisa tabella con i turni. “E quando comincia qualcosa, chi lo ferma più?” pensò, con un sorrisino tollerante e intenerito.

 

La prima vittima designata per lavorare in coppia con Ash fu Vera. Sapeva benissimo di essere un disastro in cucina e se un giorno avesse avuto un marito avrebbero di sicuro vissuto di pizza e cibi precotti.

«Hai qualche idea?» chiese, sbirciando da dietro le spalle del mentore, che stava sfogliando un ricettario con le maniche della felpa rimboccate fino ai gomiti.

Lui fece un verso pensoso. «Dovrebbe esserci una confezione di curry in dispensa… È talmente semplice che nemmeno noi possiamo sbagliare!»

La castana batté le mani, felice di aver trovato un'apparente scappatoia, così entrambi si misero all'opera. Lei si occupò della verdura, anche se la mano in cui teneva il coltello tremava un po'. Dopo aver esaminato e messo sottosopra la busta del riso, l'Allenatore stette a fissare il vapore che saliva dalla padella.

«Forse non uscirà qualcosa di così terribile.» Misty fece un sorrisetto, socchiuse l'uscio e li lasciò al loro compito. Quasi invidiava Vera, che riusciva sempre a essere affiatata con Ash, mentre loro litigavano dal mattino alla sera per ogni più piccola sciocchezza.

«Allora, è buono?»

Il moro prese un po' di zuppa dal mestolo per poi fare un verso d'assenso. «Ah-Ah! Però credo che manchi il sale.»

«Non c'è problema, vado a prenderlo io!» La Coordinatrice trotterellò di nuovo verso le ante della dispensa e si sporse sulle punte dei piedi alla ricerca di ciò che le serviva. Vide due scatolette trasparenti con dentro qualcosa di bianco e, ignorando un'eventuale differenza, prese quella col coperchio giallo. Poi, canticchiando sottovoce, tornò davanti al soffritto di carne, patate e carote che borbottava sul fuoco. Prese tre manciate di granuli e li sparpagliò nella padella, ma a quel contatto si alzarono friggendo schizzi su schizzi, quasi come magma, che li costrinsero ad allontanarsi.

«Ma che succede?! Eppure la ricetta diceva di salarlo, adesso!»

«Non lo so!» obiettò Vera, che a denti stretti stava cercando di riavvicinarsi senza venire colpita dal sugo e dall'acqua spumeggiante. «Ahiaaa! Brucia, brucia!» mugugnò, prima di riuscire per miracolo a girare la manopola del fornello e far smettere al tegame di sfrigolare.

«Vera! Tutto a posto?» Ash agitò le braccia per dissolvere il vapore e controllare come stava la sua amica, che stringeva gli occhi e aveva una smorfia spaventata sul volto, sporco di quella sostanza bollente e rossiccia.

«Insomma…»

Il corvino le si avvicinò, con l'intento di dare un veloce assaggio alla salsa che le era finita in viso. La ragazza, in uno scatto di coraggio, si portò più avanti, deviando d'istinto quello che doveva essere un bacio sulla guancia in uno sulla bocca. Durò pochi istanti, ma che sembrarono minuti, mentre entrambi stavano fermi e si gustavano letteralmente quel momento, finché decisero in sincronia di staccarsi pian piano, fino a sciogliere quel tenue calore che lasciò il posto all'aria circostante.

«Era… Buono?» gli chiese lei, timidamente, ancora con il batticuore.

Ad Ash servì un po' per metabolizzare l'accaduto. Dovette sbattere le palpebre più volte, tant'era frastornato, prima di tornare lucido. Poi si leccò le labbra e rispose: «Eccome! È una bomba! Dai, assaggia anche tu!»

Colpita dalla sua euforia, Vera si passò curiosa un dito sulla gota e lo portò alla bocca. «Wow! Ha un sapore dolciastro, ecco perché è così buon–»

Immediatamente il pensiero di entrambi corse alla scatoletta appoggiata sul lavandino, e la Coordinatrice arrossì di botto. Aveva scambiato il sale con lo zucchero. Ma questo gli altri non dovevano saperlo, assolutamente, altrimenti si sarebbero rifiutati di provarlo a prescindere. Perciò decisero di far finta di niente.

Tutti – completamente ignari – a pranzo fecero loro i complimenti, dicendo che era il riso al curry più buono che avessero mai mangiato. E, quando insistevano per sapere cosa ci fosse dentro di così particolare, i due chef si lanciavano un sorriso per poi rispondere all'unisono: «Ingrediente segreto!»

Misty si accorse di tal complicità, perciò per l'intera durata del pasto li guardò con un sopracciglio alzato, curiosa, ma preferì non indagare.

 

Più tardi le Pokégirl erano tutte fuori, in riva al mare, con un po' di vento che scuoteva le palme e i cespugli, sollevando nuvolette di sabbia da terra.

Sicura ci fosse caldo, Lucinda era uscita in costume da bagno e con i capelli legati. Così si ritrovava ad essere l'unica con le braccia avvolte attorno al corpo che batteva i denti, rintanata sul terrazzino della casa. Vicino a lei c'era Vera, che fissava le nuvole perennemente imporporata, come se si fosse scottata al sole che quel pomeriggio rifiutava di uscire allo scoperto.

«Dai, ragazze, venite a giocare! Non statevene sempre lì in disparte!» gridò Iris, mentre passava una palla gonfiabile a Serena.

Lucinda scosse il capo. «Magari dopo!» gridò di rimando. Poi si rivolse a Vera, talmente assorta da non essersi nemmeno resa conto che qualcuno aveva appena parlato con loro. «Ma si può sapere che hai?»

«Uh? Niente…» rispose lei, distratta.

La blu ridacchiò e le bisbigliò maliziosamente all'orecchio: «Che c'è? Ti è per caso successo qualcosa con… Com'è che si chiamava? Ah, sì, Drew!»

La brunetta si coprì il viso con le mani dalla vergogna e, sconcertata da quell'idea, scosse bruscamente il capo. Il suo rivale non la avrebbe mai contattata per primo e senza un motivo, non era nel suo stile.

«Dai, dimmelo. Li mantengo i segreti, io!»

«Lucinda… Non so se anche tu te ne sei accorta, ma… Credo proprio che a tutte, qui, piaccia Ash.»

La più giovane annuì. In realtà era la prima cosa che aveva notato, ma preferì non far sentire la sua migliore amica una stupida e la lasciò continuare.

«Se io ti dicessi che… Ci siamo… Baciati…?»

«COSA?!» Ora Lucinda era a pochi centimetri da Vera e la fissava, tenendola per il colletto del pullover. Un po' per invidia, un po' per rabbia, che giustificò dicendo: «Cosa?! E che aspettavi a dirmelo?! Cioè, devi raccontarmi tutto e subito!»

La Principessa di Hoenn arrossì e congiunse ancora gli indici dalla vergogna, mentre illustrava l'equivoca situazione di poche ore prima. Ma entrambe non avevano calcolato la loro “fusione” che, appena tornata dal bagno, ascoltava tutto con una smorfia e le orecchie tese, accanto al muro.

«Questo non va affatto bene… Sei d'accordo, Fennekin?» disse piano al suo starter di Fuoco, che annuì vigorosamente. «Ash è mio… L'ho visto prima io…» borbottò, stringendo i pugni.

 

Secondo la lista che troneggiava precaria appesa con una strisciolina di scotch al frigorifero, avrebbero dovuto giocare a beach-volley. Infatti, dopo pranzo erano tutti in spiaggia. Ash aveva montato la rete e, cercando in giro, le ragazze avevano trovato un pallone un po' malandato ma ancora utilizzabile.

Iris e Misty si erano proposte capitane. La prima scelse Ash, Lucinda, Piplup e Axew, mentre la seconda Vera, Serena, Fennekin e Pikachu. Con i Pokémon sarebbe stato più divertente, o almeno così credevano. Purtroppo il piccolo Azurill non poté partecipare, altrimenti una delle due squadre avrebbe avuto un membro in meno. Insomma, non era il caso che partecipasse anche Dragonite, se non volevano rischiare dei Lanciafiamme accidentali.

Passarono il pomeriggio così, partita dopo partita. Le leaders si colpivano con delle mine micidiali come a voler rivendicare il titolo di Pokégirl più maschiaccio, Vera tirava sempre fuori campo, Lucinda mirava casualmente sempre a Serena – che al contrario lanciava ai mostriciattoli. Ma erano bellissime le espressioni di Misty e Iris: entrambe a denti digrignati, dimostravano una forza tutt'altro che femminea.

«Adesso voglio fare un lancio come si deve» borbottò la Coordinatrice di Petalipoli, tra sé e sé. Tutti erano in posizione, pronti a scattare. Alzò in alto il pallone e, quando esso tornò all'altezza delle sue braccia, chiuse gli occhi e strinse i denti sopportando il colpo. Appena li riaprì, però, si accorse che la palla era andata dal verso sbagliato: indietro. E stava mirando dritta alla testa del povero Pikachu.

Quando il topolino girò il capo, fu troppo tardi: venne colpito forte sulla nuca. Il risultato fu un immediato elettroshock, che avvolse l'intero campo in un fascio di luce accecante.

Poco dopo, Lucinda si disperava per i suoi capelli, diventati ricci come quelli di un clown. Axew e Fennekin, ch'erano riusciti a mettersi al sicuro al momento giusto, stavano cercando di soccorrere il povero Piplup tramortito; il primo lo sorreggeva, scuotendolo un po', il secondo invece usava la propria coda come un ventaglio per fargli aria. Le due caposquadra, nonostante fossero carbonizzate dalla testa ai piedi, si stringevano la mano da vere sportive accordandosi per una rivincita. Ash barcollava come uno zombie alla ricerca di un letto, mentre l'artefice del disastro mugugnava in preda alla vergogna più totale.

 

Durante la cena nessuno spiccicò parola. Soprattutto Pikachu: con un cerotto in testa, consumava la sua ciotola di croccantini accanto agli altri Pokémon.

Misty posò il vassoio coperto al centro della tavola. Il vassoio sacro, che tutti avevano l'assoluto divieto di toccare al di fuori dei pasti. Non appena la cloche fu sollevata, gli sguardi famelici dei presenti andarono subito a puntarsi sul cheesecake con sopra spicchi di Baccafrago. Era così bello e così perfetto che sembrava uscito direttamente da un film americano. Beh, non c'era da aspettarsi di meno da Delia, che l'aveva sfornato in fretta prima della partenza del figlio.

«Una per Serena, una per Iris, una per Lucinda, una per…»

Quando Misty stava per mettere una fetta nel piatto di Vera, armata di paletta per dolci, lei scosse il capo. «Non mi va, ma grazie lo stesso.»

Tutti la guardarono come se fosse un fantasma. Vera, proprio Vera, l'adolescente più golosa della storia, stava rifiutando una perfettissima fetta di torta al cioccolato.

«Con permesso.» Fece un breve inchino e se ne andò dalla cucina, sempre con aria mogia.

Il silenzio regnò di nuovo. Nessuno voleva credere ai propri occhi.

«Siamo sicuri che fosse veramente Vera, quella?» chiese Ash, con una smorfia sul viso. «Si comporta in modo strano.»

«Magari è stata rapita dagli alieni» commentò Iris, distrattamente, a bocca piena.

A proposito della torta… «Ash~» cantilenò Misty, con una certa malizia e un sorriso a trentadue denti, porgendogli il proprio piatto.

Il giovane, per i primi istanti, lo fissò senza capire. Poi, ricordandosi del patto, fece un'espressione sconsolata mentre, col coltello, tagliava lentamente quasi metà della propria fetta. Altrettanto lentamente la spinse nella stoviglia della rossa, che si stava già leccando i baffi.

«Ash, puoi prendere la mia metà, se vuoi» intervenne Lucinda, come un fulmine a ciel sereno per lei e una manna dal cielo per lui. «Sai com'è… Troppo cioccolato fa ingrassare.»

L'Allenatore la ringraziò di cuore, fiondandosi senza esitazione sul suo dolce.

Misty era come diventata di ghiaccio. «R-Ripensandoci, non mi va più così tanto» disse, orgogliosamente e con un sorriso tirato.

 

Più tardi, Ash ricevette una chiamata al telefono fisso del primo piano, quello accanto alla rampa di scale per salire nelle camere.

«Ehilà, Ashy! Te la passi bene, scommetto.» Gary aveva una voce un po' beffarda. «Non hai nulla da raccontare al tuo vecchio amico?»

Il corvino alzò un sopracciglio e rispose, sincero: «No, cosa dovrei raccontarti? Oggi non è successo niente di che, siamo tutti molto stanchi.»

Sentì uno sbuffo. «Mi riferisco a stamane. Pensaci bene, Ketchum.»

Nella testa del moro si fece spazio il sorrisino candido e imbarazzato di Vera, talmente bello che sarebbe stato per ore a guardarlo…

«Ohi? Non ti azzardare a mettere giù, sai! Solo io posso attaccarti il telefono in faccia!»

«Te lo dico di nuovo: non è successo proprio niente, va tutto benissimo.»

Gary diede un colpo di tacco alla sedia e gli lanciò un ultimo avvertimento: «Non sprecare questa settimana, okay? Sono stato fin troppo caritatevole.» Concluse con un informale: «'Notte.»

«Okay, ancora grazie per il regalo. Buonanotte.» Ash posò la cornetta e stette lì qualche secondo, a pensare, senza però trarre conclusione alcuna.

 

 
 


 

Angolo dei sopravvissuti
Il primo che osa fare commenti negativi sulla Advance ha già un bazooka puntato alla tempia, vi avviso XD questo perché OGNI SHIPPING avrà i suoi momenti e se la vostra preferita non era questa, beh, non vi consiglio di smettere di seguire la storia! Lol
#peaceandloveAdvance
Okay no, gli hashtag mi fanno schifo. Va beh, penso di essermi già dilungata troppo.
Bye!
-H.H.-

 

   
 
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