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Autore: MartinaAnna    03/09/2015    0 recensioni
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“Lei si tiene a lui per non crollare del tutto. E lui cerca di andare avanti sostenendo entrambi. E’ così che le dimostra che senza di lei non può vivere. E se lei non lo capisse, penserei che sia un po’ stupida”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.
Allen si avviò a passi leggeri verso il corso. Ormai era notte, il freddo iniziava a farsi pungente e quel quadro ancora le girava in testa. E con lui le parole di Rob e la sua interpretazione: “Lei si tiene a lui per non crollare del tutto. E lui cerca di andare avanti sostenendo entrambi. E’ così che le dimostra che senza di lei non può vivere, scemotta. E se lei non lo capisse, penserei che sia un po’ stupida”. Allen ancora non comprendeva pienamente se stesse parlando di Heighton o di lei, anche se dopo il loro saluto qualcosa le aveva fatto leggermente intuire che la tela era l’ultimo dei suoi pensieri.
Partiva il diciotto di quello stesso mese. Poco più di quindici giorni insieme, ancora- che non sarebbero stati totalmente i loro perché tra una cosa e l’altra ne avrebbero passati insieme sette, forse otto a voler esagerare. Perché! Perché le sembrava di avere sempre troppo poco tempo per qualsiasi cosa anche se era così giovane? Perché si ritrovava sempre a fare i conti con le scadenze, col tempo che stava sfilando via velocemente quando a mala pena riusciva a pensare a quello che si era appena lasciata indietro? Rischiava di impazzire a volte. Aveva sempre immaginato che il vero nemico della vita fosse il passato, che fosse colpa sua se non riusciva ad ancorarsi per bene al presente- ma ora capiva, sapeva con la consapevolezza fredda e immobile che acquisisci crescendo, che il grande avversario di cui avere paura era il futuro. Tutto stava nel fare pace con ciò che era andato; il difficile sarebbe stato riuscire a tenere la testa alta di fronte a ciò che le sarebbe arrivato contro da quel momento in poi.
E così, nel bel mezzo del paese, con la sciarpa stretta al collo e il viso che ci affondava dentro, realizzò.
Realizzò quanto fosse stata egoista, negli ultimi mesi, stupida e debole. Di quante cose avrebbe dovuto dirgli e non lo aveva fatto al momento opportuno, di quante parole avevano lasciato sospese sopra le loro teste ed ora era semplicemente troppo tardi per andare a riprenderle. Ma ne aveva tante, e di nuove, che andavano a sistemarsi in fila una dopo l’altra, racchiuse in una specie di bolla che arrivata di fronte ai suoi occhi, scoppiò. Lì, in mezzo al vuoto, cominciarono a prendere forma così tanti pensieri che Allen pensò sarebbe esplosa; invece, era ferma, e sorrideva. Instabile, sì, quasi congelata e ancora non del tutto sincera, ma che altre alternative aveva? Lasciò passare dentro sé tutti i ricordi, tutti i momenti che avevano trascorso insieme, più o meno serenamente, più o meno nel modo giusto- che poi chi poteva dire qual era il modo giusto di amare? Quando ami, ami e basta. Non esiste giusto o sbagliato, esiste solamente quello sguardo o quella carezza che fa la differenza e che lascia intendere tante di quelle cose che chiunque, a guardarli da fuori quei due, avrebbe potuto dire “sono belli!” ma senza realmente capire che loro, da dentro, non si sentivano belli, si sentivano e basta, ed era già tutto molto più grande di qualsiasi cosa avrebbero mai potuto immaginare. 
- Buonasera!-.
Allen, come ridestatasi da un lungo sonno e ancora con il suo meraviglioso sorriso ebete che aveva ogni volta che pensava a loro due, si ritovò davanti l’ultima persona che avrebbe mai immaginato di poter abbracciare quel giorno.
- Ma che bello vederti da ‘ste parti!- esclamò, stringendo Sonia in uno di quegli abbracci che si capisce quanto bene vuoi a una persona. Rari, ma sempre tanto cercati.
- Ero venuta a trovare l’Orso delle nevi, mi ha chiamato dicendomi che avevate discusso…-, Sonia tentennò.
- Ah, sì… be’… colpa mia- mormorò Allen. Come sempre, come ogni volta che si ritrovava a parlare con quella ragazza che conosceva relativamente da poco, il Passato tornava a bussare alla porta della sua testa. Ma, in quel momento, in quel preciso istante, Allen prese un lucchetto e chiuse quella porta per sempre. O per lo meno, per quanto sarebbe bastato a godersi quella piccola chiacchierata sempre tanto piacevole. Voleva bene a Sonia, e poi la faceva tranquillizzare; aveva quest’innato potere di renderla serena e pacata. Un miracolo, praticamente.
Cominciarono ben presto a raccontarsi un po’ quello che capitava, girando in tondo nella piazzetta sotto casa. Non passò molto quando arrivarono al discorso centrale.
- E così parte-. Sonia, in qualche modo, la capiva, Allen lo sapeva. Per questo si limitò a sorridere forzatamente e a sussurrare:
- Sì-.
- Ce la farete- concluse lei, solamente.
- Ce la faremo tutti- rispose Allen, mettendole una mano sulla spalla.
S’insinuò in lei, leggera, ma dolce, la certezza che la confidenza che avevano acquisito negli ultimi tempi, non sarebbe andata persa. Avrebbero continuato, per quanto possibile sarebbe stato vedersi nel marasma di cose da fare che le avrebbe sommerse a ondate- perché si sa, è la vita, si disse Allen- loro avrebbero continuato a portare avanti quella piccola, nuova amicizia che andava nascendo. O almeno, ci sperava veramente tanto.
- Non dubitare mai di lui- le disse Sonia, ricambiando la stretta alla spalla. Allen scosse la testa:
- Non lo farò. Ha solamente portato il peso di entrambi per troppo tempo, penso di dover cominciare a camminare un po’ anche da sola. Non significa lasciarlo andare-rispose Allen, parafrasando ciò che Rob le aveva detto precedentemente –solamente… crescere?-.  Sonia annuì, sorridendo.
Poco dopo, Allen saliva i gradini del loro condominio. Quarto piano e ascensore rotto, l’accoppiata del secolo. Sorrise appena, ricordando le sue imprecazioni ogni volta che saliva con le buste della spesa o con qualche pacco particolarmente ingombrante del corriere.
Lui era sul pianerottolo, la porta accostata dietro di sé.
- Ti aspettavo-.
Mai come in quel momento fu bello perdersi uno nelle braccia dell’altra, respirare la pelle, ascoltare i respiri, guardarsi negli occhi. Entrarono in casa stanchi, in silenzio, ma con le dita intrecciate di chi ha fatto una promessa che intende mantenere finché gliene sarà data la possibilità.
  
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