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Autore: lilJEyre    03/09/2015    1 recensioni
Il volto di Eric negli ultimi mesi è così cambiato che molti stentano a riconoscerlo, ma questo non vale per lei. Clare rivede in lui l’uomo di cui dieci anni prima si era innamorata, l’uomo ama più della sua stessa vita… cose se potesse bastare. Rivede in lui l’uomo più dolce, più generoso e forte che abbia mai conosciuto. L’uomo che s’incontra una volta nella vita, che te la cambia, te la stravolge, mostrandosi quando il mondo e la vita siano in realtà meravigliosi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’isola che non c’è

 

 

 

«Ciao…» la voce di Eric è pari ad un sussurro, flebile si perde nell’aria come un mormorio nella pioggia.
    La ragazza dai capelli color del cioccolato, seduta su una poltroncina in fondo alla stanza alza lo sguardo, incontrando gli occhi scuri di Eric. Il cuore le balza in gola e un sorriso le colora il viso sottile, le illumina gli occhi grandi e grigi.
    «Ciao…» mormora con dolcezza alzandosi e sedendosi sulla sedia accanto a quel letto d’ospedale.
    Il volto di Eric negli ultimi mesi è così cambiato che molti stentano a riconoscerlo, ma questo non vale per lei. Clare rivede in lui l’uomo di cui dieci anni prima si era innamorata, l’uomo ama più della sua stessa vita… cose se potesse bastare. Rivede in lui l’uomo più dolce, più generoso e forte che abbia mai conosciuto. L’uomo che s’incontra una volta nella vita, che te la cambia, te la stravolge, mostrandosi quando il mondo e la vita siano in realtà meravigliosi.
    «Come ti senti?» gli chiese accarezzandoli i capelli scuri, grigi oramai sulle tempie.
    Clare ha trentacinque anni, Eric quaranta. E la vita che era stata generosa con loro, ora piano diventa crudele.
    Forse, delle volte, a periodi di straordinaria felicità e prosperità, cambiamenti avvenuti tanto velocemente da averti mozzato il fiato, corrisponde un periodo in cui tutti ti viene portato via, un periodo di repentino declino.
    Clare non fa che pensarci.
    «Ora che ti vedo, meglio» risponde lui chiudendo gli occhi quando la mano di lei le sfiora il viso.
    «Oh, Eric…» sussurra con voce incrinata, premendo la fronte contro quella del marito.
    La mano di Eric piano accarezza una ciocca di capelli di Clare, che le ricadono non oltre le spalle. «Ehi… ehi… mi avevi promesso che saresti stata forte.»
    Lei si allontana, quel che le basta per guardarlo negli occhi color della notte. Annuisce, ma sa che non ce la farà.
    Non si può lottare contro certi mali, contro cose più grandi di te. Mali che ti divorano dall’interno, come iene fameliche fanno con le carcasse. Un male più grande del loro amore, della vita, divora Eric dall’interno. E lì, il cancro, distrugge il suo intestino.
    Ma ciò che più lo addolora, ciò che gli fa stringere il cuore in una dolorosa morsa, ciò che lo tormenta giorno e notte, non è il dolore lancinante all’addome, ma quel dolore che gli stringe e gli grava come un macigno sul petto, quella consapevolezza di lasciare la donna che ama, di lasciare Clare e Ellie, quella bambina dai capelli castani che ha solo sette anni. Di lasciare le uniche sue ragioni di vita in un mondo in cui lui non c’è. Non vedere più il suo viso…
    «Dov’è Ellie? Ti prego, voglio vederla... ancora una volta…»
    Una lacrime spilla dagli occhi di Clare, rotola sul viso di Eric, lasciando una scia rovente sul viso d’angelo.
     «Non dire così…» geme lei chinando il capo e coprendoli la bocca con una mano. Lui le prende il viso fra le mani, e la costringe a guardarlo in volto.
     Lotta con tutto se stesso per trattenere le lacrime, lotta con tutto se stesso per mantenere il controllo della voce. «Clare… prima o poi sarebbe successo…»
     «Ssst», lei sorride ad annuisce con capo. Si alza e sparisce oltre la porta di legno chiaro.
    Eric resta in attesa, con gli occhi velati di mute lacrime fissa il sole tramontare all’orizzonte, oltre il vetro della grande vetrata dell’ospedale. Resta immobile, con lo sguardo fisso sul paesaggio, godendosi quella vista.
    Ha paura, ha terribilmente paura. Non ha mai avuto così paura in tutta la sua vita. Non fa che ripetersi cosa ne sarà di loro. Il suo cuore non fa che pulsare di dolore ad ogni battito.
    Clare…
    Poi eccole, sulla soglia della porta compaiono loro due. Ellie stringe la madre per i fianchi, ha gli occhi persi, ma ha capito. Lei capisce sempre tutto. E’ come sua madre, sveglia, intelligente, bella ed Eric sa che saranno l’una la forza dell’altra. Non c’è consolazione migliore.
    Lui vivrà in Ellie, ogni giorno Clare potrà riconoscere i suoi occhi in quelli scuri della figlia.
    «Ciao, tesoro» sorride lui ricacciando indietro le lacrime che prepotenti gli avevano velato gli occhi.
    «Papà…» mormora lei avvicinandosi al letto, piano.
    «Vieni qui» sorride lui allargando le braccia. La bambina salta sul letto ed affonda il viso nel petto del padre.
    Accanto alla porta, Clare, non riesce a muovere un solo muscolo, con la gola gonfia per l’emozione.
    «Come stai, papà?» chiede la bambina alzando il capo.
    «Alla grande. Tu?»
    «Sono triste» mormora.
    Eric sorride. «Perché?», le carezza i capelli corti con dolcezza.
    «La mamma è triste. E’ triste per te. E anch’io sono triste per te, papà.»
    E quelle parole sono, sia per Clare che per Eric, pugnalate in pieno petto.
    «Mi prometti una cosa?» mormora lui oramai allo stremo delle forze.
    Ellie annuisce col capo.
    «Prenditi cura della mamma, qualsiasi cosa accada. Non lasciarla sola. E non scordare mai, mai ho detto, che ti voglio bene.»
    Lei annuisce ancora e lacrime solitarie cominciano a rigarla il viso.
    «Ssst, non piangere» sussurra lui asciugandole il viso e baciandole la fronte.
    «Ti voglio tanto bene, papà» piange lei abbracciandolo con forza, prima di baciargli una guancia.
    E gli costa molto non piangere, trattenersi di fronte a quella fragile bambina. Sente le forze abbandonarlo lentamente, ma continua a lottare, a lottare per Ellie, per Clare… mentre dentro muore.
    «Ellie, tesoro…» mormora Clare avvicinandosi al letto. La bambina scossa dai singhiozzi alza il capo.
    «Perché non vai dalla nonna? E’ ora della merenda» dice con voce incrinata.
     Annuisce. Poi si volta verso il padre e gli bacia una guancia. «Torno subito, papà.»
     Per alcuni istanti, dopo che Ellie è andata via, Eric fissa la porta con le lacrime a bagnargli il viso, le stesse lacrime che bagnano il viso di Clare.
     La donna dai capelli color del cioccolato si avvicina e col le dita lunghe ed affusolate, asciuga le lacrime del marito. Gli bacia le palpebre con estrema delicatezza.
    «Qualunque cosa accada, amore mio, sarò sempre con te. Per sempre» mormora lui sulle labbra di lei.
    «Ed io con te. Ti amo. Ti amo sempre Eric, dal giorno in cui mi ha rovesciato quel caffè a lezione»
    Lui sorride. «Ti amo… ti amo…»


    La pioggia scivola sulla pietra, sugli ombrelli neri e filtra fra i lunghi capelli di Claire.
    Fissa il suo nome inciso. Inciso sulla pietra. Inciso nel suo cuore.
    Eric le ha cambiato la vita. Le ha regalato una famiglia, una vita migliore, una figlia che le ricorderà sempre che uomo meraviglioso era. Lo rivedrà negli occhi e nel sorriso di Ellie, così piccola da non comprendere a pieno il significato della morte.
    Lascia che la pioggia si confonda con le lacrime e che riempia la voragine nel petto.


    «Cerca di dormire, tesoro, okay? Non ci sono mostri nel tuo armadio. Hai otto anni ormai. Sei forte come un’amazzone.»
    «Me lo diceva anche papà…» soffia la bambina mentre gli angoli della sua bocca si curvano verso il basso.
    Claire sente una stretta al cuore. «Lo so. Vedi? Lui è ovunque. Lui è sempre qui con te. Non ti lascia mai. Ti proteggerà in qualunque incubo tu faccia. E scaccerà via tutti i mostri che cercheranno di farti del male.»
    «Ma lui non è qui…» dice la bambina alzandosi la trapunta fin sotto il mento.
    Claire sorride e accende la luce da notte. Prende la piccola mano della sua bambina e la posa sul fragile petto. «Lui è qui, piccola mia. Lui è sempre qui e non andrà mai via. Lui è il tuo cuore.»
    Le bacia delicatamente la fronte e le accarezza i capelli. «E’ come Peter Pan. Lui è nell’isola che non c’è. Ti basta chiudere gli occhi e sognare. Ti basta chiudere gli occhi e… crederci.»




   
 
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