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Autore: BeaeSofia_9495    03/09/2015    1 recensioni
Rebecca e Dafne, due giovani amiche che,terminato il liceo, decidono di partire alla volta di Londra per continuare i propri studi e desiderose di vivere fantastiche avventure.
Nuovi luoghi, nuove amicizie e nuovi amori coinvolgeranno le protagoniste di questo racconto.
Rebecca con la sua vitalità e Dafne con la sua tenacia renderanno indimenticabile ogni istante trascorso insieme e sapranno farsi forza a vicenda nei momenti più difficili, riuscendo a superare gli ostacoli che si presenteranno sul loro cammino.
Questo è l'inizio dell'avventura.
La loro avventura!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quando erano uscite le foto di Dafne e Zayn sui giornali, qualche giorno prima, la castana era perseguitata da un continuo nervosismo, dovuto alla preoccupazione di poter creare problemi al ragazzo; anche se il management si era mostrato "stranamente" calmo,a detta degli amici, rispetto alla notizia, lei continuava ad essere leggermente irrequieta. Perrie era partita con le altre componenti delle Little Mix, diretta in America, esattamente il mattino dopo la serata al Funky Buddha e sicuramente aveva visto su qualche giornale le foto che erano state scattate a lei e Zayn; quest'ultimo, inoltre, aveva passato vari pomeriggi continuamente al telefono con la bionda, mantenendo inspiegabilmente sempre un'espressione impassibile e talvolta alterandosi a causa delle "stronzate", così definite dal moro, che lei diceva.
- Terra chiama Dafne. - disse Rebecca sventolando una mano davanti alla faccia dell'amica, la quale si era incantata ad osservare un punto impreciso davanti a sé, persa tra i mille pensieri che le affollavano la mente.
- Hey, scusa...mi sono distratta - le sorrise - Dicevi? -
- Lo sei un po' troppo ultimamente. - commentò perplessa la mora - In ogni caso dicevo di essere contenta che oggi abbiamo un po' di tempo da dedicare a noi due. Ultimamente, per una cosa o per un'altra, non stiamo mai da sole anche solo per perdere tempo, come facevamo prima. - 
Effettivamente, per quanto vivessero nella stessa casa, da quando si erano trasferite dai ragazzi difficilmente riuscivano a stare da sole; non che la compagnia degli altri a loro dispiacesse, anzi era un continuo divertimento, però, avevano semplicemente bisogno di un momento da dedicare a loro stesse, a Dafne e Rebecca.
- Già. - le diede ragione la castana - Io proporrei di prendere una bella cioccolata calda da Starbucks e poi di andare al parco. Che ne dici? -
- Ma fa freddo...- mugugnò la mora.
- Oh, sempre a lamentarti.Ti riscalderai camminando o,se vuoi, potremmo sempre correre fino alla caffetteria...- 
- No grazie, mi va bene la passeggiata. - rise Rebecca spingendo di poco l'amica.
Stavano camminando da un bel po' sorseggiando le loro cioccolate, mentre stringevano i rispettivi bicchieri con entrambe le mani come a voler assorbire più calore possibile, e chiacchierando del più e del meno, come se non sapessero già tutto luna dell'altra, poi. Una ventata gelida le colpì dritte in viso, scompigliando i loro capelli e facendole rabbrividire: sarebbe stato difficile adattarsi a quel clima così freddo di Londra, dal momento che nel sud Italia non vi erano minimamente abituate. Adocchiarono una panchina libera poco lontano da loro e vi si diressero  nella speranza che nessuno la occupasse: nonostante facesse così freddo e il tempo minacciasse di piovere, il parco era davvero affollato; proprio nel momento esatto in cui stavano per sedersi una mano picchiettò la spalla di Dafne la quale si girò interrogativa, domandandosi chi potesse essere. Due ragazze, di qualche anno più piccole di loro, le stavano osservando curiose e quasi...imbarazzate.
- Vi serve qualcosa? - chiese la castana con gentilezza.
- Beh...su chiediglielo. - disse una delle ragazzine incitando quella accanto.
- Mhm...volevamo chiedervi una cosa...siete voi che...che vivete con i ragazzi? - domandò allora l'altra.
Dafne e Rebecca si scambiarono uno sguardo interrogativo, tanto che chiesero alle due di essere più precise.
- I One Direction. Vivete con loro? - parlò la prima che aveva aperto bocca, questa volta con più sicurezza.
- Si siamo noi...- rispose incerta Rebecca. 
- Oh...figo! - esclamò una sorridente - Hai visto? Avevo ragione! - fece battendosi le mani prima di riprendere a parlare, questa volta rivolgendo la sua totale attenzione a Dafne che, per un attimo, la osservò spaesata - Stai con Zayn? -
- Come? - domandò con voce particolarmente acuta la castana, anche se aveva perfettamente compreso ciò che le era stato chiesto.
- Abbiamo visto le foto e sono sicura sia tu quella ragazza. Allora, state insieme? - 
Rebecca tentò di trattenere una risata, ma con scarso successo tanto che Dafne le riservò un'occhiata in tralice prima di affrettarsi a rispondere - No, Zayn ed io siamo solo amici. La foto...stavamo solo parlando, ecco. - chiarì.
- Peccato. - bofonchiò l'altra ragazzina, rimasta in silenzio fino a quell' istante - Sareste stati una bella coppia. - le sorrise e la castana si trovò a ricambiare, quasi arrossendo - Ora dobbiamo andare, è stato un piacere conoscervi e scusate se vi abbiamo disturbate. -
- Oh non preoccupatevi, anche per noi è stato un piacere incontrarvi - replicò la castana, alzando anche una mano per salutarle.
Le due italiane furono avvolte per qualche secondo dal silenzio, per quanto in un parco ce ne potesse essere, finché non si sentì forte e chiara la risata di Rebecca.
- Si può sapere ora che ti prende? - chiese Dafne indispettita, senza però ricevere alcuna risposta - Allora? - insistette.
- Oh, dovevi vedere la tua faccia quando ti hanno chiesto di Zayn. Sembrava avessi una paresi facciale, eri davvero inquietante. - le spiegò l'amica, tentando di calmarsi.
- Non dire stupidaggini...ero solo sorpresa che ci avessero riconosciute. Tutto qui. - disse - E smettila di ridere così sguaiatamente, ci guardano tutti. - le intimò Dafne mentre si alzava, contagiata questa volta da Rebecca, che subito si affrettò a raggiungerla sistemandosi alla meglio la sciarpa intorno al collo.
Ripresero a camminare per le vie del parco, senza avere una meta precisa; semplicemente si guardavano intorno, ammirando il paesaggio che le circondava.
- Daf? - attirò Reb la sua attenzione.
- Mmh. - fu l'unico verso che la castana emise, sapendo che l'amica avrebbe capito di dover continuare a parlare.
- Avresti voluto fosse vero? - chiese la mora, mentre osservava un bambino appena caduto dallo scivolo. 
- Cosa? - chiese, non avendo chiaro cosa intendesse Rebecca.
- Avresti voluto che il bacio, che tu e Zayn sembrava vi foste dati, fosse vero? - si spiegò voltandosi nella sua direzione. Dafne sgranò gli occhi e per qualche secondo boccheggiò, ma  subito riprese il controllo di sé - No! Ovviamente no! Che ti salta in mente!- disse infatti - Perché me lo chiedi? - 
- Così...- rispose l'amica scrollando le spalle e nascondendo un sorriso - Era per sapere. -
 
 
Quando rientrarono a casa nel pomeriggio le due ragazze trovarono Louis, Harry e Niall seduti sul tappeto intenti a giocare a Battlefield, mentre si lasciavano andare in commenti poco appropriati e imprecazioni varie.
- Ragazzi...! -sussurrò Rebecca alzando gli occhi al cielo, chiudendosi la porta di casa alle spalle - Non riescono proprio a trattenersi...-
- Si! Ho vinto! - esultò improvvisamente Niall, saltando in piedi - Inchinatevi, stolti. -
- Secondo me imbrogli. Non puoi aver vinto sei partite di fila...- disse Louis, alle cui parole Harry si ritrovò ad annuire. 
- O forse siete voi ad essere...scarsi. Molto scarsi. - li derise il biondino - Ora scusate, la vittoria mi ha messo appetito, vado a prepararmi uno spuntino. Oh, ciao ragazze, siete tornate. - 
- Ciao, Horan. Nuovo record? - domandò Dafne salutandolo con un abbraccio.
- Nah, niente di nuovo. Li ho solo stracciati per l'ennesima volta. - rispose, per poi sparire in cucina.
Rebecca, intanto, aveva sfilato la propria giacca, lasciando cadere a terra la borsa per poi sedersi scompostamente su uno dei divani al centro del salotto. Quel giorno lei e l'amica non avevano fatto niente di che, ma era ugualmente stanca: avrebbe voluto stendersi sul letto e dormire fino al mattino seguente, ma sapeva che quello sarebbe rimasto semplicemente un sogno irrealizzabile. Ad un certo punto sentì un tonfo, segno che qualcuno si era seduto accanto a lei con non molta delicatezza; la mora non ebbe neanche bisogno di voltarsi per capire chi fosse: solo Dafne sbuffava in quel modo così strano, emettendo un suono alquanto divertente, e per giunta  lo stava facendo da quando erano uscite. 
- La smetti? Mi stai irritando. - bofonchiò Rebecca, girandosi finalmente a guardarla.
- Irritati, allora. - disse Dafne con un sorriso, che di dolce non aveva niente, tanto che la mora alzò entrambe le mani come in segno di resa, mostrando di non voler più continuare quella conversazione. Intanto, Harry e Louis erano rimasti in piedi al centro della stanza a fissarle curiosi e le due quasi sembravano non essersi accorte della loro presenza; poi un'idea brillante attraversò la mente del più grande del gruppo. Bisbigliò qualcosa all'orecchio dell'amico, il quale sentendolo parlare rise sommessamente, e insieme presero una rincorsa, urlando cose senza senso, per poi buttarsi a peso morto addosso alle ragazze che lanciarono un urlo, sia per lo spavento sia per il colpo ricevuto.
- Siete per caso impazziti? - sbottò Dafne, cercando di mantenere un'espressione seria anche se un sorriso minacciava di comparirle sul viso: i suoi amici erano letteralmente dei bambini. Andare in un asilo, forse, sarebbe stato anche meglio.
- Volevamo semplicemente mostrarvi tutto il nostro affetto. Non siete contente? - domandò Louis con una faccia da angioletto.
- Per niente. - disse Rebecca - E ora alzatevi, su. - 
- Ma come? Avete l'onore di essere a stretto contatto con due ragazzi super famosi e super belli e ci mandate via così? - chiese Harry, come se il pronunciare quelle parole avesse potuto far addolcire le ragazze.
- Ehm, più che altro direi super cretini. - aggiunse Dafne alzando un sopracciglio e beccandosi una tirata di capelli da parte di un Louis alquanto indispettito.
- Confermo la mia ipotesi: sei un cretino. - fece Dafne, spingendolo via dalle sue gambe e facendolo cadere con il sedere a terra, provocando le risate di Rebecca e di Harry che si stava sollevando dal corpo della mora per non pesarle ulteriormente. Louis stava per risponderle e probabilmente non le avrebbe detto niente di gentile, dato che si era fatto piuttosto male, ma non ebbe neanche il tempo di formulare una frase di senso compiuto nella sua testa che la sua attenzione, e quella degli  altri tre, fu catturata da due figure che scendevano dal piano superiore: Zayn e Perrie. - Hey amico! Perrie...- li salutò infatti. Il moro sorrise e altrettanto fece la bionda accanto a lui, la quale salutò tutti. Tutti tranne Dafne, alla quale rivolse un'occhiata scocciata prima di andare in cucina. Zayn le mimò uno "scusa" con le labbra e lei si ritrovò a sorridergli per fargli capire che era tutto ok. Quando anche il ragazzo scomparve nella stanza di fronte, la castana ritornò a prestare attenzione ai tre che erano lì accanto a lei.
- Le sei proprio simpatica, devo dire. - ridacchiò Harry, sedendosi sul tappeto di fronte a lei.
- Già...- disse Dafne.
- Guarda il lato positivo, sei fortunata. Noi dobbiamo continuare a sopportarla. - le sussurrò il riccio nella speranza di non essere sentito e facendo sorridere l'amica.
- Esatto! Non dovrai subirti i suoi sproloqui su unghie, make-up e tinte per capelli. - intervenne Rebecca arricciando la bocca in maniera buffa e spostandosi teatralmente una ciocca di capelli all'indietro.
- Beh, vado a fare una doccia. - comunicò Dafne pensierosa avviandosi alle scale - Salgo di sopra. - 
- Vedi di non finire il mio shampoo! So che lo stai usando tu! Vorresti avere capelli fantastici come i miei, ma è fatica sprecata bella mia, non ci riuscirai mai! - affermò Louis prendendola in giro, ma venendo completamente ignorato dalla castana.
- Ah e non passare troppo tempo in bagno. Sembrava ci fosse la nebbia, l'altra volta, con tutto quel vapore e i miei amati ricci hanno fatto una brutta fine. - aggiunse Harry alzando di poco la voce, nella speranza che l'amica riuscisse a sentirlo. E Dafne lo sentì, così come poté ascoltare il commento di scherno fatto da Reb  riguardo quella specie di nido per uccelli che il riccio aveva in testa. Dafne rise: certo che lì tutti i suoi amici avevano una strana fissa per i capelli.
Nell'ora che seguì, quella che fece fu forse una delle docce più belle di sempre; aveva acceso lo stereo iniziando a canticchiare e si era totalmente rilassata sotto il tocco leggero dell'acqua calda; inoltre, aveva anche "preso in prestito" un po' dello shampoo di Lou perché era davvero buono e profumato, ma non glielo avrebbe mai confessato. Dopo ben cinquanta minuti, Dafne si era decisa ad uscire dalla doccia coprendosi con un asciugamano; il vetro dello specchio era tutto appannato e anche i muri bianchi intorno erano ricoperti di tante goccioline: probabilmente anche quella volta Harry si sarebbe arrabbiato, e la ragazza rise a quel pensiero. Non appena mise piede fuori dal bagno, con ancora indosso l'asciugamano, rabbrividì al contatto con l'aria fredda che c'era nel corridoio, così a passo svelto si diresse verso la sua camera, desiderosa di vestirsi con qualcosa di pesante. 
- Hey! - esclamò una voce, facendo bloccare Dafne nel momento esatto in cui stava per abbassare la maniglia della porta e facendola voltare - Scusa per prima...sai Perrie è fatta così, e anche un po' gelosa. - disse Zayn, guardandola imbarazzato. E non capiva il motivo per cui si sentisse così: se per il comportamento poco educato della bionda o perché la ragazza davanti a lui aveva semplicemente un asciugamano addosso.
- Non fa niente, Zayn. - lo rassicurò  lei - La capisco, anche io mi sarei ingelosita e comportata così al posto suo. -
Zayn, sentendo quelle parole, le sorrise furbo e, probabilmente, anche compiaciuto. 
- Cioè...non che sia gelosa di te, eh! - riprese a parlare - Dicevo in generale! Ora entro in camera, prima che mi becchi un raffreddore. Ci si vede! - affermò Dafne velocemente chiudendosi la porta alle spalle, senza neanche dare al moro il tempo di replicare.
"Ci si vede?" si ritrovò a pensare la castana "Abitiamo nella stessa casa e questa è la cosa migliore che mi è uscita?". Sbuffò.
 Ritrovata dopo poco la sua tranquillità e ripresasi da quel momento di imbarazzo, che tra l'altro non riusciva a spiegarsi, si cambiò indossando una tuta per casa e iniziando a sistemare la camera: se sua madre l'avesse vista, probabilmente sarebbe andata fuori di testa. C'era il caos totale, e poi rimproverava Rebecca!
- Devi sentirti realizzata, ora! - disse una voce sulla soglia della sua camera. Dafne si girò e vide Perrie con le braccia incrociate al petto che la guardava infastidita. Aveva dimenticato fosse ancora di sotto.
- Come scusa? - 
- Oh, non fare l'ingenua con me. Ho capito fin da subito che tu e la tua amichetta non vedevate l'ora di finire su qualche rivista e avere il vostro momento di fama. E quale cosa migliore che adescare i One direction? - continuò con aria saccente.
- Sei completamente fuori strada. - la interruppe la castana - Abbiamo incontrato i ragazzi per caso. E non sapevamo neanche chi fossero...-
- Certo, e ti aspetti che io ti creda? -
- Che tu mi creda o no non è affare che mi riguardi, anzi detto sinceramente non mi interessa. Puoi pensare quello che vuoi, ma non venirmi a dire certe cose; anzi tra noi due forse sei proprio tu quella che approfitta della sua posizione, o sbaglio? - domandò alzando un sopracciglio in segno di sfida.
- Senti ragazzina! - esclamò Perrie entrando finalmente nella stanza e avvicinandosi al letto - Non ti permetto di parlarmi così! Sono più grande di te e dovresti portarmi rispetto. -
- Guarda che abbiamo solo un anno di differenza - le spiegò Dafne lentamente, come se stesse parlando con un bambino - e qui l'unica che si comporta da ragazzina sei tu: stai facendo dei discorsi assurdi. E il fatto che tu sia venuta qui da me per dire certe cose solo perché non ti senti più al centro dell'attenzione, non è altro che una conferma al tuo comportarti da ragazzina...nonostante la tua "veneranda" età ovviamente. - concluse incrociando le braccia al petto. Quell'ultima frase della castana  trasudava scherno a tutta forza  e fece andare fuori di testa Perrie la quale, dopo qualche attimo di silenzio, riprese a parlare - Fossi in te mi leverei quel sorrisetto dalla bocca. Non hai idea di chi ti sei messa contro. -
- Ma se stai facendo tutto da sola. Non so se te ne sei accorta, ma non ti ho mai considerata più di tanto dati i tuoi atteggiamenti da prima donna mancata. Anzi, ho anche provato ad essere gentile dato che sei la ragazza di Zayn, ma poi ogni volta mi fai ricredere sul mio comportamento. Neanche fossi la figlia della regina Elisabetta! Ora se permetti ho delle cose da fare, quindi esci dalla mia camera. - disse Dafne esasperata da quella conversazione, indicandole la porta con la mano e sorridendo falsamente.
La bionda di fronte a lei grugnì qualcosa di incomprensibile, si passò una mano tra i capelli e fece per andarsene; mentre si voltava, però, vide la chitarra della ragazza che tanto non sopportava appoggiata al muro poco distante da lei, e subito un'idea le balenò nella mente. Con calma si avvicinò allo strumento e lo prese tra le mani, sotto gli occhi interrogativi di Dafne che non capiva cosa volesse fare. Tutto accadde in un attimo. Perrie aveva gettato la chitarra a terra con forza, facendola rompere, dopodiché ci era salita sopra con quelle sue orrende scarpe con il tacco, facendola spaccare ulteriormente - Giusto, per rendere più chiaro il concetto. - ghignò - E sta lontana da lui! -
Dafne si sentì morire e le lacrime stavano per uscire, ma si trattenne, non doveva darle alcuna soddisfazione. - Esci! Esci subito da qui! - tuonò, come mai aveva fatto prima - Vattene o potrei non rispondere di me. - 
Perrie non se lo fece ripetere due volte e si voltò per andarsene, questa volta sul serio; nell'uscire dalla stanza andò a sbattere contro Niall che stava passando lì fuori evidentemente diretto in bagno. 
- Fa più attenzione Horan! La tua sbadataggine comincia a darmi sui nervi. - ringhiò la bionda prima di oltrepassarlo e scendere al piano inferiore. L'irlandese alzò le mani come a volersi scusare e poi si girò verso la porta della camera di Dafne rimasta aperta: vide lei al centro della stanza, con i capelli disordinati, la sua immancabile tuta e i piedi nudi che poggiavano sul parquet, fissare priva di espressione qualcosa sul pavimento. Niall si avvicinò senza però entrare e vide la chitarra dell'amica completamente distrutta - Ma cos...- provò a dire, ma fu interrotto dalla ragazza che gli andò incontro  - Non è successo niente. Ora scusa, ho da fare e ho bisogno di stare sola. - disse chiudendo poco delicatamente la porta in faccia all'amico e lasciandosi poi scivolare contro di essa una volta che fu rimasta sola. Quello che l'arpia aveva rotto non era un semplice strumento musicale: era la chitarra che il padre le aveva regalato tanti anni prima, quando aveva deciso di prendere lezioni. E Dafne l'aveva trattata con delicatezza, sempre, quasi come se fosse stata la sua bambina. - Accidenti! - sibilò con rabbia sbattendo un pugno contro la porta - Accidenti! - ripeté eseguendo lo stesso gesto di qualche secondo prima, questa volta però colpendo la mano con più forza e facendosi male. Le scappò una lacrima e poi un'altra ancora, finché non iniziò a piangere, nonostante avesse provato a trattenersi. Si odiava per essere così  debole per delle sciocchezze certe volte, ma che diavolo! Era un regalo dal valore sentimentale inestimabile!
Niall, intanto, era rimasto fuori la camera ancora perplesso per ciò a cui aveva assistito; quando sentì quei due colpi e subito dopo un singhiozzo provenire oltre la porta si preoccupò, così provò ad entrare, ma Dafne non glielo permise rassicurandolo però sul fatto che andasse tutto bene. Anche se non se la bevve, l'irlandese decise di lasciarla sola, proprio come le aveva consigliato Rebecca tempo fa: quando avrebbe voluto parlarne, sarebbe andata lei da loro.
 
 
Al piano inferiore, intanto, tutti stavano chiacchierando e preparando il necessario per la cena tra una risata e l'altra; ovviamente in compagnia di  una Perrie che come al solito prestava attenzione solo al fidanzato e con il resto del gruppo che, invece, non faceva altro che ridere e scherzare, soprattutto per le battute stupide di Louis. - Daf che fine ha fatto? Credo siano passate un paio d'ore da quando è andata di sopra. - chiese quest'ultimo.
- Forse si sarà addormentata...- ipotizzò Niall, che non era propriamente certo di poter parlare a tutti di quello che aveva visto poco tempo prima. 
A poca distanza da lui, Perrie aveva assunto un sorriso compiaciuto, ma nessuno se ne accorse perché proprio in quell'istante la castana fece il suo ingresso in cucina.
- Hey bella! - la salutò Julie felice, per poi chiederle sorpresa - Esci? - 
Dafne, infatti, dopo aver trascorso un bel po' di tempo nella sua camera a fissare il vuoto e a giocherellare con alcuni pezzi della chitarra rotta, aveva deciso di uscire per fare una passeggiata: l'aria fresca di dicembre le avrebbe fatto decisamente bene. Così aveva indossato un paio di leggings neri e un maglione bianco, gli anfibi e il suo amato parka verde militare. 
- Si. Vado a fare un giro.- rispose seria, senza neanche accennare un sorriso, cosa che non passò inosservata ad alcuno dei presenti.
- È tardi Daf. - le disse Rebecca - E la cena è quasi pronta...- 
- Oh, non ho fame, tranquilla. Nel caso mangerò qualcosa per strada.- rispose avvicinandosi silenziosamente, sotto gli occhi di tutti, all'isola per versarsi un bicchiere d'acqua.
- Che hai fatto alla mano? - chiese d'un tratto Harry osservando quella con cui lei stava mantenendo la bottiglia: aveva le nocche tutte arrossate e già si poteva notare l'accenno di un ematoma. Dafne sgranò gli occhi dandosi della stupida per non essersela coperta e per non aver preparato una scusa decente da propinare ai suoi amici; certo avrebbe spiegato che si era fatta male in seguito ad un moto di rabbia, ma tutto a suo tempo e in quel momento non aveva minimamente intenzione di parlare con nessuno. Così, tentò di ritrarre velocemente la mano per infilarla nella tasca del parka, ma fu bloccata da Zayn che se l'avvicinò al viso per osservare meglio il rossore - Si può sapere cosa hai combinato? - le chiese guardandola apprensivo, ma lei, ancora una volta gli riservò uno sguardo vuoto, accompagnato da una scrollata di spalle; poi si rivolse alla sua migliore amica tentando di sorriderle per tranquillizzarla, ma probabilmente le uscì una semplice smorfia. Ormai era chiaro a tutti che non volesse dare alcun tipo di spiegazione, così chi con un sospiro di rassegnazione chi di preoccupazione, nessuno fece più domande e Dafne ne approfittò per avviarsi alla porta, ma Louis la fermò - Andiamo, non vorrai uscire da sola a quest'ora...possiamo fare una passeggiata tutti insieme dopo, magari. Che ne dite? - domandò il ragazzo al resto del gruppo.
- Forse non sono stata chiara...- iniziò titubante la castana, allontanandosi dall'amico - Vorrei stare da sola. Quindi noi ci vediamo dopo. - e detto questo, senza salutare nessuno uscì di casa.
- Ma che le è preso? - domandò ad un certo punto Liam voltandosi, come tutti gli altri, nella direzione di Rebecca nella speranza che questa potesse dargli una riposta.
- Io...non ne ho idea...- disse solamente la mora con espressione accigliata.
 
 
- Non credete dovremmo andare a cercarla? - sospirò Louis con la testa appoggiata sulle braccia incrociate comodamente sul bancone della cucina. 
Ormai avevano finito di cenare da un bel po' e Perrie era stata riaccompagnata a casa; avevano chiacchierato dello strano  comportamento di Dafne, ponendosi mille domande diverse, ma senza trovare alcun tipo di spiegazione.
- Non risponde neanche al cellulare...ed è mezzanotte passata...- aggiunse il ragazzo.
- Basta, vado a cercarla. - disse Rebecca alzandosi dallo sgabello, seguita all'istante da Zayn seduto accanto a lei - Vengo con te! -
Non ebbero neanche il tempo di avvicinarsi alla porta che questa con uno scatto si aprì, mostrando una Dafne piuttosto infreddolita e con il naso arrossato per l'aria gelida della serata. - Che ci fate voi due impalati lì? - chiese mentre si sfilava la giacca.
- Noi...non rispondevi al cellulare e stavamo vendendo a cercarti. - le spiegò il moro.
- Ci hai fatti preoccupare. - aggiunse poi l'amica, guardando con attenzione la castana.
- Oh, scusatemi, non mi sono resa conto di aver camminato così a lungo. - affermò tranquillamente avviandosi in cucina e sedendosi di fronte a Louis, togliendogli dalle mani la tazza di thè che stava bevendo per prenderne lei un sorso.
- Stai bene? - le chiese allora l'amico -prima non avevi una bella cera.-
- Certo che sto bene, ragazzi. - esclamò Dafne facendogli un occhiolino - Ora vado in camera, sono molto stanca. - e detto questo si alzò e uscì dalla stanza, non prima aver dato un bacio sulla guancia a Rebecca e un pacca sulla spalla a Zayn e Louis.
- Beh...magari ha solo il ciclo. Voi donne avete sempre strani comportamenti in quel periodo...- borbottò il ragazzo dagli occhi azzurri, facendo lievemente sorridere la mora.
- Già...- annuì Reb, anche se era perfettamente cosciente che quella non fosse una reale motivazione.
- Su andiamo a dormire anche noi. - propose Louis, incitando i due amici a seguirlo al piano superiore.
 
 
 
- Buongiorno. - biascicò una Rebecca assonnata e con ancora il pigiama addosso, entrando in cucina desiderosa di prepararsi una tazza fumante di caffè. Niall ed Harry, gli unici ad essersi già svegliati, la salutarono con un cenno del capo, ancora troppo privi di forze per poter formulare delle frasi di senso compiuto. - E quelli? - domandò ridacchiando la mora, riferendosi ai calzini azzurri con gli unicorni che stava indossando il riccio, il quale subito tentò di sottrarli allo sguardo derisorio della ragazza.
- Me li ha regalati mia sorella Gemma - borbottò lui - e sono comodi. Non prendermi in giro, Louis già ha dato il meglio di sé quando li ha visti la prima volta. - aggiunse poi, corrugando le sopracciglia.
- Io non ho detto niente...- disse Rebecca alzando entrambe le mani - hai fatto tutto da solo. - rise.
- Buongiorno! - li interruppe la voce di Dafne, mentre li raggiungeva già vestita e truccata, con la borsa poggiata sulla spalla.
- Hey...- la salutarono in coro.
- Già esci? - domandò Niall - I corsi oggi non iniziano nel pomeriggio? -
- Bravo Horan! Te ne sei ricordato! Comunque si, devo seguire oggi pomeriggio...ma ho pensato di uscire già ora a fare un giro. Magari passo da Mark e vedo se ha bisogno di una mano in negozio. - spiegò allungandosi a prendere dal centro della tavola un muffin al cioccolato e portandolo alla bocca per dargli un morso - Ci vediamo stasera, a dopo! -  
- Non le hai parlato? - chiese dopo un po' Harry rivolto a Rebecca - La tua amica è strana...- 
- Ieri sera quando è tornata in camera ho provato a raggiungerla, ma mi ha detto che era troppo stanca e che ne avremmo parlato stamattina...ma evidentemente neanche ora ne aveva voglia. - disse Rebecca sospirando e beandosi poco dopo del calore rilasciato dal sorso di caffè che aveva appena preso.
Niall, intanto, stava combattendo una lotta interiore, indeciso se raccontare o meno l'episodio a cui aveva assistito di Perrie e Dafne; non voleva essere invadente o che, ma era pur sempre una sua amica e quel suo essere impassibile dal giorno precedente lo stava leggermente preoccupando così, tra uno sbuffo e l'altro, aveva  deciso di condividere una parte di quei suoi dubbi con la mora e il riccio.
- Ragazzi...- iniziò il biondo attirando la loro attenzione - forse so cosa è successo. - 
- Ovvero? - chiese Rebecca perplessa. 
- Ieri pomeriggio, mi trovavo di sopra, e passando fuori la camera di Dafne ho urtato Perrie che stava uscendo proprio da lì, nervosa come al solito. Penso che quella ragazza mi odi, ogni volta che mi vede inizia a blaterar...- 
- Niall! - lo interruppero Harry e Rebecca scocciati, invitandolo a continuare.
- Dicevo...Perrie era piuttosto incazzata e quando poi mi sono affacciato nella stanza di Daf ho visto la sua chitarra rotta in mille pezzi a terra...non ha voluto parlare con me, ha chiuso subito la porta. Sono rimasto ad aspettarla fuori, indeciso su cosa fare, e all' improvviso ho sentito dei colpi...credo sia per questo che ha quel livido sulla mano.
- Tu...tu credi abbia rotto lei la sua chitarra? - domandò basito Harry. 
Niall annuì.
- Che gran...! Dio, era la sua prima chitarra. Un regalo del padre, per giunta! Ci credo sia così giù di morale...- borbottò la mora presa dal nervosismo.
- Ne hai parlato con Zayn? - chiese poi il riccio all' irlandese.
- No e non so se farlo. In fondo Daf non ha voluto parlarne con nessuno e forse non spetta a noi farlo. - spiegò lui.
Rebecca si ritrovò ad annuire a quelle parole: non era compito loro parlarne. 
 
- Ragazzi, io salgo a cambiarmi e vado a fare la spesa ...- inizió la mora. 
- Vengo con te mallow - disse il pakistano che era appena entrato in cucina per fare colazione. 
- Grazie, anche perché lo sai che mi annoio da sola e poi odio portare le buste...- spiegò, facendo intendere all'amico che avrebbe dovuto portare lui tutti gli acquisti.
- Ho capito, dovrò fare io il lavoro sporco. - borbottò il moro.
- Hai capito bene! - gli sorrise angelica Reb - Andiamo? -
- Vengo anche io. - esclamò Harry alzandosi - Così ti do una mano, amico. Già me la immagino a fare la dittatrice, " Prendi questo", "Prendi quello"! - scherzò tentando di imitare la voce della ragazza.
- È proprio così che fa, infatti. - disse Zayn  sconsolato, passandosi una mano sulla faccia.
- Guardate che vi sento! - urlò Rebecca mentre saliva le scale - Muovetevi e andate a preparavi! -
 
 
- Harry, prendi quei cereali al cioccolato sul terzo scaffale. - fece la mora.
- Ma anche questi sono al cioccolato...- tentò il riccio agitando la scatola che aveva preso dal ripiano accanto a sé. 
- Ma non sono quelli che ti ho chiesto. - gli spiegò serafica, facendolo sbuffare. 
- Hazza, forse facevi meglio a rimanere a casa. La mia mallow ha gusti difficili. - rise Zayn abbracciando la ragazza. 
- Bravo, tu si che hai capito. A proposito, hai preso gli assorbenti per me e Dafne? Quelli con le ali. - domandò poi la mora.
- Assorbenti? Ali? - chiese il moro lanciando uno sguardo confuso all'amico che se la rideva.
- Si, quelli rosa. Te l'ho già detto prima. -
- Devo prenderli proprio io? Non puoi farlo tu? - disse imbarazzato.
- Su non fare storie, siamo ancora a metà del lavoro.. - disse dandogli una leggera spinta e tornando a guardare la lista della spesa, mentre il ragazzo si avviava tra i corridoi del supermercato borbottando qualcosa di incomprensibile. Poteva sembrare una passeggiata, ma occuparsi di cibo e cose varie per tante persone che vivevano in una così grande casa era davvero stressante. Del compito, prima se ne occupavano le domestiche, ma dopo il loro arrivo Dafne e Rebecca avevano deciso che sarebbero state loro a gestire quel tipo di faccende insieme a Julie: almeno sarebbero state di aiuto in qualche modo ai ragazzi.
La mora aveva appena spuntato tutto il necessario per la colazione, quando Harry le si avvicinò - Come lo vedi? - 
- Cosa? - chiese Rebecca perplessa, mentre concentrata cercava di capire cos'altro potesse servire in casa.
- Zayn, intendo...per quanto non sia compito nostro parlargliene ha il diritto di sapere ciò che è successo. - disse lui.
- Sapere cosa? - domandò curioso Zayn, sbucando improvvisamente alle spalle dei suo amici e avvicinandosi al carrello per posare ciò che la mora gli aveva chiesto di prendere.
- Cavolo! - sussurrò Rebecca lanciando un'occhiata di fuoco al riccio. Ora che scusa avrebbero potuto trovare?
- Ehm...niente di importante...- 
- Parlate! - disse con tono duro e serio. Aveva capito che i suoi suoi due amici gli stessero nascondendo qualcosa; lo aveva intuito nel momento esatto in cui Harry aveva borbottato incerto quel "niente" guardandosi intorno senza mai soffermare lo sguardo su un punto preciso, come se volesse evitare di incrociare i suoi occhi. E lo aveva capito osservando l'espressione omicida che Rebecca aveva rivolto al riccio: la stessa che aveva più volte rivolto a lui, a Dafne o agli altri ragazzi quando facevano o dicevano qualcosa di inopportuno. Conosceva entrambi  così bene da aver capito, osservando dei particolari che ad altri forse sarebbero sfuggiti, che qualcosa li turbava e li conosceva abbastanza bene da sapere che, con un po' di insistenza e qualche sguardo severo, li avrebbe fatti cedere. E così fu: dopo qualche attimo di titubanza, infatti, i due ragazzi si convinsero che raccontare tutto all'amico sarebbe stata la cosa giusta.
Dopo aver spiegato tutto ciò che Niall aveva riferito loro quella mattina, Harry e Rebecca rimasero a fissare in silenzio Zayn, dalla cui faccia non traspariva alcuna emozione: era semplicemente rimasto immobile, di fronte a loro, a fissare il vuoto con le sopracciglia leggermente aggrottate, di chi ha l'aria di star pensando tanto. Poi chiuse gli occhi e prese un sospiro, come a tentare di calmarsi,  tanto che in quel momento gli amici  temettero stesse per sbottare, ma  accadde esattamente il contrario: dopo aver salutato velocemente i due che lo stavano osservando curiosi, uscì dal supermercato a passo svelto, sapendo esattamente cosa avrebbe dovuto fare.
Intanto, il riccio e la mora erano rimasti all'interno circondati dagli scaffali grigi e colmi di cibo, domandosi cosa sarebbe successo - Beh, non ha reagito bruscamente come mi aspettavo...- interruppe Harry il silenzio.
- Già...- disse pensierosa Reb - mi aspettavo una reazione un po'...diversa. - 
- Capiremo tutto quando torneremo a casa. Ora finiamo questa spesa, forza . - affermò il riccio poggiando un braccio sulla spalla di lei per incoraggiarla a proseguire.
Stavano ormai discutendo da circa dieci minuti su quale tipo di marshmallow  acquistare, se quelli bianchi di forma cilindrica o quelli colorati e dalle forme più strane, quando una voce familiare li interruppe - Hey! - 
I due ragazzi si voltarono curiosi per poi aprirsi in un sorriso - Ciao Thomas - lo salutò Harry andandogli incontro e dandogli una pacca sulla spalla - Come sta Mark? È da un po' che non passo al negozio a salutarlo. -
- Sta bene. Proprio l'altro giorno stava borbottando qualcosa sul fatto che vi foste dimenticati di lui e che avrebbe dovuto farvi una bella ramanzina. - gli sorrise, mente si avvicinava a Rebecca per abbracciarla e facendo, inconsapevolmente, irrigidire il riccio.
- Allora Reb...riguardo ciò di cui abbiamo parlato l'altra volta...ti va di uscire insieme domani sera? - chiese il ragazzo titubante. A quelle parole Harry sgranò gli occhi: l'aveva appena invitata per un appuntamento? Proprio lei? La sua Rebecca? Senza neanche dare il tempo alle rotelle del suo cervello di mettersi in moto, rispose con un secco "No" al posto della ragazza, guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte dei due che aveva di fronte. Rebecca avrebbe voluto tanto staccargli quei ricci così carini e morbidi in quel momento: ogni volta che apriva bocca era in grado di farla innervosire, in un modo o nell'altro; proprio per questo stava per rispondergli a tono e chiedergli perché diamine avesse risposto al suo posto intromettendosi in una conversazione nella quale, chiaramente, non era incluso, ma fu nuovamente interrotta prima ancora di aprire bocca.
- E sentiamo, perché non dovrebbe uscire con me? - domandò Thomas infastidito dall'intervento del riccio, il quale si ritrovò a boccheggiare non sapendo cosa dire. Di certo non avrebbe potuto rispondere "Non potete, perché lei è la mia Rebecca e tu non devi azzardarti ad avvicinarti a lei", come aveva pensato di fare un un primo momento. No di certo, ma che andava a pensare? Rebecca non era sua e non aveva il diritto di essere geloso di lei; perciò ignorando il nervosismo che lo aveva colpito nell'udire l'invito di Thomas e mordendosi la lingua per evitare di dire cazzate che non avrebbero fatto altro che infuriare la mora, pensò subito a qualcosa da dire per giustificare quel "No" pronunciato poco prima come un deficiente - Mm...domani abbiamo un impegno! Non ricordi Reb? Dobbiamo andare tutti insieme in quel pub che ha scoperto Niall qualche giorno fa. - disse tutto d'un fiato, rilassandosi subito dopo per aver trovato una scusa decente.
- Oh, non ricordavo dovessimo andarci proprio domani - iniziò lei titubante - Beh poco male...Thomas, perché non vieni con noi? Più siamo meglio è! Vero Harry? - 
- Si certo...- bofonchiò il riccio, alzando gli occhi al cielo. Grandioso, avrebbe dovuto sorbirselo mentre ci provava con Reb.
- Certo, perché no. - acconsentì il ragazzo, contento per la proposta che lei gli aveva rivolto - Ma sappi che la nostra uscita è semplicemente rimandata. Ora devo andare, prima che zio Mark mi dia per disperso. Ci vediamo domani, ragazzi. -
 
 
- Finalmente abbiamo finito. Non ne potevo più. - disse Emily mentre si alzava dal proprio posto, diretta verso l'uscita dell'aula.
- Fortunatamente questo è stato l'ultimo giorno di lezioni. - sospirò Dafne seguendola.
- È tutto ok? - chiese l'amica posandole una mano sul braccio - Oggi sei stata piuttosto strana. -
- Sono solo un po' stanca...-
- Farò finta che sia solo questo, ignorando il fatto che tu abbia passato queste ore a sbuffare e a rompere in continuazione la punta della matita...perciò, che ne dici di andare a prendere un caffè al bar dell'università, prima di tornare a casa? - propose Emily.
- Ci sto! - accettò sorridente la castana incamminandosi con l'amica nel cortile. 
Erano le sei ed era già buio, le nuvole nel cielo non promettevano niente di buono e c'era sempre quel vento pungente così fastidioso che indusse  Dafne ad avvolgere meglio la sciarpa di lana intorno al collo e a stringersi di più nel suo parka. Non aveva per niente voglia di tornare a casa: magari ci sarebbe stata di nuovo Perrie a cena e, di certo, se l'avesse avuta di fronte con quel suo stupido ghigno a decorarle la faccia, non si sarebbe trattenuta, ne avrebbe dette e fatte di tutti i colori. Forse avevano ragione i suoi amici, era una persona violenta a volte. Solo con le persone che se lo meritavano, ovviamente. Dafne scosse la testa abbozzando un sorriso a quei pensieri leggermente assurdi.
- Daf? - attirò la sua attenzione Emily.
- Si? - chiese la castana mentre colpiva un sassolino con le scarpe, tentando di fargli compiere un percorso ben preciso lungo la pavimentazione del cortile. Lo faceva sempre, da quando era piccola.
- Se ti dicessi che uno di quei ragazzi famosi con cui vivi è appena sceso da una motocicletta e sta venendo verso di noi, che faresti? - 
Dafne corrugò la fronte. Chi poteva essere? 
- Ma che...Zayn...- disse osservandolo sorpresa.
- Beh, direi che possiamo rimandare il nostro caffè. Vedo che sei già impegnata. - le sorrise maliziosa l'amica.
- No Em, non è necessario rimandare...- provò a dire. 
- Io dico di si, invece. Ci vediamo in questi giorni, ok? - la salutò con un occhiolino, prima di allontanarsi verso l'enorme cancello e salutando il moro che si stava avvicinando con un cenno del capo.
- Ciao! - esclamò Zayn una volta che si fu avvicinato, strofinando le mani l'una contro l'altra per riscaldarle.
- Hey...- ricambiò il saluto la ragazza - Che fai qui? - 
- Sono venuto a prenderti, ovviamente! - disse iniziando a camminare con la ragazza verso la moto - Ecco, tieni. - le porse uno dei due caschi che aveva appesi al braccio.
- Potevo tranquillamente tornare con l'autobus, non ce n'era bisogno. - borbottò la castana afferrando il casco. Zayn si voltò a guardarla alzando un sopracciglio - Vuoi davvero andartene con i mezzi pubblici impiegando più o meno un'ora piuttosto che venire con me, quando con la moto ci  impiegheremmo meno della metà del tempo? -
- Ok, hai ragione! - sbuffò Dafne infilando il casco e sistemandosi la borsa in spalla.
- Non c'è di che, piccola. - disse il moro salendo sulla moto.
- Innanzitutto non ti ho ancora detto grazie...- cominciò la ragazza.
- Ma stavi per farlo! - precisò lui.
- E poi, non chiamarmi piccola. Lo detesto. - aggiunse infastidita.
- Agli ordini...piccola. - disse di nuovo e Dafne di tutta risposta gli mollò un pugno sulla schiena, ma Zayn non se ne curò più di tanto; anzi, partì a tutto gas accelerando e uscendo di corsa dal cortile dell'università, facendo quasi perdere l'equilibrio a Dafne aggrappata dietro di lui. Ogni tanto chiedeva di rallentare e si, Zayn l'accontentava, ma dopo poco riprendeva a correre come un pazzo infischiandosene delle lamentele della ragazza e ridendo ogni qual volta lei imprecava, credendo stessero per andare a sbattere contro un'auto o un muro. Dopo aver temuto di rischiare la vita ben cinque volte, Dafne avvertì la moto rallentare sotto di sé e quando finalmente si fermò, senza neanche dare il tempo a Zayn di spegnerla, scese e si tolse il casco, guardandolo furiosa - Sei per caso uscito fuori di testa? Non potevi andare più piano? -
- Quante storie...ho solo corso un poco. - le rispose lui con aria innocente.
- Un poco? Non so se te ne sei reso conto, ma stavamo per schiantarci contro quell'automobile rossa! - affermò tutto d'un fiato, prima di tirare un sospiro nel tentativo di riprendere la calma.
- Ok, giuro che non correrò più...- disse Zayn alzando le mani.
- Sarà meglio per te. - esclamò guardandolo con occhi socchiusi - Ora mi spieghi che ci facciamo qui? - domandò Dafne osservandosi intorno: si trovavano in una stradina secondaria di Londra illuminata dai lampioni e piena di negozietti e locali.
- Beh non avevo voglia di tornare subito a casa...spero non ti dispiaccia. - le spiegò.
- Oh, non preoccuparti. Neanche io avevo tanta voglia di tornare...-
- Chissà perché me lo immaginavo...- sussurrò Zayn tra sé, senza farsi sentire.
- Allora? Che si fa? - domandò poi Dafne curiosa. Il moro le sorrise e le indicò l'ingresso di un locale poco dietro di lei - Si va lì! - 
Il "Painting", questo il nome del posto in cui erano entrati, non era altro che un piccolo bar formato da due salette munite di tavolini e sedie di legno, con un enorme bancone all'ingresso, dietro al quale vi erano due anziani signori, probabilmente marito e moglie, che si occupavano delle ordinazioni. Sarebbe potuto essere un normalissimo bar se alcuni dei clienti presenti non si fossero trovati vicino alle pareti delle sale a dipingere e disegnare.
- Che stanno facendo? - chiese Dafne curiosa.
- Dipingono, non ci vedi? - la prese in giro Zayn.
- Sei davvero un genio Malik. L'avevo capito, solo...perché lo fanno qui? - 
Zayn sorrise, spostandole una sedia per farla accomodare, dopodiché si sistemò di fronte a lei - Li hai visti quei due signori prima? Sono i proprietari: Seth e Linda. - iniziò a spiegare - Hanno voluto creare un luogo diverso dai soliti, dove le persone potessero incontrarsi per chiacchiere e divertirsi, ma anche per dare sfogo alla propria fantasia, proprio come stanno facendo quei ragazzi laggiù. - disse alludendo ad un gruppetto che armeggiava con pennelli vari - Ho scoperto questo posto un paio di anni fa, stavo passeggiando e mi sono riparato qui dentro quando è scoppiato un temporale. Ho pensato fosse un segno del destino, era adatto a me...da allora poi ho iniziato a venire qui regolarmente quando avevo del tempo libero e ho conosciuto bene Seth e Linda, che...beh...mi hanno sempre trattato come il figlio che non hanno mai avuto. - concluse, sorridendo a quel pensiero.
- È...È davvero bellissimo. - affermò Dafne osservando con attenzione le pareti colorate che la circondavano - Grazie, per avermi portata qui e per aver condiviso questo posto...con me. -
- Sei l'unica che avrebbe potuto apprezzare davvero. - spiegò il moro con una scrollata di spalle, poi riprese a parlare - Perché prima hai detto di non voler ritornare subito a casa? -
- Ehm..- Dafne non era del tutto convinta di raccontargli di non voler vedere la sua ragazza e di come questa avesse distrutto la sua adorata chitarra Kim, presa da un moto di gelosia. Cosa avrebbe dovuto dirgli? - Io...ho consumato tutto lo shampoo di Louis e sono sicura che appena tornerò mi sgriderà...e...beh non avevo tutta questa voglia di sorbirmi le sue lamentele. - si inventò, complimentandosi mentalmente per la brillante scusa che aveva trovato - E tu? Perché non avevi voglia di rientrare? - chiese spostando la conversazione da sé sul moro.
- Ho lasciato Perrie. - 
 
FLASHBACK
Mentre si ritrovava a sfrecciare sulle strade londinesi diretto agli studi di registrazione, dove sapeva di trovare Perrie, Zayn non riusciva a capire esattamente cosa provasse al pensiero di ciò che Rebecca gli aveva raccontato. In un primo momento, era convinto di aver provato rabbia, perché una cosa di quel genere non sarebbe mai dovuta accadere; poi aveva sentito tristezza, perché sapeva benissimo quanto Dafne tenesse alla sua chitarra; infine aveva provato pena, perché non credeva che la sua ragazza potesse arrivare ad un gesto del genere.
Appena arrivato agli studi, parcheggiò la moto di tutta fretta e lanciò le chiavi al portiere che ormai conosceva da tempo, pronto a dirigersi al sesto piano dove stavano provando le Little Mix. Entrato nella saletta, si posizionò dietro i fonici facendo segno a Perrie, attraverso la vetrata che aveva di fronte, di uscire appena possibile: lui l'avrebbe aspettata fuori.
Dopo qualche minuto di attesa la bionda  lo raggiunse, salutando il moro con un bacio che, tuttavia, lui non si era sentito di approfondire, anzi aveva preferito allontanarla dal suo corpo il prima possibile e lei se ne accorse. - Che succede, Zayn? - domandò infatti.
- Mi stai davvero chiedendo che succede, Perrie? Sul serio? - chiese con sarcasmo; la ragazza aggrottò le sopracciglia e sembrò non capire.
- Che diavolo ti è saltato in mente? Per quale assurdo motivo hai distrutto la chitarra di Dafne? - riprese a parlare, guardandola con delusione.
- Te l'ha detto lei? - 
- No che non è stata lei! Si trova ad un livello superiore al tuo, tanto da non avermelo raccontato per non metterti nei casini con me. Mi dici che ti è preso? - chiese alzando di poco il tono di voce.
- Mi è preso che da quando è venuta a vivere da voi, qualcosa tra noi è cambiato. Trascorrete tanto tempo insieme e mi trascuri! Lei si sta approfittando di te e della tua fama! Così come quell'altra! - sputò velenosa, tanto che Zayn rimase sconvolto  da quelle affermazioni: come poteva essere arrivata a dire quelle cose con tale leggerezza? 
- Non parlare così di Dafne! - sibilò - Non hai idea di quanto siano umili lei e Rebecca. E comunque, hai rotto la chitarra per un'assurdità del genere?- 
- Ora le difendi pure? Certo, che ho dovuto farlo! Dovevo farle capire a chi appartenessi, Zayn. Tu sei mio e non deve permettersi di avvicinarsi a te, con quella sua aria da ingenua, senza sapere di poterne pagare le conseguenze.- urlò Perrie sbattendo un piede a terra.
- Ma senti cosa dici? Stai parlando di me come se fossi un oggetto qualsiasi! Sei cambiata Perrie...e questa nuova te è troppo diversa da quella che ho conosciuto tre anni fa. Non credo riusciremo a fare molta strada così.-
- Tu...tu...mi stai lasciando? - domandò incredula. Zayn annuì e dopo averlo fatto ebbe la sensazione di essere più leggero, come se qualcuno fosse riuscito a togliergli dalle spalle un macigno che da tempo lo bloccava.
- Credo sia meglio per entrambi.- precisò.
- È per lei vero? Stai buttando tutto all'aria per colpa di quella lì e di una stupida chitarra! - sbottò la bionda agitandosi.
- No, Perrie! No! Dafne ora non c'entra nulla! - spiegò il moro.
- Oh non mentirmi, ti conosco fin troppo bene! Vedo come ogni volta che ti sta intorno la osservi con attenzione, come cerchi in ogni modo un contatto con lei! E so anche che ora  ti senti semplicemente confuso, il nostro lavoro ci stressa. Quindi farò finta che questa discussione non sia mai avvenuta e riprenderemo a stare insieme come abbiamo sempre fatto. -
- Vuoi...vuoi far finta che non ti abbia detto niente? - la guardò accigliato - Mi dispiace, ma non credo di poter continuare. Ti ho amata e sono sicuro che anche tu l'abbia fatto, ma ora non è più come prima...stiamo insieme per abitudine, e anche tu lo sai. - disse Zayn addolcendo il tono di voce - Mi dispiace. - sussurrò di nuovo, dopodiché le diede un veloce bacio sulla fronte e si voltò per andarsene.
- Te ne pentirai! - gli urlò Perrie, ancora alle sue spalle, con voce arrabbiata - Stai buttando all'aria tutto, e quando tornerai da me non ci sarò! - urlò di nuovo, non sapendo  che sul volto di Zayn, mentre entrava in ascensore, era spuntato un piccolo sorriso. 
 
FINE FLASHBACK
 
 
- Ho lasciato Perrie.-
- Oh...mi dispiace...come stai ora? - gli chiese Dafne, spiazzata da quella notizia, poggiando una mano su quella di Zayn che stava giocherellando con un tovagliolo.
- Stranamente...bene, ma ora non mi va di parlarne. - disse lui guardandola. 
Calò per qualche secondo il silenzio, ma il moro subito lo interruppe - Perché non mi hai detto della chitarra? - domandò serio.
- Come...- corrugò la fronte la castana.
- Harry e Rebecca. - spiegò Zayn che,  notando che la ragazza non aveva capito, continuò a parlare - Niall ha visto tutto, l'ha raccontato a loro e loro a me. Ma non è questa la cosa importante. Perché non mi hai detto niente? -
- E cosa avrei dovuto fare, sentiamo! Venire da te e dire "Hey Zayn la tua ragazza psicopatica è venuta da me e ha rotto la mia chitarra e fammi pensare: mi ha minacciata perché crede che tra me e te ci sia qualcosa!" Andiamo, sarebbe stata una scena patetica: la mia parola contro la sua. Ho preferito tacere e far finta di niente. - 
- E da quando tu, Dafne, fai finta di niente? - replicò il moro - Perché sul serio, non capisco come tu abbia potuto nascondermelo.-
- Dio, Zayn - sospirò Dafne strofinandosi gli occhi e probabilmente togliendo quel po' di trucco che le era rimasto dopo quella giornata stressante - Non possiamo finirla qui? Sono stanca e ora ho solo voglia di bere qualcosa di caldo. Quindi, che ne dici di ordinare? -
Il moro annuì e sospirò e si alzò, ritornando dopo poco al tavolo con due cioccolate calde; le bevvero nel totale silenzio, mandandosi occhiate fugaci di tanto in tanto, giusto per capire cosa stesse facendo l'altro.
- Ti va di provare? - domandò Zayn ad un certo punto, poggiando la tazza vuota sul piattino di fronte a sé.
- Cosa? - 
- Quello. - disse indicando il muro colorato dietro di sé e, senza neanche darle il tempo di rispondere, la prese per mano trascinandola con sé. - Ecco! - le diede alcuni pennelli e delle tempere - Fammi vedere di cosa sei capace, su! - 
- Sei serio? - lo guardò scettica lei.
- Certo che lo sono. Ora vai, io mi metterò qui ad aspettare in attesa della tua opera d'arte! - la incoraggiò sorridente.
- Non ne ho voglia. - disse scocciata.
- Beh vorrà dire che te ne tornerai a casa da sola. - la avvisò.
- Non oseresti. -
- Oh, si. - disse il moro, anche se mai si sarebbe sognato di lasciarla lì da sola. Dafne sbuffò rassegnata.
- Ok, ma fa qualcosa intanto...non mi piace sentirmi osservata. - lo avvertì.
- Agli ordini...-
- Non azzardarti a chiamarmi "piccola" di nuovo altrimenti sarai tu a tornare a casa a piedi e senza più una moto, intesi? - affermò la ragazza seria, compiacendosi per averlo fatto tacere; non ne era sicura, ma quando si arrabbiava aveva l'impressione che Zayn avesse quasi paura di lei.
Trascorse poco più di mezz'ora e Dafne, dopo aver ultimato il suo disegno, posò i pennelli nell'apposito contenitore avvicinandosi alla sedia su cui il moro era comodamente seduto.
- Su fammi vedere. - disse alzandosi e avvicinandosi al punto in cui si trovava la ragazza poco prima. - Niente male Daf. - fece osservando con attenzione il fiore di ibisco che aveva disegnato e le foglioline verdi che c'erano intorno - Mi piace, ma...-
- Ma? - lo incitò lei.
- ...Ma le sfumature del rosso sono troppo evidenti in questo punto e in quest'altro. - le spiegò indicandoglieli - e qui l'ombra fatta dalle foglie è troppo scura. -
- Forse hai ragione...- commentò Dafne pensierosa, riflettendo sulle parole del ragazzo.
- Certo, che ho ragione! - esclamò Zayn con ovvietà - Fortunatamente, hai di fronte un vero maestro in questo campo e potrei darti qualche dritta. - disse lui con aria saccente.
- Si...un vero maestro di modestia. - ribatté ironica alzando gli occhi al cielo - Malik, lo sai che sei davvero ridicolo quando dici certe cose? - rise Dafne deridendolo.
- Sii gentile! - replicò fintamente offeso - Ricordati sempre che ho io le chiavi della moto e potrei andarmene senza di te. - 
- Nah, non ci credo che lo faresti. - disse storcendo la bocca - vero? - e di colpo lo abbracciò fissandolo con occhi teneri e sbattendo velocemente le ciglia. Quell'improvviso contatto  lo aveva lasciato lievemente spiazzato, perché Dafne non era per niente una persona solita abbracciare gli altri e mostrare affetto, ma ne era rimasto piacevolmente sorpreso; e quando stava per ricambiare, alzando le braccia per avvolgere le spalle della ragazza, quest'ultima si era velocemente allontanata rivolgendogli un occhiolino e mostrandogli subito dopo le chiavi che era riuscita a rubargli dalla tasca della giacca, in quel momento di distrazione. 
Dafne aveva anche provato ad allontanarsi da lui facendo lo slalom tra i tavoli e beffeggiandolo, ma il moro in pochi passi l'aveva raggiunta, riappropriandosi di ciò che gli era stato sottratto e scompigliandole i capelli - Troppo lenta, cara mia. - 
- Perché non lasci in pace questa bella signorina, piccoletto? - li interruppe una voce profonda e roca, che Dafne capì essere quella del proprietario che, lentamente, si stava avvicinando a loro. Il ragazzo gli sorrise - Seth -
- Zayn - fece di rimando l'altro - Allora, vuoi dirmi perché importunavi questa signorina? - domandò indagatore il vecchietto.
- Hey, non potrebbe essere stata lei ad importunare me? - rispose sulla difensiva.
- Non credo, piccoletto. Sai essere piuttosto fastidioso quando vuoi. Comunque piacere, sono Seth. - le sorrise l'uomo porgendole una mano che la castana prontamente strinse - Dafne, piacere mio. -
- Oh, ho sentito parlare di te. E anche della tua amica - rise all'occhiata che si era beccato da parte del moro - la prossima volta portate anche lei e venite con il resto dei ragazzi, è da tanto che non li vedo. -
- Certo Seth, anche loro vorranno sicuramente vederti. Noi ora dobbiamo andare, ci vediamo. E salutami Linda! -
- A presto, ragazzi. -
- Arrivederci!- esclamò Dafne, seguendo Zayn fuori dal locale. Una volta raggiunta la moto indossò il casco e salì sul veicolo aggrappandosi alle spalle del moro - Allora, torniamo a casa? - domandò lui.
- Certo...piccoletto! - acconsentì la ragazza ridendo e Zayn si voltò di poco con il busto, guardandola scocciato - Se ti chiedo di non chiamarmi così, non lo farai vero? - domandò scoraggiato.
- Ovviamente no. Su, metti in moto piccoletto! - 
   
 
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