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Autore: TimeKeeper    04/09/2015    0 recensioni
Freddo.
Fu la prima sensazione che lei percepì: l’ostile gelo di una notte d’inverno, senza luna né stelle.
Era distesa nella neve, sul ciglio di una strada, con i lunghi capelli rossi sparsi nel fango; catturava l’aria a fatica, con la piccola bocca semiaperta, e lacrime ghiacciate coprivano il suo volto latteo. Stringeva la neve nei pugni, in una lotta disperata, anche ora che il suo hakudo si stava lentamente spegnendo. Coperta di soli stracci sarebbe morta congelata.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Urahara Kisuke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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2.
A Real Secret


La dimora di Kisuke Urahara era stata ricavata in un piccolo edificio adiacente il suo emporio; per questo motivo, spesso, le stanze traboccavano di strani oggetti che provenivano dai magazzini del negozio. Era un bizzarro parco giochi, dotato di ogni comodità, dove Benihime aveva trovato presto il suo posto, come commessa e corriere per le consegne più stravaganti. Le piaceva curiosare negli scatoloni prima di uscire a consegnare la merce: ogni oggetto suscitava in lei una curiosità morbosa. Forse il fatto di non ricordare nulla del suo passato, la spingeva a cercare sempre più risposte nel suo presente, o almeno così pensava Urahara, sempre intento ad osservarla.
Era stato uno scienziato, un tempo, e anche ora, in esilio lontano dalla Soul Society, quel bisogno di scrutare l’ignoto non lo abbandonava mai. Celato nell’animo della sconosciuta c’era un mistero inestimabile, lui lo sapeva; la potenza del suo reiatsu, anche ora che giocava silenziosamente in un angolo della stanza, era sconcertante. L’avrebbe tenuta con sé fino a che non avesse scoperto il suo segreto, il solo pensiero lo emozionava.
«Attenta – disse Urahara, quando riuscì a scorgere, tra le mani di Benihime, l’oggetto con cui lei stava giocando – Quello è un reishukaku, un nucleo spirituale»
La ragazza, rivolse verso di lui i grandi occhi verdi: «E’ pericoloso, direttore Urahara?» chiese ingenuamente.
Lui sorrise: «No, non lo è, ma è molto fragile. Vuoi che t’insegni come si usa?» chiese, chinandosi all’altezza della ragazza seduta.
«Mi piacerebbe molto, direttore» rispose Benihime, porgendo la sfera vitrea ad Urahara.
L’uomo s’inginocchiò e strinse tra i palmi la sfera; in pochi istanti, intorno a lui si creò un campo d’energia così intenso da sembrare palpabile. Quando lo sciolse, sorrise a Benihime da sotto il cappello a righe: «Divertente, vero?»
«Posso provare, direttore?» chiese la ragazza, allungando le mani in cerca della sfera.
Urahara gliela porse ed attese.
Benihime sembrò studiarla per un lungo istante, poi premette con decisione i palmi contro le pareti dell’oggetto e serrò gli occhi. In quello stesso momento, un enorme campo d’energia riempì la stanza, scaraventando Urahara contro la parete; era denso, compatto, di dimensioni ineccepibili. La ragazza lasciò cadere la sfera dallo sgomento e il campo si smaterializzò all’istante; corse verso Urahara che stava disteso a terra a qualche metro da lei.
«State bene, direttore? – chiese, aiutandolo a sedersi – Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto»
«Non ti preoccupare Benihime, sto bene» le rispose lui, poggiandole una mano sulla testa, in una tenera carezza.
Istintivamente, lei si strinse al petto dell’uomo, cercando il suo calore rassicurante; era come una bambina che non aveva pudore né senso di ciò che era opportuno, seguiva i suoi sentimenti ed il suo impulso naturale, come un piccolo animale impaurito. Dopo un primo istante di stupore, Urahara l’abbracciò a sua volta, cercando di tranquillizzarla.
Era giusto spaventarla a quel modo, solo per conoscere la vera potenza della sua energia spirituale? Per un attimo esitò; qualcosa in lei stava incrinando la sua perfetta maschera di freddezza. Per fortuna fu solo un istante: la sua determinazione ritornò presto, accompagnata da una consapevolezza.
Un giorno l’avrebbe trovato, un vero segreto, uno di quelli che fanno sussultare e tremare dall’emozione; sapeva che era nascosto appena dietro l’angolo e non riusciva a smettere di cercarlo.
   
 
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