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Autore: Cat_Writer    04/09/2015    6 recensioni
E se Shinichi e Ran non fossero amici d'infanzia?
E se Shinichi si trasferisse a Tokio da Osaka?
Cosa porta Shinichi a Tokio?
TRATTO DAL CAPITOLO 4:
“- non lasciarmi qui da sola, per di più al buio -”
“- torno subito, tu non muoverti -” rispose lui sorridendo.
Stava per andare, quando un altro tuono, più forte degli altri
squarciò il cielo, illuminandolo.
Ran saltò in aria dallo spavento, senza rendersene conto
tirò a se Shinichi, che, non aspettandoselo perse l'equilibrio cadendole addosso. Erano molto vicini..

[....]
TRATTO DAL CAPITOLO 6:
[….]
Ran lo guardò negli occhi con rabbia. Non ne poteva più di sentire quelle parole che, alle sue orecchie erano false e inutili.
“- Adesso basta -” il suo tono erano notevolmente alto, Shinichi s'interruppe, vedendo nei suoi occhi tanta rabbia e altrettanto dolore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         IL GIOCO DEL DESTINO
                                                                   CAPITOLO DODICI

                                                                       - Giù La Maschera Parte Uno -

 

Aprii lentamente gli occhi, li strinse leggermente per mettere a fuoco gli oggetti davanti a sé.
Una fitta lancinante al capo la colpì. Gemette. Provò a toccarsi la testa con la mano ma non le fu
possibile. Stranita abbassò lo sguardo e sgranò gli occhi appena vide delle corde legarle i piedi
ed altre legarle le mani dietro la schiena.

“- Ma cosa..-” sussurrò intimorita.

Poi tutto le tornò in mente e ricordò.

“- Akira -” mormorò infine.

“- Vedo che ti sei svegliata, angelo -” parlò una voce proveniente dall'angolo più buio della
stanza. Era Akira, che, adesso, dopo aver fatto un paio di passi le era di fronte.

“- Slegami immediatamente, Akira. Che cosa vuoi da me?-” disse agitandosi.
Era spaventato il suo tono di voce, sentiva la paura scorrerle nel sangue.

“- Non serve a nulla agitarsi, mia dolce Ran -” le sussurrò lascivo.

Una lacrima le solcò il viso, non poteva crederci. Era un incubo.
Solo un maledetto incubo. Strinse gli occhi, non voleva guardarlo.
Akira sorrise divertito, avrebbe avuto la sua vendetta, niente lo avrebbe fermato.

“Lui deve pagare” pensò con odio.

Si avvicinò a Ran e le prese il mento stringendolo violentemente sino a farla gemere di dolore.

“- Apri gli occhi Ran -” le disse serio, lei di risposta li serrò ancora di più.

“- Aprili, adesso -” le gridò con rabbia stringendo la presa sulla sua pelle arrossandola del tutto.

Ran mugolò e pianse, infine si arrese e aprì gli occhi azzurro-lilla e lo guardò con odio, rabbia e
paura. Akira sorrise, si sarebbe divertito un mondo.

“- Brava, angelo -” le lasciò il mento che oramai le pulsava e provò ad accarezzarle il viso.

Ran, si scansò terrorizzata e disgustata, Akira rise a quella reazione.

“- Che cosa vuoi da me?-” sussurrò stanca e spaventata.

“- Da te, proprio niente angelo. Tu sei l'esca -” rispose lui scrollando le spalle.

“- L'esca?-” sussurrò sgranando gli occhi.

“- Si, l'esca che attirerà il pesce più grande -” sussurrò con sguardo folle.

“ No, non è possibile..” pensò sgranando gli occhi.

Akira la guardò e quando vide il terrore puro nei suoi occhi sorrise sadico.

“- Vedo che hai capito di chi parlo, angelo. -”


₪₪ ₪₪


Dopo aver indicato velocemente al tassista il posto esatto, strinse i pugni fino a far sbiancare
le nocche. Digitò velocemente un messaggio e lo inviò.

“ Ran, sto arrivando.”


₪₪ ₪₪


Heiji e Kazuha arrivarono in centrale e, dopo aver chiamato Kogoro e l'ispettore Megure,
si chiusero nell'ufficio di quest'ultimo.

“- Hattori, si può sapere che succede? Perché ci hai convocati qui?-” domandò lecitamente
l'ispettore Megure.

Prima che potesse rispondere il bip del suo cellulare lo avvisò dell'arrivo di un nuovo
messaggio. Lo lesse velocemente e sbiancò.

“Piano cambiato.
Spiega tu agli altri tutto e portali a quest'indirizzo.
Io vado da lei e cercherò di
guadagnare tempo.
Kudo.”


“- Maledizione -” imprecò nervosamente.

“- Heiji, che succede?-” chiese Kazuha spaventata e strattonandolo per il giubbotto.

“- Dobbiamo raggiungere Shinichi e Ran, non c'è molto tempo. -”

“- Cosa c'entra mia figlia, Heiji?-” domandò Kogoro.

Heiji riassunse tutto quello che avevano scoperto, mentre Megure e Kogoro sbiancavano sempre
più.

“- Agente Chiba, lei e gli altri andate ad arrestare il signor Kendo Yoshina prima che
si dia alla fuga.  Agente Takagi, agente Sato, voi venite con me -” ordinò serio l'ispettore
Megure.

Non c'era tempo da perdere.


₪₪ ₪₪


Sentiva gli avvertimenti di Shinichi urlare nella sua testa, e lei da stupida non gli aveva creduto.
Pianse lacrime amare, sentendo il senso di colpa opprimerle il cuore.

“ Oh Shinichi, perdonami per non averti creduto ” pensò amaramente.

Vedeva Akira lucidare in modo maniacale la sua pistola, mentre lei cercava, senza dare
nell'occhio di allentare le corde. Senza risultato alcuno però. Appena vide Akira interrompere
il suo lavoro siimmobilizzò trattenendo il respiro. Lo vide posare la pistola e avvicinarsi a lei,
con passo lento e sguardo lascivo. Nel suo sguardo riusciva a vedere una luce pericolosa ed
il suo sorriso nascondeva le sue reali intenzioni.

“- Adesso angelo, ci divertiamo un po'. -”


₪₪ ₪₪


Shinichi era da poco giunto nel luogo dove quel pazzo teneva Ran.
Si trattava di un magazzino abbandonato nella periferia di Tokyo, circondato da una piccola
boscaglia e qualche palo della luce.

“- Ran, resisti -” mormorò.


₪₪ ₪₪

Vide Akira avvicinarsi e slegarle la corda legata alla vita, adesso poteva alzarsi dalla sedia.

“- Perché mi hai slegato?-” mormorò spaventata.

“- Te l'ho detto, adesso ci divertiamo angelo -” e con un movimento fulmineo le strinse le braccia.

Ran gemette di dolore e cercò di divincolarsi dalla sua presa che le provocava disgusto e
paura. Akira rideva di una risata folle.

La sbatté al muro e la schiacciò contro il suo corpo. Annusò il suo profumo immergendo il
naso fra il collo e la spalla.

“- Sei mia, angelo. Solo mia -” sussurrò folle baciando quell'anfratto di pelle dove prima vi era
il suo naso.

Erano baci lascivi, umidi, viscidi. E Ran si sentiva morire, e piangeva.

“- No, ti prego lasciami. Non voglio, no, no -” poche parole sussurrate fra le lacrime, mentre
cercava di sottrarsi al quel tocco.

Shinichi..

Le baciò il viso torturandola, mentre lei provava a scanzarsi.

Shinichi..

“- Angelo, sei mia -” le sussurrò all'orecchio facendola rabbrividire e chiudere gli occhi.

Shinichi, ti prego..

Akira le prese il mento e lo strinse avvicinandosi alle labbra della ragazza..
Un rumore lo bloccò, un tonfo per essere precisi e velocemente si allontanò da Ran prese la
pistola e si avvicinò alla porta.

“- Se provi a scappare angelo, te la faccio pagare -” le disse minaccioso.

Ran deglutì terrorizzata e annuì mentre vide Akira uscire e chiudere la porta.

Ran si accasciò sulla sedia come una marionetta a cui avevano tagliato i fili. Il cuore le batteva
furioso e la paura la immobilizzava, pregò Dio, che Akira non tornasse. Non voleva immaginare
quello che sarebbe successo se quel rumore non lo avesse distratto. E non voleva immaginare
nemmeno ciò che sarebbe successo al suo ritorno. Pianse lacrime amare, che una per volta
le inumidivano il viso stanco e provato.

₪₪ ₪₪


Shinichi vide Akira uscire dal magazzino armato di pistola.

“ Il mio piano ha funzionato ” pensò nascondendosi mentre lo osservava esaminare
la boscaglia.

Lentamente e senza fare rumore giunse davanti al magazzino, la cui porta era sprangata.
Si preparò ad aprirla.

₪₪ ₪₪

Ran sentì un rumore alla porta e spaventata si allontanò facendo un paio di passi indietro.
La porta si aprì, e Ran tremò. Sgranò gli occhi e pianse, era lì.
Lui era lì.

“- Shinichi -” mormorò con un filo di voce, incerta se fosse un'allucinazione o meno.

Lui la guardò e la vide stravolta, aveva polsi e caviglie arrossati per le corde troppo strette, il
mento arrossato e un po' livido. Occhi rossi e gonfi, viso stanco e pallido.Si avvicinò e l'abbracciò
circondandola con il proprio calore. L'avvolse e la strinse a sé, sentendola tremare.
Si allontanò leggermente e le accarezzò il viso, poi iniziò a slegarle i polsi e le caviglie.

“- Dobbiamo andare, Ran -” sussurrò il detective dell'est, Ran annuì mentre si massaggiava i polsi dolenti.

Uscirono dalla porta lentamente tenendosi per mano, ma non riuscirono a fare che un paio di passi.

“- Fermi o sparo -” lì bloccò una voce dietro di loro.

Akira puntava la pistola sulle loro schiene, lentamente i due si girarono e lo guardarono nei
occhi.

“- Non è carino andare via durante una festa -” mormorò canzonatorio avvicinandosi a loro.


₪₪ ₪₪

 

Angolo Autrice
Bentrovati :)
Akira non è proprio uno stinco di santo ^^
chi già lo sopportava a mala pena adesso lo
detesta proprio =/ ahahah xD
Chi sarà il lui di cui Akira si vuole vendicare?
Cosa accadrà adesso che Ran e Shinichi sono
soli con lui?
Nel prossimo capitolo verranno districati tutti i
nodi del pettine! =)
Voglio anche dirvi che il prossimo capitolo sarà il
penultimo :) e già siamo giunti alla fine di questa
storia... =')
Grazie a tutti per aver recensito, seguito,
ricordato, preferito “Il Gioco Del Destino” <3
Grazie a chi ha semplicemente letto questa storia
<3
Senza di voi non sarei mai arrivata qui!!!
GRAZIE DI VERO CUORE
Alla Prossima :-*

Cat_Writer

  
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