Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: NanaLattina    05/09/2015    1 recensioni
2012 ... le tartarughe sono appena nate dal mutageno, e Splinter le trova. Così comincia una nuova vita per i nostri quattro mutanti. Dalle immagini di Yinller, una chibi-story. Piccolo esercizio di descrizione.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Michelangelo adora la pizza: per questo è il primo a fiondarsi sul disco di pasta, salsa di pomodoro e improbabili condimenti, che rilasciano il loro invitante profumo nella tana. Solleva il coperchio di cartone e stacca una grossa fetta.
E' solo la prima di un lungo elenco. Un banchetto infinito che riesce ad accontentare i gusti di tutti a tavola.
Non c'è niente di più bello di qualcosa di semplice. tranne, forse, una complessa pizza gustata in compagnia della propria famiglia.
Riordinato - per quanto quattro adolescenti, per di più maschi, possano tenere in ordine - la piccola cucina, Michelangelo e i fratelli si spostano sul divano. Come al solito, sono Raphael e Leonardo a litigare per il possesso del telecomando, mentre Donatello si tiene in disparte da certi litigi e preferisce continuare a studiare. Tiene in mano un libro dalla copertina arancione.
Curioso, Michelangelo si avvicina al fratello. Quel libro gli ricorda qualcosa.
Ma certo - sorride tra se.
Si chiede dove sia finito il suo, di libro, molto simile a quello che Donnie tiene in mano, ma palesemente diverso.
« Hei, Don, leggi un libro? »
« No, sto lavando i piatti » risponde l'altro, di malumore. Non alza nemmeno lo sguardo dai suoi fogli. 
Forse qualcosa non va nelle sue ricerche. Per cercare di tirarlo su di morale, Michelangelo gli prende scerzosamente il libro dalle mani.
« Che roba è? Oh, vediamo: numeri, lettere, strani simboli... non la capisco proprio l'arte moderna! »
« E' fisica quantistica. Ridammelo. »
Nel farlo, gli occhi del
l'arancione hanno uno scintillìo infantile.
«Puoi leggere ad alta voce, per favore? »
« Non credo che queste cose possano interessarti, Michelangelo » ribatte l'altro.
Donatello sembra scettico. Ma non c'è niente da fare. L'altra tartaruga si è già sistemata comoda accanto al fratello.

Per favore - lo implora con gli occhi.
 


C'è stato un periodo, prima della pizza e dei Krang, in cui Michelangelo non chiedeva altro ai fratelli.
Una piccola tartaruga stringeva al petto il suo libro arancione, su cui era attaccata una paperella di feltro.
« Raccontami una storia! »
La furia giocosa dei suoi sette anni non passava certo inosservata nella tana. Travolgeva tutto e tutti, non chiedeva: esigeva, ma, per quanto potesse essere un attegiamento fastidioso, Michelangelo sapeva sempre come farsi perdonare.
Si alzava sulle punte e sbucava appena la sua lucida testolina oltre il bordo del divano. Contro i ppiastroni del petto teneva ben stretto il libro.
« Avanti Raphie, mi hai sentito? Leggimi una favola » supplicava il più piccolo degli Hamato.
L'altro grugniva appena, infastidito da tanto chiasso. Il piccolo Michelangelo non stava fermo un attimo. Un casino dietro l'altro, una richiesta dopo l'altra, senza stancarsi mai. Mai una volta che se ne stesse calmo e buono in un angolo a fissare le figure del suo libro di fiabe.
Raphael invece era così stanco! Dopo un duro allenamento troppo duro per un bimbo della sua età, sarebbe già stato un miracolo se non si fosse sciolto sul tappeto su cui si era steso. E poi si sarebbe sentito in imbarazzo a leggere ad alta voce: non era bravo e svelto come Donnie.
O come Leo, di cui era particolarmente geloso.
« Raccontami una storia! » riprendeva il piccolo, ora vicino - pericolosamente vicino - al sacco di allenamento di Leonardo.
Ce lo aveva piazzato lì Raphael, così Leo non avrebbe potuto fare finta di non vederlo.
Leonardo scansò il fratellino con il guscio, giusto un attimo prima di affondare la katana nella bambola di stoffa con un gesto fulmineo. Degnò la piccola tartaruga dietro di lui di un solo sguardo, una frazione di secondo. Ma tanto bastò agli occhi magnetici del chibi per intenerire il piccolo Samurai.
Accidenti a qugli occhi: Leonardo avrebbe anche riposto subito le armi per leggere a Mikey una, due, tre volte quel libro arancione. Ma non poteva.
Suo padre presto li avrebbe messi duramente alla prova per il passaggio di cintura. Così ligio al dovere, ELonardo si vide costretto a mollare Mikey di fronte alla porta del sensei.
Hamato Yoshi. Il loro Splinter.
Papà era chiuso da giorni in quella piccola camera dalle pareti di carta di riso.
« Raccontami... » sussurrò Mikey, ma questa volta la sua voce aveva perso quel cipiglio orgoglioso e molesto.
Fu appena un sibilo, il suo. Una richiesta lasciata in sospeso, il libro per una volta dimenticato alla fine di quel braccino così esile, non stretto fra le dita ma trattenuto per inerzia. Non fece il minimo rumore, lui. Sembrava miuscolo. Rimase a guardare.
E il suo piccolo corpo a sangue freddo restò immobile ad osservare il padre. Aveva acceso poche candele per farsi luce, dava quasi le spalle alla porta. Teneva il ritratto della donna e della bambina, fra le sottili zampe di roditore. E in silenzio, lasciava scorrersi il dolore sulle guance.
Il chibi scappò via, chiudendosi discretamente la porta dietro il guscio
C'erano stati giorni brutti e giorni migliori.
Michelangelo (come anche Raphael, Leonardo e Donatello) non doveva ricordare solo quelli tristi.
C'erano state lotte fra i cuccioli, interminabili sessioni di nascondino, il tè di papà, le sue lezioni di giapponese (mai del tutto comprese dai piccoli). I racconti su Tang Shen, quelli sulla Mamma - la capsula di mutageno conservata da Splinter. Il ninjitsu, il sorriso di papà quando uno dei cuccioli imparava qualcosa di nuovo. Le incertezze di ogniuno, così buffe, i sogni e i desideri che si confessavano in piena notte. Come veri fratelli.
Come quello di Mikey di possedere un gatto di nome Klunk.
Ma poi c'era stato quel giorno, in cui Michelangelo aveva visto suo padre piangere e i fratelli maggiori, troppo occupati a competere tra loro per curarsi di lui, non si erano accorti del piccolo affranto bambino che si succhiava il pollice, raggomitolato sul divano.
Ci aveva pensato Donnie a chiedergli gentilmente: « posso raccontarti una storia? », e a leggere per lui le fiabe, fino a quanto i grandi occhi umidi del chibi si erano, finalmete, chiusi.


 


E a sedici anni Michelangelo si riscopre ancora in grado di addormentarsi sulle ginocchia del fratello, cullato dalla sua voce e dai più dolci ricordi d'infanzia.
 


Angolo del fumetto: ossia, la solita, tenerosa  creazione di Yinller - http://yinller.deviantart.com/art/cuentame-un-cuento-374538990
Angolo del non ci posso credere quanti commenti!: ossia, non ci posso credere, manco per un po (ma giusto poco, eh, un paio di anni XD) e mi riempite di commenti? No, ma stiamo scherzando?! Mi sciolgo dall'emozione.
MA prima, un grazie a tutti voi che avete letto, e a voi che mi avete lasciato quegli splendidi commenti. Non ho parole: vi ringrazio una cifra *w*

Angolo della tartaruga: ossia, qual'è la vostra turtle preferita? la mia, senza ombra di dubbio, è Raphael: lo adoro nella nuova versone, dove è più "morbido" e ha più occasioni di broshipping con Mikey, anche se devo dire che lo preferivo con le iridi gialle XD non so, era accattivanti, non trovate? Mi piaceva anche la versione precedente di lui, ma era un tantinello... intrattabile... ma giusto quel tanto che avrei detto avesse il ciclo perenne, ma vabbè XD

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: NanaLattina