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Autore: mahochan    06/02/2009    7 recensioni
La vita di Gojyo, dai risvolti abbastanza inquietanti... se vogliamo vederli così... una vita stravolta da fatti incomprensibili, fan sadiche e una nuvola di sfiga... e tutto nello stesso condominio...
Genere: Commedia, Demenziale, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: capitolo scritto ascoltando canzoni tipo Carameldancen *o come si scrive* per poi sfumare sul finale con canzoni len

Premessa: capitolo scritto ascoltando canzoni tipo Carameldancen *o come si scrive* per poi sfumare sul finale con canzoni lente e romantiche °_°”… o lente e tristi °_°… comunque sia lente. Non mi spiego dunque, con tutto il romanticismo, la tristezza e la lentezza come diavolo sia potuto saltare fuori questo o_ò… tra l’altro un capitolo quasi muto °°.

 

 

25: I fiumi di porpora.

Quando ho provato a non rispondere al campanello fingendo di non essere in casa, la mia porta è stata abbattuta. Probabilmente con un calcio. Dopo che la polvere dell’intonaco aveva deciso di smetterla di soffocarmi, dietro la porta non c’era ormai più nessuno.  Credevo che probabilmente qualcuno avesse pensato di farmi un terribile scherzo di cattivo gusto. Pensando non fosse troppo tardi per recuperare la bestia immonda che aveva deciso di indispettirmi a tal punto, sono uscito di corsa dal salotto abbandonando il confortevole divano che aveva ormai preso la forma delle mie chiappe.

Per il corridoio non c’era nessuno, quindi ora sto guardando giù dalla tromba delle scale per vedere se qualcuno se la stia filando nei garage. Se così fosse troverei il colpevole. Ricordo un po’ in ritardo che in questa fanfiction io sono uno sfigato, quindi non trovo nessuno. Se l’avessi trovato quel dannato qualcuno… gli avrei fatto ripagare la porta. Una blindata gliene avrei fatto compare, così non sarei stato più costretto a subire molestie non richieste. Nessuno me la sfonderebbe più. A meno che quel qualcuno non fosse Gyumao… ma finché la sua donna volpe evita di flirtare con me non dovrebbero esserci problemi.

Impreco e ritorno indietro. Una volta varcata la porta del salotto, involontariamente emetto un urlo stridulo ben poco virile e abbastanza femminile: Homura  è riverso sul pavimento del mio salotto, immerso in una pozza rossa. Sbianco. Per un istante sono indeciso sul da farsi: vado a chiamare qualcuno in aiuto o vomito? Poi sento odore di vino e il mio cervello in due secondi elabora la soluzione a questo enigma: corro in bagno e mi piego sul water.

 

Quando riemergo e torno in salotto Homura è ancora li sdraiato, immerso in un lago di vino. Stringe tuttora la bottiglia quasi vuota tra le dita.

A ben pensarci, ultimamente Homura veste in maniera bizzarra e assai grottesca. Ad esempio oggi indossa una maglietta nera con dei pizzi e due buchi sui capezzoli (e l’utilità dov’è?), un paio di pantaloni a vita alta e a zampa, diciamo accettabili se non fosse per una coda di giaguaro attorcigliata che gli sbuca dal centro delle chiappe… e non voglio indagare se sta su perché è cucita ai pantaloni o perché fissata in altra maniera (l’autrice perversamente lascia adito a fin troppi dubbi, tanto che si chiede se non sia il caso di alzare il rating della fanfic solo per questo…) e per finire calza un paio di sandali estivi con  zeppa e un paio di calzini marroncino e giallini. L’insieme è orrendo e quasi quasi torno prono sul water, ma l’odore di vino mi richiama all’ordine e finalmente mi decido ad andare a chiedere aiuto a qualcuno che se ne intenda… anche se non sapete quanto mi costi farlo…

 

Hakkai, piegatosi sulle ginocchia e apparentemente insensibile all’odore di vino che ristagna per tutta la casa, esamina la salma di Homura con molta attenzione e giunge ad una conclusione.

«Deve essere svenuto dopo aver sfondato la porta con la testa: sembra ubriaco. »

Hakkai dovrebbe davvero fare la controfigura del dottor House. Le sue conclusioni sono sempre inaspettate e mi lasciano ogni volta col fiato sospeso e col cuore in gola.

Ovviamente il mio è sarcasmo visto che Hakkai è arrivato alle conclusioni a cui sono arrivato appena ho visto Homura riverso sul mio pavimento (anche se devo ammettere che prima di sentire l’odore di vino credevo che fosse morto in qualche maniera *Sanzo* e che volessero far ricadere la colpa su di me *Sanzo*): è stato Homura a distruggermi la porta e appena si sveglia paga; il fatto che fosse ubriaco lo si capisce guardando la bottiglia di vino tra le dita o sentendogli il fiato.

L’unica cosa che lascia col fiato sospeso e col cuore in gola è il sedere di Hakkai. Sto facendo una fatica boia a non guardarglielo. Il fatto che sia accucciato non mi aiuta. Decido quindi di guardare un qualsiasi piatto nel lavello quando entra Goku, la mia salvezza in questo momento. Esibisce un’aria curiosa e fissa Homura come se vedesse per la prima volta in vita sua degli elefanti fare cacca. Poi gli afferra la coda e inizia a tirargliela. Io e Hakkai guardiamo gelati la scena. Qualche secondo dopo scopriamo con malcelato stupore che la coda era cucita ai pantaloni (e che questa fanfic non arriverà ad un rating NC17… quindi non si tromba…). Goku la fissa con meraviglia e noi fissiamo con meraviglia Goku fino a quando non entra Sanzo munito solo di un asciugamano legato in vita e di goccioline d’acqua che gli scorrono sul torace. Entra seguito da strani bagliori che sembrano a tutti gli effetti flash di macchine fotografiche. Non dice niente, semplicemente si carica la scimmia e la coda in spalla ed esce come se tutta la situazione fosse normale. Sappiamo tutti che Goku è una scimmia. Ma solo adesso capisco che ciò che lo lega indissolubilmente a Sanzo è la sua passione per le banane… o uno strano e perverso amore per la stitichezza.

*

Dopo che Sanzo e Goku sono usciti a fare le loro cose (che monotonia, posso esprimermi?), decido che sarebbe meglio andare a chiamare Zenon e Shien. Più che per Homura, per non rimanere da solo con Hakkai e i miei porci pensieri. Anche se la rabbia di Hakkai e il suo risentimento nei miei confronti che mi dedicava fino a qualche giorno fa sono scomparsi come il mio lettore mp3. Più che altro ormai so che se rimango insieme a lui in una stanza qualsiasi, compreso l’orinatoio pubblico di fronte alla finestra di camera mia, i miei pantaloni diventano un tendone da circo. E ora non ho i jeans a limitare l’estensione provocata dalla mia immaginazione. Per la miseria… rendermi conto di provare attrazione sessuale per quello che credevo essere il mio migliore amico è stata una scioccante rivelazione per il mio ego uomo che fino a prima che iniziasse questa fanfic credevo indistruttibile… di conseguenza, un risvolto del genere non lo avrei mai creduto possibile. Anche se credo che una buona percentuale di lettrici di Minekura Kazuya crede il contrario (persino l’autrice, quando era estranea al mondo dello yaoi, lo credeva).

Torno con Zenon e Shien che si prendono tempo per analizzare la situazione.

«Non la prenderà bene, credo… » dice Zenon, mentre Shien annuisce completamente inespressivo.

«Cioè? » chiedo: quest’aura di mistero non mi piace, mi ricorda The ring ed è seriamente inquietante.

Zenon si gira verso di me indicando Homura. Cioè… indicando il suo sedere: « Gli hanno staccato la coda. » spiega. Quindi la coda era voluta

Hakkai nel frattempo ha messo a bollire l’acqua per il tè. Ha già preparato due tazze… e se ha preparato solo due tazze significa che una è per lui e che ha intenzione di rimanere qui. Quindi che l’altra è per me. Cioè saremmo solo io e lui. Questo vuol dire che ha intenzione di parlare con me, o anche di rimanere in religioso silenzio, ma sempre qui… io e lui da soli…

Trovo banalmente giusta l’idea di andare in camera mia a mettermi un paio di jeans e le mutande contenitive di mio fratello. Cerco di vestirmi in fretta e furia, ma mi accorgo che Doku ha il culo troppo grosso perché le sue mutande possano sperare di contenere il frutto della mia fantasia. Quindi ne metto un paio mie abbastanza strette da farmi male ma che potrebbero darmi una mano, un paio di jeans bianchi come strategia e una maglietta nera a coprire tutto fino a metà coscia.

Mi faccio violenza ed esco dalla camera da letto.

Ripensandoci, non sono mai stato tanto teso quando uscivo con una donna (cosa accaduta ormai un tempo di cui non ho più memoria). Forse è così perché non mi sono mai preso una cotta per un uomo. E nemmeno un uomo qualsiasi. Bhe, il procedimento è lo stesso credo, se non per il fatto  che se un uomo si dichiara ad un altro uomo (in maniera diretta, ossia dicendoglielo, o indiretta, cioè quando l’altro si accorge che i pantaloni ti stringono talmente tanto che si sente minacciato dal bottone) le possibilità sono due: o è interessato e: ci sta, fa il difficile o finge momentaneamente disinteresse ma alla fine cede comunque… o è talmente convinto della sua eterosessualità e disposto a difenderla che, se ti va bene, suona il concerto di Natale sulla tua faccia;

In verità, nel mio caso ci sarebbero altre alternative: trattandosi di Hakkai, probabilmente si scuserebbe educatamente, dicendoti che tu sei come un fratello per lui (parlo in generale). Trattandosi del mio migliore amico, la cosa più difficile sarebbe dirglielo senza compromettere per sempre il nostro rapporto; sarà più facile che lo scoprirà… se lo scoprirà… attraverso situazioni spiacevoli e imbarazzanti, cioè la maniera indiretta di cui sopra… ovvero l’imminente esplosione dei pantaloni.

Rimanendo sull’uscio, vedo Zenon e Shien caricare Homura su una barella impermeabile e, sospirando, mi decido ad entrare in salotto.

Che puzza… mi toccherà pulire il merdaio che ha lasciato Homura.

«La coda ce l’ha Goku, comunque. Scommetto che se quella spugna lo venisse a sapere, altro non potrebbe essere che contento. Spero solo che l’emozione lo faccia crepare d’infarto. » dico, e forse sono un po’ malevolo, ma mi sento teso e tendente al vendicativo.

Comunque i due annuiscono e portano Homura al pronto soccorso.

Rimasto solo con Hakkai, mi siedo su una delle quattro sedie della cucina afferrando la tazza di tè che lui mi porge. Poi si siede anche lui e rimaniamo vittime di un imbarazzante e scomodo silenzio.

«Ti chiedo scusa per qualche giorno fa.»

«Vuoi sentire una barzelletta?»

diciamo contemporaneamente. Lui sospira passandosi una mano tra i capelli odorosi di P**tène «No… » risponde sorseggiando poi il suo tè. A me il tè non è mai piaciuto particolarmente, ma lo sorseggio anche io per togliermi dall’imbarazzo.

«Senti… » dico, prima di rendermi conto di dove la mia mente volesse andare a parare «… posso chiederti una cosa senza che poi tu mi infili il cucchiaino tra le chiappe? ».

Lui mi guarda un po’ sospettoso ma annuisce lo stesso. Bhe, ormai ho lanciato il sasso, nascondere la mano è inutile. «Perché eri arrabbiato con me fino ad un paio di giorni fa? » chiedo prendendo infine coraggio e riparandomi con mani e braccia da qualsiasi tentativo di danno alla mia persona. Ma Hakkai non risponde e nemmeno reagisce, resta imperturbabile col suo sorriso e sorseggia il tè come se non avesse sentito la mia domanda. Poi appoggia la tazza vuota sul lavello e si affretta ad uscire dalla cucina «Devo andare! » dice un po’ in fretta.

«Eh?! » gli rispondo io.

«Si è fatto tardi! » mi risponde lui accelerando il passo verso l’uscio. Quindi decido di alzarmi e di seguirlo a passo lesto in salotto. Il caso vuole che io nella fretta inciampassi sul bordo del tappeto peruviano che mio fratello ha vinto a una pesca ad una fiera. E la sfortuna vuole che io cadessi esattamente su Hakkai che in quel momento si era girato per guardarmi. Quindi cadiamo entrambi a terra, io sopra con la faccia sul suo stomaco. L’unica cosa buona è l’essere caduti sul tappeto e non sul pavimento imbrattato di vino quindi non ci siamo ne sporcati ne fatti troppo male. Ma forse questa piccola fortuna è quella di Hakkai che si è riflessa anche su di me.

«Che spavento… » dico, issandomi sulle braccia. Hakkai ancora non risponde e allora lo guardo. In faccia è rosso come una mela delle valli cuneesi ed è privo del suo usuale sorriso, ma munito  di un’espressione sorpresa e impacciata. Con mio sommo imbarazzo realizzo anche la motivazione: a parte il fatto che gli sono sopra in una posizione leggermente dominante tipo manga yaoi di cui l’autrice è peraltro ghiotta (e secondo me non è un caso che la situazione sia finita così)… la sua gamba è finita tra le mie e nel tentativo di issarmi ho concluso per strusciarmici sopra con il rotolo di monete. La sfortuna mi sta proprio appiccicata alle chiappe come la coda di Homura stava appiccicata alle sue, prima che Goku la staccasse… e la situazione è questa (e non è delle migliori): se l’autrice decidesse di usare il mio giocattolo come antenna TV nelle condizioni in cui verso in questo momento, probabilmente… anzi, sono più che mai certo che il suo televisore capterebbe anche le reti televisive giapponesi.

Ormai Hakkai avrà compreso le circostanze. La matematica non è un’opinione e visto che ormai è impossibile recuperare la situazione, concludiamola con un bel botto. Troviamo un fondo più fondo del fondo e buttiamoci dentro a capofitto. Di testa.

Lo bacio. Solo un bacio leggero, le mie labbra che sfiorano le sue semiaperte. È questione di un secondo, poi mi alzo senza nemmeno valutare la situazione e cerco di alzarmi in fretta evitando di guardare Hakkai. Ma inaspettatamente mi strattona la maglietta portandomi più vicino a lui di quanto non lo fossi prima. E questa volta è lui a baciarmi.

Forse inizio a credere che non tutti i mali vengono per nuocere.

A meno che non si tratti di Sanzo.

 

 

Spazio brevissimo:  non posso dilungarmi troppo >_< avevo pronto questo capitolo da qualche giorno >_< … visto che ho 10 minuti di pausa dagli studi per gli esami universitari *che mi condurranno sicuramente in un lento ma inesorabile stato di coma irreversibile* approfitto per ringraziare tutti i miei favolosi lettori e rispondere *anche se sbrigativamente purtroppo ç_ç tutti sanno quanto mi piace dilungare, a partire da quando quella volta nel lontano 2005 iniziai questa fanfic sproloquiando più a lungo di quanto durasse effettivamente un capitolo*… vabbè, la smetto di dilungarmi >_< !

Ringrazio per i meravigliosi commenti *w*:

 

Lav: la sfiga si conta col contagocce >_< ma una goccia è parecchio potente *_*!

Nemeryal: spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento *w*!

Temari: anche io vomitavo mentre lo scrivevo quel pezzo di Homura °_°”… quando mi è venuto in mente, ero alticcia °_°””! Waha XD

Yggdrasil: chissà che avrà combinato Gojyo per farsi pestare addirittura da Hakkai XD… io lo so **! Ma l’importante è che in un modo o nell’altro abbiano fatto face XD!

Lenu: Ruben ha strani gusti °_° è un ometto un po’ grottesco e improbabile °_°… *Licchi confesserà una cosa: lei adorava Kamisama ç_ç*

 

Poi, nel capitolo precedente ho dimenticato di mettere le note:

Kamisama: Letteralemente Dio in giapponese, quindi traete le conclusioni del discorso di Gojyo *_*;

VisualKei: stile visuale. Gruppi che suonano rock o metal che danno molta importanza al loro modo di presentarsi cioè all’aspetto visivo come il trucco e cose simili. Vedi ad esempio XJapan (si possono considerare i fondatori del visual kei), dir en grei, moi dix mois, gazette, d’espairs ray ecc…

 

Alla prossima >_< ! spero presto! Ormai manca pochissimo alla fine >_< !

   
 
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