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Autore: A_GleekOfHouseStark    06/09/2015    1 recensioni
AU ambientata in una Westeros dove il tiranno Aerys Targaryen ha deciso di adottare gli Hunger Games, basandosi sul modello della nazione di Panem, per punire la popolazione che quindici anni fa, seguendo Robert Baratheon, Jon Arryn e Ned Stark, si ribellò al suo potere. Ogni anno otto tributi vengono spediti in un'arena per combattere l'uno contro l'altro, ad uccidersi a vicenda sotto gli occhi delle famiglie impotenti che possono solo seguire le vicende dagli schermi nelle proprie case.
Otto tributi partono.
Uno solo però è destinato a tornare indietro.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Joffrey Baratheon, Jon Snow, Shireen Baratheon, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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La Preparazione
Gli otto tributi si stavano recando in fila verso la stazione senza alzare gli occhi dalla strada né dire una parola. Neanche coloro che si conoscevano stavano chiacchierando ed era impossibile biasimarli. Ad un tratto però quella monotonia però fu spezzata da Margaery Tyrell, l’ultima della fila, che agguantò il braccio del fratello il quale camminava davanti a lei.
“Cosa ti sei messo in testa?” sibilò in tono minaccioso “A cosa diavolo stavi pensando quando ti sei offerto?”
“A cosa diavolo stavi pensando tu, sorellina!” la sua voce era triste ma colma di rimprovero.
“Credevi davvero che ti avrei lasciato andare al macello senza neanche una spiegazione? Mi conosci davvero così poco?”
I toni si stavano alzando e la colonna si fermò per ascoltare il discorso.
“Allora la tua idea è stata quella di affiancarmi mentre vado al macello? Davvero geniale Margaery!” Esclamò voltandole le spalle, ma ella continuò nonostante lui non desse cenno di ascoltarla.
“Mi devi una spiegazione Loras!”
“Una spiegazione su cosa?” la interruppe il loro accompagnatore, Oberyn Martell, membro della famiglia presidenziale.
“Nulla signor Martell. Mi scusi.” Concluse la Tyrell in modo frettoloso ma lanciò uno sguardo di fuoco al fratello prima di calmarsi. Il dorniano accompagnò i ragazzi sul treno e non appena furono tutti seduti cominciò il suo discorso di rito. Lo teneva ogni anno mentre li accompagnava nell’arena perché voleva che sapessero che lui, come la maggior parte della sua famiglia, odiava i giochi e stavano cercando anno dopo anno di persuadere Aerys ad abolirli.
“Buongiorno a tutti." Esclamò "È inutile che mi prodighi in discorsi di incoraggiamento, so che non serviranno a nulla, ma voglio dirvi che sono in pochi nella Fortezza Rossa a godere del vostro massacro e stiamo tentando in tutti i modi di convincere il presidente a smettere con questa orribile pratica. Purtroppo però sapete dove viviamo, un paese comandato da un tiranno (questa parola la pronunciò a bassa voce) che dopo la ribellione di quindici anni fa ha paura di sollevarsi di nuovo. Aerys sa che molti dei suoi parenti e fedeli consiglieri sono contrari alle sue scelte, ma va avanti imperterrito…” Oberyn si fermò un momento e poi concluse “Mi dispiace ragazzi.”
“Anche a me dispiace.” Disse prontamente Ygritte “Mi dispiace di avere tutta la vita davanti sapendo che ho una possibilità su otto di sopravvivere in quell’arena, mi dispiace perché sarò costretta ad uccidere soltanto per soddisfare la sete di sangue di quel pazzo e quindi nel caso remoto in cui tornassi a casa non sarò mai, mai più la stessa persona. Aerys Targarten ha avuto tutto ciò che voleva: potere, ricchezza, la possibilità di sfruttare senza ritegno la popolazione e non è ancora contento. Vuole anche il nostro sangue, sangue di persone che non hanno avuto nulla a che fare con quella dannata rivolta...” Pronunciò le ultime parole come se fosse stanca.
Stanca di continuare a parlare di quanto quel mondo fosse ingiusto quando era convinta che la sua vita fra pochi giorni sarebbe giunta al termine e quindi non avrebbe mai visto mai visto il cambiamento che tanto desiderava. Oberyn non trovò il modo di replicare al discorso della ragazza e li mandò nelle proprie cuccette, le quali per chi viveva una vita di stenti come Gendry o la stessa Ygritte, sembravano delle vere e proprie case.
Il viaggio verso le terre dei fiumi durò tutta la notte e non appena il sole sorse il treno era già arrivato a destinazione, ma prima di lasciarli scendere per entrare nel centro Oberyn diede loro alcune indicazioni su come si sarebbero svolte le giornate precedenti all’ingresso nell’arena.
"D'accordo ragazzi, siamo arrivati. Questo l'edificio dove starete per i prossimi tre giorni" disse Oberyn puntando il dito verso un ammasso di cemento più largo che alto "È stato costruito su tre piani: al primo troverete la palestra dove vi allenerete, al secondo c'è la mensa e al terzo le vostre stanze. Adesso andate a cambiarvi per il pranzo, alle due inizierete le sessioni di gruppo in palestra, mentre l'ultimo giorno ci sarete solo voi e gli strateghi, coloro che costruiscono le arene e ne regolano il funzionamento."
"C'è un solo piccolo dettaglio." esclamò Arya "Con cosa dovremmo cambiarci? Non mi risulta che qualcuno abbia portato valigie o altro."
"Nelle stanze troverete tutto ciò che vi serve." rispose l'uomo "Ora potete andare, ci vediamo a mezzogiorno in mensa."
Il gruppo si sciolse e ognuno sì recò nella stanza assegnata. Oberyn non aveva mentito perché ci avevano trovato davvero di tutto, da vestiti a un benvenuto floreale (come se davvero avesse potuto far loro smettere di pensare a cosa sarebbero andati incontro), per finire con oggetti talmente tecnologici e avanzati che nemmeno i fratelli Tyrell o Joffrey, i tributi più abituati al lusso, avrebbero saputo usare. Il tempo concesso per prepararsi al pranzo volò e gli otto ragazzi si ritrovarono per la prima volta tutti insieme, senza che qualcuno facesse da mediatore. La tensione si tagliava con un coltello e nessuno sembrava avere intenzione di parlare. Alla fine però Ygritte trovò il modo peggiore per rompere il silenzio e si rivolse ad Arya e Jon:
"Voi due vi somigliate parecchio..." disse in modo gentile per cercare di fare conversazione.
"Già." Rincarò la dose Shireen, senza però cattive intenzioni "Potreste essere parenti."
Arya si chiese se Jon sapesse che aveva di fronte la sua sorellastra.
Si chiese se Jon sapesse che Eddard Stark era suo padre.
Queste domande però non gliele pose. Non gli sembrava il momento opportuno e purtroppo in quella circostanza non lo sarebbe mai stato, così abbassò la testa e continuò a mangiare. La tavolata a quel punto ripiombò nel silenzio. Joffrey,terminato il suo pranzo, aveva iniziato a scrutare con quei sadici occhi verdi i presenti perché cercava di capire forze e punti deboli di ciascuno dato che fin dal momento in cui era stato estratto aveva in mentre una sola cosa: ucciderli tutti e tornare a casa. Anche Loras Tyrell aveva finito presto, quindi si alzò per tornare in camera prima di scendere per gli allenamenti. Se la sua idea era quella di restare solo per qualche momento, dovette cambiare i piani perché sua sorella lo seguì non appena si abbandonò la mensa. Era strano vederli così poco legati, arrabbiati l’uno con l’altro: davvero non si rendevano conto che da soli sarebbero stati più vulnerabili?
“Faranno pace prima di entrare nell’arena?” Pensò Jon mentre li vedeva allontanarsi.
L’unico motivo per cui il bastardo del Nord fingeva di preoccuparsi delle dinamiche della famiglia Tyrell era per evitare di pensare a ciò che aveva detto prima Ygritte, sperava in buona fede e non per provocarlo volontariamente, riguardo alla sua famiglia.
Ella aveva ragione, era impossibile non notare la somiglianza fra lui e Arya Stark e la ragione era molto semplice, ovvero condividevano il padre. Jon sapeva di essere il figlio illegittimo del ribelle Eddard Stark, sua madre glielo aveva raccontato ma sulle prime non ci aveva creduto, poi aveva azzardato e chiesto al signor Karstark che gli diede la conferma ufficiale. Ciò che non sapeva però era se anche i suoi fratellastri fossero a conoscenza della sua esistenza e di certo l’ultima cosa che voleva era turbare quella ragazzina dicendogli “Ehi guarda, sono tuo fratello. Non mi hai mai visto in vita tua eppure abbiamo lo stesso padre”.
Non lo trovava giusto nei suoi confronti.
 
La prima sessione di allenamento si rivelò una generale sorpresa. Da un lato tutti scoprirono di avere una specialità in cui primeggiavano sugli altri, ma dall’altro ognuno era ritenuto una potenziale e letale minaccia. Jon fu felice di trovare fra le armi una sorta di spada, stessa arma che scelse Arya, Gendry si accaparrò una mazza da combattimento, Loras Tyrell una lancia e Joffrey una balestra. Margaery si mostrò particolarmente pericolosa in quanto sapeva maneggiare diversi veleni e conosceva molti tipi di piante mentre Shireen aveva un’abilità del tutto particolare ma di certo non meno importante: era capace a sopravvivere.
“Se si tiene lontana dagli altri e supera la mischia iniziale può avere una chance concreta." Pensò Jon.
Ad Ygritte invece brillarono gli occhi quando vide un arco e una faretra colma dei tipi di freccia più disparati. Jon la osservò tirare al bersaglio e ammise che era davvero brava; continuò ad osservarla e pensò che la trovava anche davvero bella. Aveva gli occhi di un colore che virava al verde al marrone in base alla luce del sole e una folta massa di ricci rossi ad adornarle il volto.
Bella e letale. Una combinazione che non andava affatto bene.
Il ragazzo cercò di smettere di pensarci ma era come se lei lo facesse apposta a capitargli sempre intorno: mentre si esercitava a tirare fendenti con la spada, Ygritte era accanto a lui a scoccare frecce contro bersagli di cartone e questo bizzarro “inseguimento” durò tutto il pomeriggio.
Alla fine delle quattro ore di allenamento, l’istruttore Theon Greyjoy, vincitore degli scorsi Hunger Games, si congratulò con loro:
“Complimenti ragazzi! Erano anni che non vedevo un gruppo così omogeno. Ora so di cosa siete capaci e dove dovrete migliorare ed è su questo che ci concentreremo domani prima dell’incontro con gli strateghi. Adesso potete andare a prepararvi, la cena sarà fra un’ora.”
Il gruppo si sciolse, ma prima che Jon raggiungesse la sua stanza fu fermato da Arya. Si mosse velocemente e il suo tocco fu così leggero e improvviso che lui si spaventò.
“Scusami, non volevo farti paura.” Iniziò lei il discorso.
“Cosa c’è?” Chiese lui.
“Volevo parlarti di oggi, a pranzo… quello che ha detto la ragazza dai capelli rossi…”
“Io so chi sei Arya.”
“Davvero?”
“È una delle mie poche certezze. So di essere il fratellastro dei ragazzi Stark e Dio solo sa quanto mi sarebbe piaciuto conoscervi.”
“Anche a me. Quando papà ce l’ha detto sembrava triste di averti lasciato.”
“Mia madre doveva proteggermi dalla guerra ma mi ha raccontato che Eddard Stark sarebbe stato capace di crescermi nella sua famiglia legittima. Ne parlava come se fosse un male, essere una persona d’onore intendo…”
“L’onore lo ha fatto uccidere. Io… io gli volevo tanto bene” Esclamò Arya e per la prima volta si mostrò indifesa, vulnerabile, come è giusto che sia una bambina di dodici anni. Jon si sentiva onorato che ella avesse deciso di aprirsi con lui, ma non sapeva come risponderle. Ad un tratto pensò che la cosa giusta da fare fosse abbracciarla, così strinse fra le sue braccia quello scricciolo.
“Sono sicuro che gli volevi bene.”
“Scusami.” Disse poi lei liberandosi dalla stretta “Non dovevo permettermi di piangere. Devo essere forte.”
“Lo sei Arya. Lo sei fin troppo.”
 “Non posso pensare al fatto che nel migliore dei casi uno di noi due morirà. Non volevo incontrarti così.”
“Neanche io Arya. Dovevo venire a Grande Inverno quando ne avevo l’occasione.” Si fermò un attimo poi esclamò: “Mi dispiace…”
Il ragazzo fece per andarsene ma lei lo chiamò di nuovo.
“Dimmi.” Esclamò lui.
“Detesto mostrarmi così debole, solo… potresti abbracciarmi di nuovo?”
Egli acconsentì e i due rimasero stretti anche mentre Joffrey usciva dalla sua stanza. Poi Jon le stampò un bacio sulla fronte e se ne andò.



Note dell'autrice :3
Ciao a tutti! Ancora un capitolo di preparazione (la settimana scorsa ho mentito, perdonatemi) perché non voglio farli troppo lunghi correndo il rischio di farvi annoiare, ma vi prometto che la settimana prossima si entrerà nell'arena. Spero che nel frattempo abbiate apprezzato questo!
Kisses -A_GleekOfHouseStark
   
 
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