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Autore: Helena_Lovett_Lestrange    06/09/2015    0 recensioni
"...sgozzare maiali con un tagliacarte nelle mani di chi ha perso la sua umanità..."
Non c'è una trama, è più uno sfogo, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate voi, carissimi lettori.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'è due senza tre.

"Non c'è due senza tre, ma il tre senza quattro?"
"Stessa cosa."
"E se il quattro se ne andasse?"
"Il tre si ucciderebbe."
"Di conseguenza scomparirebbe anche il due."
"Precisamente."
"E l'uno?"
"L'uno rimane da solo."


Ho cercato la parola "solitudine" su "Il modernissimo dizionario illustrato" del 1964, che ho trovato in casa. Dice solo: "L'esser solo". Più su c'era la parola "solitario", dice: "Senza compagnia, misantropo.". Allora sono andata a cercare la parola "misantropo" e dice: "Chi odia gli uomini, chi vive appartato, poco socievole.".
Adoro la freddezza delle definizioni dei vocabolari, i significati sono quelli, sono giusti, eppure c'è così tanto da dire al riguardo... Ovviamente niente che possa entrare in poche righe.
Vorrei tanto poter dire ciò che penso su questo argomento, ma nella mia testa girano e rigirano parole confuse e scollegate che cercano di aggrapparsi invano le une con le altre, formando discorsi che, per chi è esterno alla mia mente, sono senza senso.
Come quando mangio una pesca davvero buona, come quando ho voglia di massacrarmi. Davvero buono il sapore di quella pesca, vorrei farla durare di più; com'è bello quando esce il sangue, vorrei che ne uscisse di più.
Lascio impronte su un coltello che mi condannerà alla vita, ad un taglio dalla morte. Netto, veloce, indolore.
Il battito d'ali di una libellula ha lo stesso valore del sesso, lo stesso sapore del sangue e lo stesso piacere dell'idea della fine.
Il fuoco gelato di quest'inferno che un tempo mi riscaldava, adesso brucia e lascia cicatrici.
C'è solo una cosa.
Solo una goccia di sudore che cade alla vista dei suoi occhi e che, ahimè, neanche un fucile puntato alla testa.
Un solo sguardo potrebbe salvarmi, un solo movimento potrebbe uccidermi.
Cammino su una strada diretta al deserto mentre scrivo una lettera indirizzata a me stessa. Ma in questo deserto di carta non posso neanche morire di fame.
Ormai non conosco melodia più dolce e familiare della mia sofferenza.
Sgozzare maiali con un tagliacarte nelle mani di chi ha perso la sua umanità; la bestia urla e si dimena perchè sa a cosa va in contro, ma quando arriverà il momento non esisterà essere più in pace. Il crudele premio di chi, sorridendo, si arrende alla vita è quello di accettare la morte. Chi non sorride è compatito, non capito; è accettato, non voluto, e se si arrende alla sua felicità è un codardo, un poveraccio.
Ma niente è più bello del bacio di chi brami.
Come avevo detto? Ah già, discorsi senza senso.
  
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