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Autore: TheAntlers    06/09/2015    2 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Winter", fu la prima ed unica parola che riuscì ad udire, tra l'immutabile chiasso e l'eterno fischiettio che ponderava sovrano nelle sue orecchie.

Inerme ed impotente a ciò che accadeva, la ragazza non riusciva a pensare con un fil di logica, ancora frastornata dal passaggio tra i due mondi.
La vista sbiadita pareva cercare immagini concrete. Essa si ri-assemblava, mentre tutto iniziava a tacere, dando spazio ai pensieri. Tutto riprese con meravigliosa velocità. 
Ora ricordava ciò che era accaduto. Ricordava la corsa sfrenata dell'animale che ancora montava; ricordava ciò che precedentemente le era stato detto. Ricordava ogni singolo dettaglio. 
Era riuscita a prendere quella temuta decisione, era tornata. C'era riuscita. Aveva messo da parte la paura, facendo ciò ch'era giusto. 
Sono qui. In questo luogo. È tutto reale, non c'è nulla di falso. Nessuna immaginazione. 

"Winter", si sentì chiamare nuovamente, quasi cercassero di svegliarla da un sonno invisibile. 

Cercò d'associare a qualcuno quella voce che, ormai, le era fin troppo familiare. Ed infatti, poco dopo, l'immagine del ragazzo in questione prese spazio nella sua mente.
Naoise. 
Cercò la sua sagoma tra la radunata folla -ancora con gli occhi ridotti a fessure-, cercando di mettere a fuoco i numerosi volti lievemente sbiaditi. Ma, durante questo processo, venne distratta. Sorpresa e sbalordita, osservò la scena che seguiva in silenzio, ascoltando i suoi occhi. 
E qui capì il perchè del sovrano silenzio che sembrava esser stato invocato appena dopo il sul arrivo. Il popolo si trovava radunato. Ognuno chinato su un ginocchio, imitava un inchino, insieme ad uno sguardo abbassato, in segno d'onore, verso colei che osservava con fare confuso.
Si inchinano a me?, si chiese la giovane ragazza, invasa da dubbi e domande. Perchè?

"Winter", si sentì richiamare per la terza volta. Le era stato usato contro un tono più duro e fermo, inconfutabilmente in cerca di attenzione. Che riuscì infatti ad ottenere, questa volta. 

Winter voltò il capo verso la direzione interessata. Teneva ancora le labbra socchiuse ed uno sguardo perplesso. Naoise, finalmente ben visibile alla ragazza, sembrava tener il suo stesso sguardo impietrito. Si avvicinava verso lei, con passo svelto e risoluto. Il mantello alle sue spalle, forse di tessuto impermeabile, svolazzava, tagliando l'aria.
Non poté giurarlo, ma credette di essere riuscita a scorgere nei suoi occhi un innaturale bagliore. 

Naoise era turbato. Di certo, aveva già previsto un futuro arrivo della ragazza. Ma non si aspettava un ritorno così prematuro.
Corrugò la fronte. 
Iniziarono a sorgergli drammatici prnsieri. Non si spiegava la sua venuta. Gli occhi della ragazza erano cupi; il Principe parve natorlo. E ciò motivò notevolmente i suoi pensieri negativi. 
Forse, pensò lui, qualcosa non va.
Si avvicinò ancora, e quando fu abbastanza vicino, la invitò a smontare da cavallo, porgendole una mano, attendendo. 

Winter osservò il palmo del ragazzo, soffermandosi ad osservare il suo polso che, lievemente scoperto, lasciava intravedere marcate vene. Con lo sguardo risalì il suo braccio, fin ad arrivare al suo viso. Lì, fu rapita dai suoi occhi. Erano come ricordava d'averli visti l'ultima volta. Quelli erano il suo ultimo ricordo. Due perfetti abissi di ghiaccio, capaci di pietrificarti. 

Naoise inclinò il capo, incuriosito dallo sguardo perso della ragazza. Ritrasse la mano, mentre era intento a parlare.

"Winter, stai bene?" domandò infine, attendendo spazientito una risposta.

Intanto, alcune guardie erano arrivate guardinghe, circondando l'area al galoppo. Tirarono le redini dei propri destrieri, mentre osservavano con stupore la scena che seguiva. 
Si inchinavano a lei. Il popolo non aveva mai sfoggiato tanto rispetto nemmeno verso il Re in persona. 

"Perchè fanno questo?" domandò la ragazza, tornando a guardare il popolo. 

Naoise si rilassò, sentendola finalmente parlare. Aveva temuto il peggio, per un istante. 
Ma la ragazza stava bene, non aveva subito traumi. 

"Ti mostrano rispetto, Etaine."

Alla pronuncia di quell'ultima parola, la ragazza voltò il capo verso Naoise, facendo ciò che quest'ultimo aveva già prevenuto, e voluto: attirare la sua attenzione.
La guardò per un lungo fascio di tempo, felice di incrociare nuovamente il suo affascinante sguardo. Poi tornò ad osservare punti imprecisi oltre la figura della giovane.

Etaine. Sbiancò nell'ludire nuovamente tale parola.
Scosse la testa, cercando di tornare alla realtà.

"Falli... falli smettere" mormorò, non capendo perchè la frase le era uscita tra un bisbiglio. 

Si sentiva a disagio. Imbarazzata da quel gesto che mai avrebbe pensato potessero dedicarle. Voleva incessantemente che smettessero.
Ma Naoise non era certo d'aiuto, impegnato com'era nel ridacchiare sotto i baffi. 
Winter si sentì parecchio infastidita dal gesto di quest'ultimo, che intanto cercava di sopprimere vaghi sorrisi, imitandosi serio.

"Il Tributo vi invita ad alzarvi. Tornate ai vostri lavori", il Principe si convinse finalmente a congedarli, parlando con tono duro ed autorevole. 

Entrambi osservarono la folla dileguarsi lentamente, riprendendo la loro vita quotidiana, prima di concedersi uno sguardo. 
Winter sospirò, cercando un punto d'appiglio per aprire un lungo discorso. Doveva spiegargli il perchè della sua venuta. Ma ciò era un dilemma a cui nemmeno lei era riuscita ad arrivarne a capo.

"Mi spiegherai in seguito, Winter. Questo non è il luogo più adatto" disse Naoise, zittendola ancor prima di parlare.

***

Era rimasto in silenzio, osservandola. Attento ad ogni suo comportamento ed atteggiamento, in cerca di indizi al fine di giustificare la sua venuta.
Era stato fin da bambino indirizzato verso questo tipo di comportamento. L'osservazione, secondo Nuada, era una tra le tante arti più importanti. Degna d'essere appresa. Degna d'essere insegnata.
Appare più semplice arrivare a conclusioni certe studiando il linguaggio del corpo, rispetto all'udire un'insieme di parole. Perchè, il primo, è incapace di mertirti, nella sua complessità. 

"Deduco sia successo qualcosa capace di sconvolgerti -in senso negativo, s'intende-, non è vero?" 

Arrivò a tali conclusioni, certo dei suoi pensieri.
Per Naoise rimaneva da scoprire, ora, cosa davvero era successo. E, notando lo sguardo contrariato della ragazza, dedusse che ciò che doveva essere accaduto, doveva anche essere evitato. 
L'interesse e la curiosità lo travolsero, ormai desideroso di spiegazioni.

"Cosa è successo, Winter?"

La ragazza sospirò, abbassando lo sguardo. 
Era divisa im due da pensieri sovrastanti. Perchè pensava che sarebbe stato sbagliato rivelare l'accaduto? Non voleva dar spiegazioni, né informazioni. Ma ciò non aveva alcun senso, e lei ne era consapevole. Quale perchè avrebbe avuto il suo ritorno, allora? 
Si osservò intorno, quasi cercando suggerimenti dagli alberi che tenevano compagnia ad un vasto e cupo paesaggio. Da quanto tempo percorrevano il sentiero che conduceva alla reggia? A Winter sembrò esser passata un'eternità. Ma non doveva divagare, aggrappandosi ad altri ragionamenti. Perciò inspirò, caricando i polmoni, decidendosi a parlare. 

"Bress..." mormorò, citando il soggetto in questione. Prima di continuare, alzò lo sguardo, cercando il volto di Naoise. Incontrò un'espressione rigida, farsi spazio nel volto del giovane. Attendeva con ansia un proseguimento. "Ho... ho incontrato Bress, vicino casa mia..." proseguì, con voce che tentava di tremare.

Naoise serrò gli occhi, mentre cercava di assimilare tali parole. 
Strinse i pugni, irrigidendosi sotto il proprio cavallo, che parve imitarlo. Quest'ultimo tentò di strattonarlo, abbassando e rialzando la testa per una serie di volte. 
Credette di sentirla parlare ancora, per quanto stentava a seguire la sua voce, perchè assalito da svariati e spiacenti pensieri.

"Beh... in realtà... lui... mi stava cercando, credo...poi-"

"Maledizione!" ringhiò il ragazzo, sfoderando uno stridulo urlo che fece trasalire Winter. 

Quest'ultima sospirò, mentre pareva intenta a torturarsi un labbro. Vide Naoise portare le redini ad una mano, mentre strisciava l'altra sul suo viso, colmo d'agitazione. 

Dannazione. Dannazione!, si ripeté mentalmente il giovane, vittima di una crisi di nervi.
"Ti ha toccata?" domandò d'un tratto lui. Ancora col viso coperto da una mano, porse la domanda tra un sospiro malinconico. 

Winter inclinò il capo, sollevando un sopracciglio. 
Picchiata, intende forse?
"Cosa intendi dire?-" 

"Ho inteso che non ti ha fatto del male. Ma hai avuto un qualsiasi altro contatto fisico, con lui, Winter?" continuò a parlare, bloccandola.

La ragazza scrollò il capo. Non per illudere ad una negazione, ma per cercare di far mente locale. E per spiegarsi il motivo di tale informazione. Perchè poteva mai interessargli? 

"Cerca di ricordare, Winter. È importante." 

Detto ciò, le tornò in mente l'ultima azione di Bress, e parve capire. 
Il ragazzo l'aveva afferrata per un braccio -senza un consapevole motivo-, provocandole strane ed oscure sensazioni. Forse, era proprio a tale azione che Naoise poteva essersi riferito. 
Si umidificò le labbra, prima di parlare. 
"Prima che tornassi qui, Bress, -inspiegabilmente- mi strinse un braccio..." mormorò, ancora insicura se fosse quella l'informazione che Naoise era intento a ricevere. 

E bene sì. Era l'informazioni che tanto avrebbe voluto non udire. Aveva provato ad illudersi, sperando che potesse esistere anche solo una minima possibilità che ciò non fosse accaduto. Ma, appunto, poteva rimanere solo un'illusione. Ed ora, doveva darsi da fare, cercando di rimediare.
Si girò alle sue spalle, mentre liberava un'imprecazione.

"Tu, ragazzo" cercò l'attenzione d'una delle due guardie intente a far da scorta. "Torna indietro e raduna più uomini lungo le mura cittadine. Che nessuno entri, od esca, senza urgenti controlli. Và, e sii veloce!" 

"Agli ordini, Maestà!" rispose con soddisfacente velocità, mentre voltava direzione, spronando il proprio destriero ad uno scattante galoppo. 

Winter osservò con perplessità la scena che susseguiva. Storse le labbra, sembrando intenta a dir qualcosa. Ma dalla dalla sua gola non uscì alcun suono.

Fu Naoise a strappare il silenzio, liberando un ghigno infastidito, dovuto a silenziose e nascoste riflessioni. 
"Dobbiamo allungare il tempo di marcia. Forza!"

***

"Che cosa succede?", aveva ripetuto più volte Winter, stanca del dover ricevere sempre la stessa silenziosa -nonché inesistente- risposta. 
Avevano smontato da cavallo, con una certa e marcata fretta. Naoise le aveva afferrato un braccio, invitandola a seguirlo, senza però annullare la presa.
La ragazza aveva corrugato la fronte, mentre osservava Naoise intento a dar ordini, camminando a passo esageratamente svelto, delimitando la vasta reggia. Winter stentava ad assecondare la sua andatura. Non ne capiva la necessità, così, irritata, si fermò, cercando di parare l'inevitabile strattone. 

"Voglio sapere cosa sta succedendo. Cosa... cosa mi ha fatto Bress, quando mi ha toccata?" 

Il ragazzo girò il volto verso quello di Winter, sospirando nervosamente. 
"Winter, non ora. Giuro che ti spiegherò tutto, ma non ora. Andiamo", parlò con tensione. 

"No. Tu mi spiegherai tutto, ora" rispose lei, con sgarbo, marcando notevolmente l'ultima parola pronunciata. 

Stupida ragazzina impertinente. Perchè vuoi farci entrare ancor di più nei guai?
Senza alcun dubio, Naoise non era abituato a ricevere tale tono contro. Solo il padre poteva abusarne. Nessun'altro, fatto eccezione per Winter, aveva mai solo osato andare contro i voleri di Naoise, il Principe. 
Per lui, il carattere di Winter, era una sconvolgente novità. E non era affatto gradita, di certo.
Le rivolse un gelido sguardo, illudendo ad uno spavaldo avvertimento. Ma la ragazza, beffarda, ricambiò il gesto, con aria di sfida. 

"Non ci siamo capiti. Non mi muoverò da qui fin quando non ti deciderai a darmi una risposta soddisfacente", sibilò lei, a denti stretti. Liberandosi -con un inaspettato strattone- dalla presa del ragazzo che, intanto, iniziava a perdere la pazienza, e la calma.

Quest'ultimo serrò le mani, cercando di incanalare calma. 
Iniziò a preoccuparsi, perchè sapeva di aver davvero poca pazienza. E già in maggior parte, quest'ultima, era stata consumata.
Se qualcun altro avesse solo osato parlargli in quel modo, avrebbe già chiamato le guardie nel fine di segregarlo in cella, al fresco. 
Infatti, la provocazione azzardata della ragazza, fu la goccia che fece traboccare il vaso.

"Si, hai ragione. Forse non ci siamo capiti, ragazzina. Questo, mia cara, non è un gioco. Rischiamo di farci ammazzare, intendi? Qui non sei in un videogame. Non puoi giocarti un'altra vita. Se vuoi sopravvivere, devi ascoltarmi." La loro lontananza si era ennullata, ed ora si trovavano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro, sotto respiri affannosi. 
Winter trattenne un'espirazione, sgranando gli occhi, non appena due dita le afferrarono il mento, richiedendo attenzione. "Sarai pur il nostro Tributo, ma ciò non ti da alcun diritto speciale. Non permetterti mai più -e sottolineo mai più- di usare un simile tono contro di me, ne tantomeno di contraddire un mio ordine, intesi?" la mise in guarda, sollevandole il viso, nell'intento di ottenere più contatto visivo. "Intesi?" ringhiò, con tono che con accettava negazioni.

Winter percepì il proprio corpo essere invaso da fiamme ardenti. Il suo sguardo la fulminò, la incendiò. 
Si sentì così impotente, quando fu costretta ad annuire, schiava del timore. "Si, ho capito" mormorò, zittita, con la coda tra le zampe.

Naoise potè sentirsi finalmente soddisfatto. La ragazza aveva ceduto, e lui aveva recuperato il suo onore. "Molto bene" mormorò, annullando la presa dal mento della giovane. 

Winter lo vide storcere le labbra in un sorrivo. Non era un'azione da apprezzare. Non era un gesto affettuoso, confortante o rassicurante. Sfoggiò un sorriso arrogante, tagliente, e cattivo. Capace di farti rabbrividire. 
La ragazza si morse un labbro, mentre altri pensieri contrastanti si aggiungevano alla lunga lista. 
La sua apparente e dura sicurezza si spezzò in frantumi, liberando puro panico. 

Nemici, amici. Distinzioni faticose. A chi mai dovrei dare la mia fiducia?
  
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