Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: stellabrilla    07/02/2009    1 recensioni
A metà tra un ricordo e un desiderio. Tra una nuvola e un pensiero. Lì, talvolta, si posa la mia penna.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Voce del Gabbiano'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ti piace questo posto?-

-E’ umido, buio e pericoloso da raggiungere.-

-Ti manca un po’ di spirito d’avventura. Io adoro venire qui.-

-Come lo hai scoperto?-

-Non è mica un segreto, i pastori ci portano le pecore ad abbeverarsi.-

-Dentro una grotta?-

-Aspetta e vedrai.-

Una lunga fenditura sulla parete della montagna. Una gigantesca roccia ricoperta di muschio ne divide a metà l’entrata.

Dentro è davvero molto buio, e umido. L’acqua fredda di sorgente scorre a rivoli, e un perpetuo rumore di gocce su gocce crea una musica strana e disarmonica. Eppure ipnotica.

Gli occhi si stringono cercando di catturare la poca luce che viene da fuori. Le mani si aggrappano alle rocce e al muschio, e i piedi provano a non scivolare sui sassi vischiosi.

-Fa freddo, e non vedo niente. Ma dove mi hai portato?-

-Sei troppo cittadino. Devo farti un po’ inselvatichire.-

Una mano ne prende un’altra e la porta a se.

-Ecco, ci siamo. Lo vedi quel sedile di roccia? Toccalo.-

-Perché?-

-Tu fallo e basta.-

-Va bene. Questo? Devo toccare qui?-

-Si.-

Il braccio si allunga con cautela, e la mano si prepara al contatto con solida pietra. Restando delusa.

Le dita affondano in una polla di buia acqua ghiacciata.

-Ah! Ma e gelida!- La mano si ritrae di scatto, spruzzando, e infrangendo l’illusione.

Piccole onde aiutano a definire la forma di ciò che, a causa del buio, ad un primo impatto poteva essere scambiato per pietra.

Un bacile naturale, pieno fino all’orlo di acqua sorgiva.

-Ma sei matta? Mi è preso un colpo.-

Una risata divertita è l’unica risposta.

-Tra l’altro dev’essere anche sporca, se ci vengono a bere le pecore! Che schifo.-

-Tranquillo. Non è epoca.-

-Come non è epoca? Ma perché, le pecore sono di stagione come la frutta?-

-Ma come sei scemo. Le pecore le portano in montagna d’estate e le tengono a valle d’inverno. Adesso è solo primavera, ci vuole ancora un mese, almeno, prima che le portino quassù. L’acqua è pulita. E la puoi anche bere, se vuoi.-

-Non ci tengo, grazie.-

-Come non detto. Ora usciamo, comincio ad avere freddo.-

La luce arriva dritta in faccia e fa quasi male, dopo il buio sordo della grotta. Però crea riflessi rossi e gialli sulle pareti bagnate, uno spettacolo insolito e bello.

Fuori c’è vento e grosse cornacchie lanciano gravi richiami nell’eco della cala. Oltre il bosco di faggi si stende una verde valle di case e campi arati. Piccoli fiumi e strade si confondono e si intrecciano in un reticolo complesso.

-Come hai detto che si chiama questo posto?-

-Grotta delle Ciaole.-

-E’ un bel posto.-

-Tu non volevi credermi.-

-Hai ragione.-

-Come sempre.-

-Adesso non esagerare. Altrimenti mi costringi a farti stare zitta.-

-E come?-

-Ho un metodo infallibile.-

-Credo di conoscerlo.-

Il rumoroso silenzio di una montagna deserta. Un sole tiepido che fa amicizia col tramonto, e lo saluta placido. Baci che si incontrano e si chiedono tra loro. Senza fretta. Senza fretta.

Lasciando che il cielo diventi timido, ed arrossisca lentamente.

-Andiamo adesso. O faremo la strada al buio.-

-Ci sono lupi da queste parti?-

-Certo. E sono molto affamati, specialmente in questo periodo.-

-Come mai?-

-Perché non ci sono pecore.–

-…-

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: stellabrilla