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Autore: Doomsday93    07/09/2015    0 recensioni
"Ero rimasta sola con me stessa. Ed è proprio nel silenzio della notte, nel freddo abbraccio della solitudine che i pensieri, quelli più dolorosi, tristi, iniziano a precipitare come un'enorme valanga."
Che si tratti di una biografia incosciente, di una mescolanza di esperienze sentite o vissute personalmente, su una pagina di diario è lecito parlare di tutto: del momento più noioso della giornata, a quello più inaspettato; del primo bacio, di un regalo, di una parola o un gesto inconsueto da parte del ragazzo che da anni si ama segretamente. Dall'amore fatto con gli sguardi fino ad arrivare all'atto passionale vero e proprio.
In una pagina di diario si scrive di tutto, dalle cose che leggeresti anche ad una semplice amica, a quelle cose che non menzioneresti neanche alla migliore delle amiche.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta, PWP, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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«Di preciso cos'è che hai?
Aventi Vì, rispondimi!
Terra chiama Vivian, Terra chiama Vivian!»
 
Ogni tentativo sembrava vano. 
Occhi spenti. Respiro lento. 
Il nulla più totale.
Un altro strattone al braccio, questa volta concluso con un pizzico violento proprio all'altezza dell'avambraccio, così forte da sembrare che le volesse strappare di prepotenza pelle, muscolo e, perché no, anche l'osso. Bruciava.
Una piccola macchietta rossa iniziò a manifestarsi sulla parte interessante; gli occhi di Viviana rotearono verso il basso, proprio lì, sulla mano dell'amica che impaziente ancora attendeva un suo segno di vita. 
 
«Giuro che se non mi rispondi ti prendo a schiaffi!»
 
Questa volta il suo tono era più basso, ma decisamente più serio, pieno di rimprovero. 
 
«Mi hai fatto male!»
«Ben ti sta. Sono due ore che ti vedo persa nel nulla più totale, ti chiedo come stai e neanche mi senti, mi preoccupo!»
«Cos'ho?» Rispose la bionda mentre si massaggiava con delicatezza la pelle da poco pizzicata. 
«E me lo chiedi a me? Sono giorni che sembra come se ti fossi trasferita su di un altro pianeta lasciando qui il tuo corpo!»
«Ma non è vero, sono solo...stanca.»
“Stanca, certo. Proprio stanca. Stanca di pensare, quello si.” Pensò silenziosa lei tornando a fissare fiore dalla finestra. 
Michela, l'amica preoccupata, tacque, anche se la risposta appena ricevuta non l'aveva né convinta né tanto meno tranquillizzata. 
 
«Forse qualcosa c'è.»
 
Confessò dopo mezz'ora di silenzio Vivian. La vicina di banco, soddisfatta di aver capito sin da subito che qualcosa non andava, rimase ancora una volta in silenzio, un silenzio in cui ci pensò il suo sguardo a parlare, per non disturbare la lezione che da lì a poco sarebbe termina, per farle capire che era pronta a sapere ogni piccolo dettaglio di ciò che da giorni la tormentava. 
 
"12 Aprile 2009 
 
Caro diario, 
Quando dicono che l'adolescenza è il periodo più brutto di tutta la vita è vero! Maledizione se è vero. 
Una stupida festa. Una festa familiare di cui non avrei mai voluto prenderne parte, mai! Sai quelle cose che ti strapperesti i capelli, ti butteresti a terra scalpitando ed urlando pur di convincere qualcuno a lasciarti a casa? Ecco, quello era il mio caso. Avrei fatto di tutto per restare a casa, ma papà ha un potere di persuasione micidiale e non sono riuscita a dirgli di no. 
Stavamo andando a casa della sua compagna, ora che tutto è venuto a galla, passano più tempo insieme anche alla luce del sole e andiamo più spesso anche a casa dei suoi genitori, quindi, come dicevo, stavamo andando a casa sua, abbiamo parcheggiato. Stavamo camminando e...l'ho visto. È stato strano perché lo conosco da una vita,  ma sembrava come se in quel momento l'avessi visto per la prima volta. Mi sono ritrovata tutta la serata a guardarlo di nascosto, a ridere alle sue battute, cercare di stare vicino a lui anche se sapevo che era meglio stargli alla larga dato che è fidanzato e anche ora, che me ne sto a casa, non faccio altro che chiedermi cosa stia facendo, anche se suppongo che data l'ora stia dormendo, suppongo, la gente normale alle tre di notte dorme? Io non sto dormendo, sono qui a riempire pagine di diario con pensieri su un ragazzo che mai avrei creduto di poter aver, quindi non sono normale?"
 
«Tu davvero non sei normale!»
«'Fanculo Michela! Non ti farò leggere più neanche una riga.»
«Io ti ringrazio davvero tanto della fiducia che riponi in me, ma spiegarti a voce non sarebbe stato meglio?»
 
Vivian chiuse il diario sospirando pesantemente. 
Accarezzò ossessivamente il dorso del vecchio quaderno e poi, possessivamente, lo strinse al petto, scuotendo la testa. 
Era colma di dubbi e di domande. 
Era piena di perplessità e confusione. 
Gli piaceva un ragazzo, nulla di strano per una ragazza di sedici anni.
Gli piaceva un ragazzo che aveva da sempre avuto davanti agli occhi e che, improvvisamente, aveva davvero notato. Così, di punto in bianco, senza un vero motivo. L'aveva notato con il suo semplice modo di essere, col suo capello nero e la felpa larga. 
Alex. 
Non faceva altro che pensare ad Alex ormai da giorni e si domandava il perché: perché ora? Perché solo dopo quella sera? Perché tra tanti proprio lui? 
Tutte domande che le martellavano le tempie e a cui non riusciva a dare una risposta. 
Quanto è bello. Pensava subito dopo lasciando che un sorriso le dipingesse in volto senza neanche accorgersene. 
Funzionava così, ormai da giorni, ormai da quella sera. Ci pensava, pensava alla sua voce, ai suoi occhi e sorrideva arrossendo. 
 
«Mi piace Alex.»
«Avevo intuito che ti piacesse un ragazzo, almeno quello l'ho capito. Ma chi sarebbe?»
«Diciamo che...fa parte della famiglia...» Michela sgranò gli occhi e fece una lunga pausa di riflessione.
«Un momento...mi stai dicendo che ti piace un tuo parente?»
«Oh mio Dio, no! Non è esattamente un mio parente. È...Alex, è il fratello di  Felicity, la compagna di mio padre. È suo fratello, non il mio. E ho detto che mi piace no che me lo tromberei all'istante per averci tanti figli!»
«Quindi è uno dei tanti? Passerà a breve? Quindi che c'è di strano? Perché tutto questo isolamento?»
«Michela...vaffanculo! Non ti dirò più nulla, lasciami perdere è solo una cosa strana, tutto qui, non l'ho mai notato nonostante ce l'avessi avuto uno vita davanti, tutto qui. Tutto qui...»
 
 
 
   
 
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