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Autore: Nami    04/03/2005    1 recensioni
Yusuke Urameshi ha intrapreso lunghe battaglie. Ha avuto accanto degli amici fidati, amici sui quali ha sempre potuto contare. Tuttavia all'improvviso qualcun altro farà capolino nella sua vita, qualcuno dal tragico passato, qualcuno con enormi poteri, qualcuno che verrà scelto dal Piccolo Enma come "collega" del detective del mondo spirituale. Una persona in grado di portare amore nei loro cuori, ma la sua presenza rivelerà qualcosa di molto pericoloso... (so bene che la serie ha preso una piega differente dopo il torneo delle arti marziali nere e so anche come andrà a finire la storia.. diciamo quindi che questo potrebbe essere un mio mondo alternativo)commenti please ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 20: Gelosia




Aveva trascorso tutto il pomeriggio in ospedale insieme alle "donne" Okino. Max lo aveva pregato più volte di fornirle un alibi mentre fuggiva dalla finestra pur considerando che si trovavano al settimo piano, oppure, fra una pausa di conversazione e l'altra, gli aveva chiesto di andarsene insieme a lei perchè da un momento all'altro sarebbe impazzita. Gli aveva confessato di detestare gli ospedali con tutto il suo cuore, specialmente perchè le ricordavano l'episodio di due anni prima, certamente inerente alla morte di suo padre. Dopodichè non aveva aggiunto altro e si era chiusa nel suo silenzio, nel suo guscio, lasciandolo con svariati vuoti in testa per il fatto che non era riuscito a comprendere di più.
Per fortuna, per il resto della giornata Max non aveva più avuto malesseri di alcun tipo, per un paio d'ore era andata persino in giro per l'ospedale allegramente. Così, alla fine della giornata l'avevano dimessa.
Trascorse la domenica in biblioteca, aveva studiato tutto il giorno, l'unico momento di pausa che si era concesso era stato a pranzo per sgranocchiare un panino nel cortile, dopodichè, il resto del tempo, lo aveva speso sui libri di biologia, scienze e matematica.
La mattina del lunedì cominciò come al solito. Sua madre che usciva presto di casa per recarsi in ufficio, lui che sorseggiava lentamente un caffè caldo leggendo il giornale quotidiano, lui che usciva di casa per camminare sulla strada di scuola.
Niente di nuovo, la normale vita di tutti i giorni come fosse stato un comune essere umano.
Era giunto in classe fra i primi, del resto, arrivare in anticipo era una caratteristica tipica di Shuichi Minamino. Non amava ritardare e benchp ammirasse la puntualità, preverifa essere il primo, per evitare intoppi e cose del genere. Ma forse ormai era solamente abitudine. Lesse in silenzio il libro dei verbi d'inglese, regolari e irregolari, non per dover affrontare compiti scritti o interrogazioni, semplicemente per passare il tempo. Era così che iniziava la sua mattina in classe; richiudeva la porta alle sue spalle, salutava cordialmente i suoi compagni e si sedeva al suo posto prima di iniziare a leggere un libro. Ogni mattina ne divorava uno diverso. Il rumore della porta scorrevole, una voce a lui familiare che camminava lentamente fra i compagni.

- Buon giorno Nakigawa! Come stai? Venerdì non sei venuta a scuola.. -

- No.. non sono stata molto bene.. -

Aveva detto.

- Ma ora mi sono ripresa, sarà stato solo un calo di pressione! -

Lui sapeva che il motivo della sua assenza era ben diverso. Il gorno prima lei gli aveva confessato di amarlo e di voler da tempo diventare la sua ragazza. Cosa avrebbe potuto risponderle se non di no? Ormai era tipico per lui, si era guadagnato il titolo di "Spezza cuori", quell'appellativo girava per tutti i corridoi dell'istituto. Era però abituato a non dar peso ai pettegolezzi e forse quella volta, non si sarebbe sparsa la voce dell'ennesimo due di picche, conosceva bene Nakigawa, non amava sparlare della gente.
In quel momento la vide avvicinarsi, camminare piano e a testa china, verso il suo banco, poi con la coda dell'occhio, lo guardò in silenzio. Lui non amava essere scortese, certo neanche ipocrita o menefreghista. Se l'avesse salutata con il sorriso sulle labbra, lei avrebbe certamente pensato che per lui era come se nulla fosse accaduto, come se mai gliene fosse importato qualcosa. Era anche vero che se manteneva le labbra serrate, senza rivolgerle nemmeno un misero saluto, avrebbe fatto la figura del maleducato e proprio non ci teneva.
Bastava una via di mezzo, un qualcosa, un tono di voce che le avrebbe fatto capire quanto gli era dispiaciuto farla soffrire in quel modo, a tal punto da saltare un giorno di scuola e che gli avrebbe fatto molto piacere mantenere un normale rapporto di amicizia.

- Buon giorno Nakigawa! -

Così fece. La salutò, quasi con un tono di scusa. Lei avrebbe capito.
Rimase un attimo in silenzio a guardarlo con il dolore nel cuore. Subito capì il motivo. Era ben diverso. Lei quel famoso giovedì, lo aveva pregato di chiamarla per nome e lui se n'era già dimenticato. Si sentì un autentico idiota. Voleva migliorare un pò le cose, invece era stato grande nel peggiorarle. Probabilmente dopo quella cavolata, lei non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Invece sorrise appena, ma tristemente e rispose al saluto.

- Buon giorno Minamino! -

E si sedette al suo posto disfando la cartella. Riusciva a vederla di schiena, i capelli raccolti in una treccia sistemata su una spalla.




- Te l'ho detto.. io non ce la faccio ad affrontarla con il sorriso sulle labbra! -

Disse Kuwabara nervosamente.

- Andiamo, che ci vuole! Basta non guardarla negli occhi! -

- Eh si! E come faccio a non guardarla più negli occhi? Prima o poi dovrò affrontarla a viso aperto, no? -

- Si.. ma senza parlarle di niente! Ricorda Kuwabara, non dobbiamo divulgarci, non possiamo toccare l'argomento, altrimenti finisce male per lei.. e per noi che non avremo più una cacciatrice accanto.. perchè se le riveli ciò che hai scoperto, infierendo di più sui suoi già provati sentimenti, potresti anche darle il colpo di grazia, farla cadere in uno stato di depressione talmente grande da non poter più tirarcela fuori! Che se ne fa il mondo di una cacciatrice depressa? E poi.. -

Per lei..

- Non ha bisogno di altro dolore! Ti pare? -

- Mh.. -

- Anche Botan ci ha vietato di dirglielo... dobbiamo aiutarla ad uscire dallo stato in cui è da due anni.. non a buttarcela dentro maggiormente! Allora, pensi di farcela? -

- ... -

Si fermò davanti alla porta e allungò la mano posandola sulla maniglia. Quasi tremò.

- No! Non posso! Non ce la faccio, io torno a casa! -

Disse voltando i tacchi.

- NO CHE NON CI VAI, CODARDO!! -

Lo afferrò per le gambe facendolo cadere a terra sbattendo il naso.

- AHIO!! MA SEI PAZZO URAMESHI? -

- Ascoltami testone! -

Ringhiò Yusuke.

- Non puoi evitarla in eterno, lo hai detto tu stesso no? E poi.. -

Aveva già saltato un giorno di scuola.

- Non è giusto scusa! Ti pare un buon pretesto per marinare la scuola? -

- Allora saltala anche tu no? -

- Mh.. -

Fu tentato di dare una risposta affermativa, di svignarsela immediatamente.

- Ehi voi due! Sbrigatevi a entrare in classe, non avete sentito che la campana è suonata? -

Ma Takenaka sopraggiunse e per loro fu troppo tardi. Sospirando entrarono tristemente in classe.

- Ah buon giorno ragazzi! -

Li salutò Max allegramente.

- Ciao Kuwabara! Come stai? -

- ... -

La guardò negli occhi con un'espressione mai vista, era così serio..
Se pensava a quello che aveva passato e che stava passando in quel preciso momento.. gli sorrideva, non poteva fare a meno di pensare che quella era solamente una maschera.Si sforzava di apparire gioiosa e spensierata.. invece.. invece.... quei dolori al petto, allo stomaco.. quei.. quei brividi di freddo... gli sembrava di provarli ancora.

- Bene.. sto bene! -

Rispose sedendosi al banco.

- Ah... -

Non ne fu convinta, ma riprese a leggere gli appunti di matematica che il professore avrebbe certamente ritirato per un attento controllo.

Durante la lezione, ebbe come la sensazione di essere osservata. Con la coda dell'occhio notò che Kuwabara le teneva costantemente gli occhi addosso, si girava molto spesso e lei ignorava il motivo di quel controllo continuo. Si voltò chiaramente verso di lui e lo fissò esterrefatta, chiedendogli con lo sguardo cos'avesse da quella mattina.
Non appena i loro sguardi s'incontrarono, Kuwabara riportò gli occhi sul quaderno, che era sicura, sarebbe rimasto bianco per tutta l'ora.




Era rimasto in aula oltre l'orario di scuola quel pomeriggio. Si era incaricato di riempire i moduli per il comitato studentesco. Caso volle, o destino volle.. che in quella classe ci fosse anche lei, Kaori. Era stata incaricata di pulire l'aula e lei, seppur di rammarico, aveva accettato di compiere il suo dovere, anche se nel dare una risposta affermativa, l'aveva guardato con la coda dell'occhio. Sapeva che sarebbe rimasto anche lui, per questo si era certamente sentita a disagio.
Sistemò il malloppo di fogli nel cassetto della scrivania, mentre con la coda dell'occhio, la osservò pulire la lavagna. Inforcò la sua cartella al banco, posò con cura la sedia sotto il banco e si diresse verso la porta, ma non appena giunse davanti a lei, si fermò. Non era educato andarsene senza salutare.

- Ciao Kaori! A domani! -

Quella volta si era ricordato di chiamarla per nome. La ragazza si bloccò, lentamente abbassò il cancellino e senza nemmeno guardarlo negli occhi rispose..

- A domani Minamino! -

Quella fu la prova inconfutabile, oramai lo odiava profondamente. Aveva insistito così tanto per chiamarlo per nome, invece, aveva ricominciato a usare il suo cognome. Amareggiato, ma con la sua classica aria tranquilla, fece scorrere la porta dell'aula e la richiuse immediatamente nascondendo dentro l'aula la sua figura femminile. In quel momento, notò una presenza familiare posata alla parete.

- Max? -

- Ciao! -

Lo salutò sollevando la mano.

- Ma.. che ci fai qui! -

Domandò sorpreso.

- Ho chiesto a Yusuke quale scuola frequenti! E così ho pensato di passare a trovarti! Mi ha anche detto che ti trattieni spesso oltre l'orario di fine lezione! -

- Già, ho parecchie cose da fare! -

Spiegò ricambiando il sorriso.

- Mi hanno indicato la tua classe.. ma ho preferito aspettarti fuori! Stai andando a casa? -

- Si, vieni con me? -

- Veramente.. volevo invitarti a bere qualcosa.. l'ho chiesto anche a Yusuke, Kuwabara e Keiko, ma avevano già un altro impegno.. -

Sperava che almeno lui fosse libero. Aveva così tanta voglia di chiacchierare con qualcuno.. specie con lui.

- Ma forse.. anche tu devi tornare subito a casa.. -

- No! Vengo molto volentieri! -

- Davvero? Sono contenta! -

Come divenne radiosa, quasi gli illuminò il volto. In quel momento udì la porta della classe aprirsi accanto a lui, Kaori uscì e alla vista di loro due insieme, lui, il suo Shuichi con quella ragazza così bella, mai vista prima, si bloccò profondamente scossa dalla delusione.

- Nakigawa.. -

Sussurrò lui appena, ma Kaori non disse alcuna parola. Abbassò lo sguardo, la frangia le coprì gli occhi e velocemente corse via.

- Chi è quella? La tua ragazza? -

Domandò maliziosa.

- Eh? No no! E' solo una mia compagna di classe! -

Spiegò in preda al panico.

- Ah si? Eppure lei mi sembrava più di una semplice compagna di classe.. non hai visto come ha reagito appena mi ha vista? -

- Si.. beh ma.. non stiamo insieme, siamo solo amici! -

- Ah si? -

Non sembrò convincersene.

- Certo, su, andiamo che ti spiego! -

E s'incamminarono lungo il corridoio..



Sorseggiò una calda tazza di caffè, si sentiva così stanca..

- Capisco! E così si è dichiarata.. ma ti sei ritrovato costretto a respingerla! -

- Già! Non ricambio i suoi sentimenti.. cos'altro avrei potuto fare.. -

- Kurama.. -

Posò la tazza mezza vuota sul piattino e lo guardò nei suoi smeraldi.

- Guarda che non ti sto giudicando! -

Disse.

- Al contrario, sono perfettamente d'accordo con te! Non sei costretto a stare con una ragazza se per lei non provi altro che un profondo senso d' amicizia! E' vero, hai dovuto respingere molte studentesse.. ma non è colpa tua se sei così popolare! -

Sorrise.

- Hai ragione.. però vedi.. spezzare cuori continuamente.. non mi rende certo orgoglioso! -

- E' più che comprensibile! Ma te lo ripeto! Non puoi fare altrimenti! Ti faccio un esempio! Se tu avessi una ragazza che frequenta un altro istututo, cosa faresti? -

Domandò.

- Ovviamente direi le cose come stanno! -

- Esattamente! Quindi ti ritroveresti comunque ad affrontare la delusione delle tue ammiratrici, no? Lo vedi? E' la stessa cosa! -

Si pulì le labbra rosate.

- Si, forse hai ragione.. -

Rise.

- E tu? -

- Io cosa? -

- C'è qualcuno che ti piace nella vostra scuola? -

Poggiò il mento sulle mani e la fissò sorridente.

- Come? No.. no, non c'è nessuno! -

Arrossì lievemente.

- E che mi dici di Yusuke? Come ti trovi con lui? -

- Io? Bene.. si.. è molto simpatico! -

L'aveva giudicato male.

- E Kuwabara? -

- Kuwabara.. -

Si fece seria all'improvviso.

- Oggi.. era molto strano.. -

- Strano? -

- Non lo so.. era così giù di corda.. ma.. ho l'impressione che.. abbia a che vedere con me.. e non so perchè! -

- Con te? -

Si sbalordì. Come poteva qualcuno essere triste in sua compagnia?

- Lo so, sembra strano.. ma.. non faceva che fissarmi... per tutto il giorno.. ma non come un ragazzo innamorato.. era.. te l'ho detto, triste.. come.. dispiaciuto per me.. -

E non se lo spiegava.

- Dispiaciuto.. è forse successo qualcosa? -

- Non che io sappia... -

- Non gliel'hai chiesto? -

- Volevo, ma ho pensato che l'avrei solo fatto sentire a disagio.. -

Non voleva peggiorare la situazione.

- Ho capito.. mi dispiace purtroppo io non ne so niente.. ma posso sondare se vuoi.. -

- Ti ringrazio.. ma capirà che te ne ho parlato io e..no, meglio di no! -

- Ehi! -

Portò il dito indice sulle labbra.

- Non ho detto che glielo riferirò! -

- Ma.. -

- Io ho un buon fiuto, ricordi? Mi accorgerò di sicuro che qualcosa non va in lui.. vedrai che non si tirerà indietro.. mi parlerà, siamo molto amici! -

Da tanto tempo.

- Si, ma.. lui sa molto bene che tu e io siamo in buoni rapporti.. se davvero ha qualcosa che non va con me.. non verrà certo a riferirtelo! -

- Stai tranquilla! Lui si fida di me! Mi conosce, non sono il tipo che va in giro a spifferare i segreti degli altri.. -

- Ma scusa.. è quello che intendi fare.. -

Sogghignò divertita.

- No! -

Scosse la testa.

- Perchè vedi, tu sai già tutto! Conosci la verità! -

Faticava a comprendere.

- Beh, promettimi una cosa! -

- Di che si tratta? -

- Se dovesse parlarti di qualcosa del tutto diverso.. promettimi di non dirmi una sola parola a riguardo! -

Non voleva entrare nei suoi affari, non le piaceva affatto.

- Ho capito! D'accordo, promesso! -

- Grazie! -

Sorseggiò l'ultimo sorso di caffè rimasto.

- Che mi dici di te! -

- Mh? -

- Come ti senti, non sei più stata male dopo ieri? -

Ora che ci pensava, non aveva pià avuto alcun disturbo fisico. Se n'era anzi, del tutto dimenticata.

- No! Sto bene.. -

- Certo che è strano.. nemmeno i medici hanno saputo trovare una diagnosi.. dicono sia tutto collegato allo stress e nulla di più, però... -

- Pensi si siano sbagliati? -

Un disturbo causato da un anomalo fenomeno..

- Beh.. non esattamente.. però.. Max, non vorrei sbagliarmi, ma potrebbe essere per via di quei sogni che fai sempre.. -

- I miei sogni? Ma cosa c'entrano, non capisco! -

Le fece segno di avvicinarsi di più, doveva essere il più discreto possibile. Le orecchie della gente sapevano essere molto tese.

- Tu hai un potere mentale! Un potere che ti permette di captare qualcosa, qualunque cosa! Compreso il passato degli altri! Come hai fatto con me! -

Aveva scoperto che lui e Youko Kurama, erano la stessa persona.

- Si, ma io non ho scoperto il tuo passato! Ho solo sognato il tuo aspetto in Youko, non avevo la minima idea che fossi rinato come essere umano.. non ci capivo niente.. -

Aveva solo una gran confusione in testa, specie dopo che Youko le aveva rivelato di chiamarsi Shuichi Minamino.

- Però.. pensaci! Non mi avevi mai visto nella forma di Youko, eppure mi hai sognato più di una volta! -

- Mh... -

Ancora non si spiegava come questo era stato possibile. Sapeva soltanto che da qualche notte, Youko Kurama compariva nei suoi sogni per guidarla verso un qualcosa a lei sconosciuto.

Era così assorta nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorta che Kurama, si era alzato dal tavolo.

- Possiamo andare! Vieni, ti accompagno a casa! -

- Eh? Ma.. e il conto? -

Sorrise tranquillamente.

- L'ho già pagato io! -

- Eeh?? Hai pagato anche per me? -

- Si! Perchè? -

- Come sarebbe a dire perchè!! -

Frugò nella cartella e prese il portafogli dal quale estrasse una banconata.

- Quanto ti devo? -

- Nulla! Te l'ho offerto io! -

- Non me l'avevi detto! -

Disse pungente.

- No? Devo essermi dimenticato! -

- L'hai fatto apposta eh? Non me l'hai detto perchè sapevi che avrei rifiutato! Toh, prendi! -

Gli ficcò i soldi in mano.

- Non li voglio! -

Glieli mise in tasca.

- Ma!! -

- Senti, già non mi hai permesso di offrirti la cena dell'altra sera! Almeno lascia che ti paghi un caffè! -

- Non capisco perchè ci tieni così tanto a offrirmi qualcosa! I soldi non crescono sugli alberi e io non mi merito tanta gentilezza! -

Non meritava di essere viziata.

- Smettila di crearti tanti problemi inutilmente! -

Si recò verso l'uscita.

- Ehi! Non pensare di sviare il discorso! Kurama.. -

Per un lungo tragitto, non fecero che discutere sul poco denaro speso per pagare anche il suo caffè. Max era talmente cocciuta.. se si impuntava niente e nessuno probabilmente, sarebbe mai riuscito a farle cambiare idea.

- Ti ho detto che non voglio niente! -

Ribadì divertito.

- E io ti ripeto che intendo pagarti! Quindi o ti prendi sti soldi o ti sto addosso finchè non te li metti nella giacca! -

- Non importa ti ho detto! E poi, cosa fai, vieni fino a casa mia? -

- Vengo anche IN casa tua se necessario! -

- Ah si? Senza invito? -

La fulminò con sarcasmo.

- Si! Anche senza invito! -

Gli mostrò la lingua.

- Max, Max! Hai veramente una testolina dura! -

- Lo so! Sono cocciuta! Mettiti il cuore in pace! -

- Non intendo arrendermi! Non li voglio i tuoi soldi! Non volevi metterli da parte per tua madre? Su! Fai la brava bambina e mettili via! -

Rise.

- Non trattarmi come una bambina o ti picchio! -

- Ah ah ah! -

Con qualun altro avrebbe perso gran parte della sua pazienza, benchè di suo, non ne avesse mai più di tanta. Con lui non riusciva mai ad arrabbiarsi, al contrario. Le trasmetteva il buon umore, la riempiva di affetto e di attenzioni, questo per lei voleva dire moltissimo.

- Se ti agiti starai di nuovo male! -

Osservò.

- Non preoccuparti, sto magnificamente! Ho un fisico d'acciaio io, cosa credi! -

Non ne dubitava. Altrimenti non sarebbe stata eletta cacciatrice.

- Dico sul serio! E' meglio non trascurarti troppo! Piuttosto.. il dottore non ti aveva detto di restare a casa da scuola oggi? -

Era semrbato quasi che la stesse pregando quel pomeriggio, si era preso molto a cuore il suo problema seppur incompreso.

- Beh si.. l'aveva detto.. -

Disse.

- Anche mia madre ha tentato in tutti i modi di dissuadermi.. ma vedi.. a parte il fatto che ho da poco iniziato a frequentare questa scuola.. mi sento benissimo! Perciò che motivo ho di rimanere a casa? -

Nessuno.

- Sempre meglio non rischiare! Se stavi male in classe, avresti potuto risvegliarti di nuovo all'ospedale, non ci hai pensato? -

- Beh.. in effetti si... ma.. -

- Ma sei voluta andare ugualmente.. questo ti fa onore Max, sei una ragazza modello.. ma onestamente.. sei stata davvero imprudente.. -

Lo sapeva bene lei stessa.

- Vedi Kurama.. in verità io.. ho voluto andarci per un motivo ben preciso.. -

- Sarebbe? -

Si soffermò accanto alla vetrina di un negozio, si avvicinò e curiosò in silenzio al suo interno. Le si avvicinò con cautela e le rivolse ancora il suo dolce tono, che sapeva bloccarle la voce in gola.

- Non vuoi dirmelo? -

- ... -

Non doveva vergognarsi, lui poteva capire.

- Non volevo restare sola... -

Confessò tristemente.
Con sua madre al lavoro e il fratello dai vicini, sarebbe rimasta completamente sola in quell'appartamento così grande. Avrebbe avuto malinconia e probabilmente si sarebbe soffermata a pensare, o meglio, a ricordare le cose più spiacevoli.

- Piccola! -

L'avvicinò a sè e l'avvolse dolcemente. Il suo viso affondò nel suo petto caldo, una mano le cinse la spalla, l'altra toccava delicata i suoi capelli. Quel suo buon profumo di primavera di nuovo l'accolse.
Le faceva così tanta tenerezza, non poteva fare a meno di stringerla fra le braccia.

- Pensi che sia ridicola? -

Le riuscì difficile parlare, le faccia incollata al suo petto.

- Affatto! Stai tranquilla! -

- Grazie! -

Disse.

- Sei l'unico che mi capisce! -

Era felice.

- Lo sai che su di me puoi sempre contare! -

Max annuì.

- Ti voglio bene! -

Quasi il suo cuore salì in gola. Non poteva credere di averle sentito pronunciare tali parole. Nessuno oltre sua madre, gli aveva mai detto di volergli bene. Molte ragazze gli avevano confessato amore.. ma lei.. lei era diversa, come i suoi sentimenti.
Dunque sorrise, sollevato e contento.

- Anch'io te ne voglio! -

Era così. Le voleva bene davvero.

- Grazie! -

- Per cosa? -

- Per volermi bene anche tu! -

Per un attimo temeva di sentirsi dare una risposta acida e scaltra.. pur sapendo che lui, non era affatto quel genere di persona.

- Non preoccuparti! -

Non capiva come quel ragazzo di Kyoto che le aveva spezzato il cuore senza pensarci, avesse potuto respingere una ragazza come lei. Aveva solo qualità e lui avrebbe dovuto sentirsi il ragazzo più fortunato del mondo per averla accanto. Se lo domandava davvero.



Camminava nel buio del tardo pomeriggio, l'aria iniziava a farsi più fredda e le strade erano illuminate dalle luce dei lampioni, dei negozi e dalle bellissime luminarie di Tokyo. Le piacevano così tanto quei colori, a Kyoto non ne aveva mai visti di così belli.
Ogni qualvolta doveva attraversare quella strada che l'avrebbe fatta sbucare nella via di casa sua, così buia e a dir poco inquietante, le creava un certo disagio. Non sapeva perchè, ma provava un brivido lungo la schiena che non le piaceva per niente, quando attraversava quel viotto. Doveva sbrigarsi a trovare una scoriciatoia. Quel silenzio fu interrotto del suono del suo cellulare che squillò all'improvviso risuonando come un eco. Era sempre deserto quel quartiere, specie a quell'ora. Quella desolazione.. le ricordava così profondamente il suo sogno.. se ci pensava stava malissimo.

- Pronto? Ah mamma.. si.. dimmi..... no sto arrivando... si... come? Ah.. non rientri... va bene... si si sto benone, tranquilla! Mamma.. ti ho detto che sto bene! Si! Ok.. a stasera... -

Sospirando ripose il cellulare nella cartella. Avrebbe dovuto cenare sola con il suo fratellino.. che tristezza. Sul momento pensò subito di avvertire Kurama, ma riflettendoci con attenzione, non poteva approfittare di lui in quel modo, tutto perchè non aveva alcuna intenzione di rimanere da sola. Stava per diventare una donna, quel piccolo blocco, andava necessariamente superato.

D'un tratto, l'ombra di qualcuno alle sue spalle attirò la sua attenzione. Un'ombra familiare.

- Caspita! -

Esclamò lei.

- Questa via è la tua preferita eh? -

Nessuna risposta, solo un passo più avanti, sentì il suo corpo appiccicato alla sua schiena. Avvertiva il suo petto sentendo perfino ogni singolo solco dei muscoli. La sua mano che le scostava i capelli dal collo, il suo caldo respiro sulla sua pelle. Poi una risata.. una risata che detestava con tutta se stessa perchè gli ricordava la SUA risata..

- NON MI TOCCARE! -

Con una gomitata all'indietro fece per colpirlo, ma la sua straordinaria velocità le impedì anche solo di sfiorarlo. Hiei si materializzò nuovamente dietro di lei.

- Nervosette! -

Disse sprezzante.

- Sta zitto! -

Lo guardò di sbieco.

- Ma che cosa vuoi da me! Entri nella mia stanza durante la notte, mi segui ovunque, mi minacci.. quale diavolo è il tuo scopo! -

- Mi sembrava di essere stato chiaro! O sei ritardata o dura d'orecchi! -

- COME TI PERMETTI! -

Innalzò la mano certamente pronta a gonfiargli il volto con un altro dei suoi schiaffi, ma con un rapido gesto, Hiei le bloccò il braccio prima che potesse colpirlo.

- Lasciami! -

Rinchiò a denti stretti.

- Sennò? -

- Ti ammazzo! -

- Oh, muoio di paura! Ce l'hai un pannolino di ricambio? Ne ho bisogno! -

Non lo sopportava.

- Ti odio! -

- Felice di saperlo! -

Perchè faceva di tutto per complicarle la vita? Perchè ce l'aveva così tanto con lei?

- Mollami il braccio! Lasciami ho detto! -

Ma non lasciò la presa, al contrario, strinse maggiormente.

- Potrei anche staccartelo, lo sai? -

- E io posso staccarti qualcos'altro! Vuoi che facciamo una prova? -

- Smettila! -

La sua espressione si fece seria.

- E allora lasciami, schifoso! -

- Tsk! Disprezzi i demoni, li guardi dall'alto al basso come fossero spazzatura! Eppure, Kurama te lo porteresti anche a letto! -

Questa volta ci riuscì, a tirargli uno schiaffo.

- Sei tu che mi fai schifo! Il fatto che nelle tue vene scorra il sangue di un demone, passa in secondo piano! -

Si dimenò per liberarsi della sua presa, inutilmente.

- LASCIAMI!! -

- STA ZITTA! -

La fulminò con i suoi occhi infuocati.

- Tu non sei nessuno! Hai capito? -

Non contava nulla.

- Anche Kurama prima o poi si stuferà di te! In fonfo.. è e rimarrà sempre un kitsune! Lui è un demone, non dimenticarlo! -

- Già.. ma non lo è nell'animo... tu invece lo sei! Ti ho detto di lasciarmi! -

- Gira alla larga da qui e ti prometto.. che avrai salva la vita! Bada non intendo ripetertelo di nuovo! -

Sospirò per mantenere la calma. Non aveva la minima intenzione di fare a botte, non quella sera.

- Hiei, guarda bene il labbiale! -

Gli disse.

- Va-a-farti-fottere! -

- Ragazzina impudente! -

Aumentò la forza nella stretta.

- Mi stai facendo male, mollami!! -

- Hiei! Lasciala andare! -

Entrambi sussultarono.

- Kurama.. -

- Hai sentito? Lasciala andare! Subito! -

Sembrava piuttosto arrabbiato. Pensò di non urtarlo ulteriormente e lasciò il polso di Max che se lo massaggiò dolorante.

- Che diavolo ci fai qui! A quest'ora non dovresti essere a casa con tua madre? -

- Devo fare la spesa.. mia madre è molto stanca in questo periodo.. non si è accorta che la dispensa era vuota.. -

Un tempismo perfetto.

- Posso sapere cosa diavolo stavi combinando? -

Le si avvicinò preoccupato.

- Fammi vedere.. ti fa male? -

Le afferrò la mano.

- No.. è tutto a posto.. -

Perchè, pensò. Perchè si preoccupava per lei, perchè tutte quelle attenzioni.

- Ti accompagno a casa! -

- Non preoccuparti, è qui dietro.. -

- E' sulla strada del supermercato, lo faccio volentieri! E sarà bene che tu.. -

Si rivolse nuovamente a Hiei.

- La prossima volta mi dia una spiegazione logica a questo tuo assurdo comportamento! -

Lo guardò allontanarsi con lei. Si sentiva così strano.. Kurama non si era mai arrabbiato con lui... mai. Lo aveva sempre capito, in ogni istante.. eppure, da quando c'era lei, lo sentiva così lontano..
In quel momento capì. La sua non era semplice mancanza di fiducia.. la sua era gelosia, perchè da quando quella Max era giunta in città, tutti, specialmente Kurama, non facevano che parlare di lei e di quanto fosse straordinaria. Si sentiva tagliato fuori e questo non gli andava giù. Kurama era il suo migliore amico e solo in quel momento si accorse di aver bisogno della sua presenza. Non aveva mai voluto ammetterlo, nemmeno con se stesso. Adesso finalmente riuscì a mettere le cose in chiaro. Rivoleva indietro il suo amico, rivoleva il Kurama di una volta che era sempre disposto ad ascoltarlo. Perchè si sentiva talmente malinconico da un pò di tempo.. il suo triste e duro passato era ricomparso nei suoi sogni..e non aveva nessuno con cui parlarne. Perchè Kuwabara e Yusuke erano troppo immaturi, dunque pensò di non metterli al corrente della sua situazione. Kurama era ormai distante, per colpa di quella mocciosa che gli calpestava i piedi dovunque andasse. Era di nuovo solo.. come quando venne abbandonato quel lontano giorno.. che lui rammentava meglio di ogni altra cosa.
Frugò nella sua casacca nera e tirò fuori la pietra Hirui che portava sempre al collo, dalla quale non si separava mai.

- Yukina... -



- Mi dispiace... lui è fatto così.. è impulsivo, non si rende conto di quello che fa quando è arrabbiato! -

- Ah, cioè sempre! -

Sbottò lei.

- Lo so.. non ha un carattere facile.. ma te lo assicuro, lui non è cattivo! -

- Nooo.. fosse per lui mi ammazzerebbe senza pensarci! -

- Non dire così.. è vero che la cavalleria non è il suo forte.. ma se pur sempre una ragazza.. e non gli hai mai fatto niente di male! -

- E' proprio questo che non capisco! -

Sbuffò.

- Cos'ha contro di me? Non me lo spiego.. -

- Hiei non è un tipo semplice da comprendere.. con il tempo.. io ho imparato a decifrare il suo stato d'animo.. ma ti confesso che non è stato per niente facile! -

Comprendeva bene il perchè.

- Ti ha fatto male? -

- Eh? Oh no no! Non è nulla! -

- Fammi vedere! -

- Ma non è niente... davvero... -

Le afferrò nuovamente il polso e le sollevò la manica della camicia. Vide un lieve livido circolare apparire sulla sua pelle bianca.

- E' stato veramente indelicato! -

- Non preoccuparti! Sono o non sono la prescelta? Ci vuole ben altro per farmi veramente male! E poi.. ancora non conosce i miei poteri! Di sicuro se la farebbe sotto! -

- Oh, prendi molto sul serio la faccenda della cacciatrice ora! -

Era così diversa da quando la conobbe..

- Ah beh... mi viene spontaneo.. forse perchè mi sono messa il cuore in pace.. -

- Comunque.. nemmeno io conosco i tuoi poteri.. -

Sapeva solamente quanta forza possedeva dentro di lei.

- Ogni cosa a suo tempo! Nemmeno io conosco i tuoi perciò.. siamo pari! -

Gli mostrò la lingua.

- A questo c'è rimedio! -

- A cosa? -

Kurama sorrise ed infilò una mano nei capelli.

- Per te! -

Come per magia, gli spuntò una splendida rosa in mano.. rossa come i suoi capelli.

- Ma.. e questa?? -

- Non la vuoi? -

- Ah si, certo! -

- Attenta a non pungerti! -

Con attenzione la prese fra le dita. Era così bella.. non ne aveva mai viste di così perfette.

- Questo sarebbe il tuo potere? -

- Beh.. non proprio tutto.. il mio potere! Non vinco le battaglie facendo omaggi floreali ai miei nemici! -

- Ah ah ah! Non avevo dubbi! -

- Il mio potere consiste in questo! Manipolare le piante! Crearne in quantità, anche direttamente dal mondo spettrale! -

Lei si mostrò compiaciuta.

- Buona a sapersi! -

- Cosa? -

- Ora che lo so.. non dovrò più spendere soldi dal fioraio! -

- Ah ah ah! Non sapevo ti piacessero i fiori! -

- Li adoro! -

Le trasmettevano il buon umore.

- Chissà quanti ragazzi te ne avranno mandati! -

- Ah.. beh.. veramente nessuno... -

- Come sarebbe a dire nessuno! Se mi dici che non hai mai avuto una schiera di ammiratori non ti credo! -

Lei abbassò lo sguardo.

- Sei libero di non crederci ma.. è proprio così.. -

Kurama sospirò ed infilò nuovamente la mano nei capelli.

- Tieni! -

- Un'altra? -

- Perchè no! Per una bella ragazza come te, questo ed altro! -

Strizzò l'occhio.

- Grazie.. -

- Mi raccomando, metti qualcosa su quel livido.. altrimenti peggiorerà.. -

- Va bene.. grazie per avermi accompagnata.. ancora.. -

- Lo faccio volentieri! -

Si sentiva viziatissima, come non mai in vita sua.

- Allora.. ciao! Buona spesa! -

Rise.

- Grazie! Ah.. aspetta un attimo.. -

Le si avvicinò e la guardò negli occhi. In silenzio la prese per le spalle e le baciò caldamente la fronte.

- Ci vediamo! -

Disse staccandosi da lei.

- Ci vediamo.. -

Ripetè colpita.
Lo osservò allontanarsi dal quartiere, sospirò profondamente e infilò la mano in tasca.

- Ma.. -

In quel momento si accorse di avere qualcosa.

- No.. -

Soldi.
I soldi che era riuscita a restituirgli con tanta fatica quel pomeriggio.. aveva adoperato la scusa del bacio per infilarglieli furtivamente in tasca....

- KURAMAAAAAA! GRRR!!! -

Non pensava fosse furbo fino a quel punto.
Il ragazzo la udì gridare e fra sè e sè ridacchiò divertito e soddisfatto.




Su quel ramo di corteccia che ormai era diventato come casa sua, fissava la luna quasi piena e si rigirava la pietra Hirui nella mano. Ogni qualvolta i suoi occhi si posavano su quella perla così luccicante, generata da una lacrima della donna che lo mise al mondo, rivedeva l'immagine della sua sorellina che ignorava la sua vera identità. Il giorno in cui gli donò la perla chiedendogli con tutto il cuore di darla a suo fratello se lo avesse ritrovato per lei, aveva potuto parlarle come mai era successo e starle vicino, molto vicino, anche se in realtà erano così lontani..
Era talmente tentato.. l'unico suo desiderio era dirle la verità, raggiungerla nella terra dei ghiacci e confessarle la sua identità, dirgli che lui era il fratello che tanto sperava di ritrovare sin dalla più tenera età, stringerla fra le braccia e proteggerla per sempre. Ma aveva paura. Lui era un demone del fuoco, possedeva l'occhio del diavolo..
Si era fatto impiantare il terzo occhio per due scopi: ritrovare la pietra Hirui perduta un giorno in battaglia e vendicarsi di tutto quello che aveva dovuto patire da quando era precipitato nel Makai. Ma forse, lo scopo principale, il solo e unico, era quello di trovare lei, Yukina.
Aveva potuto riabbracciarla e possedeva una pietra Hirui ben più preziosa di quella che le dame dei ghiacci gli darono prima di abbandonarlo. Quella di sua sorella. Eppure soffriva, come mai aveva sofferto in vita sua. Come se non bastasse ora c'era lei, quella sciocca ragazzina, che gli stava portando via tutto; la dignità, la superiorità.. e il suo migliore amico.
Per questo non poteva perdonarla. Donna o non donna.. lui non faceva distinzioni. L'unica ragazza che non si poteva assolutamente sfiorare, era la sua adoratissima sorellina. Ma lei no, lei non meritava alcun trattamento speciale, al contrario. Quanto la odiava..
Sapeva bene che sotto la sua maschera da santerellina, si celava la sua vera natura; una natura che ancora non aveva mostrato del tutto nemmeno con lui. Era solo questione di tempo, e le avrebbe rotto quella faccia così falsa, facendo venire a galla nient'altro che la verità. E allora nessuno avrebbe più detto il suo nome, nessuno, nemmeno Kurama, avrebbe più parlato di lei, sarebbe rimasta solo un lontano ricordo e lei se ne sarebbe andata, via per sempre dalle loro vite.
  
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