Prima
di lasciarvi al capitolo, volevo ringraziare coloro che hanno inserito questa
storia nelle seguite e che hanno semplicemente letto. Mi fa piacere e ora vi
lascio alla lettura di questo secondo capitolo. Buona lettura!
Scrooge,
animato dalla rabbia verso il suo nemico, continuava imperterrito a camminare,
incurante delle ferite che continuavano a sanguinare ma senza fargli male per
via dell'adrenalina. Arrivato, si avvicinò alla tenda, anzi più
che altro era una vera e propria reggia, di Famedoro e, impugnando la
spingarda, sbirciò all’interno. Lo spettacolo che si
ritrovò davanti agli occhi gli fece montare ancora di più la
rabbia: Famedoro si stava godendo il tesoro di Magger gettandoselo addosso
mentre rideva e ripeteva:- Scrooge è morto e adesso sono io il papero
più ricco al
mondo!-
-Questo è da vedere, Famedoro. Ci vuole ben altro per liberarsi di
Scrooge McDuck. Cuordipietruccio – l’interrupe, entrando e facendo
morire le risate del papero che ora era spaventato e
stupito.
– Scrooge! Sei … vivo. Com’è po … possibile?-
balbettò Cuordipietra – Dovresti essere morto sepolto dalla
roccia- aggiunse, con faccia
preoccupata.
– Già. Ma come vedi, sono salvo e ora difenditi perché
sarò il tuo incubo-, ghignò Scrooge, godendosi la scena e
puntando l’arma verso di
lui
Famedoro incominciò a tremare e si ricordò di quella volta in cui
Scrooge, dopo avergli sparato dodici colpi, l’aveva fatto diventare un
pollo gigante e fatto arrestare. E ora come ora aveva la netta impressione che
sarebbe accaduto un’altra volta …
Mentre Scrooge si occupava di lui, Donald e nipotini si stavano prendendo cura
di Goldie: per fortuna aveva solo ferite lievi e, dopo averle disinfettate,
l’avevano medicata e lasciata
riposare.
Certo che lo zio ha fatto un buon lavoro non l’avrei mai detto …
aveva pensato Donald, quando aveva controllato le sue
condizioni
Due ore più tardi, la papera si svegliò e, per prima cosa, si
guardò intorno. Anche se ancora mezza addormentata, capi di essere nella
tenda dove dormivano lei e Scrooge.
Proprio in quel momento, Louie entrò con in mano una scodella di quella
che doveva essere la zuppa del minatore. Al solo pensiero, fece una faccia
disgustata ma era troppo affamata per fare la schizzinosa e fece finta di
niente.
.
– Finalmente, ti sei svegliata. Come ti senti?- le chiese,
sorridendo
-Sto bene. Cos’è successo? Ricordo solo che io e Scrooge siamo
rimasti coinvolti nell’esplosione della caverna. Ma da li è tutto
buio …. – rispose Goldie, passandosi una mano tra i capelli per
calmarsi
Odiava non sapere quello che gli succedeva ma, in verità, si ricordava
benissimo del calore provato mentre era tra le braccia di Scrooge che
l’aveva protetta appena in tempo con il proprio corpo … Scrooge!
Dov’era finito? Vuoi vedere che … non poteva essere … aveva
la pelle troppo dura per …
-Stai tranquilla, lo zio sta benissimo apparte qualche ferita. Dopo averti
portato qui, è andato a dare una lezione a Famedoro - la
rassicurò Louie, interrompendo i suoi
pensieri
La papera tirò un sospiro di sollievo e si diede della stupida per aver
pensato subito il peggio.
– Vostro zio è pazzo- commentò, scuotendo la testa ma
sorridendo leggermente mentre prendeva la ciotola.
Le sue parole fecero sorridere Louie che decise di lasciarla sola e usci.
Trascorsero altre due orette durante le quali Goldie era rimasta nella sua
tenda immersa nei suoi pensieri e Donald aveva mandato i nipoti in cerca di
cibo. Anche lui era stufo di mangiare la zuppa del minatore e desiderava
mangiare qualcosa di diverso e lo stesso valeva per i nipotini. Stava per
accedere il fuoco quando vide ritornare Scrooge con un sorriso soddisfatto sul
volto
- Finalmente sei tornato, zio. Che fine ha fatto
Famedoro?-
- Oh, diciamo che stava meglio prima- il suo sorriso si allargò ancora
di più mentre ripensava al rivale legato come un salame e tremante
davanti a un piccolo esemplare di lupo
grigio.
.
La sua espressione trionfale, però, spari, lasciando spazio a una
sofferente. Ora che l’adrenalina che aveva in corpo si era esaurita,
aveva incominciato a sentire il dolore provocate dalle ferite che, anche se
avevano finito di sanguinare, bruciavano. Senti le gambe cedergli e sarebbe
caduto a terra se il nipote non l’avesse sorretto, passandogli un braccio
sulle spalle e uno sui
fianchi.
– Ora vuoi farti curare quelle ferite, zio?- chiese Donald,
preoccupato
-Penso di non aver altra scelta, nipote- si arrese Scrooge,
sospirando
I due entrarono nell’abitazione e trovarono Goldie seduta sulla sua
branda ma, appena senti il fruscio della tenda, rivolse loro lo
sguardo.
– Scrooge! Stai bene?- domandò, abbracciandolo di scatto e
facendo allontanare Donald che preferì lasciarli soli e usci..
Al papero scappò un gemito di dolore e solo allora, allontanandosi un
poco da lui, la Stella del Polo si ricordò che era
ferito
-Scusa Scrooge. Siediti che ti medico quelle ferite- esclamò
quest’ultima, con tono di scuse e prendendo il kit d’emergenza.