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Autore: cinquedimattina    08/09/2015    2 recensioni
[ Storia interattiva| Future!Fic | Iscrizioni chiuse]
«Tu non puoi farlo! Io sono l'onnipotente Zeus, Re degli dèi e sono il Signore dell'Olimpo!» urlò arrabbiato il dio, mentre veniva anche lui imprigionato in una delle gabbie.
Il Titano sorrise di nuovo, compiendo un movimento circolare con la mano, sul cui palmo si creò un mini-tornado che andò pian piano crescendo fino a diventare di dimensioni enormi.
«Sbagli, caro Zeus, tu eri il Signore dell'Olimpo» e detto questo, scagliò il tornado verso il dio, che venne risucchiato insieme agli altri suoi simili.
L'era degli Olimpi era finita.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(9)

La città si estendeva ai loro piedi.
Il nero della sua skyline era punteggiato da una miriade di luci e un aereo stava atterrando in quel momento all'aeroporto.
La luna era alta nel cielo, bianca.
Il suo riflesso si estendeva limpido sulla superficie dell'East River, la sua luce illuminava i volti dei semidei che, sul tetto del museo, erano intenti a trovare un modo per entrare nell'edificio, eludere la sorveglianza e prendere “quel benedetto arco del Tartaro!”.
Quinn fece battere le mani tra di loro e sorrise: «Bene, proposte?».
Gli occhi degli altri Mezzosangue si spostarono confusi sul ragazzo.
«In realtà credevamo che tu avessi un piano» annunciò Jordan, incrociando le braccia al petto.
Quinn spalancò leggermente gli occhi, chiuse le labbra in una linea sottile che andò a curvarsi in un sorrisino nervoso e «Infatti, è così. Volevo solo.. solo vedere se le vostre proposte erano migliori della mia, cosa comunque impossibile perc..» iniziò a dire, prima che il figlio di Ares lo interrompesse con quel «Oh, ma falla finita, Richards. Non hai uno straccio di idea, ammettilo!»
Il figlio di Ebe ridusse gli occhi a due fessure e si avvicinò al biondo, fronteggiandolo in tutta la sua altezza: «E tu, Ivanov, hai qualche idea da proporre? Perché non mi sembra che tu abbia fatto molto, fino adesso»
«Smettetela!» li interruppe Malia, mettendosi in mezzo ai due e fissando il migliore amico con il migliore sguardo di rimprovero del suo repertorio.
I due ragazzi si allontanarono l'uno dall'altro, ascoltando la figlia di Eos che sospirò e si sedette per terra «Dobbiamo trovare un modo per prendere l'arco e in fretta, non mi piacciono quelle nuvole» continuò, indicando il cielo.
Delle nuvole nere, del tutto innaturali, stavano coprendo la luna e si stagliavano minacciose sopra New York.
Jordan incrociò le braccia al petto e abbassò lo sguardo, per poi puntarlo sull'entrata o uscita che fosse del condotto dell'aria: «Malia, vieni un momento qui».
La rossa si avvicinò al ragazzo, seguì il suo sguardo e alzò un sopracciglio: non sarebbe mai entrata lì dentro, quindi: «No, scordatelo. Non entro in quel coso, soffro di claustrofobia e poi pensa ai ragni! 
Assolutamente, Jordan, mi rifiuto categoricamente.» annunciò ferma.

«Beh, allora direi che siamo fregati» fu quello che disse Kahlen, appoggiandosi alla porta dell'uscita d'emergenza, prima che questa si aprisse dietro di lei e la facesse cadere all'indietro.
La figlia di Nemesi strinse gli occhi e si massaggiò la schiena, borbottando un «Porco Crono nel Tartaro!», per poi alzarsi e voltarsi verso la porta spalancata: «Voglio una spada tempestata di diamanti, per questo» annunciò, indicando la soluzione al loro problema.
Jordan ridacchiò, passandole accanto e mettendole un braccio intorno alle spalle, entrando poi nel museo e facendo segno agli altri semidei di seguirlo.
A nessuno sfuggì il «Si, mio capitano!» che uscì, ovviamente, dalle labbra di Quinn, che si curvarono poi in un sorriso mellifluo, mentre anche lui entrava nel museo.
Raggiungere la sala dell'arco fu molto più semplice del previsto, quello che i ragazzi scoprirono non essere semplice, fu come levare l'arco dalla teca e sostituirlo con quello di Malia.
Todd aveva disattivato l'allarme attraverso tecniche tecnologiche che ad Eileen sembravano molto magia nera, Jordan e Ashton stavano levando la teca, facendola scorrere verso l'alto e pronti a sostituire l'arco di Paride.
«Hey, Richards -lo chiamò Ashton, la faccia attaccata al vetro della teca più grande di lui- Non è che ci daresti una mano? Così, giusto per passare il tempo.»
«Scusa, Vause, ma io sono la mente e, si sa, la mente non è il braccio» fu la scusa senza senso di Quinn, alla quale ricevette un «Tu devi farti controllare» da parte di Eileen che, affiancata da Emma, osservava i compagni divertita.
Se ripensava ai primi giorni passati con loro, mai avrebbe pensato che quei pazzi, -perché alla fine, questo erano-, avrebbero finito per contare così tanto, per lei.
Roba da matti.
Dall'altra parte della sala, Kahlen e Malia ridacchiavano osservando il figlio di Ares e quello di Persefone intenti a cercare di non far cadere a terra la teca di vetro, in maniera alquanto impacciata tra l'altro.
«Secondo te stiamo esagerando?» chiese ingenuamente la figlia di Eos all'amica, girando la testa verso di lei.
«Abbiamo esagerato sette ore fa con quell'assurda “ispezione”. -iniziò Kahlen, voltandosi anche lei verso Malia- Con questa finiamo direttamente in galera.. »
Todd le affiancò, con le braccia incrociate al petto e un sorrisetto ambiguo sulle labbra: «Solo se ci beccano».
Proprio in quel momento, le porte della sala si spalancarono, rivelando due uomini tozzi e robusti che non avevano affatto un'aria amichevole.
«Io ti odio, Todd».

 

Prima che la cosa degenerasse, Quinn si passò una mano tra i capelli e si schiarì la voce:«Lasciate fare a me -annunciò, facendosi avanti tra i semidei e schiarendosi la voce- Signori!, so che tutto questo può sembrare strano, insomma, otto adolescenti in un museo, di notte..in un museo..Ma, a tutto c'è una spiegazione: noi siamo addetti a verificare la reale provenienza degli oggetti in esposizione e...»
«Taci, semidio! Sappiamo chi siete e perché siete qui!» lo interruppero le due guardie, avvicinandosi tra loro.
«Questo è male» commentò il figlio di Ebe, facendo alcuni passi indietro mentre i suoi compagni impugnavano le armi.
Ma prima che potessero anche solo accorgersene, i due uomini si erano trasformati in un enorme cane nero a due teste.
Qualcuno tra loro sussurrò “Ortro”, il nome del mostro, ma nessuno fu in grado di stabilire chi, troppo impegnati ad osservare con terrore l'orrendo mostro davanti a loro.
L'unica cosa che riuscirono a stabilire, fu che  il 
«Chert» sussurrato da Jordan, non lasciava presagire niente di buono.
«Questo è molto male!»

 

Ortro ringhiò e abbaiò, prima di lanciarsi contro i semidei, con i denti affilati in bella vista.
Todd prese l'arco dalle mani di Jordan e corse verso il fondo della sala, con il compito specifico di proteggere l'arco a costo della vita.
Malia fu costretta dagli altri semidei a seguirlo, essendo l'arciere più esperto nel gruppo.
Gli altri, invece, si prepararono ad affrontare l'enorme cane a due teste.

 

Kahlen estrasse uno dei suoi coltelli e fece per correre verso il mostro ma Jordan l'afferrò per un braccio e la tirò indietro.
«Sei impazzita?» le chiese, voltandola verso di lui.
La figlia di Nemesi provò a liberarsi dalla presa ferrea del ragazzo ma quando si accorse che la sua era un'impresa impossibile, sbuffò e si fermò a fissare Jordan.
«Ho un piano, Jo» gli spiegò, rigirandosi il coltello tra le mani.
«Lanciarsi a capofitto verso una morta certa, sarebbe il tuo piano?» chiese lui scettico, alzando un sopracciglio.
«Veramente volevo lanciarmi a capofitto verso Fido e piantargli un coltello sotto la costola...- spiegò, fermando il coltello nella mano- Ma anche la morta certa ispira sai? Ha un non so che di poetico» sorrise smielata poi, cosa che fece ruotare gli occhi a Jordan.
Il figlio di Ares borbottò un «Tu sei completamente matta» scuotendo la testa, poi sospirò e fece roteare la sua spada Dunamis, accanto al corpo:«Come ti aiuto?» le chiese poi.
Kahlen sorrise.


«Emma!»
La ragazza si girò verso Quinn che la chiamava, correndo verso di lei.
Il figlio di Ebe batté le mani, si passò la lingua sulle labbra e sorrise: «Okay, dai, fai la tua magia. -la incitò, annuendo con fragore- Entra nella testa.. teste.. entra nelle teste del cane e fagli fare qualcosa».
«Tipo?»
«E che ne so, prova a costringerlo a prendersi la coda..» propose, aprendo le braccia teatralmente.
Emma alzò un sopracciglio e poi scosse la testa, prima di sfiorare l'anello che portava al dito, che si trasformò in una spada.
Doppialama, bianchissima, con il manico nero.
I diamantini sparsi qua e là sul manico e sulla punta, avrebbero di certo fatto invidia a Kahlen.

Quinn spalancò gli occhi, sorrise e prese la sua spada, prima di avvicinarsi lentamente al mostro.
Emma, davanti a lui, brandiva l'ascia con entrambe le mani mentre si avvicinava lentamente alla zampa posteriore del mostro.
Aveva visto Jordan tenere a bada una testa del mostro, mentre Kahlen provava ad infilarsi sotto di lui.
La figlia di Dioniso caricò il colpo e conficcò l'ascia nella zampa del cane, che ululò e girò le testa verso di lei, ringhiando e mostrando le zanne affilate.
«No, buono bello, a cuccia!» provò a calmarlo, facendo alcuni passi indietro.
Ortro ringhiò di nuovo, aprì la bocca e fece per divorare la semidea e probabilmente ci sarebbe anche riuscito, se solo sulla sua bocca non si fosse venuto a formare uno spesso strato di ghiaccio.
Emma voltò di scatto la testa, accorgendosi di Eileen che, con le sopracciglia corrucciate (si dice? Non credo) e i denti stretti, continuava a creare strati e strati di ghiaccio sul muso della bestia.

 

Eileen iniziò ad ansimare.
Usare i suoi poteri non le aveva mai creato troppi problemi, non l'aveva mai stancata, non fino a quel punto almeno.
Arretrò fino al muro, al quale si appoggiò con la schiena, stringendo gli occhi e respirando pesantemente.
«Eileen! -Ashton le si avvicinò con aria preoccupata, mettendole una mano sulla schiena- Stai bene?» le chiese.
«N..Non ce la faccio più. Sono sfinita» ammise, ansimando pesantemente.
Il figlio di Persefone si morse il labbro, poi fece passare le braccia dietro la schiena e sotto le ginocchia della ragazza e la sollevò, ignorando le sue proteste e portandola da Malia e Todd, rantolando un «Prendetevi cura di lei», prima di correre di nuovo verso Ortro e i suoi compagni.
«Emma!» la chiamò, facendole cenno di passargli l'ascia.
La figlia di Dioniso fece come le era stato detto, seppur con fatica enorme, e lanciò l'ascia ad Ashton, che, stupendosi di se stesso, la fece roteare sopra la testa e la lanciò verso il cane, colpendolo sopra la zampa destra.

 

La ferita che Ashton aveva inferto al mostro con l'ascia aveva dato l'opportunità a Kahlen di mettere in atto un nuovo “assurdo, Kahlen. Il tuo piano è semplicemente assurdo” piano.
«No, Kahlen, è escluso. Assolutamente, è troppo pericoloso» stava dicendo Jordan mentre scuoteva la testa con gli occhi chiusi.
«Jordan, andiamo! Fidati di me, per favore!»
«Non è che non mi fido di te, Kay, è solo che è troppo pericoloso» le spiegò il figlio di Ares, mettendole le mani sulle spalle e guardandola dispiaciuto.
«Qualcuno deve farlo» annunciò la figlia di Nemesi, gonfiando il petto.
Jordan sembrò pensarci, poi alzò la testa e «Lo faccio io» annunciò, alzando la testa e puntando lo sguardo verso Ortro.
Kahlen fece appena in tempo a pronunciare «Jordan, no fermati!», che il ragazzo era già partito in corsa verso il mostro.
Il figlio di Ares saltò sul dorso della bestia in un momento in cui quest'ultima era distratta da Ashton, alzò la spada e gliela conficcò nella schiena.
Ortro ululò dal dolore e cadde a terra, rivoli di sangue gli uscivano dalle ferite e la sua vista iniziava ad appannarsi.
Odiava i semidei.


 


♫We are the kings and the queens of the new broken scene!♫

Saaalve!
Prima di tutto, volevo scusarmi per il ritardo (anche se è piccolino piccolino) ma sono tornata ora dalle vacanze e sono un po' frastornata, in più domani parto per l'Expo e quindi in casa cinquedimattina si sta pianificando un po' tutto (e io sto cercando di convincere i miei genitori a portarmi da Abercrombie :)).
Dunque, giusto un paio di cosette prima di lasciarvi in pace e tornare a fare matematica #sadmoment:
- il capitolo è uno di quelli way too long, ma mi sono accorta che se lo avessi diviso non avrebbe funzionato con il resto della storia, quindi i siete beccate queste belle quattro pagine e mezzo di Word.
- non sono per niente soddisfatta di quanto ho scritto, proprio non mi piace. Però in realtà non so il motivo preciso.
- 'Chert' è una parola russa (perché, sì, il caro Ivanov una parolina in russo doveva pur lasciarsela scappare) che corrisponde più o meno all'italiano 'dannazione'
Prima di lasciarvi definitivamente, volevo solo dirvi che ho fatto due conti e ormai siamo giunti quasi agli sgoccioli di questa magnifica avventura (probabilmente 3/4 capitolo, epilogo incluso).
Bene, vi ho rotto le scatole abbastanza ahahah
Come sempre, grazie per aver partecipato e per le dolcissime recensioni che lasciate.
Alla prossima!
Bacioni,
Diana! <3





 

  
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