Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: niallerguitar    08/09/2015    7 recensioni
Il Trio è stato appena catturato dai Ghermidori, e portato in Villa Malfoy. La situazione sembra disperata e per Harry, Hermione e Ron sembra non esserci via di fuga.
"L'unica cosa che vide in quel momento fu sua zia mantenere la Nata Babbana per le spalle, con la bacchetta puntata alla gola. Vide Weasley e Potter dall'altra parte della stanza urlare. Poi fu tutto così improvviso.
-Expelliarmus- Draco pronunciò quelle parole con così tanta forza che sua zia, insieme alla bacchetta furono sbattute violentemente al muro.
Il biondo non pensò a quello che stava facendo quando prese la Granger tra le sue braccia, con l'intento di smaterializzarsi lontano da quel posto, lontano da tutto quel male. Non si accorse nemmeno che insieme a loro si smaterializzò anche un pugnale d'argento che era appena stato lanciato dalla furia incontrollabile di Bellatrix Lestrange."
Tengo conto di tutto quello che è successo nei libri precedenti e anche di quello che verrà, tranne la morte di Dobby e il futuro di Hermione e Draco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                 
Never stop
16
Hermione non riusciva a capire se fossero stati troppo impulsivi o se era lei a preoccuparsi più del dovuto. Poi, però, vide i suoi amici scambiarsi sguardi vacui e poco rassicuranti. La figura alta e scura, che li aveva fatti precedentemente entrare nella dimora, li oltrepassò per poi uscire in strada, spalancando la porta e chiudendola dietro di sé con prepotenza. 
<< Chi diavolo era?- sobbalzò Ron, indicando con il dito tremolante l'esatto luogo in cui la figura scura era appena scomparso. - Per un momento mi è sembrato... >>
<< Silente >> concluse Hermione per lui.
I tre non avevano di certo avuto alcun modo di guardarlo in viso, visto che non ne avevano avuto la minima occasione. Poi, con un forte rumore e un debole strillo, Dobby, l'elfo domestico  li raggiunse con gli occhi fieri e traboccanti di lacrime. 
<< Harry Potter! >> disse poi, stringendosi una giacca rossa attorno alle spalle piccole e tremolanti. 
<< Dobby! Cosa ci fai qui? >> mormorò Harry, mentre oltre la porta qualcuno cominciò ad emettere strani grugnii, ed Hermione intuì che fosse l'uomo che li aveva ospitati. 
<< Forza- proseguì l'elfo, acciuffando Harry dalla manica della camicia a quadri -Non c'è tempo da perdere, Dobby deve scortarvi di sopra. Tenete il mantello, fate piano! >> 
I tre annuirono immediatamente. Hermione, nonostante si guardasse frettolosamente intorno, non aveva idea di dove fossero. Una debole luce, proveniente da una candela, illuminò una parte della stanza ed Hermione riconobbe il sudicio pavimento della Testa di Porco. Scortati da Dobby, che non faceva altro che saltellare, corsero dietro il banco, oltre una seconda porta che conduceva a una traballante scala di legno, e salirono più in fretta che poterono. Sudati e affaticati, arrivarono in un salone ben illuminato, dalle pareti scure e il pavimento meno lurido di quello al piano di sotto. Un tappeto liso occupava quasi tutta la stanza ed il camino colorava le pareti con un debole arancione provocato dal fuoco scoppiettante. Hermione notò un grande ritratto a olio, sula quale era raffigurata una ragazza bionda che guardava la stanza con una sorta di vacua dolcezza. Sembrava non essersi accorta della loro presenza. 
Dalla strada giunsero poi delle urla. Hermione, ancora avvolta nel mantello scivolò fuori e con Dobby alle calcagna guardò giù, per capire chi stesse provocando tutto quel baccano. Sul marciapiede c'erano parecchie sagome: l'uomo che li aveva salvati, che riconobbero come il barista della Testa di Porco, e parecchi Mangiamorte incappucciati. Tutti sembravano parecchio scossi, sopratutto il barista che ad ogni esclamazione alzava le mani come se si stesse controllando da sferrare un pugno al Mangiamorte più vicino. 
<< Ve l'ho già detto, maledizione! Ma mi sembra di essere costretto a ripeterlo: se portate dei luridi Dissennatori nella mia via, io gli spedisco contro un Patronus! Mi danno la nausea, non li voglio vicini! >> urlava contro un incappucciato che teneva stretta la bacchetta e si guardava nervosamente intorno, come se fosse convinto che da un momento all'altro sarebbe spuntato Harry. 
<< Quello non era il tuo Patronus, tu vuoi prenderci in giro! - ribatté un Mangiamorte -Quello era un cervo, l'ho visto con i miei stessi occhi! >> e si indicò la faccia con la bacchetta. 
<< Un cervo!- ruggì il barista. -Beh, credo che dovresti migliorare la tua vista brutto zuccone... Expecto Patronum! >>
Hermione vide un qualcosa di grosso e cornuto uscire dalla sua bacchetta a testa bassa e avviarsi lungo la strada. Non riusuciva a vederlo bene ma era sicura che non si trattasse di un cervo. 
<< Ecco il vostro "cervo"! >>
<< Ma non assomiglia ad un cervo >> osservò il Mangiamorte, con meno sicurezza. 
Il barista sospirò, amareggiato. << Perché non è un cervo! Prima avete visto una Capra! >> 
I Mangiamorte si scambiarono un'occhiata cupa, poi uno di loro sembrò avere un'illuminazione ed avanzò sicuro verso il barista. 
<< Il coprifuoco è stato violato, hai sentito il segnale. C'era qualcuno per la strada, è contro le regole. >> insisté, e Hermione sentì Dobby sbuffare. 
<< Se mi va di far uscire il gatto, lo faccio! Al diavolo il vostro coprifuoco! >> 
<< Va bene, ma viola ancora il coprifuoco e non saremo così indulgenti! >>
I Mangiamorte tornarono verso High Street. Hermione gemette di sollievo, e sfilando gli amici da sotto il mantello si lasciò cadere tremolante sulla sedia. Dobby la guardò compassionevole, mentre le orecchie lunghe continuavano a muoversi frettolosamente. Dopo aver chiuso le tende, sentirono il Barista sprangare di nuovo la porta sotto e salire le scale. Hermione guardò Harry rigirarsi un pezzo rotto di specchio  tra le dita, mentre i suoi occhi erano fissi sullo specchio rettangolare appeso al muro, a cui mancava un pezzo. 
Il Barista entrò. << Maledetti imbecilli. Come vi è venuto in mente di venire qui? >> mugugnò burbero. 
<< Grazie. Ci ha salvato la vita >> replicò Harry. 
I suoi occhi indugiarono di nuovo sullo specchio, prima di posarlo sul Barista. << E' il suo occhio quello che ho visto nello specchio, quando eravamo in Villa Malfoy >> intuì, notando gli sguardi confusi dei suoi amici. 
<< Si! E' stato il Signor Silente a mandare Dobby da voi. Il Signor Silente ha visto Harry Potter i suoi amici in difficoltà e ha mandato Dobby a salvare Harry Potter >> gracchiò contento, salendo con le gambe piccole e scheletriche sulla sedia, accanto a quella di Hermione. 
<< Lei è Aberfoth >> mormorò Harry rivolto alla schiena dell'uomo. 
Questi non fece nulla per alleviare i dubbi di Harry, si limitò a restare in silenzio, chinarsi ed accendere il fuoco. 
<< Mi sorprende il fatto che conosci il mio nome ragazzino, non dirmi che Silente ti ha parlato di me? >> mormorò, ironico. Poi, uscì dalla stanza. Riapparve qualche minuto dopo con un grosso vassoio, sulla quale giaceva una grossa pagnotta, del formaggio e una caraffa di peltro colma di idromele, che posò su un tavolino davanti al fuoco. Affamati, mangiarono e bevvero, e per un po' gli unici rumori furono lo scoppiettio del fuoco, il tintinnio dei bicchieri e il rumore di denti sbattere. 
<< Bene >> cominciò Aberforth quando si furono saziati; Hermione aveva continuato a guardare fuori dalla finestra, negli angoli bui e dentro le finestre delle case, cercando per un momento di non pensare e nulla. << Dovete andarvene di qui. Non adesso; vi scoprirebbero all'istante. Domani all'alba, usate il mantello dell'invisibilità e arrivate fino alle montagne. Se siete fortunati magari incontrerete Hagrid >> 
<< Noi non ce ne andiamo- rispose Harry. - Dobbiamo entrare ad Hogwarts >> 
Il fratello di Silente sembrò per un momento incupirsi, le sue palpebre si abbassarono per un attimo e un grugnito uscì dalle sue labbra. 
<< Non riesco a capire tutti questi ragazzini che vogliono entrare ad Hogwarts da qui! Ma dico io, siete impazziti completamente? >> ringhiò Aberforth, chinandosi in avanti. 
Ron, Hermione ed Harry si scambiarono un'occhiata, sconcertati. Chi altro era venuto ad Hogsmeade? Per un attimo, un brivido li percorse la schiena ed ebbero un'orribile sensazione di panico. 
<< Signor Silente, chi altro voleva entrare ad Hogwarts? >> borbottò Ron, impaurito. 
Dobby saltò giu dalla sedia, ed inizio a trotterellare in giro come se avesse appena ricevuto una scossa lungo tutto il corpo. Aberforth restò in silenzio, infine si voltò nuovamente verso il camino. << Un ragazzino- borbottò. -Non che siano fatti vostri, comunque >> 
Ron fece per obbiettare quando l'uomo riprese a parlare, voltandosi furiosamente verso di loro. << Quello che dovete fare è andare il più lontano possibile da qui >> osservò. 
<< Lei non capisce. Non c'è molto tempo. Dobbiamo entrare nel castello. Silente... cioè, suo fratello... voleva che noi... >> 
Per un attimo la luce del fuoco rese le lenti unte degli occhiali di Aberfoth opache, di un bianco luminescente e piatto, facendo quasi spavento per quanto cadaverico sembrasse. 
<< Mio fratello Albus voleva un sacco di cose >> commentò << e di solito la gente aveva il vizio di farsi del male nel corso dei suoi grandiosi piani. Vattene da questa scuola, Potter, e anche dal paese, se puoi. Dimentica mio fratello e i suoi audaci progetti. E' andato dove niente di tutto questo può ferirlo e tu non gli devi nulla >>. 
<< Lei non capisce- ripeté Harry -Lui mi ha lasciato un compito! Ha lasciato un compito a tutti noi! >> ringhiò, indicando Hermione e Ron dietro di lui. 
Hermione intanto, se ne restava in silenzio, nell'ombra, con l'orribile sensazione di sapere chi era il ragazzo che aveva fatto visita ad Aberfoth prima di loro. 
<< E' in contatto con qualcun'altro, dell'Ordine? >> chiese infine la ragazza, cercando di ignorare quella fastidiosa immagine di un Draco sorridente seduto esattamente sulla poltrona di fronte a lei. 
Aberfoth distolse lo sguardo da Harry, rivolgendolo ad Hermione. << L'ordine è finito. Tu-Sai-Chi ha vinto. Chiunque dica il contrario, si prende solo in giro >> ammise. 
<< Ed è per questo che dobbiamo entrare ad Hogwarts >> balzò Harry, alzando di poco la voce. Perfino Dobby sprofondò maggiormente nella sedia. 
<< Ragazzo, mio fratello non vi ha dato un compito, ma una missione suicida >> replicò, calmo. << Cosa ti fa pensare che puoi fidarti di un tipo come Silente, che puoi credere a qualunque cosa mio fratello ti abbia detto? In tutti questi anni ti ha mai menzionato il mio nome?- chiese, facendo una pausa. -Ti ha mai menzionato il suo? Ariana, sua sorella... Te l'ha mai menzionata? >> indicò la ragazza nel quadro, che continuava a fissarli con crescente curiosità. 
<< Perché avrebbe dovuto... >>
<< Avere dei segreti? Dillo tu a me >> disse, versandosi del liquido rosso nel bicchiere. Lo portò alle labbra, schioccando la lingua. 
<< Io mi fidavo di lui >> insisté, guardando i suoi amici in cerca di sostegno. 
Hermione lo vedeva, sapeva quello che Harry stava sentendo. Riusciva a percepire la delusione farsi spazio tra i suoi occhi verdi. Harry avrebbe voluto che Silente si fosse confidato con lui, che non gli avesse nascosto nulla, e invece gli aveva nascosto così tante cose che la delusione era impossibile da eliminare. Adesso Harry sentiva solo un vuoto dentro, che nulla avrebbe potuto colmare. 
<< Non mi interessa cosa è successo tra lei e suo fratello.- iniziò, mormando. A stento Hermione riuscì a percepire le parole uscire come spifferi dalle sue labbra- Non mi interessa se lei ha mollato. Mi fidavo dell'uomo che conoscevo, e noi dobbiamo entrare nel castello stanotte >> disse, infine. 
Gli occhi di Aberfoth e quelli di Harry non si lasciarono per un'istante. La determinazione di Harry, superava la delusione e il vuoto che sentiva come una pugnalata del petto. Voleva fidarsi di Silente, doveva farlo. 
Abertfoth si allontanò, senza distaccare lo sguardo. Con le dite indicò il quadro sopra il camino, e rivolgendo finalmente gli occhi verso di lei, mormorò: << Tu sai cosa fare >>. 
In un attimo, Ariana, annuì e con un sorriso si voltò, cominciando a camminare lungo la profondità del quadro fino a diventare un debole puntino di inchiostro nero sulla tela. 
<< Dove l'ha mandata? >> chiese Ron, avanzando verso il quadro e guardandoci all'interno. 
<< Vedrete >> si limitò a rispondere Aberfoth, poi barcollando leggermente e facendo un debole cenno col capo a tutti loro sparì al piano di sotto. 
Dobby fece per seguirlo, ma si bloccò sull'uscio della porta. Con le gambe tremolanti prese a guardare Hermione con apprensione fin quando Hermione stessa non se ne accorse. << Va tutto bene, Dobby? >> chiese, titubante. 
Approfittando del rumore provocato dal quadro che si spalancava, e da un Neville particolarmente esuberante che usciva fuori dalla cornice, Dobby afferrò dolcemente Hermione dalla giacca facendo in modo che solo lei potesse sentire. 
<< Il figlio dei Malfoy, è stato qui per parecchi giorni insieme ad Aberfoth e Dobby. Dobby ha curato Draco Malfoy, perché Draco Malfoy era gravemente malato. Dobby  ha aiutato Draco Malfoy a materializzarsi dentro le cucine di Hogwarts.- mormorò, torturandosi il capello colorato con le mani -Draco Malfoy sta cercando lei, Signorina Granger. Non si fermerà fin quando non l'avrà trovata >> disse, con gli occhietti traboccanti di lacrime. 
Infine Hermione non sentì più nulla visto che venne trascinata dentro il quadro, dove all'interno si estendeva un enorme passaggio segreto. 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: niallerguitar