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Autore: Leonlella    09/09/2015    1 recensioni
Storia a quattro mani di Leonie e Lellaofgreengables, dedicata a Gonzalo e Maria. E se Gonzalo non fosse partito con Don Celso ma tornato indietro per impedire a Maria di commettere il più grande errore della sua vita? Un Gonzalo più coraggioso lotterà per il grande amore della sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo scritto da Leonie e Lella. 

Gonzalo Non aveva mai corso tanto in vita sua, in un’altra occasione si sarebbe fermato per far riposare il cavallo o si sarebbe riposato lui stesso. Ma non quel giorno, aveva troppo da perdere per poter pensare di perdere anche solo un minuto di tempo. Quando scese da cavallo, dovette sforzarsi di camminare a passo svelto mentre raggiungeva la chiesa e lasciava il cavallo da solo. Più tardi si sarebbe occupato di lui, adesso doveva solo credere di essere arrivato in tempo. Il paese sembrava vuoto, probabilmente perché erano tutto dentro quella chiesa dal momento che la Montenegro aveva promesso un matrimonio da ricordare. Con la forza della disperazione spinse le pesanti porte della chiesa ed entrò a passo spedito nel luogo dove un tempo si sarebbe trovato a suo agio più della sua stessa casa mentre adesso rappresentava per lui il luogo che lo separava dalla sua Maria. La sua irruzione in chiesa aveva creato parecchi mormorii nella sala, Gonzalo notò vagamente che le panchine erano piene e che la chiesa era delicatamente ornata di fiori. Sentì qualcuno mormorare qualcosa alle sue spalle, forse Dolores ma non voleva guardare la moglie del sindaco perché aveva occhi solo per lei: per Maria. Era bellissima con quell’abito da sposa che la modellava alla perfezione. Sembrava una principessa scesa dal mondo fatato per abbagliare con la sua bellezza i comuni mortali. Anche lei lo stava guardando, i loro sguardi si intrecciarono per quelli che gli parvero secoli. La chiesa era diventata improvvisamente silenziosa, persino Don Anselmo non sapeva se era il caso di proseguire o aspettare. Chi prese parola fu Fernando perfettamente a suo agio nel suo abito elegante pronto a prendere in sposa una donna che probabilmente non amava nemmeno. Mise fretta a Don Anselmo per proseguire la lettura e ordinò a tutti di ignorare quell’interruzione. Non lo guardò neanche come se lui non meritasse importanza. In un'altra occasione, Gonzalo l’avrebbe affrontato come meritava ma in quel momento aveva altre priorità. Prese le mani di Maria tra le proprie e non smise un secondo di guardarla. «Maria» «Gonzalo cosa…» «Sono qui per te. Ho lasciato don Celso e ho fatto la mia scelta, quella che avrei dovuto fare la prima volta. So che ho sbagliato e ti chiedo scusa, ma ti amo e voglio stare con te ogni istante della mia vita». Non aveva parlato in tono alto ma nel silenzio della chiesa le sue parole erano apparse chiare e nitide, continuava a sentire mormorii alle sua spalle ma non se ne curò. Per lui aveva importanza solo la risposta della sua Maria. Lei lo guardava piena di sorpresa ma c’era anche altro nei suoi occhi: quel grande amore che Gonzalo sapeva rispecchiare nei suoi.
Dolores Miranar pensò che la situazione si stava facendo molto interessante e che avrebbe avuto la possibilità di spettegolare sull'accaduto per moltissimo tempo. Francisca Montenegro invece iniziò a tremare e ad ideare ad un piano di riserva per evitare che il suo buon nome, quello dei Montenegro fosse macchiato da quella irresponsabile ed ingrata della sua figlioccia.
In Maria la gioia di vedere Gonzalo davanti a lei, fu ben presto sostituita dalla rabbia che provava verso il sacerdote per tutti i giorni in cui l'aveva fatta soffrire. Sapeva che avrebbe seguito Gonzalo fuori da quella chiesa ma certo non senza che prima il ragazzo fosse stato informato di tutto il male che le aveva fatto.
“Come osi venire qui dopo tutto il male che mi hai fatto? Ti sei ordinato senza dirmi nulla, lasciandomi per ore ad aspettarti. Non mi hai dato nemmeno una misera spiegazione e hai preteso che io accettassi tutto. Non mi sono intromessa nella tua decisione però noto che tu non mostri lo stesso rispetto per la mia. Tutto deve muoversi a seconda delle tue esigenze. Non hai idea di come io mi sia sentita. Bene allora te lo spiegherò. Mi sono sentita sola, disperata, tradita e abbandonata.” Maria si interruppe prima di parlare del bambino in pubblico. Tutti gli invitati e i paesani presenti in chiesa erano ammutoliti, Dolores Miranar faticava a contenersi e non vedeva l'ora di poter correre a spettegolare con le amiche dei paesi vicini. Solo Tristan sembrava contento perché suo figlio finalmente sarebbe stato felice lontano da quel Don Celso. Alfonso ed Emilia invece si guardavano intorno smarriti. Non avevano mai compreso il tipo di rapporto che legava Maria al giovane diacono. Erano stati ciechi o forse avevano fatto semplicemente finta di non vedere. Mariana era divisa da forti sentimenti contrastanti: da un lato la felicità per la nipote ma dall'altra la preoccupazione per la reazione di Donna Francisca, che avrebbe perseguitato i due innamorati e il bambino che aspettavano. Don Anselmo dal canto suo, si sedette davanti all'altare perché temeva di poter svenire. Il suo pupillo si era certamente ribellato a Don Celso ma lo aveva fatto quando ormai aveva preso un chiaro impegno davanti a Dio. Il sacerdote decise che avrebbe sgridato per bene il suo ragazzo e poi gli avrebbe offerto il suo appoggio come sempre.
Gonzalo guardava Maria smarrito e quegli istanti gli sembrarono decenni.
“Pensavo che mi avresti perdonato, che mi avresti gettato le braccia al collo. Avrei potuto sposarti una volta ottenuto l'annullamento dei voti. Ed invece preferisci stare con qualcuno che non potrà mai amarti come faccio io.” disse sconsolato.
“Non ho ancora finito” affermò Maria guardando Gonzalo in un modo che gli fece battere forte il cuore, “Credo che tu sia stato un codardo e un egoista ma ti amo e ti seguirei fino ai confini del mondo, se solo tu me lo chiedessi.”
Gonzalo in un secondo si avvicinò a Maria e la baciò, provocando un “Oh” di stupore tra la folla.
Fino a quel momento Fernando Mesia era stato in silenzio ad osservare la scena come se non lo riguardasse. La vista però della sua futura moglie che baciava un altro uomo, un prete per giunta, davanti all'altare, lo fece reagire con violenza.
“Nessuno ha mai umiliato un Mesia come voi due. Sei una grandissima ingrata Maria. Ti avrei sposata anche se sapevo benissimo che aspettavi un bambino da un altro uomo.”
Un nuovo “Oh” di stupore si propagò dalla folla ma di certo fu Gonzalo il più colpito da quelle parole.
“Cosa? Noi avremo un …” balbettò il ragazzo guardando una sorridente Maria con stupore.
“Si, esattamente tra sette mesi avremo un bambino” Maria non fece in tempo a domandarsi quale sarebbe stata la reazione del suo innamorato, perché questi la prese tra le braccia e la coinvolse in una giravolta.
Qualche istante dopo però Gonzalo si rese conto che non erano soli e prendendo Maria per mano, la condusse fuori dalla chiesa.
Quando ormai i due ragazzi si furono allontanati, Francisca recuperò l'uso della parola e si avvicinò minacciosa ad Alfonso ed Emilia.
“Vostra figlia mi ha umiliato e questo non posso consentirlo. Ha disonorato il nome dei Montenegro per unirsi ad un sacerdote dalle origini sconosciute. Questo non posso tollerarlo. Lei e quel prete rinnegato me la pagheranno cara.” Il volto della signora della Villa era sfigurato dalla collera. Tutto il paese doveva sapere che Francisca Montenegro rinnegava la sua figlioccia.
La voce di Tristan però si alzò tra i mormorii della folla.
“Mio figlio non ha origini sconosciute. Ebbene si, madre. Gonzalo Valbuena non è altri che mio figlio Martin. Avete distrutto la mia vita e quella di Pepa ma non vi permetterò di fare lo stesso con Martin e Maria. Dovrete passare sul mio cadavere prima di alzare un dito contro quei ragazzi.” Il tono di voce usato dal Capitano Castro non lasciava adito a dubbi e perfino Francisca comprese che il figlio non si sarebbe arreso e che le avrebbe impedito ad ogni costo di nuocere a Maria e al sacerdote rinnegato. Dolores Miranar non poteva credere alle sue orecchie. Avrebbe avuto tante cose da raccontare alle sue amiche dei paesi vicini.
Maria e Gonzalo intanto avevano raggiunto il capanno degli attrezzi di Tristan, collocato all'interno delle proprietà del Jaral.
Appena entrata nel capanno però, Maria domandò titubante a Gonzalo
: “Sei sicuro che a mio zio farà piacere che entriamo nelle sue proprietà senza permesso e dopo lo spettacolo che abbiamo montato in chiesa?”
“Mio padre non potrebbe essere più felice, credimi. Lui ci aiuterà. Tu e il bambino non dovrete temere nulla.” Gonzalo parlò sicuro mentre Maria lo guardava con la bocca aperta.
“Tuo... Tuo padre?” balbettò la giovane.
“Io sono tuo cugino Martin” affermò Gonzalo felice finalmente di poter essere sincero fino in fondo con la donna di cui si era innamorato.
Fu così che Gonzalo raccontò a Maria tutta la storia del piccolo Martin, delle sofferenze che aveva sofferto nella sua triste infanzia. Le parlò anche di Calvario e della sua morte per la quale si sentiva responsabile. Il sacerdote le raccontò della missione e degli amici che aveva incontrato nelle Americhe.
Ascoltando le sofferenze patite dall'uomo che amava, la ragazza iniziò a piangere silenziosamente. Gonzalo accarezzò le lacrime di lei con un dito e disse: “Ti prometto che farò in modo che l'infanzia di nostro figlio sia diversa dalla mia e anche dalla tua. Sarà il bambino più felice del mondo.”
Maria sapeva che avrebbe fatto di tutto per mantenere la sua promessa.







 
   
 
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