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Autore: Lexi Niger    08/02/2009    4 recensioni
Cinque anni. Sono rimasti separati a lungo, senza cercarsi affatto. Ora Blair ha bisogno dell'aiuto di Chuck per scoprire un segreto che le è stato a lungo nascosto. Lo convincerà? Insieme verranno a capo al mistero? Un incontro il loro che cambierà necessariamente lo scorrere ordinario delle giornate di entrambi.
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Eccovi il secondo capitolo, questa volta protagonista è Blair.
Ringrazio le 77 persone che hanno letto il capitolo precendente e le 3 che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti.
Non è che potreste lasciarmi un commento?! Oltre ad essere piacevole in sè, un commento è anche molto utile all'autore.
Bene, ora vi lascio.
A presto, Ale.


Capitolo 2.

Piccole dita esili si infilarono al di là del pesante tessuto del tendone che la separava dalla passerella sulla quale, da lì a poco, si sarebbero mosse le modelle, mostrando la sua nuovissima collezione.
Due occhi bruni, curiosi, si spostarono nella sala, tra le eleganti sedie preparate per opinionisti, giornalisti, fotografi e l'elite di Parigi che avrebbe preso parte all'evento.
Un semplice pacchetto dorato faceva bella mostra di sé su ciascuna di esse, invitando coloro che vi prendevano posto a scoprire quale dono era stato riservato loro dal destino.
Per un istante, la giovane immaginò di tornare indietro di qualche anno, quando non mancava mai alle sfilate della madre, posizionandosi con Serena proprio dove ora si trovava lei, da sola.
Le mancavano entrambe, doveva ammetterlo, almeno con se stessa.
< Blair >.
Una voce la costrinse a voltarsi, abbandonando quelle sciocche fantasticherie che la stavano distraendo, proprio all'alba di un momento così importante per la sua carriera.
< Arrivo > annunciò, mentre recuperava il controllo di sé.
Con passo svelto superò la porta che la portava alla sala trucco, dove due lunghi tavoli, paralleli alle pareti, erano sormontati da una tale vastità di cosmetici da fare invidia alla più fornita profumeria.
< Vieni qui a vedere > la chiamò Laurel.
Quella che era stata per molto tempo l'assistente di Eleanor, ora era al suo fianco, con la stessa precisione che aveva dimostrato con una stilista molto più esperta come sua madre.
< Che ne pensi di quest'acconciatura? > chiese, indicando lo chignon della modella bionda seduta di fronte a loro, che le fissava attraverso lo specchio, attendendo il loro parere.
< Banale > confermò Blair, < ci vorrebbe qualcosa di più elaborato. Meno classico, meno conformista >.
Laurel le sorrise, come se fosse compiaciuta che la ragazza condividesse la sua opinione.
Mentre la sua assistente richiamava l'attenzione del parrucchiere, che avrebbe dovuto modificare l'acconciatura molto velocemente, visto l'ora, Blair si spostò verso gli abiti, appesi ad un'asta di metallo, nell'ordine in cui sarebbero dovuti comparire davanti al pubblico quella sera.
Passò lentamente la mano sulle creazioni che lei stessa aveva confezionato, con cura e meditazione, abbinando colori e tessuti, adattando l'abito all'occasione per cui era stato pensato.
Si soffermò sull'ultimo, quello che avrebbe concluso la sfilata, decretandone di fatto il successo o il fallimento.
Il tessuto di raso brillava anche alla poca luce che proveniva dagli specchi alle sue spalle, risultando cangiante, dal blu al viola, in un gioco di colore che alla ragazza sembrava delizioso.
La scollatura molto pronunciata sulla schiena era impreziosita da un filo di brillanti che congiungeva le due estremità poco sotto le scapole, esaltando la pelle diafana della modella che lo avrebbe indossato.
Davanti il vestito era più accollato, con una fascia di brillanti a sottolineare la curvatura del seno, riprendendo così lo stesso motivo utilizzato per il posteriore.
Nonostante la lunghezza assicurasse un leggero strascico, la ragazza si piegò ancora una volta ad esaminare un paio di sandali argentati, dal tacco alto, ornati anch'essi da un filo di brillanti intorno alla caviglia. Forse non si sarebbero visti per molto, ma erano ugualmente importanti.
L'insieme trasmetteva una preziosità unica, specialmente sotto la potente luce dei riflettori che avrebbero illuminato l'intera sfilata.
Compiaciuta si sollevò, per tornare da Laurel che nel frattempo aveva ispezionato il trucco di ogni modella, decretandolo adatto.
< Siediti qui > dichiarò appena Blair le fu vicina, indicandole una sedia.
La giovane vi prese posto, mentre l'assistente le posava le mani sulle spalle, nel tentativo di trasmetterle sicurezza.
< Andrà tutte bene > cercò di convincerla, fissando i suoi occhi nello specchio.
Blair annuì, pur mantenendosi qualche riserva per se stessa.
Dopotutto era la sua prima settimana della moda a Parigi, considerando che quella dell'anno precedente era stata preparata quasi per intero da Laurel, vista la sua poca esperienza in materia.
Waldorf era un marchio di prestigio, conosciuto in tutto il mondo, e Blair aveva acconsentito a mettersi in secondo piano per la buona riuscita della sfilata.
Ma adesso la situazione era completamente diversa, la ragazza conosceva alla perfezione il suo compito e si era assunta le responsabilità di quell'evento.
Un truccatore arrivò velocemente per sistemarle il trucco, passandole uno strato leggero di ombretto dorato sulle palpebre, sottolineando il contorno occhi con della matita nera.
< E' ora > annunciò Laurel, invitandola a raggiungerla, dietro al pesante tendone, per controllare che ogni modella fosse esattamente come lei desiderava prima che questa uscisse in passerella.
La sfilata iniziò con degli abiti da giorno, pensati per un the in compagnia della amiche o per un bruch. Il pubblico sembrava gradire la scelta di coloro caldi, autunnali, nei maglioni così come nei soprabiti. Ogni ornamento era studiato per abbinarsi perfettamente agli indumenti e metterne in risalto la fattura pregiata.
La giovane si torturava le mani, osservando le modelle rientrare sorridenti, mentre altre uscivano, in una continua ruota dalle mille tonalità differenti.
< Ha successo > le sussurrò Laurel, sentendo espressioni di gradimento delle persone vicine al tendone.
Blair tirò un sospiro di sollievo, pensando che ancora una volta si era dimostrata degna di quel ruolo così importante, che aveva assunto ancora molto giovane, suscitando l'invidia di centinaia di sue coetanee che ambivano a raggiungere la sua posizione.
Davanti a lei si mosse la bionda modella che indossava l'abito conclusivo, quello per cui lei aveva speso intere settimane, porgendo attenzione ad ogni singolo dettaglio, eliminando fogli su fogli di schizzi differenti, prima di giungere alla scelta definitiva.
Incrociò le dita dietro alla schiena, vergognandosi al contempo di quella dimostrazione di insicurezza.
Appena la passerella fu completamente vuota, l'ultima indossatrice fece il suo ingresso, nell'atmosfera trepidante che si creava tutte le volte che una sfilata stava per concludersi, proprio come ricordava da quando era piccola.
Sentì chiaramente alcune sedie strisciare sul pavimento di marmo dell'ampio salone, indice che alcuni si erano alzati, e i flash insistenti dei fotografi che immortalavano da prospettive diverse il suo capolavoro.
Applausi.
Blair Waldorf smise di respirare, trattenendo a fatica le lacrime di gioia che le inumidivano gli occhi, mentre tutte le modelle si disponevano ai lati della passerella, aspettando il suo ingresso, presentato da Laurel che l'aveva anticipata, in qualità di assistente capo.
Con passo sicuro si mosse tra quelle bellezze statuarie al suo fianco, regalando sorrisi compiaciuti a quel pubblico che l'applaudiva con insistenza, facendole i complimenti.
I fotografi si accalcarono alla base, spintonandosi per ottenere una posizione migliore per immortalare una delle più giovani stiliste che avevano avuto repentino successo nel panorama della moda internazionale.
Tra la folla scorse qualche sua conoscenza, soprattutto grazie a sua madre, ma non vide suo padre e Roman, nonostante li cercasse anche nelle file più dietro, nascoste dal caos dei giornalisti.
Una punta di tristezza si impossessò per un attimo del suo viso, sciogliendo quel sorriso soddisfatto che aveva mostrato, orgogliosa del suo successo.
Quale vittoria si può festeggiare se sì è soli, senza nessuno con cui condividerla?
Con qualche cenno di saluto, d'obbligo, si allontanò dalla passerella, lasciando che i fotografi si concentrassero di nuovo sulla sua collezione, garantendone la massima pubblicità possibile.
Alla fine non doveva vendere se stessa, quindi avrebbe potuto benissimo tornare dietro le quinte.
Mentre si specchiava, sistemandosi un ciuffo ribelle che era scivolato dall'acconciatura che aveva scelto per l'occasione, il suo cellulare cominciò a squillare, facendola sobbalzare leggermente per la sorpresa.
Lo raccolse, osservando il numero.
Mr. Barrell
< Pronto? > rispose, accostandosi l'apparecchio all'orecchio, per potere udire le parole del suo legale attraverso il rumore presente.
< Parlo con Blair Waldorf? > chiese quest'ultimo, accertandosi della sua identità.
La ragazza confermò, prendendo posto su una sedia al suo fianco.
< Ho indagato su quanto mi aveva richiesto > continuò.
Blair, che si stava rimettendo il rossetto, lo abbandonò sul ripiano, senza nemmeno curarsi di chiuderlo.
La sua attenzione era tutta rivolta all'interlocutore e alla notizia che aspettava da molto tempo, con ansia.
< Non esiste nessun Henry Smith, Miss > asserì il legale, arrivando subito al punto.
La ragazza sentì il peso sul proprio cuore aggravarsi, non sapendo come uscire da quella situazione, diventata ormai insostenibile.
< Ho capito. Ne è completamente sicuro? > chiese, nel tentativo di ricostruire una seppur debole illusione.
< Sì, ho controllato svariate volte. Quel conto non è intestato a nessuna persona reale > concluse.
Una sentenza definitiva quindi, a cui lei non poteva sottrarsi senza apparire sciocca e ingenua.
< La richiamerò presto >.
Congedò Mr. Barrell, riponendo il cellulare nella sua borsa di Prada.
< Qualcosa non va? > le domandò Laurel che si era avvicinata senza che lei se ne accorgesse.
La ragazza le sorrise, nel tentativo di convincerla dell'esatto contrario.
< No, è tutto a posto. Questo successo mi ha stordito > ammise con aria semplice.
Se l'assistente avesse veramente conosciuto la vera Blair Waldorf non avrebbe dato retta ad una simile scusa, ma fortunatamente Laurel l'accettò, senza aggiungere altro.
< Esco a prendere una boccata d'aria > aggiunse la giovane, recuperando il proprio cappotto e indossandolo.
Il cielo stellato all'esterno illuminava una fredda notte di dicembre, senza riuscire a confortarla.
Ripensò più e più volte ad una soluzione mentre lentamente si avviava al privè che si era riservata, in un locale lì vicino, per festeggiare l'eventuale successo insieme al suo staff.
Un volto le apparve, insieme alla certezza che quella persona avrebbe saputo come aiutarla.
Se l'avesse voluto, s'intende, ed era proprio su questo che Blair Waldorf nutriva i più sinceri dubbi.


Spazio autrice
Volevo ringraziare personalmente le due ragazze che hanno lasciato un commento.

-Kaho_chan: sì i personaggi sono leggermente diversi, considerando che in cinque anni si cresce molto. Nel caso andassi decisamente OOC, segnalamelo.

-Valentina78: Grazie per i complimenti, spero di riuscire a meritarmeli fino alla fine.

  
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