CAPITOLO 7
Nonostante non fossi una cattiva tennista, mi sentivo terribilmente tesa e in ansia tra quei ragazzi; ce n'erano di tutte le età, dai più piccoli di sei anni fino a diciottenni e passa. Si conoscevano tutti. Assistetti ad un vero e proprio teatrino in cui i ragazzi si abbracciavano e si raccontavano le esperienze estive: scena già vissuta il primo giorno di scuola e io mi sentivo, tanto per cambiare, di troppo.
A mettere fine a quello spettacolo fu l'entrata dell'istruttore, un uomo alto, rasato e dagli occhi azzurri, che fu accolto calorosamente da tutti.
<< Bene ragazzi, come primo giorno immagino che siate tutti carichi >>. I ragazzi più grandi risero prontamente alla battuta. Formò varie squadre in base all'età e, avvicinandosi a me, mi presentò i miei compagni:
<< Leslie, questi sono Amber, Giusy e Damon >>. Strinsi la mano ad ognuno di loro e dopodiché cominciammo ad allenarci. Sembravano molto affiatati tra loro e anche se cercavano di coinvolgermi ogni tanto, mi sentivo estremamente in imbarazzo. Per un secondo mi vennero in mente i miei vecchi compagni di tennis: per legarmi a loro mi ci vollero mesi, considerando il carattere che ho, ma alla fine riuscii a integrarmi bene. Pensai soprattutto a Sam, chiamata da tutti "La ragazza Smash" per via dei suoi smash da paura: fu grazie a lei che non solo imparai gran parte delle mie tecniche, ma anche a costruire un rapporto con gli altri. Non dimenticherò mai il suo affetto, il suo grande cuore e l'altruismo con cui aiutava chiunque avesse difficoltà; speravo solo di poterla rincontrare un giorno.
Finita la lezione, mi diressi nello spogliatoio e notai un messaggio di Zacky sul telefono:
Ore 18:05
"Hey Les, sono qui fuori. Ti aspetto."
"Ti aspetto". Un brivido percorse il mio corpo. Presi la mia roba velocemente e uscii dal cancello. Lo scorsi subito: stava appoggiato al recinto, indossava dei Ray-Ban e una giacca di pelle che porca miseria gli stava da dio. In confronto io sembravo una barbona sudata e con i capelli sparati in aria:
<< Ecco la nostra sportiva! Come va? >> mi diede un bacio sulla guancia. Da quel momento non capii più nulla:
<< B-bene. Scusa le condizioni, io, ehm… >>. Mi guardò divertito. Cosa cazzo aveva da ridere?!
<< Tranquilla, stai benissimo anche dopo un pomeriggio di tennis. Andiamo a prenderci un gelato? >>. Ormai non ero più in grado di fare né dire nulla, ero stata stregata da quel ragazzo. Annuii incapace di emettere suono ed entrammo in macchina.
<< Da quanto fai tennis? >>
<< Da un anno ormai >>
<< Forte! Qui come ti sembra? >>
<< Carino. Devo ancora ambientarmi però >> dissi dando una leccata veloce al gelato.
<< Certo, è ancora la prima lezione, ne avrai tempo per conoscere tutti >>
<< Speriamo che non ci sia bisogno di troppo tempo per farlo >>. Portai lo sguardo in basso, sull'enorme cono che tenevo tra le mani.
<< Che intendi? >>. Alzò un sopracciglio, confuso.
<< Lo sai, in fatto di socializzazione non sono il massimo. Magari vorrei conoscere qualcuno, però mi sento sempre…a disagio, ecco >>
<< Ehi, non devi sentirti così. La gente non ha nessun motivo di pensare male su di te >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Perché hai tutto. Sei una ragazza bellissima e molto intelligente, non hai motivo di sentirti così >>
"Sei una ragazza bellissima e molto intelligente". "Hai tutto".
Le mie guance assunsero un colore violaceo e non potei fare a meno di sorridergli e di ringraziarlo:
<< Cosa c'è che ti ha colpito di me? Perché proprio io a ricevere tutte queste attenzioni? >>. A questa mia domanda si irrigidì: era visibilmente imbarazzato e mi pentii subito di aver aperto bocca.
<< Beh, ecco, io… >> fece per finire la frase, quando il suo telefono suonò. Rispose con aria seccata:
<< Brian… lo so, lo so… dammi cinque minuti… si, a dopo >>. Riagganciò sbuffando e mi rivolse uno sguardo da cane bastonato:
<< Scusami, ma devo andare da Brian. Questioni urgenti. Ti riporto a casa >>
<< No, tranquillo, non ce n'è bisogno. Casa mia è qui vicino >>
<< Sicura? >>
<< Certamente! Salutami Brian! >>. Si alzò dalla sedia e mi diede un bacio sulla guancia. Ancora.
<< Ci vediamo! >>. Disse lasciandomi in compagnia del gelato alla fragola. Aveva la capacità di mandarmi fuori di testa con un niente! Farfugliai qualcosa, mentre Zacky si allontanò dal locale.