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Autore: namelessfedah    10/09/2015    2 recensioni
Harry Styles è solito essere spintonato e deriso dalla squadra di football della scuola, quindi non si aspetta niente dal nuovo arrivato, Louis Tomlinson, che sembra essere un atleta. Riuscirà Harry ad imparare che non tutti sono uguali, che chiunque ha dei segreti, e che a volte c'è molto di più in una persona di quello che l'occhio riesce a notare?
O dove Harry e Louis stanno attraversando entrambi situazioni estremamente difficili, ed imparano a farsi forza l'un l'altro.

Harry/Louis | Highschool!AU, Athlete!Louis | Note: Menzione di violenza fisica/verbale/psicologica e maltrattamenti strettamente legati al tema dell'omofobia | Conteggio parole: 79k
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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XV



 

Harry rimase nella doccia con Louis per tutto il tempo, continuando a strofinare gentilmente il panno sul suo corpo ferito. Sentiva conforto in quell'azione, e sperava lo sentisse anche Louis. Il ragazzo più piccolo era ancora abbandonato contro il petto di Harry ad occhi chiusi. Rimasero in quella posizione finché l'acqua non iniziò a perdere un po' del suo calore. Harry si voltò per spegnerla ed aiutò il suo amico ad uscire dalla doccia.

Harry fu felice di notare che un colorito naturale si fosse stabilito sulla pelle del ragazzo. Prima aveva un colorito pallido e malaticcio che stonava totalmente con le labbra blu, ma il suo normale colorito era tornato, accompagnato da un rosa pallido a rivestire le labbra. Aveva anche smesso di tremare, ma Harry era ancora preoccupato dalla debolezza e dal dolore che Louis doveva star provando.

Avvolse il ragazzo in un enorme asciugamano rosso e morbido, e dopo averne preso uno anche per se, guidò Louis nella sua camera da letto. Prese dei boxer puliti per entrambi e strofinò l'asciugamano sul corpo di Louis, grondante d'acqua. Non arrossì nemmeno quando si abbassò per asciugare le gambe toniche del ragazzo. Una volta soddisfatto del suo lavoro, aiutò Louis ad entrare nei boxer.

Harry lo trasportò verso il suo letto e lo stese sul comodo materasso. Louis grugnì dal dolore non appena la sua schiena toccò la superfice ancora dolorante, il suo braccio ferito poggiato attentamente sul suo petto. Aveva gli occhi serrati, ed Harry pensò che stanco com'era si fosse già addormentato, ma prima che avesse il tempo di abbandonare la stanza, la mano di Louis era sul suo braccio.

"Per favore, rimani con me."

Quelle parole furono pronunciate in tono talmente basso e debole che Harry fece fatica a sentirle. Si voltò, cogliendo una piccola lacrima scivolare dagli occhi chiusi di Louis per poi scorrere sulla sua guancia. E per quella che sembro la milionesima volta in così poco tempo, Harry sentì un pugnale perforargli il petto.

Camminò velocemente verso l'altro lato del letto e vi si arrampicò, sedendosi vicino a Louis con la schiena poggiata contro la testiera. Gli prese la mano e con l'altra gli carezzò i capelli.

"Non ti lascio." Lo rassicurò in un soffice sussurro.

Harry guardò Louis scivolare lentamente nel sonno. Con il pollice asciugò la guancia dell'amico dalla lacrima, mentre lui stesso iniziò a sentire le guance bagnate. Tutto quello che voleva fare era portare via il dolore dal corpo e dalla mente di Louis. Voleva stringerlo tra le braccia per non lasciarlo più andare via. Voleva tenerlo al sicuro da tutti quei mostri che gli attanagliavano il cervello, causandogli così tanta tristezza.

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Niall era così contento di uscire finalmente di casa. Era rimasto bloccato a letto con l'influenza per più di una settimana. Si era sentito meglio durante gli ultimi giorni, ma i suoi genitori lo avevano fatto rimanere a casa per sicurezza, accertandosi che fosse guarito completamente. Non aveva fatto niente se non stare steso a letto guardando film terribili per giorni. Quindi, quando la madre di Harry, facendogli visita, lo aveva visto tremendamente annoiato, lo aveva invitato per una cena quella sera, e Niall non avrebbe di certo rifiutato l'offerta.

Tralasciando il fatto che era coinvolto del cibo gratis (e non del cibo qualsiasi, cibo cucinato da Anne), non vedeva l'ora di rivedere Harry. Non aveva visto il suo migliore amico per più di una settimana, e si erano a malapena scambiati dei messaggi. Voleva accertarsi che Harry stesse bene e che a scuola nessuno lo avesse preso di mira.

Camminò verso casa di Harry con il vento a sferzargli sulle guance. Inconsciamente si strinse nel giaccone raggiungendo la casa del suo migliore amico. Non si disturbò a bussare alla porta; la aprì semplicemente, accogliendosi da solo in casa e beneficiando del tepore.

"Tesoro, sono a casa!" Gridò con finta voce acuta. Si accigliò leggermente notando che l'amico non gli avesse risposto subito come suo solito.

Niall realizzò subito dopo che la casa era estremamente silenziosa. Sapeva che Anne fosse ancora a lavoro, dopotutto era arrivato presto. Ma ciò non spiegava perché la TV non fosse accesa, o perché non sentisse Harry cantare una delle sue canzoni tristi accompagnato dalla chitarra.

Si convinse che il ragazzo fosse semplicemente in camera sua facendo i compiti; compiti che programmò di copiare l'indomani a scuola.

Il biondo si fece strada attraverso il corridoio ed aprì la porta della stanza con forza senza preoccuparsi di bussare.

"Harry, mi hai sentito..."

Niall si immobilizzo, i suoi occhi si spalancarono non appena notò cosa gli si parava davanti. Harry non era alla scrivania svolgendo i suoi compiti. No, era steso per metà sul suo letto con solo un asciugamano a coprirgli le parti intime e gli occhi chiusi. Ma ciò che sconvolse Niall, fu la vista del ragazzo mezzo nudo steso al fianco del suo migliore amico, dava la schiena a Niall ed aveva la testa poggiata sul petto di Harry.

La mascella di Niall cadde definitivamente non appena vide la pila di vestiti che portavano fino al bagno, includevano la maglia di una divisa da football. Riportò lo sguardo sui due ragazzi, scrutando il volto di Harry attentamente per cercare di capire qualcosa in più sulla situazione. Fu allora che notò una lacrima ancora bloccata sulla guancia dell'amico.

Il suo migliore amico aveva pianto. E l'unica ragione che Niall riuscì a immaginare fu il ragazzo mezzo nudo vicino a lui. Ridusse gli occhi a due fessure immaginando gli scenari più disparati. Non riusciva a capire il motivo per cui Harry fosse a letto con un giocatore di football, piangendo.

Era chiaro che l'atleta gli avesse fatto qualcosa di male.

Questo pensiero fece in modo che Niall vedesse rosso. Sentì il calore raggiungergli il viso mentre una furia cieca si impossessava delle sue azioni. Perse il controllo, marciò verso il letto e scaraventò il ragazzo sconosciuto lontano da Harry fino a farlo arrivare a terra dall'altro lato della stanza.

Louis gridò agonizzante facendo svegliare immediatamente Harry. Gli ci vollero alcuni secondi per ricordare cosa fosse successo.

Louis che bussava alla sua porta, ferito e ghiacciato. Louis che lo pregava di non portarlo in ospedale. Harry che lo aiutava a riscaldarsi nella doccia. Lui che lo portava a letto per poi sedervisi. Addormentarsi di fianco al ragazzo ferito.

La mente di Harry si riconnesse non appena il ragazzo scorse Louis a terra gemendo in quella che sembrava pura agonia.

Harry alzò lo sguardo per la prima volta notando Niall in piedi vicino al ragazzo più basso. Sembrava completamente infuriato. Le mani erano strette in due pugni e respirava pesantemente. Per la prima volta nella sua vita, Harry pensò che Niall avrebbe potuto fare del male a qualcuno; e quel qualcuno era Louis.

"Niall, lascialo stare!" gridò Harry, andando nel panico al pensiero che il suo migliore amico potesse fare del male al ragazzo già ferito. "Non mi ha fatto niente." Saltò giù dal letto e corse verso Louis inginocchiandosi.

"Harry, va tutto bene, non lascerò che questo stronzo ti faccia ancora del male." Disse Niall. Harry spalancò gli occhi confuso alle parole di Niall. gli ci volle un momento per realizzare ciò che Niall stesse pensando. Il biondo pensava che Louis lo avesse costretto a fare qualcosa contro il suo volere.

"No, Niall! È ferito!" Disse Harry con voce soffocata. Prese tra le braccia Louis, che iniziò a singhiozzare contro il suo petto. Harry disegnò dei piccoli cerchi con la mano sulla schiena del ragazzo, cercando di confortarlo in ogni modo possibile.

"Louis, shh.. Non ti farà del male. Va tutto bene." Sussurrò all'orecchio di Louis. Harry passò una mano sulla sua fronte, scostandogli una ciocca di capelli dal viso.

Louis respirava velocemente, in sussulti pieni di dolore, mentre pregava con voce terrorizzata, "Per favore, non lasciare che mi tocchi. Per favore, non lasciare che mi tocchi."

Continuava a ripetere quelle parole, gli occhi serrati. Il suo respiro aumentava di velocità ancora e ancora, il panico puro mandava scariche elettriche alla schiena di Harry. Lo cullò tra le sue braccia lentamente.

"Lou, hai bisogno di calmarti." Gli disse Harry, cercando di eliminare ogni traccia di paura dalla propria voce. "Nessuno ti farà del male."

Il ragazzo stava diventando isterico, i suoi respiri erano sempre più rumorosi e rapidi.

Niall osservava la scena che si stava svolgendo davanti a lui, la rabbia completamente sparita e rimpiazzata da tanta paura. Non capiva cosa stesse accadendo. Cosa era accaduto a Louis da portarlo in iperventilazione? Fu con quel pensiero che Niall realizzò quanto il corpo di Louis fosse ferito e malconcio. Sentì lo stomaco attorcigliarglisi, pieno di senso di colpa, non appena realizzò quanto dolore avesse causato al suo compagno di squadra quando lo aveva scaraventato a terra.

Osservò Harry cercare di confortare il ragazzo singhiozzante. Il biondo sapeva di essersi perso molte cose durante quella settimana. Harry odiava quel ragazzo, ma ora, ora Niall riusciva a scorgere una nuova emozione negli occhi dell'amico; amore.

"Harry... cosa posso fare?" Chiese finalmente Niall.

C'erano alcune lacrime a scorrere sulle guance del suo migliore amico mentre teneva Louis stretto tra le braccia.

"C-chiama mia madre. Qualcosa non va."

Niall non perse tempo, prese il suo telefono dalla tasca dei pantaloni e compose il numero di Anne. Dopo soli due squilli sentì la sua voce soffice rispondere al telefono.

"Pronto?"

"Anne?" chiese Niall. "Sono Niall. Io ed Harry abbiamo bisogno del tuo aiuto."

Poté quasi sentire la donna corrucciarsi attraverso il telefono mentre ascoltava le parole di Niall. "Cosa c'è che non va?"

Niall non era sicuro di come spiegare la situazione alla donna che era come una seconda madre per lui. Fece del suo meglio per rimanere calmo e far capire al meglio l'intera faccenda, ma non importava quanto ci provasse, Anne riusciva a percepire la paura.

"Sto arrivando, tesoro. Sarò lì in un paio di minuti." Niall sospirò di sollievo mentre staccava la chiamata, felice che il lavoro di Anne fosse così vicino a casa. Rimase lì in piedi, continuando a guardare Harry stringere e carezzare il ragazzo sussurrandogli parole confortanti all'orecchio per calmarlo.

Ad un tratto la testa di Louis scattò in su, il pianto scomparso ed una nuova forma di terrore impressa nei suoi lineamenti.

"Non rie-riesco a... respirare..." Annaspò.

Harry gli prese il volto tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. "Va tutto bene, Louis. Stanno arrivando ad aiutarci. Solo continua a respirare."

Molti altri sibili fuoriuscirono dalle labbra del ragazzo. "...ti prego..."

"Louis, per favore! Mi stai spaventando!"

Gli occhi di Louis si spalancarono ancora mentre prendeva respiri sempre più corti e veloci. Il suo volto era pieno di dolore mentre stringeva convulsamente la mano di Harry, cercando di trovare un po' di conforto.

Niall ed Harry rilasciarono un sospiro quando sentirono il rombo di un'auto e subito dopo la porta d'ingresso venire aperta e richiusa.

Anne era lì. Avrebbe aggiustato tutto.

La donna si precipitò in camera e si inginocchiò vicino ai due ragazzi. "Harry tesoro, dallo a me."

Harry alzò lo sguardo per incontrare gli occhi amorevoli e rassicuranti della madre, e dopo un secondo di esitazione rilasciò Louis dalla sua stretta. Anne si portò il ragazzo in grembo. Louis continuava ad annaspare in cerca di aria, muovendo il braccio buono verso Harry.

"Louis, dolcezza, hai bisogno di calmarti e respirare. Rallenta." Istruì calma. Ripeté le precedenti azioni di Harry facendo scorrere una mano sulla guancia del ragazzo. Rafforzò la presa sulla mano destra del ragazzo, notando quanto stesse stringendo forte.

"Così, dolcezza, respiri lenti. Stai avendo un attacco di panico. Continua a respirare."

Respirò insieme a lui, facendo suoni rumorosi ed esagerati, e fu felice di costatare che Louis stava seguendo il suo ritmo. Lentamente, i respiri rallentarono e gli ansiti si trasformarono in piccoli sospiri dolorosi. Lo sguardo terrorizzato si dissolse e la presa sulla mano della donna si affievolì.

Harry sentì il proprio cuore smettere di scalpitare nel petto mentre guardava il ragazzo calmarsi. Non aveva mai visto nessuno così spaventato prima. Lo raggelò fino alle ossa.

"Mamma, starà bene?" Chiese Harry a bassa voce.

"Dovrei chiamare un'ambulanza?" Chiese Niall, sembrando leggermente scosso dalla situazione.

Il volto di Louis si scurì nuovamente dalla paura ed Harry parlò velocemente. "No! Non vuole andare in ospedale."

"Harry, piccolo, Louis ha un problema. Penso sarebbe meglio se lo portassimo da un dottore." Replicò Anne ragionevolmente, osservando il corpo ferito e malconcio del ragazzo ancora tra le sue braccia.

Louis iniziò a dimenarsi. "No, per favore, non fatemi andare lì."

Anne sospirò. "Tesoro, penso sia la cosa migliore da fare. Quella spalla non-"

"No!" Singhiozzò. "N-non posso. Per favore."

"Louis, shh, va tutto bene." lo cullò Harry, stringendo a sé il ragazzo in lacrime. "Nessuno ti farà fare niente senza il tuo consenso."

Harry rivolse a sua madre uno sguardo pungente mentre parlava. La donna sospirò ed annuì. Avrebbero parlato dell'ospedale quando il ragazzo si sarebbe calmato a sufficienza.

"Mia madre a volte fa volontariato all'ospedale, è praticamente un'infermiera." Disse Harry a Louis.

Louis guardò Anne con gli occhi colmi di lacrime. "Per favore, aiutami."

Quelle tre parole, sussurrate così piano e dolorosamente, spezzarono in due il cuore della donna. Le fecero contorcere lo stomaco. Il ragazzo aveva chiaramente passato esperienze terribili e non aveva nessuno ad appoggiarlo. Era chiaro che lui ed Harry avessero instaurato un rapporto da quella notte al campo di football. Non sapeva cosa fosse accaduto da portare Harry ad un totale cambio d'opinione nei confronti del ragazzo, ma lo sguardo nei suoi occhi le diceva che Harry teneva moltissimo a Louis.

Anne si sporse e con il tono più calmo e rassicurante che riuscisse ad assumere disse, "Louis, ora aiuterò Harry ad adagiarti sul suo letto così posso darti un'occhiata, okay?"

Louis le rivolse un debole cenno del capo, ed con movimenti attenti Harry e sua madre sedettero Louis sul letto.

Il cuore di Anne si ruppe nel notare tutti quei lividi e quei tagli durante il suo piccolo esame.

"Okay Louis, andrò a dare un'occhiata alle tue costole ora."

Anne si accigliò notando i segni scuri che ricoprivano l'addome del ragazzo. Fece scorrere gentilmente le dita sui suoi fianchi, fermandosi u momento solo per soffermarsi sul livido di un impronta di stivale. Posò le mani fermamente sulla sua cassa toracica e istruì il ragazzo a prendere respiri profondi.

Louis eseguì, ispirando ed espirando, procurandosi ondate di dolore che si espanse per il suo intero corpo.

"Okay, tesoro, va bene così. Sono abbastanza sicura tu abbia un paio di costole rotte. Le fascerò in modo da farle sentire meglio, okay?"

Louis annuì ed Anne raggiunse il kit di primo soccorso precedentemente recuperato da Niall. Tirò fuori alcune bende bianche ed iniziò ad avvolgerle fermamente all'addome del ragazzo, che trovò quasi immediatamente sollievo nel respirare.

Quando Anne finì di fasciarlo, portò l'attenzione sulla sua spalla. Notò subito il livido scuro. Vi fece scorrere le dita, costatando che l'osso non fosse effettivamente al suo posto.

"Louis, la tua spalla è gravemente slogata. Hai bisogno che un dottore ti faccia una radiografia, per poi rimetterla a posto." Spiegò.

La testa di Louis scattò in su a quelle parole. "Ma prima hai detto.. hai detto che non ci sarei andato."

"Louis, va tutto bene, vuole solo aiutarti." Disse Harry, cercando di calmarlo prima che il panico si impadronisse di lui nuovamente.

"Puoi aggiustarla tu." Disse Louis guardando dritto negli occhi confortanti di Anne.

La donna gli carezzò dolcemente il capo. "No, tesoro. Non posso."

"Non è poi così difficile. Mi è capitato altre volte. Tutto ciò che devi fare è portarla giù e poi premere riassestandola. Lo farei io stesso, ma mi viene difficile." Le rivolse uno sguardo supplicante, gli occhi colmi di lacrime.

Anne sentì lo stomaco annodarsi. Louis aveva bisogno di un aiuto medico, era ovvio a chiunque possedesse degli occhi. Non solo aveva evidenti ferite esterne, era convinta ce ne fossero anche altre internamente. Inoltre, la donna aveva paura che se avesse forzato il ragazzo a fare qualcosa contro la sua volontà, sarebbe potuto scappare e rimanere solo. Non avrebbe lasciato che accadesse.

Il pensiero di quanto dolore doveva star provando alla spalla la fece tremare.

Louis era un ragazzo molto, molto forte.

"Okay Louis, ci proveremo. Ma non l'ho mai fatto prima, ho solo assistito le altre volte." Spiegò, sperando che quell'informazione potesse spaventare il ragazzo dal farlo.

"Va bene, mi fido." Anne non poté fermarsi dal fare un mezzo sorriso. Sentiva che ottenere la sua fiducia non fosse impresa facile, ed il fatto che lui gliel'avesse concessa la fece sentire bene. Avrebbe aiutato quel ragazzo.

"Questo ti farà un po' male." Disse per poi guardare Harry. "Tienigli la mano libera."

Harry obbedì e strinse forte la mano di Louis tra le sue.

Anne gli afferrò il gomito. "Louis, sei pronto?"

Louis chiuse gli occhi ed annuì.

"Fai respiri profondi. Al tre."

Louis respirò il più profondamente possibile.

"Uno..."

Richiuse gli occhi.

"Due..."

Harry sussultò e strinse più forte la mano di Louis, cercando di prepararsi a ciò che la madre stava per fare.

"Tre!" esclamò la donna abbassando velocemente il braccio di Louis per poi riassestarlo, posizionando con successo la spalla di nuovo al suo posto.

Lo strillo emesso da Louis fu devastante. La mano di Harry stava per addormentarsi per quanto il ragazzo la stringeva forte, ma non gli importava. Era ben propenso a prendere una parte del dolore pur di dare un po' di sollievo a Louis.

Aspettarono che il respiro di Louis si regolarizzasse e che riuscisse ad aprire gli occhi prima di parlare.

"Come ti senti ora?" Chiese Anne.

Louis annuì, gli occhi ancora lucidi. "Si. Grazie."

Anne sorrise ed annuì, avvolgendo il braccio di Louis in una benda per aiutarlo con la guarigione. "Andrò a prenderti delle borse per i ghiaccio e degli antidolorifici. Harry, perché non lo fai stendere a letto?"

Harry annuì e guardò sua madre lasciare la stanza prima di voltarsi verso Louis. Lo aiutò a stendersi ed aggiustò i cuscini dietro la sua testa prima di coprirlo con le coperte e chiedergli se fosse comodo.

"Mhmm..." mugugnò. "Rimarrai con me, Riccio?"

Harry sorrise al soprannome. "Certo, Lou. Non ti lascio. Solo lasciami indossare qualcosa." Riferendosi al fatto che fosse ancora avvolto in un asciugamano.

Un soffice rumore venne fuori dalle labbra di Louis ed Harry camminò velocemente verso il bagno per cambiarsi indossando dei pantaloni di tuta ed una maglietta. Quando tornò in camera e si arrampicò sul suo letto, trovò il ragazzo esausto già profondamente addormentato. Harry portò le braccia ad avvolgerlo protettivamente prima di portarselo sul petto.

Non lascerò che ti facciano ancora del male.

 
 ~ 
Hola!
Non ho molto da dire, spero come sempre che la storia vi stia piacendo! Più tardi mi dedicherò alle recensioni, rispondendo a tutti.
 
Love you all.
-fedah
  
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