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Autore: lanterna_    10/09/2015    3 recensioni
[dal primo capitolo] Vedete, il problema di essere un Halliwell è proprio questo: tutti si aspettano sempre grandi cose da te – il che può anche essere una passeggiata se ti chiami Wyatt, visto che lui riesce a sterminare quindici Demoni in altrettanti secondi (secondi, capito? Non minuti, ore o anni. Secondi!), ma per me la cosa non è ugualmente semplice. [...]
Sono vivo. E non conosco nessuna Bianca. E Wyatt non è malvagio, è solo il solito fratello impossibile da raggiungere.
Non è malvagio, non è malvagio, non è malvagio...
{Chris/Bianca}
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bianca, Chris Halliwell, Un po' tutti, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XVI capitolo:
Ovvero
Perché dovrei ricordarmi più spesso di quanto è meravigliosa la mia famiglia




Morire è… strano.

Non saprei nemmeno come altro definirlo. Non è come ho sempre immaginato che fosse, non sento nemmeno più il dolore. Mi sento solo… incredibilmente stanco.

Quasi fatico a tenere gli occhi aperti. Ma no, devo farlo. Io tengo duro. Tengo duro perché mio padre è qui, al mio fianco, e per una volta non vuole abbandonarmi, non vuole lasciarmi e io anche… dio, anch’io non voglio lasciarlo. Non ora che abbiamo ricominciato, che abbiamo recuperato il nostro rapporto, non ora che eravamo così vicini, così vicini a fermare il futuro, a cambiarlo… Tengo duro perché lui è qui e me lo sta chiedendo, la voce rotta da un pianto che rischia di soffocarlo, a giudicare dal dolore sul suo volto.

«Non arrenderti, d’accordo?»

Vorrei, davvero,
vorrei potergli rispondere che non lo farò, ma mi sento così stanco, ormai. Tutto comincia ad oscurarsi davanti ai miei occhi.

«E neanche tu» dico invece, sperando che capisca quello che sto provando a dirgli.

Non arrenderti, non arrenderti, papà, anche se mi stai perdendo, salva almeno Wyatt, salva tutti noi.

Finalmente, riesco a chiudere gli occhi e quello che sento… a dir la verità, non sento più nulla. Morire non è affatto doloroso, ma forse è perché io non sto morendo. Sto…
scomparendo, in qualche modo, ed è perché non sono proprio mai esistito. Non ancora, non in questo tempo.

Dio, dio, sto scomparendo per sempre, non lascerò nemmeno una traccia in questo mondo. No, non è così che voglio andarmene, ti prego, ti prego, accetto la morte ma non la scomparsa, per favore. Un segno, un’orma, fa’ che rimanga.

Ma ormai mi è difficile persino pensare.

E il mio ultimo pensiero, io credo, è per Bianca. Una luce luminosa che accompagna il nostro matrimonio e forse il sorriso di un bimbo, non so. Un futuro felice, mentre la voce lontana di mio padre da qualche parte ancora piange per me.


È un poderoso schiaffo a riportarmi alla vita.

Apro gli occhi di scatto e in un primo momento vedo solo una luce fulminante che mi costringe a richiuderli, poi li riapro con più cautela, lentamente, e finalmente metto a fuoco qualcosa. «Bianca! Sei impazzita? Perché l’hai fatto?» le chiedo indignato, tirandomi su a sedere e puntando gli occhi sulla lampada che prima mi ha quasi accecato, per tornare poi a guardarla negli occhi mentre mi massaggio la pelle lesa della guancia, dove lei ha appena colpito con un terribile ceffone che probabilmente lascerà il segno delle cinque dita.

«Chris! Dio, ti sei svegliato!» urla, prima di gettarmisi addosso in un abbraccio che quasi non mi stritola. Io giuro che non ci sto capendo molto.

La abbraccio di rimando e le accarezzo debolmente la schiena per calmarla. «Cosa… cos’è successo?» le chiedo titubante.

Lei si separa da me quel tanto che basta per guardarmi negli occhi. «Urlavi nel sonno, e ti agitavi, sembrava che stessi facendo un incubo tremendamente violento. Allora ho provato a svegliarti urlando e scuotendoti, ma niente. E poi… c’è stato un momento in cui… ti sei fermato all’improvviso e… e sembravi morto, davvero. Eri pallido e respiravi a malapena!» Bianca distoglie lo sguardo per qualche secondo prima di continuare. «Allora ti ho dato uno schiaffo per svegliarti e ha funzionato» sospira di sollievo mentre io cerco di fare mente locale.

Un terribile incubo, dice? Io non ricordo nulla del genere, solo una gran pace alla fine, una sorta di irrealtà in cui mi sentivo quasi fluttuare e… effettivamente, mi pareva di essere morto. Che strano.

In ogni caso, ora mi sembra più importante concentrarmi su Bianca, che qui di fronte a me mi sembra incredibilmente agitata.

«Ok, va bene, va tutto bene» le sussurro all’orecchio, gentilmente, provando a calmarla. Solo in questo momento mi accorgo che indossa una mia maglia che le fa praticamente da vestito, e per qualche motivo mi sento attraversare da una grandissima scarica di calore. Le lascio un leggero bacio sulle labbra, gentile, delicato, e le sussurro che è bellissima. Non capisco bene se arrossisce o fa una smorfia, o entrambe, ma in ogni caso si allontana con un sorriso ed è tornata la Bianca combattiva di sempre.

«Comunque, dongiovanni dei miei stivali» mi prende in giro con un occhiolino e a me viene naturale ridere come non mi succedeva da molto tempo. Mi sento tremendamente in pace, in questo momento. «Io avrei un’idea per battere tuo fratello»

Il suo tono è ancora giocoso, ma io mi faccio serio d’un tratto. Una sensazione di strisciante pericolo si fa largo dentro di me e sono improvvisamente all’erta. La pace di un secondo fa sembra solo un lontano ricordo. «Che idea?»

Bianca non sembra accorgersi di questo mutamento, perché mi risponde sempre giocosa. «Te lo dico solo se mi prendi!» un nuovo occhiolino ed è già scomparsa.

Ma io, in qualche modo, so benissimo dov’è andata e non devo nemmeno pensarci per orbitare in soffitta. Lei infatti è lì, delusa che l’abbia trovata immediatamente, spintonandomi giocosamente, ma poi si limita a scoccare uno sguardo a quel po’ di pozione che è avanzata e si avvicina alla cartina, facendomi cenno di fare lo stesso.

Io la seguo ma non riesco a calmarmi, mi sento incredibilmente agitato e non so nemmeno il perché, come se ci fosse un pericolo imminente.

Bianca mi guarda in attesa, dondolando la testa a destra e a sinistra. «Cosa?» chiedo io, impaziente.

«Beh, mi pare ovvio, per prima cosa devi cercarlo, no?»

Io guardo prima lei e poi la cartina e improvvisamente il mio senso di allerta diventa terrore vero e proprio. «Perché?»

«In che senso?»

«Per fare cosa? Cosa vuoi fare dopo averlo trovato?»

«Te lo dico solo dopo!» mi risponde, ancora giocosa, e probabilmente si accorge del mio stato d’animo solo quando la guardo duramente negli occhi e le afferro i polsi, incitandola a ricambiare il mio sguardo. La sua espressione muta immediatamente in una guardinga.

«No, Bianca! Dimmelo ora» il mio tono è incredibilmente urgente.

«Va bene» risponde lei, guardandomi stranita e liberando i polsi dalla mia presa. «Io credo che l’unica arma che abbiamo contro di lui sia… sia l’effetto s-»

«Sorpresa!» la interrompo prima che finisca. Scuoto vigorosamente la testa e barcollo un po’ all’indietro mentre il ricordo del mio sogno finalmente mi torna in mente. Anzi, sogni, perché l’ho fatto ben due volte.

Sempre uguale, sempre assolutamente tragico.

Mi ci vuole meno di un secondo per scandagliare i ricordi dell’altro Chris e confermare quello che già so. Questo non è un suo ricordo. In qualche modo, è una premonizione. Seguire il piano di Bianca vorrebbe dire andare incontro alla morte, per entrambi.

«Chris, cosa… ?» prova lei preoccupata, allungando debolmente una mano verso di me.

«Bianca… io…» la mia voce è titubante all’inizio, ma poi incredibilmente decisa mentre continuo. «Fidati di me, non andrebbe a finire bene»

«Perché dici così?» mi chiede lei, avvicinandosi.

«Non è importante, ma non può funzionare, devi credermi. Dobbiamo trovare un altro modo»

«Ah sì, e quale?» mi chiede, quasi sprezzante. «Chris, so che è un’idea assurda, ma è l’unica che abbiamo. Wyatt è molto più potente di tutti noi, lo sai benissimo, non c’è altro modo!»

«Ho detto di no!» stavolta quasi urlo, e Bianca fa istintivamente un passo indietro. Io non posso farci niente, non posso assolutamente permettere che le accada nulla di male. Non un’altra volta.

«Lasciami… lasciami solo modo di pensarci, ok? Io… troverò un’altra maniera, qualcos’altro che…»

«Che dici, noi possiamo aiutare?»

Mi volto di scatto, sentendo la porta aprirsi e la voce sarcastica di zia Paige. «Zia!» urlo per salutarla, senza riuscire a nascondere la mia sorpresa.

Zia Paige mi sorride ed entra completamente nella stanza, seguita da zia Phoebe e poi zio Coop, e poi Prue e le gemelle e mio padre e tutti gli altri e per ultima Mel, la mia sorellina, che mi sembra di non vedere da decenni e mi corre incontro abbracciandomi con un sorriso.

Io non so cosa dire.

È incredibile. Incredibile come fino a un momento fa mi sembrasse di essere incredibilmente solo, come mi fossi dimenticato di tutti loro, in pratica, perché credevo che questa fosse una mia battaglia, un peso che potessi portare solo io.

Solo ora, vedendoli tutti qui, riuniti di fronte a me, mi sembra di ricordare che anche loro hanno perso una sorella, o una zia, un’amica, che anche loro vedono il proprio nipote o cugino trasformarsi in un essere orrendo, che anche loro sono tanto coinvolti quanto lo sono io. Improvvisamente, mi sento di nuovo incredibilmente speranzoso, fiducioso come non lo ero da quando tutta questa storia ha avuto inizio, da quando è morta la mamma.

«Fino ad ora hai voluto fare tutto da solo, Chris. Ma è tempo che anche noi scendiamo in campo!» dice zia Paige, la voce decisa che la contraddistingue sempre.

«Giusto!» rincara la dose zia Phoebe. «Non avremo più il potere del Trio, ma abbiamo il potere dei… quanti siamo? Un centinaio?» dice e tutti scoppiano a ridere per un momento.

In questo momento la porta si apre di nuovo ed entra una Pauleen completamente trafelata, un brutto taglio sulla guancia ancora sanguinante.

«Pauleen!» la accoglie immediatamente mio padre. «Cosa ti è successo?» le chiede, il tono più gentile, imponendole una mano sul volto per curarle la ferita.

«W-Wyatt…» la voce di Pauleen trema paurosamente. «Wyatt è venuto da me, accompagnato da due Demoni che… giuro, rispondevano ai suoi ordini. Io… io non potevo credere ai miei occhi»

Un’unica lacrima solitaria abbandona gli occhi di Pauleen, e lei se l’asciuga sprezzante. Mel mi si stringe più forte addosso, e io a mia volta rafforzo il mio abbraccio, cercando di farla sentire al sicuro. Bianca, al mio fianco, mi lancia uno sguardo preoccupato.

«Vaneggiava sul fatto di diventare il Re degli Inferi, o qualcosa del genere» continua Pauleen, sedendosi su una vecchia poltrona smessa con gli occhi di tutti puntati addosso. «E lui… voleva che io fossi la sua Regina. Ma naturalmente mi sono rifiutata, e allora lui… lui ha ordinato a Excalibur di sfregiarmi, e poi è scomparso minacciando che la prossima volta non avrebbe avuto la stessa pietà»

Solo a questo punto scoppia a piangere e si copre il volto con le mani. Mel le corre immediatamente incontro ad abbracciarla, mentre sia Prue che la zia Phoebe fanno una smorfia di dolore, probabilmente avvertendo la disperazione di Pauleen.

«Ora basta, Chris» sorprendentemente, è lo zio Henry a parlare. «Ci devi la verità. Cosa sta succedendo a Wyatt?»

Io sospiro e guardo ognuno di loro, soffermandomi poi proprio su Pauleen, che ora ha alzato il volto e mi guarda, gli occhi ancora lucidi ma fiduciosi. È quello sguardo che mi convince a parlare. Quello e la mano di Bianca, che silenziosa va a stringere la mia.

«Beh, è una storia piuttosto lunga» inizio con un sospiro.

Ma una volta che comincio, in realtà è piuttosto facile. Racconto loro tutto, come l’ho vissuto in prima persona, cominciando dai miei sogni inquietanti fino ad arrivare a ogni nuovo indizio che scoprivo, i ricordi dell’altro Chris (Bianca mi lancia uno sguardo che sembra offeso. Forse perché fino ad ora non le avevo detto nulla a riguardo, e non so nemmeno se di proposito), la morte di mamma (tutti abbassano lo sguardo o stringono i pugni), la storia di Zaltor e dell’amuleto, fino ad arrivare al mio ultimo tentativo, miseramente fallito, di fermare Wyatt.

Ci avrò messo un’ora, forse di più, a raccontare, e ora mi manca il fiato. Alzo lo sguardo sui miei parenti e noto solo facce sgomente o preoccupate.

Alla fine, è Prue a riprendere la parola. «Quindi?» chiede, lo sguardo combattivo. «Ora che si fa?» guarda solo me, quasi si aspetti che io abbia tutte le risposte.

Ma non è così, affatto. «Non lo so!» quasi urlo, lasciando infine la mano di Bianca che non mi ero nemmeno accorto di tenere ancora stretta, per andare a stringermi i capelli. «Non lo so. Wyatt è incredibilmente più forte di ciascuno di noi, lo sapete bene. Non so proprio come…»

«Beh, non più forte di tutti voi messi assieme, no?» chiede zio Henry, convinto.

Zia Paige scuote la testa. «Non ne sarei così sicura, soprattutto se viene affiancato da chissà quanti Demoni»

«Giusto» conferma zia Phoebe. «Probabilmente a quest’ora avrà conquistato la lealtà di metà degli Inferi»

«Ma allora…? Come…?»

«Servirebbe un potere ancora più grande, qualcosa che nemmeno Wyatt possa eguagliare» propone Bianca, alzando le spalle.

«Dubito che esista un potere così, una sorta di potere ‘più grande’» scuoto la testa, scoraggiato.

«Io… io ho letto qualcosa del genere!»

«Cosa?»

«Sì, sì, te lo giuro, Chris!» salta su mia sorella, improvvisamente eccitata, correndo verso il Libro.

«Di cosa stai parlando, Mel?» chiede mio padre, aggrottando le sopracciglia.

Ma lei non risponde, si limita a sfogliare febbrilmente il Libro, avanti e indietro, finché, dopo un po’, non trova quello che sta cercando.

Sorride vittoriosa mentre alza il Libro in modo che tutti possiamo leggere. Il Libro delle Ombre è aperto sulla pagina dedicata al venerdì 13 e a uno dei Demoni più famosi e pericolosi di sempre, Barbas, il Demone della paura.

Ma Mel non indica nulla di tutto ciò. Piuttosto, punta il dito su una scritta nera quasi in fondo alla pagina.

Per liberarvi delle vostre paure, dovete aver fede nel più grande di tutti i Poteri.



Note dell’Autrice:


Ok, no, non state sognando, ho davvero aggiornato questa fanfiction dopo… quanto? Più di un anno? Quest’anno è effettivamente stato pazzesco, e per via della maturità e poi di un viaggio e poi per il pensiero dell’università… beh, diciamo solo che la fic non è stata il mio primo pensiero.
Ma in questi giorni mi è tornata l’ispirazione, così, all’improvviso, e del resto vi avevo promesso che, anche a distanza di secoli, sarei sempre tornata, no? Così eccomi di nuovo qui! :)

Detto questo, parliamo un po’ del capitolo. Allora, la scena iniziale, come credo abbiate capito tutti, è tratta dall’ultima puntata della sesta stagione, il momento della morte di Chris (ma perché, perché l’hanno fatto morire?), mentre l’ultima frase è presa dall’episodio 1x13, ed è davvero scritta sulla pagina di Barbas. Chi si ricorda perché e come la puntata va a finire, probabilmente può, almeno un po’, immaginare cosa ci sarà nel prossimo capitolo ;)

Detto questo, ci avviamo definitivamente alla conclusione. Mancano due (o forse tre, a seconda se sceglierò se aggiungere un epilogo) alla fine della storia, e finalmente scopriremo tutte le risposte mancanti, comprese quelle alle domande che già credete risolte!

Penso di aver detto tutto. Ovviamente non vi biasimo se avrete tutti abbandonato la storia, ma se così non fosse, vi ringrazio perché continuate a leggermi nonostante tutto! Grazie a chiunque legga, recensisca o abbia inserito fra preferite/ricordate/seguite! Grazie di cuore, davvero!

Ci vediamo alla prossima,


Lanterna_
  
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