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Autore: Cat_Writer    11/09/2015    7 recensioni
E se Shinichi e Ran non fossero amici d'infanzia?
E se Shinichi si trasferisse a Tokio da Osaka?
Cosa porta Shinichi a Tokio?
TRATTO DAL CAPITOLO 4:
“- non lasciarmi qui da sola, per di più al buio -”
“- torno subito, tu non muoverti -” rispose lui sorridendo.
Stava per andare, quando un altro tuono, più forte degli altri
squarciò il cielo, illuminandolo.
Ran saltò in aria dallo spavento, senza rendersene conto
tirò a se Shinichi, che, non aspettandoselo perse l'equilibrio cadendole addosso. Erano molto vicini..

[....]
TRATTO DAL CAPITOLO 6:
[….]
Ran lo guardò negli occhi con rabbia. Non ne poteva più di sentire quelle parole che, alle sue orecchie erano false e inutili.
“- Adesso basta -” il suo tono erano notevolmente alto, Shinichi s'interruppe, vedendo nei suoi occhi tanta rabbia e altrettanto dolore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL GIOCO DEL DESTINO

CAPITOLO DODICI


- Giù la Maschera - Parte Due -

Akira, li aveva costretti a rientrare nel magazzino, puntando loro una pistola. Ran si strinse a
Shinichi intimorita, quest'ultimo rafforzò la presa attorno la vita stringendola ancora di più al suo
corpo e facendole sentire il suo calore familiare accompagnato dal suo profumo.

“- Pensavo di essermi liberato di te, sai?-” ruppe il silenzio Akira con tono tranquillo e pacato.

“- Sono un detective, non è facile liberarsi di me -” rispose il sopracitato detective mantenendo il
suo invidiabile sangue freddo.

“- Io farò un'eccezione -” rispose irritato il biondo, riservando al giovane detective uno sguardo
carico d'odio.

“- Lo vedremo -” rispose semplicemente Shinichi, con sorrisino di scherno e sfida a contornargli il
viso.

“- Come ci hai trovati?-” chiese Akira.

“- Te lo già detto, sono un detective ed ho fiuto nel trovare i criminali -” rispose nuovamente
calmo e pacato.

“- Non fare lo spiritoso e rispondi alla mia domanda -” replicò adirato puntando la pistola
dinanzi a loro.

“- Sistema GPS -” sorrise Shinichi all'espressione stupita di Akira.

“- Cosa?-” chiese infatti il ragazzo.

“- Sapevo che avresti compiuto un gesto sconsiderato verso Ran, così ho inserito un
piccolo sistema GPS, e ti ho localizzato -” rispose serio, scrutandolo come faceva con i criminali
che aveva davanti quando risolveva un caso.

“- Pensavi davvero che nessuno avrebbe scoperto nulla? Che avresti compiuto la tua
vendetta tranquillamente? Beh, sbagliavi. Non hai considerato me, sottovalutandomi, e hai
ignorato gli errori che hai fatto -” replicò Shinichi duro.

Akira rimase senza parole con occhi sbarrati, strinse con forza la pistola, le nocche divennero
bianche.

“ Quel detective ficcanaso ha capito tutto..” pensò con odio.

Inaspettatamente però il biondo rise. Rise sguaiatamente rasentando la follia.

“- Bravo, i miei complimenti detective. E cosa avrei sbagliato?-” chiese dopo aver finito di
ridere, battendo le mani per complimentarsi della sua deduzione, alquanto brillante.

Shinichi stette zitto stringendo la presa su Ran, doveva resistere e se tutto fosse andato nel
verso giusto si sarebbero salvati.

“- Allora, non parli? Cosa c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?-” chiese derisorio.

Shinichi mantenne il silenzio, doveva solo aspettare che..

Due spari lacerarono l'aria. Il biondo aveva sparato al soffitto.

La pazienza di Akira era al limite, troppo arrabbiato non si accorse che Shinichi sorrise
impercettibilmente.

“- Allora ti decidi o no? La prossima volta non mirerò al soffitto, sappilo -” disse scontroso il
biondo.

“- D'accordo, se ci tieni tanto -” replicò calmo il detective.

“- Comincio dicendo che non mi sono mai fidato di te e che non ti ho mai trovato molto simpatico-”
iniziò beffardamente il detective dell'est.

“- Lo stesso vale per me, non credere -” replicò Akira, ma Shinichi non vi badò molto e continuò..

“- Avevo un brutto presentimento, così ho cercato di avvertire Ran, ma senza successo..-” fu
interrotto dalla risata derisoria di Akira.

“- Oh si, bello spettacolo davvero. Mi sono divertito un sacco sapete?-” chiese a nessuno in
particolare continuò a ridacchiare come una iena.

“- Ci hai spiati?-” intervenne Ran a quel punto con tono carico di rabbia.

“- Uh, che parolone Ran. Devo ammettere che hai grinta angelo, sopratutto quando lo hai
insultato-” continuò Akira.

Shinichi si trattene dal saltargli a dosso, per lo sguardo che il biondo aveva riservato a Ran.
Pieno di lussuria e malizia.

“- Iniziai a fare le mie ricerche, partendo dall'anagrafe. E indovina un po'? Il foglio
anagrafico legato alla tua nascita era stato modificato. E quando chiesi l'originale mi dissero
che era in America. -”

Akira smise di ridere e lo osservò con odio.

“- Sapevo che avevi cambiato cognome, utilizzando quello di tua madre e non quello di
tuo padre. Avevi fatto sparire ogni traccia dei nomi dei tuoi genitori, ma hai dimenticato il foglio
originale in America, o forse dovrei dire a Detroit?-” continuò Shinichi scrutando il volto di
Akira farsi paonazzo.

“- Non contento andai al liceo Teitan, per cercare i tuoi fascicoli studenteschi e indovina cosa
trovo? Il tuo piano di studio è molto avanti rispetto a quello del nostro anno, è mi sono
chiesto: perché avrebbe dovuto chiedere a Ran di aiutarlo? Volevi semplicemente avvicinarti a lei
senza destare sospetti, volevi ottenere la sua fiducia in modo da agire e compiere questa
vendetta che porti avanti da oltre due anni -” concluse Shinichi serio.

Akira tremava di rabbia, quel detective aveva capito tutto. Aveva programmato tutto nei minimi
dettagli e quello stupido aveva rovinato ogni cosa!

“- Il modo migliore per saperne di più era andare a Detroit. Così partì e mi recai immediatamente
all'anagrafe. Il foglio presentava i dati originali e i nomi dei tuoi genitori: tua madre Aoko Nishimoto
e tuo padre Takairo Yoshina. All'inizio nessuno dei due nomi mi colpì, solo dopo esser uscito
dall'anagrafe quello di tuo padre iniziò a suonarmi familiare ed avevo ragione..-”

“- Ricercai su internet il nome di tuo padre e un paio di articoli attirarono la mia attenzione, quello
che annunciava il suo arresto e quello che annunciava la sua morte-” concluse Shinichi.

Akira gridò, in quel grido erano rinchiusi la rabbia, il dolore, l'odio.

“-Sta zitto!-” urlò prendendo a calci la sedia dove poco minuti prima vi era seduta Ran.

La ragazza impaurita per lo scatto d'ira del biondo si appoggiò al petto del detective.
Sentiva il cuore di Shinichi battere furioso e solo allora si accorse che nonostante sembrava
sicuro di sé, era in verità teso e allerta.

“- Tu mi hai chiesto di sapere ed ora mi ascolti. Iniziai a rimuginare su tutta quella storia e
chiamai Hattori chiedendogli notizie su Takairo Yoshina, andai anche al tuo vecchio liceo
ottenendo varie informazioni su di te e su tuo zio Kendo Yoshina, il tuo complice che agiva qui da
Tokyo mentre tu eri ancora a Detroit-” spiegò il detective, sotto lo sguardo stupito di Akira.

“- Appena ricevetti l'e-mail di Hattori capii tutto-” disse infine.

Akira applaudì nuovamente con scherno.

“- Ma bravo, hai capito tutto -” disse solamente.

“- Tale padre, tale figlio -” continuò Shinichi.

“- Non nominare mio padre -” urlò imbestialito.

“- Tuo padre era un criminale, faceva parte di un clan mafioso e spacciava droga, Akira. Lui ha
fatto il suo lavoro, pensi che la vendetta te lo riporterà indietro?-” cercò di farlo ragionare il
detective.

Ma il biondo non volle sentire ragioni.

“- Mio padre amava la sua famiglia, amava me e mia madre ed era pronto a morire per salvarla.
Lui era pronto a tutto per noi. Ma poi..è arrivato il padre di quella stupida ragazzina e lo ha portato
via, e dopo poco più di due mesi lo hanno ammazzato -” parlò con odio e rancore, guardò Ran come
se fosse stata la colpevole di tutto.

Ella si ritrasse impaurita, Shinichi la strinse per rassicurarla.

“- Mio padre è stato ucciso, è morto. Se quel poliziotto non lo avesse arrestato lui sarebbe
ancora vivo. Mia madre sarebbe ancora viva -” urlò a pieni polmoni piangendo.

“- Mia madre tre mesi dopo la morte di mio padre si uccise, non era in grado di sopportare tutta
quella sofferenza. A sette anni ero orfano di entrambi i genitori, eri piccolo e non capivo. Così
con mio zio mi trasferì a Detroit per i prossimi dodici anni rimasi lì. A sedici anni cercai di capire
come morirono i miei e grazie a varie ricerche e il racconto di mio zio, meditai la mia vendetta. Mi
dissi, perché non fare provare al caro Mouri Kogoro lo stesso dolore che provai io..-” parlava
a ruota libera, con lo sguardo assente e perso nel vuoto.

“-..chiesi a mio zio di aiutarmi, anche lui odiava il caro Kogoro, decise così di trasferirsi
nuovamente a Tokyo, e sotto mie istruzioni iniziò dopo aver pedinato il detective, a spedire le
lettere minatorie. Il piano prevedeva solo l'eliminazione di Kogoro, ma poi..mio zio mi parlò
di sua figlia, ed è lì che nacque l'idea. Se avessi ucciso la sua adorata figlioletta, lui avrebbe
sofferto come me. Se poi sapesse che la colpa era la sua, sarebbe impazzito. Mio zio, iniziò a
pedinare la ragazzina e spedì al detective quelle lettere e foto. Gli chiesi di non fare altro, di
lasciare le acque tranquillizzarsi, e che ci avrei pensato io-” spiegò con voce incolore, come se
lui non fosse realmente lì con loro.

Ran provò pena per Akira, aveva sofferto tanto nella sua vita. Non voleva di certo giustificarlo, no
questo no, ma, nessuno dovrebbe vivere tutto questo.
Nessuno dovrebbe annullare la sua vita e vivere di vendetta e d'odio.
Poiché queste emozioni ti corrodono l'anima, il corpo, la mente e il cuore. Sono un veleno
mortale, ti inaridiscono e spengono quella luce che la vita ti dona. Muori giorno per giorno e
perdi te stesso, rimani imprigionato perdendo ciò che la vita ti potrebbe offrire.

“- La vendetta non è la soluzione Akira, sei ancora in tempo. Puoi ancora tornare indietro e e
scegliere, non commettere uno sbaglio, non rovinarti la vita sei ancora un ragazzo -” le parole
di Shinichi erano serie ma sincere e il detective sperava che il ragazzo biondo l'ascoltasse.

Akira fu colpito da ciò che il detective aveva appena detto, forse aveva ragione. Forse aveva
sbagliato tutto e aveva sacrificato gli anni dell'adolescenza dietro qualcosa di troppo grande.
Forse..
Il rumore delle sirene della polizia si espanse nell'aria forte e chiaro, confondendo i tre ragazzi.
Akira fu preso dal panico, e tutto accadde in un secondo.
Un colpo di pistola partì.

“- NO -” un urlo di dolore lacerò l'aria.




 
ANGOLO AUTRICE

Salve =D
ecco qui il penultimo capitolo
di questa storia..
Ed ecco qui tutta la verità..
cosa ve ne pare?
Banale? Orribile? Passabile?
Sono super ansiosa >_<
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo
piango T_T
Mi mancherà questa storia...
Voglio ringraziare tutti coloro che leggono,
recensiscono,
seguono, preferiscono,
e ricordano questa storia!!!
GRAZIE!!!
Un abbraccio, alla prossima :-*

Ps: risponderò alle recensioni del capitolo precedente adesso :)



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