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Autore: Carme93    11/09/2015    1 recensioni
Una nuova generazione alle prese con la propria infanzia ed adolescenza, ma anche con nuove minacce che si profilano all'orizzonte. I protagonisti sono i nuovi Weasley e Potter, ma anche i figli di tutti gli amici che hanno partecipato alla decisiva Battaglia di Hogwarts. Da quel fatidico 2 maggio 1998 sono ormai trascorsi ventun anni...
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo sedicesimo
 
La festa dell’amicizia
 
«Grazie Benedetta» disse James con un ampio sorriso.
La ragazza arrossì per un momento ed imbarazzata ricambiò il sorriso e disse:
«Abbiamo fatto il lavoro insieme, non mi devi ringraziare… Comunque sei bravissimo a disegnare! Non lo sapevo».
«E’ un passatempo per me… Comunque zio Neville era contentissimo! Non solo ho fatto un compito per bene, ma ho anche preso il massimo dei voti… Certo che ti devo ringraziare!».
«No, sono io che devo ringraziare te… Non avrei portato a termine il compito con Christopher».
Gli sorrise così dolcemente che James sentì il cuore martellare nel petto. Non aveva mai provato nulla del genere davanti a nessuna ragazza. Avrebbe voluto schermirsi affermando che l’aveva fatto con piacere e simili cose, che in effetti sarebbero state sincere, ma si ritrovò ad annuire ed a sorridere come l’idiota.  Christopher Belson era un loro compagno di Casa, ma era così viziato, ricco ed arrogante che nemmeno James, che era la personificazione della Socialità, riusciva a sopportare. Naturalmente Neville ne era al corrente, ma aveva deciso di accoppiare uno studente più capace con uno meno. Aveva agito in buona fede: in fondo Benedetta era una delle sue migliori studentesse e Christopher decisamente il peggiore; ma vista l’incompatibilità tra i due ragazzi alla fine aveva desistito e James si era proposto subito per sostituirlo con la scusa degli allenamenti del Quidditch che rendevano difficoltosa la sua collaborazione con una Corvonero.
 «Ti devo anche un sette in pozioni» aggiunse lei, mentre insieme a Tylor e Danny si avviavano verso il castello.
«Ed io non avrei recuperato in tutte le materie» poi colse l’espressione degli amici e tacque arrossendo. Danny lo trattenne per un attimo e Tylor gli sussurrò: «Datti una mossa!». James si divincolò e procedette senza guardarli. Lo stressavano da settimane!
«Benedetta», chiamò, la ragazza era rimasta in disparte vedendoli discutere tra loro, «Ti va di andare al Ballo dell’Amicizia con noi?». Ignorò lo sguardo assassino degli amici.
«Ehm, ok va bene, grazie».
Con cuore che gli esplodeva nel petto James si avviò al castello. Il ballo dell’Amicizia era una nuova tradizione che la professoressa McGrannit aveva istituito poco dopo la Battaglia di Hogwarts e la ripresa delle lezioni: la situazione era molto tesa, soprattutto vi era un atteggiamento duro contro i Serpeverde da parte delle altre Case. Lo scopo della festa è stato fin da principio quello di spingere le Case a riavvicinarsi e soprattutto di creare contatti amichevoli con i Serpeverde. All’inizio era stato molto faticoso, perché le ferite lasciate dalla guerra erano troppo profonde, poi con il trascorrere del tempo il messaggio sulla necessità di collaborazione tra le Case e l’importanza di non fare discriminazioni sullo stato di Sangue aveva cominciato a penetrare. Ancora, a distanza di molti anni, la professoressa McGranitt non aveva raggiunto pienamente il suo obiettivo, ma il clima era molto più rilassato e non era certo strano vedere un Serpeverde ed un Grifondoro essere particolarmente amici o mangiare allo stesso tavolo.
*
«Frank, sei sicuro? Non mi sembra una buona idea… Che vuoi che ci dica?».
«Non c’è nulla di male nel chiedere! E’ il suo lavoro… Se non è compito suo ce lo spiega».
Gretel Finnigan era una ragazzina esile e minuta, sorrideva sempre di fronte agli altri, ma solo i suoi amici più fidati, Frank e Roxi, sapevano che c’era qualcosa che la tormentava. Ed adesso Frank si era fissato di dover risolvere il problema. La verità è che lei era solo stupida, ed alla stupidità non vi è cura.
«Frankie…». Gretel si zittì mentre entravano nell’ufficio di Madama Chips, Frank la tirò di lato appena in tempo cosicché non fu colpita dai frammenti di vetro della finestra.
«GOYLE SEI IMPAZZITO?!» urlò l’infermiera.
Vincent Goyle era in piedi davanti a lei con la bacchetta puntata e con un ghigno divertito scappò via. Frank e Gretel osservarono la donna infuriata; il ragazzino stava per andarsene per evitare che l’ira funesta si abbattesse su di loro, ma poi vide che la mano dell’infermiera era ferita e lei stava armeggiando con il disinfettante, ma aveva difficoltà ad aprirlo con la mano sinistra.
«Madama, permette?» chiese, nonostante la parte auto conservativa di lui gli diceva di andarsene, visto che la donna aveva un caratteraccio normalmente, figuriamoci in quel momento. Infatti lo guardò male per un attimo, poi sospirò e gli porse la boccetta. Frank di sua iniziativa, sperando che non l’avrebbe ucciso, prese anche un batuffolo di cotone, lo bagnò e glielo porse. Si allontanò dalla scrivania, mentre lei disinfettava la ferita e poi la faceva sparire con un gesto impacciato della bacchetta, visto che usava la sinistra. Madama Chips sospirò di nuovo, poi disse:
«Grazie Paciock, vado a fare due chiacchere con la Preside. Aspettatemi qui».
Gretel lanciò un’occhiata supplichevole all’amico, ma lui non si mosse e si limitò ad annuire. Quando l’infermiera lasciò la stanza estrasse la sua bacchetta e mormorò:
«Reparo». La finestra tornò perfettamente intatta.
«Sei troppo buono… Urla sempre con tutti quella e poi quando veniamo qui, dice sempre che cerchiamo un modo di saltare le lezioni… Andiamocene» borbottò Gretel.
«No, non fare come gli altri! Non è cattiva, è solo burbera… Ed è vero che spesso si vieni qui per trovare una giustificazione per saltare le lezioni impunemente… E’ un’ottima infermiera, figurati se non capisce subito se uno sta male sul serio o si è mangiato una Pasticca Vomitosa!».
«Sei troppo buono» ripeté lei imperterrita.
Rimasero in silenzio per il resto del tempo. Frank si guardò intorno e vide che Goyle aveva buttato a terra il registro delle visite e vari fogli di pergamena. Si abbassò e li raccolse; mentre li riappoggiava sulla scrivania la donna rientrò. Sembrava più tranquilla di prima, osservò la finestra e la stanza tornata in ordine. Sorrise lievemente.
«Grazie» disse per poi osservarli criticamente.
Frank abbassò lo sguardo intimidito, anche se in fondo sapeva di non avere nulla di cui preoccuparsi. Non era a conoscenza delle motivazioni che avevano spinto quel ragazzino a comportarsi in quel modo, ma dalla sua espressione sembrava che l’avesse fatto per mero divertimento e cattiveria. Sua sorella non poteva sopportarlo e per quel poco che aveva visto doveva essere molto viziato: insomma suo padre era la persona più buona del mondo, ma se lui od una delle sue sorelle avesse commesso un simile atto di vandalismo si sarebbe infuriato come non mai.
«Che cosa volevate?».
«Credo che Gretel abbia un problema ed ho pensato che lei sarebbe stata in grado di dirci di che cosa si tratti».
Madama Chips lo osservò sorpresa, poi disse:
«Ditemi».
*
«Molly?!».
Le labbra dei due ragazzi si staccarono ed i due si voltarono verso la luce della bacchetta di Dominique Weasley. Molly impallidì, non aveva nemmeno controllato chi fosse di ronda quella sera. La cugina abbassò lievemente la bacchetta in modo da non accecarli ed aspettò interrogativa. Erano circa le undici e mezza e nessuno dei due avrebbe dovuto trovarsi lì. Molly non sapeva che cosa dire e boccheggiava, mentre il ragazzo sembrava perfettamente a suo agio.
«Domi», intervenne il Prefetto di Tassorosso che era con lei, «so che è tua cugina, ma dobbiamo fare rapporto lo sai… E’ anche una Caposcuola!».
«Sta un po’ zitto», replicò lei osservando la cugina con senso di trionfo crescente, «Noi non abbiamo visto niente ed ora ce ne andiamo». Avrebbe costretto la cugina a farle i compiti di erbologia fino alla fine dell’anno.
«Domi! Come Prefetti abbiamo dei doveri!».
Dominique si voltò a guardarlo minacciosa: «Se non fai come dico io, ti giuro che ti cancello la memoria!».
«Non mi puoi minacciare… Ti giuro che vado dal professor Mcmillan e…».
«E? Cosa? Sta zitto che è meglio» lanciò a Molly un’ultima occhiata e trascinò via il compagno.
*
 «Dobbiamo assolutamente trovare il topazio» borbottò Rose, mentre Albus alzava gli occhi al cielo esasperato.
«La devi smettere con questa storia! Hai restituito il libro?».
«No, Al. Non capisci che probabilmente nessuno sa che esiste! Ecco perché non aveva alcun incantesimo di protezione».
«Ehm Rosie, ascolta… Stanno per iniziare le vacanze di Natale, non mettiamoci nei guai gli ultimi giorni… Cercheremo il topazio al nostro ritorno» intervenne Scorpius e la ragazzina lo osservò fissamente per qualche secondo. Tutti, e soprattutto Scorpius, temettero che l’avrebbe affatturato, invece alla fine annuì e disse:
«Sì, hai ragione Scorp. Anche perché devo rifletterci per bene… Rilassiamoci, siamo in vacanza».
«In verità domani avremo la verifica di Trasfigurazione» le ricordò Albus e stavolta la cugina aveva messo la mano in tasca per prendere la bacchetta, ma fu salvato da Lily che si sedette vicino a loro e minacciò Elphias con una forchetta.
«Non ti vergogni?!».
Il ragazzino alzò gli occhi dalla rivista di Quidditch che stava sfogliando e la osservò interrogativo.
«Al! Il tuo migliore amico rimarrà qui da solo durante le vacanze».
Albus abituato agli attacchi isterici di famiglia aveva continuato imperterrito a studiare, ma sentito ciò pose tutta la sua attenzione sui compagni: «Eh? E’ vero Elphias?».
Lui sospirò ed annuì: «Sì, è vero. Mio padre sarà all’ estero per lavoro e mia nonna mi ha caldamente invitato a starmene fuori dai piedi».
«Embè?» chiese Rose.
«Amico ti rendi conto che qui non rimarrà quasi nessuno?» interloquì Alastor.
«Lo sai che a casa mia c’è sempre posto» aggiunse Albus serio.
«Lo so, lo so. La potete smettere? Mia nonna non vuole che mi muova da qui! Non mi daranno il permesso e se lo faccio finirò nei guai. Non si può uscire da Scuola senza permesso… Ed ora scusate ma non ho più fame, devo ancora ripetere Trasfigurazione… Ci vediamo su».
Non era vero che doveva ripetere, l’avevano fatto tutti insieme nel pomeriggio ed Elphias non continuava mai a farlo fino a tardi come Albus od Alastor.
«Che facciamo?» domandò quest’ultimo.
«Lo schiantiamo e lo mettiamo di nascosto nel baule, così non potranno rimproverarlo».
«Certo come no, Rosie… Sai che il rapimento è reato?» replicò Scorpius ridendo.
«Ma lui sarebbe d’accordo e felice… Non faremmo del male a nessuno».
«Questa è simulazione di reato… Ma scusa tuo padre non fa l’Auror?».
«Vuoi fare il magiavvocato?» chiese lei di rimando, assottigliando gli occhi in maniera minacciosa.
«Scorpius, attento che diventi la sua cena» scoppiò a ridere Cassy, seguita a ruota dagli altri.
*
Il ballo si teneva la sera dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. La Sala Grande come sempre era stata adornata da dodici enormi abeti, decorati magnificamente da Vitious e da Teddy. Al si guardava intono felice. Adorava il Natale. Presto sarebbe tornato a casa e non vedeva l’ora. Aveva indossato una semplice camicia blu su un paio di pantaloni eleganti, altrettanto blu. I suoi fratelli dicevano che non era capace di vestirsi, torto non ne avevano ma per fortuna a Scuola indossavano la divisa e quindi il problema non si poneva. Le regole delle festa non imponevano un vestito elegante e soprattutto da mago, bisognava solo evitare la divisa in modo che non ci fosse nessun colore e dividerli almeno per una sera. Prese gli occhiali dal comodino (perché non bastava che il colore degli occhi fosse uguale a quello del padre, ma aveva dovuto ereditarne anche la miopia. Lui solo tra tre fratelli!). In Sala Comune lo aspettavano gli altri: Elphias non si era sforzato più di lui: indossava una semplice camicia azzurra ed un paio di jeans; Alastor un’elegante veste da mago, che attirava l’attenzione di tutti, costretto dalla sorella maggiore; Cassy indossava una minigonna, che avrebbe fatto irritare la Preside, ed un top elegante; Rosie lo stesso e Isobel una maglietta ed un paio di jeans. Decisamente i ragazzi più grandi erano quelli più eleganti, ma si disse Albus le sue compagne erano ancora piccole per non trovarsi a disagio vestite in quel modo. James indossava un completo elegante senza cravatta ma con un sorriso ebete stampato in faccia, seguì il suo sguardo e vide che osservava la sua compagna Benedetta. Sorrise e distolse lo sguardo: finalmente aveva capito perché negli ultimi tempi Jamie era insolitamente tranquillo. Quando scesero in Sala Grande la trovarono già gremita, Scorpius li raggiunse subito insieme a Edward Zabini, un suo amico di infanzia. Rose sembrò subito interessata a lui, come non lo era stata per due anni. Al sentì puzza di bruciato, ma non aveva intenzione di litigare con lei anche quella sera e quindi si disse che Eddie sarebbe stato perfettamente in grado di difendersi da solo. Incrociò gli occhi di Scorpius e quello sospirò comprensivo.
 
 «Sei bellissima» disse James a Benedetta.
«Ma che dici! Non sono elegante per niente! Hai visto Elettra Granbell?».
James l’aveva vista eccome. Tutta la popolazione maschile di Hogwarts l’aveva vista. E per sua fortuna gli insegnanti avevano deciso di chiudere entrambi gli occhi visto che Natale era alle porte: indossava un tubino stretto e striminzito che non arrivava nemmeno alle ginocchia.
«Benedetta ha ragione, James! E’ uno schianto» mormorò Danny.
James si irritò, come si permetteva a paragonare quella a Benedetta? «Merlino! Baston, chiudi la bocca stai sbavando!», disse con cattiveria, «E poi la vera Bellezza sta nella semplicità». Aveva pronunciato quelle parole senza pensare. Gli amici lo stavano fissando e Benedetta era rossa come un pomodoro. Ok. Ora poteva andarsi a buttarsi dalla Torre di Astronomia!
«Che hai contro la mia Elettra?» sbottò Danny con l’espressione di un folle.
«La tua Elettra? Ti sei bevuto il cervello? E’ una donna scarlatta della peggior specie!».
Danny arrossì notevolmente e strinse i pugni minaccioso: «Come osi, Potter?».
Tylor era incredulo: i due non avevano mai litigato sul serio in quei tre anni. Benedetta comunque fu più rapida, agguantò James per un braccio e lo trascinò via prima che arrivassero alle mani: per ignorare un duello alla babbana i professori avrebbero dovuto essere davvero ciechi. Senza contare che la professoressa Spinnet li stava osservando sospettosa. A quanto pare le madri hanno dei radar conficcati nel cervello per fiutare i guai.
«Jamie, che ti prende? Danny si è solo preso una cotta. E’ normalissimo!».
«Avere una cotta sì, ma non per la Granbell».
«Ti devo ricordare che è la ragazza più desiderata della Scuola? Dopo sua sorella e tua cugina Dominique? Gran parte dei ragazzi delle Scuola sono cotti di lei».
«Ma Danny è il mio migliore amico, dannazione! Lo farebbe solo soffrire! Quella ragazza e la sua famiglia hanno ancora manie purosangue! Giocherebbe soltanto con Danny» ringhiò James.
«So perfettamente che cosa pensa dei non Purosangue» replicò lei distogliendo lo sguardo: passava il tempo ad ignorare gli insulti della Granbell e delle sue degne ancelle; ancelle perché di certo non potevano definirsi amiche le compagne che le stavano intorno adoranti ad ogni ora del giorno. L’amicizia è ben altra cosa.
«Scusami, ho esagerato… Balliamo? Ti prometto che cercherò di non pestarti i piedi».
Benedetta tornò a guardarlo ed un lieve sorriso si aprì sul suo volto: «Cinque minuti fa dicevi di essere affamato… direi che sarebbe meglio mangiare qualcosa prima».
James rise ed istintivamente le prese la mano, pentendosene subito. Lei arrossì per l’ennesima volta quella sera, ma non gli allontanò la mano. Il ragazzo con il cuore a mille, la guidò sul lato destro della Sala dove era stato allestito un buffet. Infatti come ogni anno il quattro tavoli delle Case erano spariti per lasciar spazio per ballare, ma soprattutto per fare in modo che ragazzi di Case diverse si mescolassero. Jamie si guardò intorno: i suoi fratelli erano in gruppi eterogenei, che rispondevano perfettamente allo spirito della festa. Solo pochi Serpeverde si tenevano lontani dalla calca e stavano per conto loro: erano quelli che erano ancora vittima di vecchi e stupidi pregiudizi. Tra loro riconobbe la sua nemesi: Marcus Thomas Parkinson; praticamente ogni volta che si incontravano si prendevano a pugni, tanto che i loro compagni facevano di tutto perché ciò non accadesse; naturalmente i Serpeverde non si preoccupavano per Marcus, ma per i punti che avrebbe potuto far perdere alla loro Casa.
*
Dominique bloccò Molly prima che uscisse dal dormitorio femminile e la trascinò nella sua stanza.
«Chi ti ha truccato così? E dove hai preso questo tubino? Non ho mai visto nulla che sembrasse un vestito nel tuo armadio!».
«Ma chi ti credi essere con tutte queste domande? Mia madre?».
«Ringrazia che non sia tuo padre», borbottò lei, «Non starai andando al ballo con quel Jackson?».
«Ha un nome, Dominique! Si chiama Nicolas! E scusa, da me che diamine vuoi? Tu non ci vai con Parker?».
«Non paragonare Parker a Jackson per cortesia», rispose lei con voce tutt’altro che cortese, «Senti hai perfettamente ragione a volerti divertire… E’ il tuo ultimo anno di Scuola… E stai bene così, non sembri neppure tu… Il trucco, i vestiti eleganti ed i tacchi servono anche a questo, ma non ti devi dimenticare chi sei!».
«E questa che sarebbe? Una perla di saggezza? E’ il colmo che tu che cambi i ragazzi come se fossero dei calzini, mi venga a fare la predica».
«Molly, diamine! Jackson è un Troll di quelli potenti! Sta solo giocando con te, te lo assicuro… Io domino i ragazzi, sono io a mollarli quando mi annoio… Jackson ti farà del male!».
«Almeno mi stai dicendo la verità per la prima volta! Tu la pensi come tutti! Che io sono orribile e per questo non mi invita mai nessuno per andare ad Hogsmeade! Ed invece vi sbagliate… SBAGLIATE, CAPITO?», prese un respiro ed aggiunse, «L’ultima uscita lui doveva studiare… Perché lui è solo incompreso, gli insegnanti lo odiano… La prossima volta andrò con lui ad Hogsmeade e farò crepare di invidia tutte». Detto ciò uscì sbattendo la porta. Domi si sedette sul letto sbuffando: sua cugina era una scema. Nicolas Jackson non era un incompreso, ma un inguaribile stronzo: l’ultima volta era andato eccome ad Hogsmeade. L’aveva visto con i suoi occhi mentre faceva il prepotente con alcuni Tassorosso del terzo anno e si era goduta lo spettacolo del grandissimo e muscolosissimo Grifondoro sgridato come un bambino dal Prefetto di Corvonero, Matthew Fergusson, che aveva anche un anno in meno di lui. E poi l’aveva rivisto mentre esplorava attentamente la bocca di una Serpeverde del quinto anno con la sua lingua. Decisamente lei era una persona concreta e non paranoica, comunque Molly avrebbe capito a spese sue. Lei l’aveva avvertita!
Molly entrò in Sala Grande e cercò il suo fidanzato con lo sguardo. Oh sì era il suo fidanzato, finalmente la coppia perfetta della famiglia non sarebbero stati solo Teddy e Vic. Sperava ardentemente che non si fosse arrabbiato: avevano appuntamento alle 19.30 precise in Sala Comune, ma lei era arrivata cinque minuti in ritardo a causa della paranoica, invidiosa e odiosa ricattatrice di sua cugina! Poi lo vide vicino al tavolo del buffet. Si sentì mancare la terra sotto i piedi. Lo osservò attentamente perché non poteva essere lui, l’aveva senz’altro scambiato con qualcun altro; ma più si avvicinava più non aveva dubbi. Nicolas, il suo Nicolas si stava baciando con Eileen Warrington, studentessa Serpeverde del settimo anno, più comunemente nota come Regina delle Serpi per i suoi compagni, come la Mantide Religiosa per tutta la popolazione femminile della Scuola. I suoi compagni la videro e scoppiarono a ridere.
«Amico, mi sa che ti devo cinquanta galeoni» disse un Corvonero rivolto a Jackson. Si vedeva lontano un miglio che aveva bevuto e Nicolas non era da meno, rise sguaiatamente e replicò: «Che ti aspettavi? Se Eileen è la Regina delle Serpi io sono il re dei Grifoni!».
Molly avrebbe voluto urlargli che era il re di ben altro, ma si voltò e si allontanò. Si lasciò andare su una sedia vicino al tavolo delle bibite, e disse meravigliando anche se stessa al Serpeverde che girava lì vicino in modo sospetto: «Sei tu quello che corregge le burrobirre?».
Lui la guardò sospettoso, poi annuì.
«Dammene una corretta allora».
*
«Fred, ma perché sei venuto solo?».
Il ragazzo alzò gli occhi sulla sua migliore amica. Alex stava ballando con Glynnis Baston e Seby era sparito da un pezzo in compagnia di un’altra Tassorosso. Decisamente le Tassorosso erano la loro maledizione, il colmo sarebbe stato che anche Eleanor si prendesse una cotta per uno studente di quella Casa.
«Perché non potevo invitare la ragazza che mi piace».
«July Mcmillan? Non puoi fare altro che dimenticarla, Fred. Per il tuo bene. E’ proibita!».
«Lo so, ma io la amo con tutto me stesso… Me la sogno la notte! L’altro giorno stavo per sbagliare una pozione, perché la stavo guardando… Ti rendi conto? Sbagliare una pozione? Io?».
«Beh se fosse accaduto, sarebbe stato esilarante ascoltarti mentre dicevi al prof che ti sei distratto per guardare sua figlia!».
Fred la guardò malissimo e fece per alzarsi ed andarsene, ma lei lo bloccò: «Ok, scusa non è divertente… ma non puoi farci nulla! Balliamo… Da amici».
«Ok».
«I Magic Wizards sono fantastici non trovi?».
«No».
La ragazza sbuffò, ma si accontentò di avere almeno per un po’ il ragazzo che amava.
La musica era alta ed ormai la maggior parte degli studenti ballava o chiacchierava a bordo pista. La Preside si era dileguata, lasciando il compito di sorvegliarli agli insegnanti più giovani. Ballarono per un po’ e Fred cercò di dimenticarsi di se stesso, farsi un tutt’uno con la musica e perdersi nell’incoscienza del momento. O quanto meno ci provò finché non vide la Tassorosso, che tormentava i suoi pensieri ed i suoi sogni, uscire la Sala in compagnia di Charles Harper, Serpeverde, quinto anno, a rischio espulsione. In sintesi un pessimo soggetto. Li indicò all’amica che sbuffò sonoramente.
«Non vorrai seguirli?».
Sì, voleva. La ragazza sospirò e lo seguì per fare in modo che non si cacciasse nei guai: cosa alquanto difficile per Fred Weasley.
«Ho un brutto presentimento, Eleanor».
Qualunque presentimento avesse il ragazzo, non migliorò di certo quando ai due davanti a loro si aggiunse Augustus Roockwood. Li seguirono lungo un corridoio silenzioso e deserto del primo piano, poi quando i tre si fermarono si nascosero dietro una statua, che a malapena copriva entrambi.
«Ma che stanno facendo?» sbottò Fred. Eleanor lo guardò scuotendo la testa: lo trovava così dolce quando si mostrava ingenuo.
«Fumano e direi non nicotina» replicò con semplicità.
«Eh?» lui si voltò ad osservarla con i suoi bellissimi occhi azzurri sgranati. Lei sbuffò.
«Insomma Fred, si stanno facendo una canna».
«Ma lei è un Prefetto!».
Sembrava così scandalizzato che le venne da ridere: insomma Fred era un ospite fisso nell’ufficio della McGrannit ed ora reagiva così perché un Prefetto stava infrangendo le regole!
«Anche Roockwood lo è, se proprio vogliamo essere pignoli».
«Ma Finch-Fletchley ci ha parlato di questa roba a lezione! Fa malissimo e soprattutto stanno rischiando minimo minimo una sospensione».
«Naturalmente ti dispiacerebbe molto se Roockwood ed Harper fossero espulsi», intercettò il suo sguardo ed alzò gli occhi al cielo, «Ok niente espulsione, c’è anche July».
«Guarda! Si sta sentendo male! Tossisce!».
«Morgana, Fred! L’unico che si sta sentendo male qui sei tu! Non moriranno per una canna!».
Roockwood e July avevano cominciato a discutere; mentre Harper sorrideva in modo ebete. Il Serpeverde voleva baciare per forza la ragazza, che si divincolava dalla sua presa. Eleanor non fece in tempo a voltarsi ed a trattenere Fred, che questo scattò fuori dal loro nascondiglio e si scagliò su Roockwood.
«Che cazzo vuoi, Weasley?» lo apostrofò quest’ultimo dopo aver incassato l’inaspettato pugno di Fred.
«GIURO CHE TI FACCIO BUTTARE FUORI» urlò fuori di sé.
L’altro lasciò la ragazza e ghignò malefico: «Se cado io, cade lei… Ti auguro un pessimo Natale, Weasley e sappi che me la pagherai». Prese Harper quasi di peso e li lasciarono soli. July si sedette su un gradino piangendo e Fred si mise accanto a lei senza sapere come comportarsi. Colpire Roockwood l’aveva completamente svuotato. Avrebbe voluto baciarla: era così belle anche mentre piangeva. Cercò di ripetersi come una mantra, che ormai aveva imparato a memoria, che doveva lasciarla in pace perché era la figlia del suo insegnante preferito, ma il suo cervello non funzionava tanto bene di fronte a lei.
«C’è il vischio» disse July ad un tratto. Fred alzò lo sguardo e vide la pianta che gli indicava. Tornarono ad osservarsi e come se fosse la cosa più naturale del mondo si avvicinarono. Le loro labbra si sfiorarono per un attimo. Per un attimo gli occhi dell’uno si fissarono spaventati in quelli di lei, un solo millisecondo e lei lo baciò. Se fosse stato un po’ meno felice, forse Fred avrebbe potuto sentire un cuore che andava in frantumi poco lontano; però il suo mondo si era ridotto a quelle labbra e non esisteva più nulla.
*
Molly non sapeva più quante burrobirre corrette aveva bevuto, ma doveva essere trascorso molto tempo perché i ragazzi più piccoli si erano ormai stancati od annoiati e se ne erano andati. La festa sarebbe terminata a mezzanotte. La testa le girava e voleva dormire lì dove si trovava. Ad un certo punto si sentì sollevare da due braccia forti ed un viso apparve nel suo campo visivo. Lo conosceva, ne era sicura.
«Credo che tu abbia esagerato, piccola Weasley. Ti porto nella tua Sala Comune».
La mattina dopo si sarebbe ritrovata nel suo letto, ricordandosi solo di Jackson, le burrobirre e quel viso, cui finalmente avrebbe dato un nome; l’ultimo cui avrebbe mai pensato in un momento di bisogno.

Angolo autrice:
Ciao a tutti! Scusatemi per il ritardo… comunque ecco un nuovo capitolo. Mi sono concentrata ancora una volta su Molly, ma senza dimenticare i personaggi principali. Alcuni passaggi saranno più chiari con lo svilupparsi della trama, anche se adesso potrebbero sembrare di troppo ;-) Fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando ;-) Buon finesettimana a tutti :-D
   
 
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