-Beh- dice lui tenendo per mano Paige e Minni – visto che sono una persona che sorprende sempre tutti ho pensato di andare al comunissimo parco comunale, che ne dici?-
Minni esulta insieme alle altre due e io lo guardo costernata: - E questa sarebbe la tua idea di originalità? Abbiamo idee molto divergenti.-
-Tu scherzi- continua Louis sulla difensiva mentre ci incamminiamo per i marciapiedi – ma tutti vogliono sempre sembrare ‘originali’ portando una bella ragazza in ‘posti
segreti fantasmagorici’, ma che alla fine si rivelano le classicissime balconate a sfondo stellato o i prati fioriti in un bosco....-
-Ogni riferimento a Twilight è puramente casuale, ovviamente.- lo interrompo ridendo, ripensando a quel “una bella ragazza” detto da Louis.
-Ovviamente.- sbuffa lui. – Sta di fatto che i posti più comuni non sono più mica tanto comuni visto che tutti li ritengono troppo comuni per visitarli, o sbaglio?-
-Beh credo che ogni luogo comune sia comune, ma non è più comune se lo condividi con la sola persona che per te non è comune come le altre, giusto?-
Louis mi guarda divertito: -Giusto.-
-Lo vuoi vedere il posto più comune di tutti un giorno?- gli dico sorridendo.
-Certo, sempre che la persona con cui lo visiterò non sia tanto comune.- dice sorridendo.
-Stai parlando con la persona che ti ha fatto truccare dalle sue sorelline minori, giusto?-
-Giusto.- dice lui guardandomi con una piccola scintilla negli occhi.
***
-La tua delicatezza è musica per gli orchi, lo sai Desi?- mi dice Louis ridendo.
Okay, ammetto che nonostante io sia una ballerina classica non sono poi tutta questa delicatezza e ora ne ho data prova stravaccandomi sulla panchina del parco. A mia discolpa posso dire che non credevo mi stesse guardando.
-Senti ciccino, provaci tu a stare dietro a tre pesti ventiquattr’ore su ventiquattro, poi ne riparliamo.- dico finta arrabbiata.
Lui ride e volta lo sguardo verso Minni, Paige e Nina che si stanno puntualmente rincorrendo intorno allo scivolo.
-Beh dai, non puoi dire che non sono carine.- dice guardandole.
-Infatti non ho mai detto questo.- replico – io le adoro e il fatto che stia con loro tutto il giorno ne è una prova tangibile, ma, ribadisco, provaci tu a svegliarti alle 6 ogni
mattina, lavarle, vestirle, portarle tutte le mattine a scuola, andarle a prendere, cercare di intrattenerle, fare loro da mangiare cinque volte al giorno e metterle a letto, puntualizzando che sono tre bimbe di cinque anni. –
Louis mi guarda con quei suoi occhi cerulei e dice: -Accidenti... Deve essere dura.-
Sto in silenzio e annuisco sorridendo.
Louis ricambia il sorriso e mi circonda le spalle con un braccio, senza preavviso.
Cercando, come una demente, di contenere il rossore alle guance sento a malapena la domanda che Louis mi ha rivolto.
- Ehm, scusa Louis, puoi ripetere?- chiedo imbarazzata.
Lui si schiarisce la voce e noto che sta guardando da un’altra parte. Cazzo. Devo essermi persa una domanda importante. Perché devo essere così maledettamente inadatta?
-Cacchio, però... Così mi metti in difficoltà.- mi dice lui ridendo, ma sento dell’imbarazzo nella sua voce.
Raramente in questa settimana ho visto Louis in difficoltà con le parole, ma ora sembra proprio timido e la cosa lo rende terribilmente dolce.
Quell’attimo di incertezza, però, sembra essere già svanito, perché la voce con cui mi ripropone la domanda è del tutto decisa e calma.
-Niente di che, in realtà: ti volevo solo chiedere se per caso ti andasse di uscire una sera di queste..-
Tutti gli sforzi per mantenere un minimo di colorito sano, svaniscono come una barretta di cioccolato in mano ad un bambino e mi ritrovo a sentire un gran calore per tutto il viso. Sto già per rispondere un caldo e sincero ‘Certo’, ma Louis continua:
-.. Così magari ti posso presentare della gente. Ho un amico che, secondo me, sarebbe perfetto per te. –
Tutto ad un tratto, sento il peso defluire dalle guance e sprofondare giù, sempre più giù verso lo stomaco, dove si ferma a roteare per un tempo indeterminabile.
Un amico? Cosa?
- Ehm..-
-Oh beh... Puoi sempre dire di no, non voglio metterti a disagio, ecco tutto.- mi dice lui in fretta, probabilmente vedendo la mia fraintendibile reazione facciale.
Tutto chiaro: era imbarazzato perché pensava di star correndo troppo nel volermi piazzare con un suo amico. Ovvio. Che stupida che sono.
-Ehm.. Certo, come no. - sbiascico posando lo sguardo su Nina che sta rincorrendo Paige intorno all’altalena.
Probabilmente Louis non ha captato il sarcasmo nella mia voce, perché esulta in un:
-Fantastico! Ti divertirai, te l’assicuro. Si chiama Harry, e...-
E non sento più le sue parole.