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Autore: __Lunatica    12/09/2015    1 recensioni
Nella vita ci sono sempre delle scelte da fare, non sempre si può scegliere la strada più semplice, ma sicuramente Ester scelse la strada più pericolosa. Ester è una ragazza come tante, ma è anche una grande amica del magico trio e di tutta la famiglia Weasley. Cosa può arrivare a fare una ragazza di appena sedici anni per tenere al sicuro le persone che ama? Cosa perderà a causa delle sue scelte? Chi le rimarrà accanto? Quali amicizie finiranno e quali inizieranno quasi per caso?
Questa storia si svolge durante il sesto anno del trio, che è anche il sesto anno di Ester e in parte seguirà gli avvenimenti della storia originale mentre alcuni dettagli saranno aggiunti o cambiati.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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Valentine's Day

All that I can say is it’s getting so much clearer
Nothing made sense until the time I saw your face

Today was a fairytale.

 

-Che vuol dire solita ora e solito posto?- quel sussurro eccitato fu la prima cosa che arrivò alle mie orecchie 
-Ma chi se ne frega, Fred è innamorato di Essy e stanno insieme- rispose quella che riconobbi come la voce di Ginny -Io la ammazzo, come ha potuto non dirmelo?- 
-Non ammezzerai proprio nessuno, abbiamo frugato tra le sue cose, se lo venisse a sapere sarebbe lei a...-
-Uccidervi- completai a frase per lei. 
Loro si girarono di scatto verso di me, Hermione con uno sguardo mortificato e Ginny con uno terrorizzato. 
Scansai le coperte da sopra il mio corpo e scossi delusa il capo, davvero mi stavano controllando? Non me o sarei mai aspettato da loro.
-Es aspetta- cercò di intavolare una discussione Hermione ma io la superai dirigendomi verso la porta e -Fate in modo di rimettere le mie cose a loro posto prima che abbia finito di farmi la doccia- dissi con voce fredda prima di sbattermi la porta del bagno alle spalle. 
Insomma, loro erano le mie più care amiche, come avevano potuto frugare tra le mie cose con l'intento di trovare qualcosa di... non so, compromettente?
Aprii l'acqua e mi gettai sotto il getto caldo della doccia cercando di rilassarmi. Che bel modo per iniziare la giornata di San Valentino, pensai sarcastica. 
Pensai poi che fortunatamente l'unica cosa che avrebbero trovato nel mio baule era proprio quella lettera. Fortunatamente ero talmente intelligente da eliminare ogni traccia che le avrebbe portate a scoprire qualcosa di molto più inquietante. 
La però cosa mi aveva messo in totale paranoia, ora più che mai avrei dovuto stare attenta. 
Quando scesi in Sala Comune e vidi Hermione parlare in disparte con Harry sentii l'ansia impossessarsi di me e con essa anche la rabbia. 
Decisi di ignorarli ed uscire da quel castello il prima possibile, l'unica persona che avrei voluto vedere mi stava aspettando davanti all'entrata posteriore di Zonko ed io non vedevo l'ora di ritrovarmi tra le sue braccia. 
Ovviamente, ancora una volta, i miei desideri non furono accolti da Merlino dato che mi sentii richiamare da Harry. Mi voltai e lo vidi in piedi davanti a me, aveva un'espressione confusa. Al suo fianco invece Hermione mi guardava supplicante. 
-Che hai?- mi chiese il moro
-Chiedilo alla tua amica qui presente- dissi con voce tagliente indicando Hermione. 
La diretta interessata sobbalzò e abbassò lo sguardo prima di passarlo da me ad Harry che, notai, la stava guardando con un cipiglio confuso e alquanto scontento.
-Es, mi dispiace va bene? Non avrei dovuto...-
-No, non avresti dovuto ficcare il naso nelle mie cose- conclusi io per lei. 
Harry, che evidentemente non era ancora a conoscenza dell'accaduto, strabuzzò gli occhi e la guardò con rimprovero.
-Cosa pensavi di trovare Hermione?- dissi facendo un passo verso di lei
-Io... Io pensavo di...- balbettò lei senza riuscire a trovare le giuste parole da dire 
-Cosa pensavi? Che nascondessi chissà cosa? Di non poterti fidare di me?- scossì il capo con espressione delusa -Ci conosciamo da sei anni ormai, mi hai delusa e ferita. Spero solo che ne sia valsa la pena- e senza aggiungere o ascoltare altro mi girai ed uscii dalla Sala.

Quando lo vidi, con una pesante sciarpa al collo che gli copriva anche la bocca, le mani nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo perso ad ammirare chissà cosa, nonostante il freddo di metà febbraio sentii il mio cuore sciogliersi e dimenticai tutta la rabbia che mi stava divorando fino ad un secondo prima. 
In silenzio gli arrivai alle spalle, senza che lui si accorgesse di niente, e posai le mie mani sui suoi occhi. 
-Indovina chi sono?- chiesi con una voce fin troppo dolce per i miei standard
-Oh, sicuramente sei la mia amante, però dovresti andartene. Sai, la mia ragazza arriverà a secondi e non vorrei mai che..-
Tolsi le mani dal suo viso e gli diedi un pugno sulla spalla, senza però riuscire a trattenere una risata. 
-Diamine ma tu sei la mia ragazza- esclamò fingendosi sorpreso e io gli rifilai uno scappellotto
-Sei troppo violenta- constatò lui, ma non ebbi il tempo di rispondere che subitò mi zittì baciandomi. 
Io non opposi alcuna resistenza, se quello era il suo modo per zittirmi non mi sarei mai lamentata. 
Portai le mie braccia a circondargli il collo e le sue mani si posizionarono sui miei fianchi per avvicinarmi a lui. Iniziò come un bacio lento e dolce, poi diventò più famelico, come se tutto quel tempo senza poterci vedere invece di allontanarci ci facesse avvicinare sempre di più. Mi staccai da lui quando sentii il fiato mancare e lo abbracciai posando la testa sulla sua spalla e ispirando il suo profumo come per imprimerlo nella mia mente e lui fece lo stesso. 
Rimanemmo abbracciati per diversi minuti, senza badare alle persone che passavano e ci guardavano sospettosi o confusi. Una cosa in quel momento diventò certa, tra le sue braccia mi sentivo bene come mai prima. 
Quando sciogliemmo l'abbraccio lui mi guardò con uno sguardo malandrino e ghignando disse -Burke, devo farti i complimenti per il tuo geniale scherzo comunque- prima di prendermi la mano ed intrecciare le sue dita alle mie -Un'idea geniale- ridacchio 
-Come fai tu a saperlo?- domandai stupita 
-Ho i miei informatori- alzò le spalle e mi sorrise spontaneamente -Avremmo dovuto pensarci io e George comunque- 
-Voi siete dei geni con gli scherzi- lo consolai -Ma vi manca quel non so che di perfido- 
-In effetti mi chiedo come abbia fatto il capello a non smistarti tra le Serpi- scherzò
-Oh beh, in effetti ci ha pensato, ma poi ha preferito smistarmi tra i Grifondoro- ammisi
Lui mi guardò stupito, non lo avevo mai detto a nessuno. 
-Smettila di guardarmi così- esclamai -Mica il mondo si divide tra buoni e cattivi. Non puoi vedere il mondo solo in bianco e nero- 
Lui alzò le spalle e mi guardò sorridendo -Ma io ti avrei voluto bene anche se fossi stata tra le Serpi, una piccola eccezione alle regole- 
-Mio padre era serpeverde- gli ricordai -Eppure ti sta simpatico-
-Charles era una serpe?- urlò 
-Abbassa la voce stupido- ridacchiai -Non è cattivo eppure era un serpeverde, non tutti quelli di quella casa lo sono- lui mi guardò torvo e -Va bene, magari la maggior parte si, ma non tutti- precisai. 
Lui fece finta di non aver sentito ma io notai benissimo il suo sbuffo che, per il suo bene, ignorai. 
-Ginny e Hermione sanno che stiamo insieme- sbottai all'improvviso e lo vidi, senza riuscire a trattenere una risata, strabuzzare gli occhi
-Come? Cosa? Quando? Perchè?- chiese balbettando
-Quelle due impiccione hanno rovistato tra le mie cose e hanno trovato la tua ultima lettera- spiegai brevemente
-Da Ginny me lo sarei aspettato, ma da Hermione...-
-Già, sono rimasta stupita anche io e sono arrabbiata con loro. Quindi se le incontreremo ignorale- dissi incrociando le braccia al petto. 
Lui ridacchiò e iniziò ad intrecciare una ciocca dei miei capelli con un dito senza smettere di guardarmi negli occhi -Questo vuol dire che possiamo farci vedere insieme?- e sorrise. 
-Tanto ormai lo sapranno anche Harry e Ron, e se lo sa Ron lo sa anche Lavanda e se lo sa Lavanda lo sa tutta Hogwarts- sbuffai irritata
-Quanto mi mancano i pettegolezzi di quella scuola- sospirò pensieroso -Però questo vuol dire che posso portarti in un posto speciale, cioè, lo avrei fatto comunque ma così è più facile- disse prima di prendere la mia mano tra la sua e iniziare a camminare 
-Se hai intenzione di portarmi da Madama Piediburro puoi anche ritenerti single Fred Weasley- lo ammonii io 
-Per chi mi hai preso Burke?- fece il finto offeso lui -Non sono mica Ron io- e scoppiò a ridere trascinandomi per le vie di una innevata e fredda Hogsmeade. 

Venti minuti dopo, avremmo potuto metterci molto di meno se non si fosse fermato ogni tre minuti a baciarmi o se io non gli avessi tirato altrettanto frequentemente delle palle di neve, ci ritrovammo dentro la Stamberga Strillante. 
Che Fred fosse fuori da ogni schema lo avevo sempre sospettato, ma che fosse così unico e imprevedibile lo capii solo allora. 
Stavo, con non poco sforzo, scendendo l'ennesima scala ripida cercando di non inciampare, di nuovo, per colpa della mia sbadataggine quando mi ritrovai davanti ad una porta. Lui, che era appena dietro di me, mi pose due mani sugli occhi per impedirmi di vedere all'interno ed io sbuffai. 
-Già cado con gli occhi aperti, stai cercando di attentare alla mia vita?- 
-Oh sta zitta un secondo Burke, sto cercando di fare una cosa romantica, ma se continui a fare le tue battutine idiote giuro che ti porto da Madama Piediburro e dovrai subirti tutto quel vociare di coppiette felici e suoni ambigui emessi da dei risucchiamenti facciali, anche noti come baci- 
-Questo è un colpo basso- dissi mentre cercavo di fare qualche passo avanti incerta per entrare nella stanza -Lo sai quanto odio il rosa, e lì è tutto schifosamente rosa- mi lamentai
-Una ragazza che odia il rosa? Sicura di non essere un uomo?- scherzò lui mentre mi spingeva delicatamente all'interno della stanza e si chiudeva la porta alle spalle
-Essere una ragazza non mi obbliga ad amare quell'orribile colore e poi se prop...- mi zittii all'improvviso. 
Fred aveva tolto le mani da sopra i miei occhi e io riuscii finalmente a vedere dove mi trovavo. 
Era una stanza per lo più spoglia, però c'era un camino acceso che la riscaldava e sul pavimento erano stese un paio di coperte con sopra una decina di cuscini e affianco ad essi c'era un cestino che, lo sperai ardentemente, conteneva del cibo. 
Mi girai verso di lui, che mi guardava soddisfatto per la mia reazione, e boccheggiai un paio di volte senza riuscire a mettere insieme due parole e esporre una frase di senso compiuto. 
Lui mi guardò compiaciuto e mi abbracciò dolcemente -Non devi dire niente, lo so che sono perfetto- 
-Ed anche molto modesto- risposi ironica -Ma devo ammettere che è la cosa migliore che potessi fare, sarei disposta a definirlo perfetto se dentro quella cesta ci fosse qualche dolce al cioccolato- dissi guardandolo complice 
-Dei muffin al cioccolato vanno bene?- chiese lui
Fui io questa volta a baciarlo, con passione. Quel ragazzo era pazzo, testardo, diversamente intelligente e alquanto vanitoso, eppure non avrei potuto trovare di meglio per me. 
-Sei ufficialmente il ragazzo perfetto- sussurrai quando le nostre labbra si separarono
-Questo già lo sapevo piccola serpe- sogghignò
-Non sono piccola- mi lamentai -e neanche una serpe- esclamai indignata 
-Facciamo finta di crederci- rispose divertito lui -Serpeverde mancata- aggiunse poi prima di trascinarmi sui cuscini con lui e, quando cadde di peso sulle coperte con me sopra non riuscii a trattenermi dal ridere. 

Camminavo veloce per riuscire a tornare al castello prima del tramonto per evitare una punizione con i fiocchi. Avevo da poco salutato Fred e, ne ero convinta, sul mio volto appariva un sorriso da ebete degno di Lavanda Brown. 
Quando arrivai al cancello trovai un infuriato Gazza intento a controllare uno studente dell'ultimo anno di Corvonero e sperai di poter passare inosservata ed evitare il controllo. 
-Ehi tu signorina- mi richiamò il vecchio Maganò -Dove credi di andare?- 
Alzai gli occhi al cielo conscia che lamentarmi avrebbe solo fatto infervorare ancora di più il custode e soprattutto sospettare ancora di più.
-Burke, tu puoi andare- la voce bassa e gelida di Severus Piton arrivò alle mie orecchie e controllai immediatamente di non avere orecchie indiscrete intorno prima di sussurrare un ringraziamento sincero sotto ad un confuso ma offeso Gazza che continuava a guardarmi con astio. 
Senza aspettare oltre, felice per aver evitato l'ispezione soprattutto per quel paio di merendine marinare regalatemi da Fred che avevo nascosto in una tasca del mantello, camminai velocemente verso la Sala Grande impaziente di prendere parte alla cena. 
Una volta arrivata ed entrata in Sala però posai lo sguardo su Ginny ed Hermione che stavano animatamente parlando con Harry e Ron.
 Quest'ultimo incrociò il mio sguardo e lo vidi rifilare una gomitata al moro. Harry alzò lo sguardo e mi fissò per qualche secondo incerto sul da farsi. 
Ma a me non accorse altro tempo per capire che non aveva intenzione di schierarsi dalla mia parte e contro Hermione, come non ce l'aveva, per ovvi motivi, neanche Ron che cercava in qualche modo da riallacciare il rapporto con lei da dopo le vacanze di Natale. 
Bastò un secondo e il mio sorriso si trasformò in una smorfia, girai i tacchi e, con ancora i crampi alla pancia per la fame, uscii velocemente dalla Sala. 
Senza farmi tanti problemi con la mia coscienza e con la mia teorica adesione all'associazione CREPA andai dritta alla cucina con l'obbiettivo di racimolare un po' di cibo per riempirmi la pacia. 

Con il mio bottino in mano, gentilmente offerto dal meraviglioso Dobby, avevo gironzolato un po' per i corridoi deserti del castello alla ricerca di un posto tranquillo fino a raggiungere la torre di astronomia e immergermi in un rilassante e salutare silenzio. 
Iniziai a mordicchiare uno di quei buonissimi, ma anche troppi, tramezzini che Dobby mi aveva dato. 
Iniziai a chiedermi che problemi avessi dato che continuavo a cambiare umore fin troppo rapidamente. La mattina era stata caratterizzata da una rabbia cieca, poi il tempo con Fred mi aveva fatto tornare di buon umore, ma quando ero tornata ad castello la rabbia aveva di nuovo preso il sopravvento per poi cedere il posto a una tristezza che in quel momento mi parve essere infinita. 
Avevo sempre trovato affascinante la facilità con cui alcune persone riuscivano a mentire, senza sensi di colpa o incertezze, e a volte, come in quel particolare periodo della mia vita, le invidiavo. 
Non che non ne fossi capace, se mi concentravo potevo prendere in giro anche la McGranitt, ma ovviamente i sensi di colpa mi divoravano ogni volta portandomi a riflettere su quanto meschina fossi. 
Ricordare lo scopo. Dovevo ricordarmi lo scopo ed il fine di tutto quello che stavo facendo da qualche mese altrimenti, ne ero certa, ne sarei uscita pazza. 
Dovevo stare attenta ad ogni mia mossa, un passo falso e tutto sarebbe andato in fumo, un passo falso ed avrei messo in pericolo tutti, nessuno escluso. 
Non avevo mai avuto ripensamenti o dubbi sulla mia scelta, perchè tutto aveva un senso nella mia testa. Ma la paura stava arrivando, lenta e dolorosa, come una biscia che striscia sul pavimento silenziosa e indisturbata, prima di morderti ed infettarti con il suo veleno mortale. 
La paura ci rende deboli e forti allo stesso tempo, mi aveva detto tempo fà Silente, ci rende deboli perchè può farci commettere errori inutili, ma ci rende forti perchè ci fa essere sempre in allerta. 
E solo in quel momento, da sola su quella torre con un tramezzino in mano, capii il senso di quella frase. Avevo paura, paura di sbagliare, ma allo stesso tempo mi sentivo forte e vogliosa di dare prova di tutte le mie abilità. 
L'amore è quella luce che troviamo nei nostri momenti di buio, debolezza. Segui l'amore, la luce, e saprai che il persorso da te scelto sarà quello giusto.
Io avevo scelto l'amore, l'amore nel senso più puro possibile, l'amore che provavo per i miei genitori, per i miei amici, per i Weasley, per Luna, Neville e tutti quelli che erano entrati, nolenti o volenti, nella mia seconda famiglia e nel mio cuore. 
Ogni gesto, ogni azione, ogni bugia era per salvare loro, per aiutare l'Ordine, per aiutare Silente ed il bene. 
Sta arrivando una tempesta, mi aveva detto Malocchio tempo prima, ed io sarei stata pronta ad affrontarla, avrei combattuto, soggiogato, ingannato e anche ucciso per i giusti scopi, per il bene. 
Mia madre mi ripeteva spesso, quando ero piccola, che se ci capita un certo tipo di vita ed un certo tipo di percorso da fare è perchè siamo in grado di farlo. 
Su questo avevo ancora qualche incertezza, ma certo era che non mi sarei mai tirata indietro. 

 

ANGOLO DEL TERROOOORE 

Si, avete ragione, sono di nuovo in ritardo e tutto e io davvero vorrei potermi giustificare ma le uniche cose che posso dire è che ho avuto altro da fare e che sono in crisi perchè ho quello che si chiama blocco dell'autore. 
Comunque vorrei sapere seriamente cosa ne pensate della storia a questo punto, se vi piace, se vi incuriosisce, se vi fa schifo e cosa ne pensate dei personaggi principali. 
Detto questo adoro i miei Frester perchè sono una coppia abbastanza strana, ma ben riuscita per ora dato che non voglio che diventino una copia di un'altra coppia presente nella saga o in generale. 
AVVISO IMPORTANTE penso che gli aggiornamenti da settimanali diventeranno mensili e la principale causa è la scuola e la MATURITA', PIANGO. 
Detto questo VE PREGO recensite e fatemi sapere che non siete fantasmi voi persone fantastiche che seguite la storia. 
Baci, Ambvra. 
  
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