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Autore: Dragon gio    12/09/2015    1 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Part 12
Part 12

Mentre Shion e Shinachiku se la vedevano con Sasuke, il resto della famiglia si era ormai reso conto della loro fuga. Su ordine di Naruto, aveva mobilitato alcune squadre per cercarli, inoltre l’ultimo rapporto degli Anbu non era per niente incoraggiante; gli attentatori si aggiravano appena fuori dai loro confini e le tracce di sangue trovate, testimoniavano che avevano attaccato qualcuno.

 
Sakura, Sai e lo stesso Naruto si erano uniti al gruppo di ricerca capeggiato da Kiba, nonostante gli ammonimenti delle alte sfere sul permettere all’Hokage di lasciare il villaggio durante lo stato di allerta. Come era prevedibile, Naruto non li aveva minimamente ascoltati ed era partito a razzo dietro ad un Kiba recalcitrante, perché sapeva benissimo che poi quei rompi balle di consiglieri avrebbero voluto la sua testa su un piatto d’argento al suo ritorno.
Ma ora non era il caso di pensarci, gli avevano assegnato l’incarico di seguire le tracce di Shion e Shinachiku, la loro incolumità aveva la precedenza su tutto.
 
Kiba stava in testa, Sakura subito dietro seguita da Naruto e per ultimo Sai. Era difficile cogliere il suo stato d’animo, dal momento in cui si era reso conto che i due ragazzi erano scappati era diventato molto silenzioso. Sakura non faceva altro che voltarsi verso lui, preoccupata come non mai di cosa stesse provando. Conosceva Sai, lo conosceva meglio di chiunque altro e sapeva per certo che nonostante ostentasse una dignitosa calma, dentro di sé stava bruciando come il fuoco per la tensione.
Nemmeno Naruto si era azzardato ad aprire bocca per dirgli qualcosa, come se avesse percepito che se avesse parlato a sproposito, sarebbe stato incenerito dal compagno.
Durante il tragitto, ricevettero l’informazione che la squadra Anbu mandata in avanscoperta prima di loro, aveva trovato i loro bersagli. Ma dei ragazzi ancora nessuna notizia. Gli era stato riferito inoltre, che il gruppo di attentatori era sulle tracce di qualcuno, perché nonostante fossero stati scoperti non erano ancora fuggiti.
Naruto saltava da un ramo all’altro con il cuore in gola, non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che Sasuke fosse coinvolto in questo macello.
 
Aveva sempre avuto fiducia in lui, sapeva che era cambiato grazie alla sua testardaggine infinita, alla costanza di Sakura, all’impegno di Kakashi sensei di concedergli una seconda chance. Però ora le cose erano diverse, Naruto era Hokage, la responsabilità dell’intero villaggio gravitava sulle sue spalle. Sebbene fosse disposto a passare nuovamente l’inferno pur di proteggere Sasuke, sapeva anche bene di non poter ignorare i suoi crimini, se ne aveva commessi, verso Konoha. Si sentiva combattuto come non mai, e non era certo di come avrebbe reagito rivedendo Sasuke dopo così tanti anni.
La stessa ansia dilaniava Sakura, ne era sicuro. Rammentava quanto avesse sofferto a causa sua in passato, ogni volta che compiva un atto immorale. Il cuore di Sakura doveva essere a pezzi adesso, perché temeva che un membro importante della sua famiglia avesse nuovamente arrecato danni a cose o persone.
Era pronta a prenderlo a pugni, ancora e ancora, pur di farlo rinsavire, ma Naruto aveva davvero paura che stavolta, se realmente Sasuke fosse la mente dietro l’atroce attentato a Konoha, Sakura non lo avrebbe perdonato. Pur volendogli bene, pur desiderando di volerlo salvare dal baratro, per l’ennesima volta, non ce l’avrebbe fatto a perdonarlo. E per questo ci stava male.
 
Entrambi ci stavano malissimo e purtroppo per loro, questa volta, non potevano contare sul sostegno di Sai, dato che a lui Sasuke non era mai stato molto simpatico, figurarsi se avesse commesso un tale reato.
Si era ripromesso di essere sempre sincero e schietto con Naruto e Sakura, non gli aveva mentito quando aveva confidato loro di non sopportare Sasuke. Rispettava il legame che li univa, aveva lottato per esso, li avrebbe sempre difesi, ma non potevano obbligarlo ad amare Sasuke, perché lui non lo conosceva come loro. A modo suo anche Sai stava soffrendo, era furente perché Sasuke era nuovamente causa di dolore per i suoi amici, anzi, per la sua preziosa famiglia. A costo di essere odiato per sempre, questa volta, avrebbe dato una sonora lezione all’Uchiha. Sarebbe stato l’oni cattivo della situazione, pazienza, era pronto al peggio.
 
 
Nel frattempo, l’atmosfera dentro la caverna ove erano nascosti Sasuke, Shinachiku e Shion si stava surriscaldando.
Shion continuava a ragionare sul da farsi, sapeva bene di non poter catturare da solo uno come Sasuke e di convincerlo a costituirsi, non se ne parlava. Era evidente dall’atteggiamento che stava ostentando l’adulto, che non avrebbe fatto un passo al di fuori di quella grotta, per il momento almeno.
Si ritrovò a sudare freddo e deglutire rumorosamente, tanto che Shinachiku che gli era seduto accanto iniziò a temere il peggio. Prese a mordicchiarsi frenetico un labbro, un piccolo vizio ereditato dalla madre. Sasuke lo notò, ma non fece intendere i suoi pensieri ai due marmocchi, come li definiva lui. Era buffo, ma nei due ragazzini rivedeva nitidamente i suoi vecchi compagni. E l’ombra di uno sconosciuto che non gli era mai andato a genio.
 
Fissava imperterrito Shion, la cui espressione, il volto, il colore della pelle, rimandavano inesorabilmente a Sai. Lo strano Sai, per Sasuke quel tipo era sempre stato un mistero che tale era rimasto negli anni. Se ne era andato da Konoha prima che potesse anche solo farsi venire la voglia di conoscerlo.
Stanco del gioco degli sguardi, socchiuse le palpebre, emettendo un lungo sospiro. I due giovani trattennero il fiato, nel panico.
Sasuke li lecco le labbra secche prima di esclamare “Mh, calmatevi vuoi due, non ho intenzione di uccidervi. Per ora.”
Si rese conto che lo divertiva oltre modo stuzzicarli, specialmente Shion, che ad ogni sua battuta, reagiva assottigliando gli occhi, furioso. L’altro invece, pareva terrorizzato, anche se tentava in tutti i modi di non darlo a vedere. Tale e quale a quel Dobe di suo padre alla sua età.
Improvvisamente lo vide che strattonava con forza Shion, costringendolo a girarsi verso lui. Un brusio concitato prese vita, ma le parole erano troppo soffuse e non giunsero alle orecchie di Sasuke.
 
“Nii-san, che facciamo allora?!”
“Restiamo qui… da quanto ho capito Sasuke è sospettato di aver progettato quegli attentati terroristici, non possiamo perderlo di vista!”
“Pensi che… riusciremo a tenerlo a bada?”
“Non lo so, possiamo provarci! Sono certo che papà e gli altri saranno sulle nostre tracce… dobbiamo resistere fino ad allora!”
 
Per i tre, iniziò la lunga e forzata convivenza nell’angusto e umido luogo. Le ore trascorsero, Shinachiku si era appisolato accanto al fratello, mentre Shion continuava a restare vigile, nonostante avesse dormito poco la notte precedente. Sasuke se ne stava tranquillo e in silenzio, gli occhi chiusi e la schiena poggiata pigramente alla parete rocciosa. Sembrava che dormisse, ma Shion era certo che se avesse osato anche solo respirare più forte lui se ne sarebbe accorto.
 
Dopo un po’ Shinachiku si ridestò, strofinandosi un occhio ancora assonnato si alzò in piedi.
“Nii-san, esco un attimo…”
“Cosa, perché?!” chiese con foga Shion, quasi spaventando Shinachiku per il suo atteggiamento nevrotico. Anche se non poteva dargli torto, in quella situazione.
“Stai calmo! Devo solo fare pipì…”
“Ah… ok, ma non ti allontanare!”
“Sì, tranquillo!”
“Siamo nervosetti…”
“Taci, tu!”
Shion si pentì di aver risposto in maniera così repentina, quasi si era scordato che l’uomo che aveva di fronte era Sasuke Uchiha. Gli si formò un groppo in gola non appena incrociò il suo sguardo, apparentemente calmo. Ma freddo come il ghiaccio. Il giovane fu pervaso da un fremito impercettibile, sperava non se ne fosse accorto, ma dal modo in cui Sasuke piegò le labbra in un sorrisetto compiaciuto, dedusse che non era così.
“Attento a non fartela sotto, moccioso…”
“C…chi sarebbe il moccioso?!” esclamò furioso scattando in piedi, le mani strette a pugno, cariche di chakra.
Intanto fuori, Shinachiku aveva appena finito di espletare il suo bisogno, stava per rientrare quando ebbe la sgradevole sensazione di non essere solo. Cercò di restare calmo e, fingendo di non essersene accorto, percorse i pochi metri che lo dividevano dall’entrata della grotta. A pochi passi dall’ingresso, qualcuno lo sopraffò, alle spalle.
 
“Ma quanto ci mette quello scemo?!”
Sasuke improvvisamente si mise sull’attenti, volgendo lo sguardo verso l’uscita. Poi udirono un grido venire dall’esterno.
Si precipitarono fuori entrambi e si resero conto di essere accerchiati, e si parlava di almeno cinquanta uomini. Uno di loro in prima fila teneva fermo Shinachiku, stringendo con forza il suo avambraccio contro il collo sottile del ragazzino.
“Shinachiku!”
“Mi… dispiace… nii-san…” bisbigliò il giovane a stento, la presa del suo avversario era così forte da impedirgli di parlare.
“Lascialo andare!” Shion caricò i suoi pugni di chakra, ben conscio di dover ingaggiare battaglia da un momento all’altro.
“Stai calmo poppante. Noi vogliamo solo lui…”
Indicò con un dito Sasuke, ma lui non si scompose minimamente.
“Ce ne avete messo per trovarmi!”
“Non fare lo spiritoso, bastardo! Ti sei ben guardato dal farti scovare, traditore!”
“Traditore?” Shion spostò appena lo sguardo verso l’Uchiha al suo fianco, confuso. Chi erano questi presunti Shinobi che gli davano la caccia?
“Mh. Io non ho mai affermato che avrei fatto parte del vostro gruppo, mi sono limitato ad osservare…”
“Aha, ma davvero?! Se è così, allora come mai ho dovuto mandare trenta dei miei migliori uomini a impedirti di venire ad avvisare Konoha del nostro attentato?”
“Quante chiacchieri, sei davvero noioso…”
“Che cosa?!”
Sasuke mosse lentamente il braccio fino a posarlo sulla katana, sbatté le palpebre ed un istante dopo il suo occhio sinistro divenne cremisi.
“Attenti, non guardatelo negli occhi! Sta usando lo Sharingan!”
Troppo tardi, alcuni di loro erano finiti sotto l’effetto del suo Genjutsu diabolico ed ora si contorcevano a terra agonizzanti.
Sasuke scattò in avanti e li finì a colpi di spada, colpendo in pieno anche colui che stava tenendo prigioniero Shinachiku. Non appena fu libero, corse da Shion.
“Stai bene?!”
“S… sì…” replicò tossendo per qualche istante.
 
I due si resero conto loro malgrado, di non poter rimanere lì fermi senza fare nulla. Alcuni degli Shinobi gli si avventarono addosso, sperando forse di poterli usare di nuovo contro Sasuke.
Si difesero come potevano, non avevano con sé molte armi a parte qualche kunai e degli shuriken. Sasuke si rese immediatamente conto che fra i due, era Shinachiku quello maggiormente in pericolo. Erano troppo forti per un Genin inesperto come lui.
“Tsk, identico a suo padre!” borbottò l’Uchiha liberandosi senza difficoltà di un altro nemico. Ora basta, era il momento di concludere pensò. Ma inaspettatamente, i restanti Shinobi formarono un cerchio attorno a lui, immobilizzandolo con un sigillo.
 
Un particolare sigillo proibito, abbastanza potente da inibire pure la sua arte oculare. Sasuke si diede mentalmente dello stupido, come era potuto cadere in una trappola così banale? Forse era veramente troppo provato dal viaggio estenuante degli ultimi giorni, in cui non aveva praticamente dormito o toccato cibo. Inoltre le molteplici ferite che si erano accumulate nel tempo, si erano aggravate.
“Maledizione…”
“Bene, ora è nostro!” affermò colui che si era atteggiato per tutto il tempo a capo. Avanzò di qualche passo osservando due dei suoi uomini. Bastò uno sguardo di intesa perché i suoi compagni compresero cosa volesse da loro.
“Sapete che fare con un traditore…” sogghignò maligno mentre lo diceva. Shion, che era riuscito a sconfiggere uno di loro si accorse di cosa stava accadendo.
Uno degli uomini estrasse una spada e senza esitazione la puntò verso la gola di Sasuke, l’intento omicida era indubbio. Sasuke rimase fermo e rigido, senza mai distogliere lo sguardo, non poteva difendersi nemmeno con il Rinnegan. Poteva solo attendere la morte, non si aspettava altro.
 
Quel che non si aspettava invece, era che Shion si frapponesse fra lui e la lama, venendo trafitto in pieno da quest’ultima. Con la mano impastata di chakra, ne aveva deviato la direzione, impedendo alla spada di penetrargli il cuore.
Si era conficcata però pochi centimetri più in alto. Shion, tentò di mantenere il controllo e di non svenire per il dolore.
“Dannato, moccioso! Togliti!”
Estrasse la lama, facendo se possibile ancora più danni al corpo del ragazzino. Il sangue di Shion schizzò in faccia allo Shinobi accecandolo e lui ne approfittò per colpirlo con il pugno in cui aveva concentrato tutto il chakra di cui disponeva. L’urto fu così potente che venne sbalzato parecchi metri più in là, travolgendo altri due avversari, mettendoli fuori gioco.
Dopo un tale sforzo Shion crollò a terra, sotto gli occhi atterriti di Shinachiku.
“Shion!”
Ormai era rimasto solo più il capo banda, per così dire, ed era quest’ultimo che avanzava minaccioso verso Shion.
Quando Shinachiku comprese che suo fratello non si sarebbe rialzato, lasciò che l’istinto e la furia presero il sopravvento.
“Kage bushin no jutsu!”
La copia di Shinachiku si era gettata verso l’uomo, ma venne sconfitta senza problemi. Inaspettatamente però, il vero Shinachiku comparve dall’alto e gli piazzò un calcio assai potente dritto sul collo. Tanto bastò per far perdere i sensi allo Shinobi ed non appena accadde, Sasuke venne liberato dal sigillo che ancora lo teneva prigioniero.
“Bastardo… era lui che controllava il sigillo…”
Non appena fu in grado di muoversi, si avvicinò ai due ragazzini, Shinachiku si era chinato sul fratello.
“Shion! Apri gli occhi, ti prego!” Con la mano bloccava la copiosa emorragia che continuava a sgorgare senza sosta dalla ferita, macchiando sia i vestiti che il terreno di sangue.
“Non puoi curarlo? Sei figlio di Sakura anche tu in fondo!”
“I… io… non… ci provo…”
Le mani di Shinachiku erano tutto un tremore, ma stava tentando ugualmente di fare qualcosa, a tratti infatti si poteva intravedere la tipica luce verde del chakra curativo scaturire dalle sue dita.
“Non… ci riesco… non sono capace… Shion… nii-san… apri gli occhi…”
Sasuke non comprese bene il motivo, ma vedere quel piccoletto singhiozzare così disperatamente gli procurò un fastidio incredibile. Si inginocchiò di fianco a lui e si strappò un pezzo del suo mantello.
“Devi cercare di fermare il sangue!”
“M… ma…”
“Svegliati, moccioso! Vuoi che tuo fratello muoia?!”
L’Uchiha premette con forza la stoffa sulla ferita, Shion diventava sempre più pallido e il corpo si stava gelando. E se pensava che le cose andassero male, dovette ricredersi.
 
Si accorsero di presenze estranee, che comparvero attorno a loro, circondandoli. Shinachiku si guardò intorno spaesato, impaurito in un primo momento. Ma quando si vide comparire dinanzi suo padre, quasi svenne dalla gioia.
“Papà!”
“Shina-chan!”
Accanto a Naruto, atterrarono anche Sai e Sakura, ed infine la squadra Anbu che li aveva condotti fino a lì.
“Mamma, presto! Shion è ferito, sta perdendo tanto sangue!”
 
Quel che videro tutti, apparve come una sorta di incubo. Sasuke chino su Shion, la sua mano imbrattata di sangue. Inutile dire che un singolo, sinistro pensiero si insinuò nel cuore dei presenti.
“Oddio, Shion!”
Sakura fece un passo in avanti, non si accorse della figura nera che gli era sfrecciata di fianco. Nessuno lo vide, solo Naruto.
“Sai, fermo!”
 
Troppo tardi, Sai si era già avventato su Sasuke. Il primo pugno, che lo fece cadere all’indietro sbattendo la testa contro il tronco di un albero, non fu nulla a confronto della raffica che si prese dopo. Sai era totalmente fuori di sé, continuò a riempirlo di botte, solo Naruto riuscì a fermarlo.
“Basta, smettila!”
Non pensava che Sai fosse forte, in quasi dieci anni che lo aveva avuto al suo fianco nelle missioni, non si era mai reso conto di quanta energia scaturisse dal suo corpo quando era in preda alla furia. Nel mentre, Sakura si stava preoccupando di curare Shion, aiutata da Shinachiku.
“Lasciami, Naruto!”
“Sai, ora basta, calmati! Non sappiamo se è stato lui a fargli questo!”
“Certo che è stato lui! E’ sempre lui che fa male alle persone che amo, sempre!”
Naruto non mollò la presa, ben conscio che se lo avesse fatto, questa volta, avrebbe ucciso veramente Sasuke. Attese che non avesse più fiato per sbraitare e agitarsi, iniziò a quietarsi solo quando Sakura gli disse che Shion era fuori pericolo.
“Và da lui Sai… ci penso io a Sasuke…”
Stavolta Sai ubbidì, in qualche modo aveva fatto intendere che Naruto non poteva permettersi di farsi sfuggire Sasuke questa volta.
La squadra Anbu lo prese in custodia per condurlo al villaggio, inoltre Naruto ordinò di fare prigionieri anche gli Shinobi che erano ancora vivi. Fra loro, vi erano pure i terroristi che avevano piazzato le bombe a Konoha.
 
“Sakura-chan, come sta?”
“Non temere Naruto, starà bene! Ora ha solo bisogno di riposare…”
Shion stava stretto nell’abbraccio di sua madre, pareva star dormendo serenamente. Il cuore di Naruto si rasserenò tutto un tratto. Sai era rimasto in piedi, un poco distante da loro. Lo vide dargli le spalle e allontanarsi di qualche metro.
“Kiba…”
“Sì, Hokage-sama?”
“Aiuta Sakura-chan, dovete tornare al villaggio e portare Shion in ospedale!”
“Certo…”
“Io vi raggiunto fra poco!”
“Bene!”
 
Attese che tutti se ne andassero, poi si avvicinò a Sai. Si grattò insicuro il collo, sapeva bene che l’amico era scappato per non mostrare l’emozione devastante che gli stava contorcendo il volto. Le lacrime gli rigavano le guance, Naruto decise di non dirgli nulla, aspettò che fosse lui a parlargli.
“Mi dispiace…” sussurrò quando fu finalmente in grado di parlare senza venire sopraffatto dai singhiozzi.
“Per un istante… c’è stato un orribile istante in cui ho pensato… davvero che Sasuke… che lui…”
I pugni erano ancora stretti in una morsa, le nocche sporche di sangue.
“Ora… mi odierai…”
Naruto si lasciò andare ad un profondo sospiro, poi Sai avvertì il calore di una presa sulla spalla.
“Piantala, non sei portato per le scene da prima donna, credimi!”
Sai lo guardava stranito, l’espressione totalmente inebetita, con il naso gocciolante e gli occhi rossi come due pomodori.
“Ora capisco perché non vuoi mostrare le emozioni agli altri!” esclamò divertito Naruto mentre gli passava un fazzolettino di carta.
“Sei un vero disastro quando piangi, peggio di un bambino! E soffri pure di scatti d’ira preoccupanti, a te Sakura-chan ha fatto un gran brutto effetto, te lo dico io!”
Baka…” replicò Sai ricambiando il sorriso che gli aveva rivolto Naruto.
“Rientriamo… c’è ancora molto da fare e avrò bisogno anche del tuo aiuto!”
“Sì… Hokage-sama…”
 
Sai utilizzò uno dei suoi rotoli per creare un aquila di inchiostro, su cui fece salire anche Naruto. Ritornarono a Konoha, come aveva affermato Naruto poc’anzi, c’era ancora tanto lavoro da svolgere. Per ora, la più importante era sottoporre Sasuke a interrogatorio. Naruto per primo doveva fare luce su tutta questa faccenda.
  
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