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Autore: cinquedimattina    13/09/2015    3 recensioni
[ Storia interattiva| Future!Fic | Iscrizioni chiuse]
«Tu non puoi farlo! Io sono l'onnipotente Zeus, Re degli dèi e sono il Signore dell'Olimpo!» urlò arrabbiato il dio, mentre veniva anche lui imprigionato in una delle gabbie.
Il Titano sorrise di nuovo, compiendo un movimento circolare con la mano, sul cui palmo si creò un mini-tornado che andò pian piano crescendo fino a diventare di dimensioni enormi.
«Sbagli, caro Zeus, tu eri il Signore dell'Olimpo» e detto questo, scagliò il tornado verso il dio, che venne risucchiato insieme agli altri suoi simili.
L'era degli Olimpi era finita.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(10)

 

Ashton era sul tetto del museo, poco distante dai suoi compagni.
Seduto a terra, con le braccia appoggiate alle ginocchia, teneva stretta in mano la sfera della Giustizia.
La osservava da più di quanto avrebbe mai ammesso, nella speranza di ricevere un segno, di qualsiasi tipo.
Come se le sue preghiere fossero state ascoltate, la sfera si alluminò ma a differenza di quanto si fosse aspettato, al posto della solita nebbiolina colorata, quella volta nella sfera si creò una vera e propria luce, che lo costrinse per un momento a chiudere gli occhi.
Quando riuscì a riaprirli, nella sfera c'era una sola nitida immagine: Gabriela.
Ashton alzò un sopracciglio, borbottando un «Ma che Ade?», prima di sbuffare rumorosamente, frustrato, e di lasciar cadere la sfera a terra quando questa diventò completamente nera.
Non avrebbe più dato nessun tipo di informazione.
Il semidio si passò entrambe le mani tra i capelli e strinse gli occhi, provando a ragionare.
Perché Gabriela? Come poteva essere loro d'aiuto?
Non che non l'apprezzasse, questo era ovvio, ma si chiedeva come un oracolo potesse aiutarli, fatta eccezione per le profezie.
Spalancò gli occhi e alzò leggermente la testa: ecco perché Gabriela!
Si sforzò di ricordare il verso della profezia che lo avrebbe sicuramente condotto alla risposta definitiva.
Ora hanno poco potere, rinchiusi dove nessuno può vedere.
«Forza, Ashton, pensa!» si ritrovò a dirsi sottovoce «Poco potere, poco potere».
Il figlio di Persefone si illuminò, sorridendo una volta essersi reso conto di aver trovato finalmente la risposta alla profezia.
Si alzò in piedi, barcollando leggermente all'indietro e rischiando di inciampare nei suoi stessi piedi per la fretta, prima di correre dai suoi compagni.

 

I semidei non potevano crederci, sebbene la spiegazione più che dettagliata di Ashton fosse stata davvero esaudiente.
Come poteva essere l'Olimpo, la casa degli dèi, il luogo in cui loro stessi avevano pochi poteri?
Ma comunque, anche se scettici, i Mezzosangue avevano seguito il figlio di Persefone fino all'Empire State Building, porta d'accesso all'Olimpo.
In quel momento si trovavano nell'ascensore che li avrebbe condotti fino al punto da loro desiderato.
Erano in silenzio, nessuno osava parlare e probabilmente era meglio per tutti che fosse così.
Ognuno aveva un pensiero diverso per la testa ma che portava una stessa identica incognita: ce l'avrebbero fatta?
Se si basavano su quanto diceva la profezia, sì, sarebbero riusciti a salvare l'Olimpo, ma a che prezzo?
Nessuno di loro era pronto a quanto li attendeva al di là delle porte d'oro massiccio dell'ascensore.
E non importava che avessero avuto un addestramento per situazioni del genere, da quale dio discendessero o da quanto tempo passavano la vita al campo.
Nessuno di loro era disposto a rinunciare a quanto aveva ottenuto fin lì: degli amici, più fiducia in se stesso, una persona per cui valesse la pena lottare.
Erano solo dei ragazzi e seppure il sangue che scorreva loro nelle vene, avesse decretato fin dalla nascita il loro destino, non erano disposti a perdere tutto in quel modo.
Un boato, segno che l'ascensore era arrivato a destinazione, interruppe i loro pensieri e li riportò alla realtà, rendendoli di nuovo consci di quanto stava per accadere.
Quando le porte si aprirono, i semidei rimasero stupefatti di fronte allo scenario apocalittico che si presentava ai loro occhi.
L'Olimpo, un tempo non molto lontano doveva essere stato di una bellezza sconvolgente, ora non restavano altro che colonne a pezzi, archi trionfali in decadenza e statue di dèi distrutte.
Le fiaccole che prima illuminavano la via, erano a terra e lasciavano che il fuoco divagasse incontrastato per quel luogo.
Nuvole nere coprivano il cielo divino, il colle sul quale si trovavano le dimore degli dèi, era solo un arida distesa e i templi degli olimpi, un unico insieme di rovine.
Lo sfarzo e lo splendore che avevano caratterizzato quel posto, ormai erano solo un lontano ricordo.
Facendosi forza, i semidei impugnarono le armi e iniziarono a correre verso la dimora che si ergeva solitaria sulla cima del colle, l'unica che sembrava ancora intatta.
Gli otto ragazzi si fermarono davanti le scalinate d'ingresso, per riprendere fiato, si guardarono l'un l'altro, sperando ognuno di trovare negli occhi dei compagni un po' di coraggio, poi annuirono ed entrarono.
Quello che videro li lasciò senza parole, mai si sarebbero aspettati di vedere qualcosa del genere.
Gli dèi, quegli stessi dèi che tutti temevano, rispettavano e veneravano, i signori del cielo, del mare, della terra, del fuoco e padroni perfino della vita e della morte, ridotti in quello stato: rinchiusi in gabbie come cavie da laboratorio, deboli come comuni mortali, resi prigionieri nel loro stesso regno.
Alcuni di loro erano accasciati a terra, sul fondo delle loro celle d'aria nera, oppressi dalla pesantezza della loro debolezza.
Nelle menti dei Mezzosangue echeggiava una sola domanda: chi poteva essere stato a fare ciò?
E sopratutto, come potevano loro riuscire a fermare l'essere che era riuscito a rendere così indifesi, gli dèi stessi?
Stavano perdendo ogni speranza, ogni fiducia nella riuscita dell'impresa.
Nessuno sarebbe riuscito a salvare l'Olimpo.



 


Hello there!<3
Cinquedimattina is back with a new capitolo! Yee!
*cicale di sottofondo *
Will: Mooolto bene..
Mh, già.. Btw eccoci al decimo!, capitolo di NLWD *so proud *
Déi, e chi l'avrebbe mai detto che una mia storia sarebbe arrivata fin qui?
Ma bando alle ciance, visto che stavolta il capitolo è un po' meno way too long, mi dilungherò un po' di più nelle note autore, forse..
Dunque, questo capitolo è quasi interamente descrittivo, eccezion fatta per la parte di Ashton in cui però le parti “dialogiche” erano necessarie.
Non succedono grande cose nel capitolo, certo a parte per la soluzione del big deal, dei nostri amatissimi sfigatelli semidei.
E, guess what?, l'Olimpo è messo a soqquadro dopo un party hard durato non si sa quanto!
Della serie: anarchia!
Mh, sì...
Bene , a quanto pare non mi sono dilungata troppo neanche qui, direi che è un passo avanti verso.. qualcosa(?)
Prima che mi scordi, altre due cosine.
Ellie, mi dispiace per non averti inviato il capitolo da betare, ma EFP me l'ha impedito.
Niente, abbiamo appurato che EFP non vuole che beti questa storia, bastardo.

Ora, non voglio essere moralista o scassa palle, però mi sono accorta che nell'ultimo periodo siete un po' assenti, vorrei davvero sapere cosa ne pensate dello sviluppo della storia e degli eventi che l'hanno caratterizzato.
Perché, sinceramente, sto entrando un po' in crisi.
Mi spiego meglio: in breve, le idee che all'inizio mi sembravano genialate pure, ora mi sembrano abbastanza mediocri, niente di che e ho paura che rendano mediocre e niente di che anche questa storia, alla quale personalmente tengo moltissimo.

Bene, direi che vi ho rotto le palle abbastanza ahahah
Perdonate davvero questa piccola parentesi odiosa!
Come sempre, grazie mille per aver partecipato e per le dolcissime recensioni!
Un bacione,
Diana<3

P.S: Raga, io domani inizio la scuola, cioè rendiamoci conto di quanto è critica la situazione, non ho manco il diario ahahah

  
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