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Autore: Evola Who    14/09/2015    2 recensioni
Un caso di omicidio, un insegniate trovato morto nel suo quartiere. Lestrade pensa una aggressione ma Sherlock capisce subito che non è cosi. E manca qualcosa in questo caso, non una prova. Ma una testimone...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Londra due settimane prima ora 12:00

C’era il corpo di un uomo, strangolato a pancia in giù, con il viso appoggiato nell’asfalto, con indosso un maglione verde scuro, pantaloni neri, scarpe marroni consumate, capelli neri che stavano cominciando a schiarirsi e barba incolta.
In torno a lì c’era Lestrade, con il suo completo, Sherlock con il suo cappotto nero, sciarpa blu, pantaloni neri e scarpe dello stesso colore e John con i suoi jeans, maglione giallo, e giacca di pelle nera.

“Antonio Ruggeri, Italiano ma qui a Londra da un paio d’anni come raccontano i sui vicini, 41 anni, insegnante.” Disse Lestrade, parlando della vittima.

I tre si trovavano attorno al corpo, mentre la squadra omicidi era nella zona per cercare degli indizi.

“Morto?” chiese Sherlock senza guardarlo.

“Accoltellato, tre coltellate per essere preciso.” Rispose lui.

John si inginocchiò davanti alla vitta, si mise i guanti, alzò il corpo e vide il maglione ormai sporco di sangue e disse: “Si, tre coltellate, due sulle spalle e una sul petto, l’ultima è stata quella fatale e dalla sua temperatura è morto da più di due ore.” E si alzò e tolse i guanti.

Sherlock invece prese la sua lente di i gradimento e controllò il corpo in cerca di indizi.

“Qualche movente?” chiese John guardando Greg.

“Aggressione, all’inizio abbiamo pesato a una rapina ma quando abbiamo controllato le sue tasche aveva solo le chiavi di casa e il portafoglio con i suoi documenti e 50 stelline ancora dentro.” Ripose lui.

“Quindi, è uscito di casa, stava camminando ed è stato assalito da un pazzo che gli ha dato tre coltellate senza motivo.” Disse Anderson.

“No. Anzi, la vittima aspettava il suo aggressore.” Disse Sherlock con tono sicuro, guardando ancora il corpo.

“E questo come fai a dirlo?” chiese lui in tono di sfida.

Sherlock sospirò, alzò la testa e disse guardando Greg: “Lestrade, chi vive in questo quartiere?”

“Beh... qui in zona solo perone anziane e uomini o donna di mezza età . In pratica lui era la persona più giovane di tutti qui.”

“Ma è morto prima lui con un coltello” disse John

“E quindi? Che centra?” disse Anderson verso a Sherlock.

“In questo quartiere ci vivono solo anziani con una pensione bassa o uomini o donne con un stipendio minimo, quindi la maggio parte di loro stanno chiusa in casa. È quasi un quartiere isolato, quindi perché un aggressore o un rapinatore dovrebbe rapinare in un posto nel genere? Se volessi rapinare o aggredire qualcuno andrei dietro a un vicolo nel centro o un quartiere in periferia.”

“Ma come fai dire che lo stava spettando?” chiese John.

“Se volesse uscire si doveva mattiesi una giacca, delle scarpe più nove o una tracolla, visto che era un insegnante e probabilmente o usa per il lavoro, quindi non era fuori per uscire.”

“Ma sulle tasche aveva sia le chiavi di casa che il portafoglio” disse il sergente Donovan

“E il cellulare? Che la aveva?”

Tutti rimasero muti.

“No, sulle sacche non cerano.”

“Allora alza più la probabilità che stava aspettando qualcuno davanti a casa che uscendo per farsi una camminata.”

“Ma aveva il portafoglio e le casi di casa.” Disse di nuovo Donovan.

“Probabilmente il portafoglio lo aveva già in tasca da prima e le chiavi era per rientrare di nuovo in casa.” Spiegò Sherlcok.

“Allora, la vittima conosceva il suo assassino.” Disse Anderson.

“Logico. Però questa ipotesi lo sapevo già dal suo abbigliamento. Sei sempre più lento Anderson.” Disse Sherlock con tono campo e senza guardarlo.

Lui non rispose ma lo fulminò con lo sguardo.

“Ma se lo conosceva e lo stava aspettando… perché la ucciso?” chiese John dubbioso.

“Non lo so ma…” non fini la frase perché vicino alla colpo, più nel preciso vino alla gamme vide una piccola palina nera:

Sherlock la notò, la prese, si alzò e chiese a Lestrade: “Ci sono dei testimoni?”

Greg rimase un po’ soppresso dalla sua reazione dubbiosa ma ripose: “No, non ci sono dei testimoni. Abbiamo intero gatto tutti i vicino e quelli che abitavano di fronte ma non anno né sentito nulla e né visto niente. E poi come hai già detto tu, questo è un quartiere isolato.”

“No. chi deve essere stato un testimone!” ripose Sherlock con tono sicuro e continuò alzandosi:

“Qualcuno è venuto qui e probamente ha assistito al l’omicidio”

“Ma come poi dire che c’è stato qualcuno che ha assistito tutto?” chiese Anderson con tono un po’ irritato.

“Con questo.” E fece vedere la palina nera che aveva trovato.

“Che cosa è?” chiese John.

“È una pallina. Fatta con i fili, probamente i fili dei lacci delle tute; dal peso e dal suono ci sarà almeno più di una dentro a questa.” E la fece cadere e si senti un suono pieno.

Tutti rimasero dubbiosi e John chiese: “Dove l’hai trovata?”

“Vicino al corpo. È difficile notarlo subito, visto che qui la strada è molto scuro e questa piccola pallina è nera.” Spiegò Sherlock, raccogliendola.

“Okay, hai trovato una pallina e allora? Potrebbe essere della vittima” disse Anderson, con una voce un po’ irritante.

“Non può essere nella vittima. Non credo che un uomo adulto avrebbe tempo e voglia di fare una pallina di tessuto. E non può essere neanche dell’assassino.”
“Forse è caduta alla vittima dalle tasche.” Disse Anderson.

“No, le tasche sono troppo grandi. Quindi anche se fosse caduta non sarebbe rotolata fuori dai pantaloni e poi è caduta di fronte alla strada. Se fosse rotolata fuori dai pantaloni sarebbe andata dietro verso alla testa e invece l’ho trovata vicino alla gambe.”

“Quindi.. qualcuno è andato verso il corpo, si è ginocchiato e gli è volata via la pallina.” Disse Lestrade.

“Esatto, qualcuno è andato di fronte al corpo, si è inginocchiato per controllare il battito cardiaco e gli è caduta questa. Probabilmente da una felpa, più che dai pantaloni.” Disse Sherlock inginocchiassi nuovo per spiegare la sua ipotesi.

“Ma chi farebbe mai nelle palline di lacci delle tute?” chiese John dubbioso.

“Qualcuno di giovane, probabilmente dei ragazzini con una certa abilità con le mani, che le fanno per divertimento o per noia.” Ripose Sherlock e aggiunse:

“E probabilmente conosceva la vittima.”

E rimasero muti.

“Fantastico.” Disse John, dopo tutto quello che ha detto.

“Figurati, è banale” ripose lui con tono calmo.

“Ma noi non abbiamo trovato nessun testimone. Abbiamo già chiesto a tutti nella zona.” Spiegò Greg.

Sherlock ci pensò, gli venne un dubbio e disse guardandolo: “E come avete scoperto il cadavere?”

“Come?” chiese Lestrade.

“Se nessuno ha visto o sentito niente, come avete fatto a scoprire che qui cera un corpo?” ripose Sherlock

“Abbiamo ricevuto una telefonata al nostro centralino, diceva che qui cera un corpo e basta.” Ripose Donovan.

“E non sapete chi ha chiamato?” chiese Sherlock

“Non lo sappiamo, chi hanno chiamato.” Disse Anderson.

Sherlock non disse nulla e pensò, John si avvicinò a lui dicendo: “Pensi che quello che ha fatto la telefonata sia una testimone?”

“Ovvio. Però, preferisce nascondersi che testimoniare. Perché?”

“Forse è traumatizzato?” suppose John.

“O forse non c’è un testimone e ha denunciato un vicino o qui in zona.” Disse Anderson.

“Impossibile. Se forse stato denunciato da un vicino e siete andarti ad interrogagli qualcuno lo avrebbe detto, ma nessuno sapeva niente e qualcuno in zona? Non credo visto che abbiamo già stabilito. Dovresti stare più attendo Anderson.” E lo fissò.

Lui invece voleva tirargli un pugno.

“E se fosse stato il testimone ad ucciderla?” chiese il sergente Donovan.

“Per poi controllare il battito cardiaco e chiamare la polizia? No, non è possibile. Lei o lui hanno visto qualcosa, ma non lo vuole dire… perché?” e si girò.

Davanti alla strada c’era un vicolo cieco, lontano, ma dove si poteva vedere bene la scena e dietro a quel muro vide qualcosa muoversi di scatto .

Sherlock lo vide e disse tra se a se: “Ma credo di saperlo.”

Poi disse ad altra voce: “John! Vieni con me.”

Lui obbedì e lo seguì, e cominciarono a camminare.

“Lestrade, voi restate lì e non mi seguite.”

Lui era confuso e preoccupato e disse verso di lui: “Ma… Sherlock…”

“Non mi seguite!” disse ancora e camminarono.

Greg sopirò pazientemente e rimase fermo li con la sua squadra.

Mentre John e Sherlock camminavano verso il vicolo, il dottore chiese: “Okay, ora dove stiamo andando?”

“A cercare il nostro testimone” ripose lui.

John rimase sorpreso e disse: “Cosa? Pensi che il testimone sia qui?”

“Si, non molto lontano, in questa zona. Probabilmente non sapeva dove andare.”

E andò sul vicolo, e la prima cosa che videro fu un trolley blu, grande, con la maniglia alzata, appoggiata al muro e ancora il foglio attaccato del check-in.
Loro rimasero sorpresi, ma John alzò lo sguardò e disse indicando in fondo:

“Sherlock!”

Alzò lo sguardo e videro una persona con indosso dei blu jeans scuri, scarpe da ginnastica bianche senza lacci con il cappuccio alzato che correva via.
“E lui!” disse il detective e cominciarono a seguirlo.


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Note della autrice:
Ecco il primo e vero capitolo di
questa storia!
Spero che vi sia 
paiccuto e...
l'asciate una recesione
e se chi sono dei errori
grammaticiali vi chiedo
sucsa da morire...
ma rigrazio a tutti quelli
che la leggerano e che 
l'asciano delle recesioni
alla prosima!
Ciao!
Evola


 
   
 
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