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Autore: tsubasa_rukia3    14/09/2015    0 recensioni
Mi prendete in giro?! Devo sposarmi? Al diavolo il lineaggio elfico! Non ho intenzione di sposare un gigante! Sarò pure la principessa degli Elfi Bianchi, ma non mi farò mettere i piedi in testa! Ok, Jack! Andiamo, non ho intenzione di farmi trovare dalle guardie!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La brina si formò lentamente sul mantello, ma nonostante questo fui mantenuta al caldo. Non parlai con il mio accompagnatore, nemmeno per un istante e non ci fermammo per niente. Quando sorvolammo il campo di guerra, fui rincuorata di non vedere gli eserciti scontrarsi e assolutamente triste nel vedere che si cercavano ancora i corpi dei morti.
Ricordati Samira, questo è il motivo per il quale devi conquistare Adrian, nessuna vittima cadrà per questa insensata ferocia.

Quando raggiungemmo il Regno degli Elfi Neri, fui sorpresa di vedere foreste di pietra e tanti fiumi, ma rare furono le chiome di alberi vivi. La notte Shiva si innervosiva nel vedere dei rapaci inseguirci, ma la calmai con dei sussurri. Sebbene mi stetti innervosendo per la vicinanza della meta.
La capitale era enorme! Ci vollero quattro ore per superarla in linea d'aria e sapevo che da lì a poco tempo avrei visto la mia futura dimora.

A differenza del mio palazzo, che si basava su un piano unico, il Castello del Ripudiato non era altro che un insieme discorde di torrette e piani collegati tra di loro da corridoi in pietra sospesi nel vuoto. Il palazzo era completamente circondato da un deserto roccioso, perciò fummo facilmente avvistabili. Shiva iniziò la manovra di discesa e io mi strinsi più forte a lei. Quando smontati dalla sella, per poco non caddi, intorpidite come erano le mie gambe.
Feci un lungo fischio e le dimensioni della mia cavalcatura si rimpicciolirono fino a diventare a misura di folletto. Appena volò sulla mia spalla si addormentò e io aspettai che il mio accompagnatore finisse di fare la stessa cosa.

I portoni erano tutti alti e ogni singola parte del palazzo era in pietra nera. Fummo scortati nell'aula magna, forse avevano paura che ci perdessimo? Il mio cavaliere era teso come una corda di violino e continuava a spalancare le mani per allentare la tensione. 
Nessuno osò parlare e quando entrammo, nessuno ci annunciò. I lati erano pieni di nobili tesi e vigili che mi scrutavano. Le femmine avevano tutte un ventaglio che le copriva le labbra, ma capì lo stesso che stavano spettegolando. Qualsiasi corte sia o anche specie, bisognerà sempre spettegolare.
Mi incamminai verso il trono rialzato, dove sedeva una massiccia figura silenziosa. La sua pelle, come tutti quelli della loro specie, è del colore delle statue e i capelli erano corvini, circondati da un anello dorato, le orecchie erano grandi il doppio, ma a stupirmi, furono le lance ghiacciate che aveva al posto degli occhi. Tutti i presenti li avevano, dorati, smeraldini, rubini o castani, delle più cupe tonalità e mi sorpresi che il loro sovrano ce li avesse così chiari.
Dopo un respiro profondo, feci una reverenza.
-Mi chiamo Samira Nivea Simres della famiglia reale degli Elfi Bianchi. Sono venuta qui in segno di pace e come concordato dall'armistizio sono venuta qui ad adempiere alla mia parte-, spiegai tirando fuori dalla borsa un piccolo scrigno in niphrim che si aprì al mio tocco, rivelando un tomo in pergamena sporco di sangue secco. Lo misi ai miei piedi e feci due passi indietro permettendo a chi di dovere di consegnarlo al re. Successivamente li avvertirò che il metallo è impostato per aprirsi solo al mio tocco...
La prima parola che pronunciò in mia presenza il sovrano fu:'guardiano?'
In pochi attimi capì che mi stava chiedendo la ragione della presenza del mio cavaliere:- Mia madre, la regina, è del parere che ho un comportamento troppo impulsivo. Pertanto si è raccomandata di porre il Primo Cavaliere alla mia sorveglianza. Dopo un mese, qualsiasi sia la mia sorte se ne andrà pacificamente-, chiarì.
Con uno schiocco di dita un servitore si mise davanti a me e, con aria disgustata, mi fece segno di proseguire per una direzione, ma mi rifiutai di seguirlo immediatamente.
-Ho un regalo di buona fede-, spiegai la mia riluttanza ad andare, - Ecco.... io non so chi sia il proprietario, ma ho posto un incantesimo di sospensione sulla mano in modo da poterla riattaccare al suo proprietario-, dalla borsa sfilai un cofanetto in legno più grande del precedente e lo aprì per far vedere la mano amputata avvolta da un alone giallognolo. Sembrò che avessi proposto qualche oscenità da come la corte reagì.
-Se non volete, posso sempre farlo sparire...-, proposi pronta a indietreggiare sull'offerta. Riluttante, perché mi ero convinta che quella mano potesse appartenere a Jack.
Un anziano signore si avvicinò e notai che aveva un moncherino in un braccio, gli porsi il cofanetto, ma ci sputò dentro oltragemente offeso. Chiusi lo scrigno riponendolo nella borsa, feci una riverenza al sovrano e mi incamminai nella direzione precedentemente suggerita dal servitore. Mentre mi allontanati il re ordinò una sola parola: 'cena'.

La mia stanza si trovava in cima ad una torre e pertanto era a forma circolare e stretta, la mia guardia si rifiutò di avere una stanza e mi sorvegliava l'uscio, ovviamente dopo aver controllato la spoglia stanza.
Sono ore che sto fantasticando di essere salvata da un principe come in Raperonzolo, oppure di piantare un fagiolo magico, di chiamare una fata e volare via o dormire senza svegliarmi mai più. Quando iniziai a rendere fattibile l'ultima proposta, qualcuno bussò alla mia porta.
-Avanti-, concessi continuando a guardare il panorama che si ammirava dalla torre.
-Sono venuta qui per prepararvi per la cena, come sua maestà desidera-, mi informò un'elfa più piccola di me dagli occhi cherubini. In mano aveva tre vesti di colori differenti: una nera, una rossa e una blu elettrico. Nessuna era di mio gusto, ma senza provarli la informai che avevo deciso di indossare quella blu.
-Perché? Io penso che quella rossa vi risalti i capelli-, mi suggerì con estrema calma.
-Nella vostra cultura il nero lo fate indossare ai morti, il rosso ai sacrifici sacri oppure alle vergini promesse a qualche Dio, quella blu... per quanto io ne sappia è innocua-, tagliati corto prendendo la veste e notando l'enorme spacco sulla schiena. Che infantili....
Senza problemi indossai il vestito con l'aiuto della servitrice, che dopo la inaspettata conoscenza della loro cultura da parte mia si era chiusa in un silenzio pallido.
Il vestito presentava dei piccoli zaffiri, che gli donavano quel scintillio fugace, le maniche strette e lunghe arrivavano alle mani e la veste era così lunga da arrivare al pavimento. Il collo presentava una piccola scollatura a cuore, ma l'attenzione andava alla mia schiena completamente esposta. Posso rimediare lasciando i capelli sciolti, ma se muovo troppo il capo farò vedere più di ciò che è necessario.
La ragazza se ne andò senza fare una riverenza e io mi sedetti sul mobile vicino alla finestra. Lo specchio tra le mie mani, indecisa se chiamare o meno Jack. Ormai era chiaro che era un Elfo Nero, ma vorrei solo.... sapere... capire...
Mentre mi struggevo per queste sciocchezze sentì una spinta lanciarmi verso la finestra.
Non urlai.
All'ultimo richiamai il vento e sebbene ce l'avessi fatta mi impedì solo di spiaccicarmi come un insetto.
L'impatto avvenne sul braccio destro, sentendo qualche rumore poco gradevole urlai l'aria dai miei polmoni. Per un terribile istante smisi di respirare, ma con un rantolo inspirai aria.

Non seppi quanto tempo passò quando riuscì ad alzarmi. In qualche modo lo specchio crepato era incastrato nella mia mano.
Zoppicando, per quella che sembrò un'eternità, mi avvicinai al portone principale. Con dolore imposi un piccolo incantesimo illusorio, in modo da non dover parlare e spiegare un braccio rotto. Le guardie davanti all'ingresso si consultarono prima di lasciarmi entrare e senza interrompere il sorriso che avevo fin dall'inizio entrai.
Non c'era nessuno nell'aula magna... Un brusio mi salvò e mi guidò verso il luogo della cena. L'entrata non era altro che una arcata aperta, quando mi videro si zittirono tutti quanti. Ignorai chiunque, se non il re, mi misi davanti a lui feci una riverenza, con estrema calma, e mi rialzai. Ok, non è stata una buona idea.... Appena mi sono raddrizzata ho sentito un caldo salire dal mio stomaco e senza preavviso avevo vomitato. Istintivamente, avevo provato a fermarmi con la mano sinistra, ma la vidi solo sporca di sangue. Non credevo che il sangue fosse così scuro... 
Sentì le forze abbandonarmi, mentre l'incantesimo si scioglieva, qualcuno fece dei suoni di disgusto, non che mi importasse, impegnata come ero a respirare. Vidi il cavaliere scioccato, che mi guardava dalla parete della sala e poi persi l'equilibrio.
L'ultima cosa che ricordai furono gli occhi del sovrano.

**** tre settimane più tardi ********

È incredibile! Dopo l'incidente della cena sono dovuta stare a letto per cinque giorni! Va bene, hanno cambiato la mia stanza per ragioni di sicurezza. Ora sono proprio di fianco a quella del sovrano, con tanto di porta tra le due, ma non mi è servito a niente!
Appena mi sono sentita meglio, mentre dormivo, qualche genio ha pensato bene di riscaldare la mia stanza col fuoco! Grazie a quell'incidente ho dovuto tagliare i capelli! I miei capelli! Dannato!
Appena sono riuscita ad avere un po' di calma, si è presentato un gigante.
Il suo re l'aveva mandato a lamentarsi della mia insensata decisione di non averlo come sposo.
Capitemi... ero estremamente stressata.
Ci misi pochi minuti a diventare della sua stessa altezza, per la cronaca la torre più alta del castello mi arrivò appena ai fianchi, sfiorando le nuove punte di capelli, e chiarì che se non era soddisfatto di poter ingaggiare una sfida in quello stesso istante.
Vuoi per orgoglio maschile o da giganti, insomma fui sottovalutata e con gran sorpresa di tutti rispedì quella zavorra con un bel calcio al mittente, letteralmente.
Dopo l'episodio del gigante nessuno osò infastidirmi e il re appena mi aveva visto, con mio stupore, si era messo a ridere.

Mi manca Jack, almeno mi farebbe compagnia quando mi perdo nei corridoi nel castello, come questa sera.
La cosa strana è che quando sono uscita dalla stanza, il Primo Cavaliere non era presente.

Non so per quanto tempo stavo camminando, ma la mia attenzione fu attirata da una porta socchiusa. Per mia natura curiosa, sbirciai.
Il Re e il mio cavaliere sembravano volersi divorare a vicenda mentre avevano un discorso che non potevo udire. Di cosa staranno parlando?
Improvviso fu l'affondo da parte dell'Elfo Bianco che mise in ginocchio il mio promesso. Preparò la spada per un altro colpo... Voleva finirlo? Non può! Inizierà un'altra guerra.
Sorprendendo me stessa con una velocità incredibile, mi frapporsi fra i due. Ovviamente la lama si andò a conficcare nel mio addome.
In un terribile istante, il Primo Cavaliere perse le braccia e dal suo busto una quantità di sangue infinita. Agonizzante cadde in ginocchio. Non ce la feci a vederlo morire nel dolore.
Sfilai dal mio corpo la sua lama e gli concessi il colpo di grazia al cuore. Veloce e indolore.
Non dimenticherò mai l'enigmatico sorriso che mi rivolse durante i suoi ultimi istanti di vita.
Buttai, schifata, la lama incriminata e mi volta i verso il mio promesso sposo.
-State bene?-, chiesi guardando la gamba ferita.
-Non è niente-, mi informò asciutto.
-Non mi preoccupo della ferita, ma del veleno-, lo informai mentre mi strappavo una striscia dal mio abito da sera e lo legavo stretto sopra il ginocchio. -Stai fermo-, gli ordinai mentre mi inginocchiavo.
-Tu, mi dai un ordine?-, chiese ironico. Per tutta risposta infilai un dito nella ferita aperta. Sussultò, ma non rispose.
Il palmo fu circondato da un'alone grigiastro mentre, a sua insaputa, assorbivo il veleno dentro il mio organismo. Ci impiegai pochi minuti.
-Fatto-, lo avvisai dopo essermi alzata.
Guardai il corpo del mio servitore e recitai una preghiera mentre tre fiamme blu si diressero con solennità sul suo corpo e lo divorarono senza produrre fumo.
Con un tocco sulla spalla, sussultando, il re mi propose di andarmene, ma finché il corpo non fosse completamente scomparso mi rifiutai.
-È stato lui a buttarvi dalla torre-, mi informò a bruciapelo.
-Lo so, l'ho visto nello specchio-.
-E perché non l'avete giustiziato? Ne avevate il diritto-, chiese interrogativo.
-Perché non volevo ucciderlo...-, risposi semplicemente.
-Molto probabilmente è stato lui ad appiccare il fuoco-.
-Chissà-, dissi alle fiamme.

La cenere sparì nel giro di pochi minuti e in silenzio ci incamminammo verso le nostre rispettive stanze. La ferita all'addome, fortunatamente, aveva smesso di sanguinare e si stava rimarginando, ma sentì il veleno entrare in circolo. Mi comportai come se niente fosse e diedi la buona notte.
Raggiunsi le coperte con sollievo e solo sotto di esse iniziai a tremare.
Sentì la porta alle mie spalle aprirsi.
-Lo sapevo-, sospirò Adrian.
-Che sei venuto a fare?-, domandai sorpresa e leggermente in imbarazzo.
-Avevo capito che stavi semplicemente estraendo il veleno, ma la domanda era, dove andava a finire?-, chiese toccandomi la fronte. Un sospiro di piacere uscì dalle labbra notando che la sua mano era fresca. -Penso di averlo appena trovato-, confermò.
Fece per andarsene da qualche parte, ma non lo lasciai.
-Ti prego, Adrian, ho caldo-, lo supplicai.
-Vado a chiamare qualcuno per portare dell'acqua-, mi informò.
-No! Non voglio nessuno... solo fresco-, mi opposi tenendo salda la sua mano sulla mia fronte.
-E, va bene, ho capito-, si lamentò con se stesso, -Fammi un po' di spazio-, mi ordinò.
-Cosa?-, chiesi sbalordita.
-Muoviti-. Perplessa mi allontanai dal bordo.
-Perché?-, chiesi, ma subito dopo Adrian si infilò nelle coperte insieme a me.
-Hai detto che volevi un po' di fresco, mi pare-, mi disse come se fosse la cosa più ovvia. Appena finì la frase, sentì l'aria raffreddarsi intorno al suo corpo e istintivamente mi appoggiai al suo petto.
Ah, che sollievo...
Anche il resto del corpo voleva provare quel sentimento di frescura, così non ci pensai due volte a spalmarmi completamente su di lui e ad abbracciargli il busto.
-Cavoli, ti stai scaldando sempre di più.... Sono così bello?-, mi stuzzicò.
-Assolutamente affascinante-, gli concessi ormai mezza addormentata.
-Samira, perché hai accettato l'armistizio?-.
-Per chiudere l'Eterna Guerra per sempre-, risposi in automatico.
-Qual è la vera ragione?-, mi domandò seriamente, dal tono sembrò importante.
-Salvare vite innocenti.... credo-.
Sembrò insoddisfatto della risposta.
-Gli Elfi Neri hanno interesse a continuare la guerra?-, chiesi.
-No-, mi concesse.
-Perfetto, allora-.
-Continuo a non capire perché non hai accettato il matrimonio col re dei giganti...-, si lasciò sfuggire ad alta voce.
-Te l'ho detto Jack, la sacerdotessa...-, ho appena detto il nome di Jack?!, -Scusate, vi ho confuso con un altro-.
-Un amante?-, stuzzicò.
-In un certo senso lo era...-, risi.
-Oh, interessante e perché non siete fuggita con lui-, mi domandò.
-Non apparteniamo agli stessi mondi-.
-Nemmeno noi-.
-Beh, gli parlavo attraverso uno specchio-, confessai.
-E quindi?-, mi chiese.
-Cosa-.
-Ti sei fatta ostacolare da uno specchio? Curioso, dopo tutta la testardaggine che mi hai mostrato!-, rise facendo tremare il petto.
-Che cosa avrei dovuto fare?-.
-Un incantesimo di traccia per esempio!-, si burlò di me. Stizzita lo feci immediatamente, ci riversai tutta la mia frustrazione, riuscendo a completare l'incantesimo.
-Ehi, non ora!-, si lamentò troppo tardi.
Una linea di luce uscì dal mio petto, solo per immergersi in quello di Adrian.
-Curioso, non pensavo che fossi così vicino, Jack!-, lo stuzzicai.
Quando gli guardai il viso lo notai rosso come un peperone!
-Bene, Jack. Vissero tutti felici e contenti immagino-, gli sussurrai prima di dargli un bacio sulla bocca e rifugiarmi immediatamente sul suo petto.
-Mi hai incastrato!-, si lamentò.
-Certo, e non puoi liberarti. Per l'eternità-.

Fine

Angolo autrice:
Ed ecco la fine della storia. Mamma mia! In questo capitolo ho dovuto farci stare un casino di cose! Spero che non appaia troppo frettoloso, ditemi i vostri pareri e votate se vi è piaciuto.

  
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