Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: marwari_    14/09/2015    0 recensioni
Cap2: Sospirò piano, spostando il peso del corpo dalla gamba malandata, il bastone saldo tra le mani.
Cora, se solo ti ricordassi di me…

{storia composta da capitoli paralleli}
#1 storia della serie "𝓖olden𝓗eart ғairyτale"
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '𝓖olden𝓗eart ғairyτale '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Quella notte non voleva dormire. Si era ripromesso che, per una volta, una sola, avrebbe cercato di infrangere le regole.

Aveva chiuso il negozio, dopo le mansioni quotidiane che non potevano essere rimandate e, appena compiuti i suoi soliti doveri, si era precipitato nella grande villa, aveva chiuso a chiave e si era infilato a letto a dormire: quella notte doveva essere sveglio e avere della stanchezza arretrata, di certo, non avrebbe aiutato.

Era lì, Mr. Gold, imbottito di quella bevanda amara che tanto odiava, il caffè, che stava seduto su una poltrona in salotto, le luci ben accese, a fissare l’antico pendolo che aveva da poco aggiustato. Contava quasi i ticchettii della lancetta dei secondi, seguiva con lo sguardo i pesi che salivano e scendevano sotto la guida degli intricati meccanismi e aspettava. Aspettava che fuori qualcosa accadesse.

Si sentiva bloccato, e lo era, da più di dici anni, in quella cittadina congelata nel tempo e nello spazio.. e per dieci anni aveva vissuto secondo le regole, aveva compiuto gli stessi movimenti, divertendosi a registrare ogni piccola variazione del consueto copione. Erano come piccole correzioni all’interno di un libro in mano ad un lettore sempre fermo nello stesso capitolo. Non si girava mai pagina. Non si andava mai avanti.

Le regole erano chiare: rivivere le stesse giornate, senza rendersene conto.

Ma lui se ne rendeva conto. Lui era stato Rumpelstilskin un tempo e, ancora per cause ignote, era sfuggito a quest’ultima parte della maledizione.. lo credeva una salvezza, un tempo, ma ora non ci contava più.

Come poteva rimanere là, senza poteri, senza la forza necessaria per cambiare le cose? Come poteva salutare freddamente chi aveva conosciuto? Come poteva ricambiare i saluti di chi aveva odiato? Come poteva rimanere impassibile al sorriso di chi aveva amato?

Ci siamo, pensò: era quasi mezzanotte. Tutte gli avvenimenti più misteriosi e strani avvengono di mezzanotte.

Si sistemò quasi istintivamente sul ciglio del cuscino, gli occhi fissi sulle lancette.

Tutti dormivano a quell’ora, tutti tranne lui.. aveva infranto le regole.. non poteva ricordare una sola notte in cui non si fosse addormentato e non aveva mai avuto un così forte desiderio di capire il perché.. fino a quella notte.

Il pendolo suonò. Mr. Gold rimase in attesa, un leggero ghigno si formò spontaneamente sulle sue labbra mentre prendeva a contare mentalmente i secondi.. uno, due, tre..

Raddrizzò la schiena quando vide le lancette correre, come se una mano invisibile le stesse spingendo, dalla parte opposta, al contrario, velocissime.

Battè il pungo destro sul bracciolo della poltrona, arrabbiato, perché non era successo nulla di più e nulla di meno: le lancette avevano corso all’indietro sul quadrante; niente nuvole di magia che avevano attraversato le strade, nessun boato, nessun luccichio anormale. Si era svolto tutto nel più totale silenzio, senza alcun preavviso.

Quando rialzò lo sguardo sul pendolo, un sole stanco si stava facendo spazio tra le tende pesanti del salotto e il pendolo segnava le ore che, era sicuro, lo avrebbero perseguitato per sempre: 7.15

 

Alla fine, si era addormentato sulla poltrona. Non aveva alcuna voglia di andare ad aprire il negozio del banco dei pegni e se era riuscito ad infrangere le regole della notte precedente, sicuramente poteva infrangere le regole per il resto della giornata.

Sospirò, incredulo dei suoi stessi pensieri.

Era vero: in quella vita vuota non c’era ragione visibile per continuare a fingere, eppure la speranza che un giorno tutto sarebbe tornato al proprio posto, era un pensiero potente, tanto potente da riuscire a farlo alzare dalla poltrona.

Inciampò nel suo bastone, e per poco riuscì ad impedire la caduta. Afferrò con forza il pomello d’oro e strinse gli occhi, per un istante che parve eterno.

Un giorno, si ripetè, un giorno.. mi libererò del bastone. Un giorno potrò incenerire tutti quelli che ho odiato, un giorno non dovrò più fingere indifferenza, un giorno potranno a temermi per quello che sono.. un giorno.. un giorno.. lei si ricorderà.

Aprì gli occhi e davanti a sé il mobilio della sua casa gli diede un silenzioso buongiorno. Era una casa vuota e buia, troppo persino per lui. Per tanti anni aveva desiderato una compagnia, la sua,  ma per via di quel mondo era stato costretto ad adeguarsi.

Perché? Forse il motivo era che temeva le conseguenze. Forse perché temeva che la sua speranza gli venisse sottratta.

Si trascinò fino alla sua camera, il corpo pesante non solo per la stanchezza e con lentezza si preparò, si vestì e prese la macchina, dirigendosi al negozio di pegni.

La giornata si svolse come aveva previsto: pochi passanti che, fuori in strada, si voltavano dall’altra parte nell’assurda convinzione che le leggere veneziane li preservassero dai suoi occhi, lo scuolabus carico di bambini urlanti che passava nella strada parallela e i soliti clienti in cerca di oggetti perduti di un passato che nemmeno ricordavano.

Come di consueto, gli orologi che ticchettavano all’interno della bottega trillarono, segnalandogli che era giunta la pausa pranzo. Non aveva voglia nemmeno di mangiare.

Come poteva continuare così, giorno dopo giorno, vedendola solamente una volta al mese, con il volto spaventato, che gli rivolgeva solo qualche sorriso di cortesia? Come poteva vivere sempre la stessa giornata, ancora e ancora, come tutti gli altri, con la sola differenza di esserne consapevole? Forse prima o poi sarebbe diventato matto.

Si guardò attorno circospetto, quasi temesse si essere fermato da qualche forza invisibile e serrò la mano attorno al pomolo della porta.. non avrebbe dovuto farlo. Lo girò. Una folata di vento freddo, tipico del Maine, lo investì, facendolo quasi indietreggiare. Era un monito?

Osservò la strada, cercando in quel vento qualcosa di leggibile, una forma, un’ombra colorata di magia, ma non vide niente. Fissò il vuoto, come per sfidare la sorte.

Poteva infrangere le regole: lo aveva già fatto.

Puntò il bastone sul marciapiede e, chiudendosi la porta del negozio alle spalle, cominciò a camminare spavaldamente per le strade di Storybrooke.

Non guardò in faccia nessuno, né i negozianti terrorizzati dietro i loro protettivi banconi, né i passanti che affrettavano il passo o abbassavano il capo nel vento, godendo di quella sensazione di superiorità non voluta che lo faceva sentire tanto importante quanto lo era prima.

Passeggiava con disinvoltura, evitando di rispondere ai mormorii di saluto che gli venivano rivolti ed ascoltando il piacevole ticchettio del bastone sull’asfalto grigio del marciapiede. Oltrepassò la boutique all’angolo della strada ed osservò distrattamente i vari arnesi metallici sfoggiati dal ferramenta e si girò verso la vetrina della panetteria.

Sorrise quasi impercettibilmente nel vedere il profilo sfumato della proprietaria, quasi un riflesso irreale al di là del vetro; era indaffarata, ma forse era solo per dissimulare il fatto che lo avesse notato.

Mr. Gold si fece coraggio, attraversò la strada ed indugiò pochi istanti davanti alla vetrina ricolma di farina, spighe di grano e torte finte, per poi oltrepassare la soglia, facendo tintinnare la piccola campanella attaccata alla porta.

La osservò con discrezione mentre alzava lo sguardo, quello sguardo che ricordava fin troppo bene ma che non lo riconosceva, quelle labbro rosate che non gli rivolgevano di più di un sorriso di cortesia, forse persino spaventato.

«Buongiorno Mr. Gold.» sorrise di nascosto mentre sentiva quella voce, come se non la udisse da anni. In realtà era così, perché quella non era la voce a cui era abituato, non lo aveva mai chiamato così, e mai con quel tono.. ma, dopotutto, si doveva accontentare. Si avvicinò all’espositore e, senza dire niente, prese a guardare i dolci sistemati in file ordinate

«Buongiorno miss Meel.» le disse infine, mentre ancora stava sorridendo. Respirò una volta, due, poi si decise a parlare: aprì la bocca, alzò lo sguardo, ma fu subito costretto a tacere

«L’affitto scade tra due settimane.» mormorò lei, il tono basso e tremolante. Perché aveva paura? Se solo avesse ricordato…

«Non sono qui per l’affitto.» Mr. Gold era irritato da quella frase: non aveva fatto nulla per meritarsi quelle parole, non in quel momento almeno e non aveva mai fatto nulla, mai, perché lei, proprio lei dovesse temerlo.. era forse quella cittadina, o gli abitanti, che la spingevano a farlo?

Indurì involontariamente lo sguardo, ma subito ridistese la fronte corrugata… di certo non voleva spaventarla ancora di più. Guardò a lungo quel viso preoccupato, quegli occhi penetranti che lo fissavano in cerca di una soluzione che era in grado di dare solamente lui. Le sorrise nuovamente, nel modo più gentile possibile e, senza distogliere lo sguardo da lei, premette l’indice sul vetro lucido dell’espositore «Sono qui per la torta.» ricordava bene la prima volta che aveva assaggiato quel dolce, ne ricordava il gusto, la consistenza, ricordava il profumo e anche quel pomeriggio assolato al castello.

Non si accorse che la donna lo stava guardando con aria perplessa, quasi potesse vedere dentro la sua testa.. forse stava cercando di ricordare? Forse, una vocina nella sua testa, le diceva qualcosa che non era in grado di carpire?

Sospirò piano, spostando il peso del corpo dalla gamba malandata, il bastone saldo tra le mani. Cora, se solo ti ricordassi di me…

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: marwari_