IV
Plastic Passion
Plastic
passion is a gold guarantee
This plastic passion is murdering me
Oh! it's a plastic passion
Plastic Passion – The Cure
La
musica di quel piccolo carillon continuava a suonare all'infinito.
Non aveva bisogno di essere caricato in quanto si trattava di un
marchingegno ideato per far cadere in uno stato torposo le ignare
bambine babbane che lo usavano. Eppure a lei non capitava mai niente
quando lo ascoltava suonare e osservava la piccola ballerina danzare
accompagnata dalla rigida versione in miniatura di un cavaliere. Si
era immaginata più volte che quell'impettito signorino
potesse
essere il suo futuro principe e quella ballerina potesse essere lei.
Da
quando era tornata a casa non aveva mai smesso di ascoltare quella
musica dolce e un po' malinconica, a tratti ipnotica. Le note si
susseguivano, una dopo l'altra, e lei cercava di accompagnarle
toccando i tasti del pianoforte per trovare quello che gli si
avvicinava di più.
Con
suo malgrado, il giorno di Natale non era ancora riuscita a
riprodurre quella nenia con nessun altro tipo di strumento. L'idea
che non potesse essere riprodotta l'aveva sfiorata, ma aveva
accantonato subito quell'ipotesi.
Il
giorno di Natale era arrivato presto e altrettanto presto se n'era
andato. Si stava già deprimendo a immaginare il suo ritorno
ad
Hogwarts. Come avrebbe potuto guardare in faccia Draco dopo quel
regalo?
Improvvisamente
le era venuta voglia di guardarlo, di stringerlo a sé e di
immaginare Draco mentre glielo sceglieva. Sorrise e si passò
una
mano sulla fronte per togliersi un ciuffo ribelle di capelli corvini
che le era sceso davanti agli occhi. Si alzò dallo sgabello
del
pianoforte e si diresse in camera sua.
*
- Qualche giorno prima, 25 dicembre -
La
neve cadeva leggera fuori dalla finestra. Pansy sbuffò
infastidita.
Avrebbe preferito uscire in mezzo alla neve, bagnarsi tutta e
sporcarsi piuttosto che stare seduta composta e aspettare che anche
l'ultimo dei suoi più infimi parenti se ne fosse andato.
Mentre
aspettava, tra un sorriso falso e una risposta monosillabica alle
domande che le venivano poste, guardava fuori dalla finestra
aspettandosi chissà che cosa.
No, nessuno la sarebbe venuta a
salvare.
« Pansy cara.» Nonna Parkinson non demordeva: la
stava
per assalire ancora con un'altra ondata di domande.
«Com'è
possibile che una ragazza così bella come te non abbia il
ragazzo.»
« Evidentemente è possibile, nonna.»
Esclamò in
risposta la magra figura di sua cugina Heather. Si erano sempre
odiate cordialmente per i motivi più svariati. Bambole
rotte,
vestiti rubati, sbronze collettive finite in rissa, ragazzi rubati...
i motivi erano stupidi eppure loro si odiavano.
Solitamente Pansy
non rispondeva a provocazioni di quel tipo, ma non resistette:
«
Sai, nonna» iniziò con noncuranza. «Un
ragazzo c'è, ma non è
niente di ufficiale. Sono due mesi che ci vediamo e non voglio
affrettare le cose.» Lanciò uno sguardo truce alla
cugina e sorrise
alla nonna.
« Oh Pansy, che ragazza giudiziosa che sei. Fai bene
a non affrettare le cose. Hai solo 15 anni.»
« 16»
« Stessa
cosa. Come si chiama il tuo fidanzatino?»
Pansy storse la bocca a
quel termine e con una certa soddisfazione si preparò a
pronunciare
quel
nome:
« Draco, Draco Malfoy.»
Cercò di caricare il cognome di quanta
più enfasi riuscisse e si girò a fissare
malignamente la cugina, la
cui bocca ora era spalancata.
Un rumore, come di qualcosa che
sbatteva contro il vetro, la distolse dalla sua intima vittoria.
Girò
la testa verso la finestra e vide un barbagianni con un pacchettino
nel becco fissarla.
Il suo regalo.
Corse ad aprire al gufo
e senza degnare di ulteriori attenzioni quella gente falsa come
Giuda, scappò in camera sua.
Il pacchetto non era
esageratamente grande e Pansy si chiese chissà cosa c'era
dentro.
Osservò
un paio di volte l'involucro argentato che l'avvolgeva e subito si
decise ad aprirlo. All'interno trovò una piccola collana con
un
cuore di plastica come ciondolo. Spalancò gli occhi dalla
sorpresa:
lui si era ricordato
che lei aveva una passione assurda per la plastica.
*
Tirò
fuori il cuore
dal pacchettino e lo osservò ancora meravigliandosi. Era
stupendo e
lui aveva proprio azzeccato i suoi gusti.
La plastica era la sua
fonte di nutrimento. Adorava l'odore e le varie forme che le potevano
imprimere. Adorava la plastica perché da bambina credeva che
la
faccia delle persone era completamente composta da quel materiale e
con il passare del tempo aveva capito che non si era sbagliata
più
di tanto. Perché tutti portavano una maschera e la sua era
di
plastica.
Angolino infimo dell'autrice.
Vi prego di scusare immensamente il mio ritardo e il capitolino molto corto :]
Non ho molto tempo a disposizione per commentare il capitolo, ma sappiate che a me non convince molto. Bah.
Ci tenevo però a ringraziare chi ha messo la storia nei preferiti, chi la recensisce e chi la legge :]
Ringraziamenti:
Stephenye: sono contenta che ti piaccia molto la mia storia! Inoltre i battibecchi tra loro mi è piaciuto molto scriverli. In fondo li immagino come un gruppo di bambini un po' troppo cresciuti e affetti da “crisi adolescenziale”. No? È giusto che anche i cattivi poi abbiano un attimo di pausa per godersi la loro vita :] Grazie mille per la recensione!
Mojito86: oddio o.o non volevo dare l'impressione che Draco fosse cotto a puntino xD anche perché non ce lo vedo per niente a sbavare dietro senza ritegno a una ragazza (anche se la ragazza in questione è Pansy xD). In effetti, dovrei rivedere un po' il comportamento del caro Draco. Grazie mille per la recensione!
Ladymarie: ahahah, vai tra che la storia non la perdi più adesso che ce l'hai tra i preferiti. Ormai mi sono ripromessa che devo aggiornarla più di frequente e spero proprio di riuscirci! Grazie mille per la recensione!