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Autore: Leonetta99    15/09/2015    4 recensioni
'perche con i tuoi compagni di squadra pensi con l'organo genitale invece che con questo?" il suo dito sfiora la mia tempia e rabbrividisco a quel semplice contatto e prima che possa parlare dice "e ti prego non fare una battuta sul tuo amichetto" le faccio un sorriso malizioso e sorrido prima di tornare serio e guardarla negli occhi "un altra cosa che ho capito è che se ti fai vedere indifferente le persone non provano a distruggerti, lo faccio per non uscirne ferito" non sa cosa dire quindi mi avvicino trovandomi ancora più vicino a lei, alza il capo dato che è più bassa "e perché con me non ti dimostri così?" poso lo sguardo sulle sue labbra stando a pochi centimetri da esse "per qualcuno vale la pena togliersi la maschera e buttarsi" dico ben sicuro di averle dato il potere di spezzarmi. "non hai paura che ti faccia del male?" annuisco consapevole non solo di essermi privato della mia maschera, del mio scudo per lei ma anche di averle dato il mio cuore.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Volevo solo lasciarvi il link del passo che hammazzato Jorge nel capitolo precedente: https://vine.co/v/eIWmrzw6ZPu 
ora dovete solo immaginare Jorge Blanco sbavare eheheh, mi dileguo buon capitolo 


Capitolo quattro.
 
Quando sono venuta da te fregandomene degli sguardi degli altri ecco forse è lì che mi sono accorta di essermi innamorata di te Jorge Blanco.
-Martina Stoessel
 
Tra i corridoi non si sentiva altro che i passi di un bidello corrotto di nome Beto che era stato pregato quella mattina -da un certo capitano della squadra - di fare una consegna speciale nella classe di sua sorella, una rossa pimpante. Voleva compiere al meglio quel suo piccolo compito che lo aveva staccato dalle sue solite mansioni come: spazzare, lavare per terra, spostare banchi e rimproverare alunni non molto amanti della scuola che preferivano passare il tempo in giardino. Arrivò davanti la classe indicata e sorrise tra sé e sé prima di bussare e sentire un “Avanti” - entrò scusandosi per l'interruzione e il disturbo e disse: “Martina Stoessel qualcuno mi ha detto di darti questa” nella classe alcune sospiravano con occhi innamorati sussurando un “che invidia” altre a quelle che la guardavano sorpresa, dopotutto lei non era altro che la nerd invisibile. Quelle vicino a lei non facevano che allungare il collo sperando di leggere il bigliettino che fece arrossire – ancora di più di quanto già era – e sorridere Tini. “Chi la manda? “ chiesero alcune ragazze al bidello che continuava a guardare il sorriso della giovane mentre annusava quel fiore pensando 'Ah l'amore' - “Non sono autorizzato a dirlo, ma credo che la diretta interessata abbia capito no?” questa annuì senza smettere di sorridere davanti a quel gesto così speciale per lei, solo e solamente per lei. “Bene io posso andare, scusi ancora l'interruzione” la professoressa si limitò ad annuire guardando la sua alunna preferita così chiusa verso gli altri con uno sguardo felice e curioso. Tutti la guardavano, tutti volevano sapere, ma a lei non importava. Non questa volta. Una chioma rossa con un sorriso furbo si avvicino a lei dicendo semplicemente “Ora capisco perché non è voluto venire in macchina con Ruggero stamattina”.
 
Qualche ora prima...
Mi sveglio di soprassalto sentendo la sveglia suonare e mi strofino con la mano un occhio prima di ributtare il viso nel cuscino con un lamento che lascia ben intendere la mia voglia di alzarmi e lasciare quel morbido letto 'Sei da solo in quel letto Blanco, dopo un po' ti annoieresti' - “Stupida coscienza” urlo prima di sentire la porta della mia camera aprirsi e vedere mia sorella in piedi pronta con le braccia incrociate che mi guarda come se fossi un alieno “Parli da solo fratello? Di male in peggio” le lancio un cuscino girandomi dall'altra parte  ma lei continua “Ruggero sarà qui tra cinque minuti quindi muovi il culo” mi alzo guardandola con lo sguardo più omicida del mondo e le dico “Non sono una ragazza, ci metto due minuti ad essere bello e pronto a differenza tua” lei mi guarda irritata e esce non prima di aver urlato “In quei due minuti riesci a farti anche la sega mattutina?” piccola rossa rompipalle - “Passi troppo tempo con Ruggero” la sento ridere senza commentare dicendo solamente “Muoviti”. Vado in bagno guardando come sono messi i miei capelli e quasi mi viene un colpo quando li vedo tutti abbassati 'No è una di quelle giornate' prendo il gel mettendomelo sui capelli per cercare di metterli su, costretto perché odio quella sostanza gelatinosa, ma non posso fare altrimenti. Di andare a scuola con quella pettinatura non se ne parla proprio, sembro un tredicenne. Mi guardo allo specchio e non felice della mia opera prendo uno dei miei cappellini e me lo poso sopra la testa, sì così va decisamente meglio. Dopo essermi ance vestito vado in cucina trovando mia mamma alle prese con qualcosa ai fornelli “Buongiorno” sussurro sedendomi a tavolo - “Che hai fatto tesoro di mamma?” non sopporto quando fa così, non ho più due anni, alzo gli occhi al cielo cercando una risposta ma mia sorella mi procede  “Capiscilo mamma, stamattina non ha tempo per darsi al 'fai da te' - “Finiscila Cande” la riprendo mentre mia mamma mi guarda chiedendomi con lo sguardo 'davvero ti dai al fai da te?' “Mamma smettila di fare certi pensieri su di me e dammi i miei pancake” lei si gira sorridendo e mi posa il piatto con la mia colazione 'finalmente questa giornata migliora' mi tuffo su di essi mentre mi ricordo di dover avvisare mia sorella “Cande oggi vengo in moto, vai tu con Ruggero” mi guarda sorridendo e dice “Che devi fare fratellino?” - “Fatti i cavoli tuoi ruffiana” mia madre ride e io le sorrido mentre la rossa sbuffa.
 
“Dai Beto ti prego” continuo a supplicarlo facendo il sorriso più ruffiano che riesco a fare “Jorge è da pazzi, non posso entrare in classe per consegnargli una rosa” lo so che è da pazzi, ed è proprio per questo che devo farlo. “Ti prego” alza gli occhi al cielo ma poi mi guarda sorridendo “Nome?” - “Martina Stoessel” prende la rosa in mano e guarda il biglietto attaccato su, ci ho messo ore per pensare a cosa scrivere ma poi mi è venuta la frase perfetta:“Bambie spero per te che 'ricevere una rosa nel bel mezzo di una lezione' non sia uno di quel punti perché sennò me ne mancherebbero solo otto'  “Classe?” è quella di mia sorella quindi la “5B^” annuisce dandomi un leggero pugno sulla spalla “Ora vai in classe prima che io cambi idea” rido e corro verso la mia classe.
 
All'ora di pranzo mi siedo al tavolo con Ruggero, Cande, alcuni della squadra e alcune ragazze della squadra di pallavolo che non fanno che parlare delle nuove divise e di argomenti futili che cancello dalla mia mente. “Oggi il bidello è arrivato in classe con una rosa in mano e sapete per chi?” la domanda prende la mia attenzione facendomi sorridere finché non sento la risposta di Lodovica “Sai quanto me ne frega?” - “Dovrebbe interessarti invece, era per Martina” guado la reazione di lei e noto come gli occhi siano sgranati e la forchetta sia caduta dal tavolo - “Impossibile, è assurdo. Quella non se la caga nessuno” stringo i pugni sotto al tavolo per evitare di dirgliene quattro focalizzandomi solo e solamente su un pensiero: Martina. Alzo lo sguardo su Cande e vedo che sta dicendo qualcosa a qualcuno dietro a me “Non girarti, è abbastanza in ansia” le lancio un occhiata interrogativa ma lei sorride con un sorriso di chi la sa lunga così mi limito ad alzare le spalle senza chiedere altro. “Dai ammetti che scherzi” continua Miss Universo rivolgendosi alla amica “Non sta scherzando” si immischia mia sorella - “Ha veramente ricevuto quella rosa stamattina” specifica ricevendo subito una risposta dall'altra “Se la sarà mandata da sola” rivolgo la mia attenzione tutta su di lei e sto ribattere quando sento una mano sulla spalla e mi giro di scatto. Un grande sorriso incornicia il mio viso al vedere Martina tutta rossa che si morde il labbro torturandolo “Ciao Jorge” le sorrido dimenticando totalmente il motivo per cui stavo per perdere il controllo e le rispondo con un “Ciao Bambie” lei diventa ancora più rossa – se possibile – e si sposta un ciocca di capelli che le era finita davanti al viso. “Ecco ti va di, naturalmente se ti va, non sei obbligato di uscire in giardino” sorrido pensando a quanto deve esserle costato venire qui da me davanti agli altri – che stranamente si sono azzittiti – e chiedermi di uscire con lei. Forse non ha capito che se lo mi chiedesse di buttarmi da una montagna lo farei, solo se ci fosse lei a curari i graffi. Se mi chiedesse di lanciarmi in aria senza paracadute, lo farei e senza pensarci due volte. Non so cosa sia quello che provo, ma so che è forte e diverso da ogni sentimento mai provato. “Vengo, ma solo se dividi con me le patatine fritte che mi sono rimaste” sorride meno tesa di prima e dice con tono ironico: “Farò questo enorme sacrificio” - “Andiamo allora, ketchup o senape?” non ci pensa nemmeno un secondo e risponde la prima opzione. “hey ragazzi ci vediamo dopo agli allenamenti” loro annuiscono ancora sorpresi seguendomi con lo sguardo ma li ignoro uscendo con una cerbiatta e una confezione di patatine da finire non più solo.
 
Quando siamo fuori prendo la parola mentre lei mette la salsa sopra tutte le patatine “Quanto volte ci hai ripensato prima di decidere di venire al tavolo” lei arrossisce mettendo una patatina in bocca e la guardo sorridendo, sembra una bambina. “Non prendermi in giro, non sai quanta forza mi ci è voluta per chiederti questo davanti a loro” lo posso oso immaginare piccola bambie “Come ti sei convinta?” alza lo sguardo incatenando i suoi occhi da cerbiatta ai miei e dice in imbarazzo “Ho guardato la rosa” - “Piaciuto il biglietto?” ride annuendo ma non è questa la risposta che voglio, scruta il mio volto e scuote la testa quando capisce ciò che voglio sapere “No, ricevere una rosa a sorpresa a scuola non è uno dei punti della mia lista, ma l'ho sognato qualche volta” - “In che senso 'sognato'?” ride dicendo “Sei curioso eh” alzo le spalle sussurrando “Voglio sapere tutto di te Martina Stoessel, non ti libererai facilmente di me” la sua espressione si fa seria e non riesco a comprendere il suo pensiero “Sognato nel senso che ho immaginato che potesse accadere una cosa così, lo faccio prima di dormire. Immagino cose impossibili” prendo una patatine mandandola giù senza far caso al sapore e noto che ne va veramente pazza perché ne ha fatte fuori metà “Sicura che siano impossibili? Perché mi è arrivata voce che hai ricevuto una rosa da un bellissimo ragazzo” scoppia a ridere in una risata cristallina e vera e l'unica cosa che penso è 'Cavolo perché non ti accorgi di quanto sia facile farmi innamorare di te' - “Bellissimo? Anche modesto immagino” annuisco gonfiando il petto e lei alza gli occhi al cielo. “Mi sa che è ora di tornare in classe capitano, torniamo dentro dai” butta il sacchetto delle patatine – assolutamente vuoto – e si dirige verso la porta di entrata non prima di girarsi verso di me “Che c'è? Ho del ketchup da qualche parte?” mi avvicino a lei e sussurro un “Qui” prima di baciarle un angolo della bocca - “Davvero ero sporca?” - scoppio a ridere e alzando le spalle dico “No, non pensarmi troppo durante le lezioni. Ciao Bambie” vado dentro a scuola e sorrido al pensiero della sua espressione in questo momento.
 
“Blanco e il compasso? Lo hai dimenticato anche questa volta?” sbuffo alzando gli occhi al cielo cercando una nuova scusa “Prof, se le dico che me lo ha mangiato il cane mi crede?” tutta la classe scoppia a ridere e Gregorio, insegnate di matematica nevrotico mi guarda malissimo facendomi ridacchiare “Vallo a chiedere nella prima classe che ti capita a tiro fenomeno” mi alzo mettendo una mano sul cuore “Addirittura i complimenti? Beh grazie, ma sapevo di essere un fenomeno” i miei compagni continuano a ridere felici di avere un momento per respirare tra una disequazione e l'altra, secondo la mia teoria il professore in questione invece che farsi la sua donna – che non so nemmeno se esista – si fa le espressioni. Si eccita pure magari, che brutta immagine dio. Rido fra me e me finché un idea arriva alla mia testa illuminandomi. Passo davanti alla bidelleria per prendere un foglio e una penna e sopra di esso ci scrivo il mio numero poi mi dirigo verso la classe di mia sorella che è casualmente la stessa della ragazza che i questi giorni è il mio punto fisso. Busso e un leggero 'avanti' si sente così apro la porta e la prima cosa che noto sono alcuni sguardi delle ragazze che mi guardano curiose e interessate “Oh Blanco, a cosa devo l'onore della tua visita?” la professoressa che altro non è che l'insegnate di pallavolo aspetta di saperne di più “Ho dimenticato il compasso, volevo chiedere se qualcuno o qualcuna me lo potesse prestare” subito alcune della prima fila si mettono a cercare animatamente quell'aggeggio ma la mia attenzione è solo su una, che non muove un dito limitandosi a guardarmi “Beh come vedi puoi averne di tutti i tipi, quindi scegli su” la sua frase mi fa pensare non solo al compasso, ma alle 'ragazze'  , mi avvicino al suo banco e la vedo guardarmi divertita così le faccio l'occhiolino “A te Blanco” me lo passa e io senza farmi notare le lascio il biglietto sopra il banco e subito i suoi occhi vanno su di esso “Posso scrivere il mio nome sopra così non ti dimentichi di me anche se la vedo dura” le dico cosciente del fatto che davanti alle altre non dirà mai nulla, ma a quanto pare Martina Stoessel riesce a stupirmi ogni giorno di più e se ne esce dicendo “Oh tranquillo non ce ne sarà bisogno, già l'ho scritto io” sorride felice di avermi stupito e io esco appena la prof mi riprende.
 
Sono steso sul letto con le braccia sotto la testa mentre guardo il soffitto quando il telefono squilla e allungo una mano per prenderlo: messaggio da sconosciuto.
 
“Le conquisti tutte così? Lasci il tuo numero sul banco?”
                                                      
Scoppio a ridere appena capisco chi è e rispondo immediatamente.
 
“No tranquilla è il trattamento speciale solo per te bambie”
 
“Sono una ragazza gelosa, sai?”
 
“Anche di me?”
 
“Non lo so, ma spero per te di no”
 
“E allora perché io spero di sì?”
 
“Devi ridarmi il mio compasso però”
 
Cambia discorso e non glielo faccio notare perché so che andremmo in luoghi che ancora nessuno dei due è pronto a esplorare.
 
“Se stasera vieni con me a mangiare da qualche parte te lo porto”
 
“Sono anche stufa di risponderti' forse' quindi ci vediamo alle sette”
Ricevere un sì diretto da questa piccola Bambie è come aver corso la maratone ed essere arrivato primo anche dopo due strappi.
 
Alle sette Bambie”
 
“Alle sette Capitano”
 
Mi alzo andando a controllare i miei capelli che fortunatamente si sono sistemati quando un altro messaggio attira la mia attenzione. “Questo sarebbe il nostro per sempre?”. Che cavolo significa? Farò la figura dello stupido ma è sempre meglio di una non-risposta: “Non ho uccidermi, ma non l'ho capita” mi prenderei a schiaffi da solo se potessi, dio stupi stupido stupido.
 
“Devo assolutamente farti un corso intensificato di film romantici”
Donna, che ti aspetti da me?
Ma non scopano mai i tuoi amici? Si dicono solo cagate romantiche?”
Adoro farla incazzare che devo dire?
“Primo:non si dicono 'cagate'.
Secondo:non vuoi sapere cosa fanno la maggior parte del tempo nel libro”
Perché l'ultima frase mi fa pensare a qualcosa di sadomaso? Che cazzo di libri si legge?
“Me lo farai vedere tu? Mi offro volontario”
Se l'è cercata dovete ammetterlo.
“A dopo stupido”
 
“Non puoi aver preso davvero la pizza con la cipolla” mi riprende lei dopo alcuni minuti che mangiamo i nostri tranci mentre passeggiamo “Cos'hai contro la cipolla?” - “Fa piangere e ti puzzerà l'alito” scoppio a ridere e lei mi guarda male ma rispondo senza pensare “Non devo baciarti quindi non dovrai provarlo sulla tua bocca tranquilla” sposta lo sguardo totalmente su di me e risponde “Quindi hai già deciso che non mi bacerai?” mi fermo proprio di fronte a lei guardandola negli occhi “Non l'ho deciso io, ma tu” mi lancia uno sguardo interrogativo e continuo: “Leggo nei tuoi occhi la tua insicurezza piccola bambie” abbassa lo sguardo, ma poco dopo lo rialza sentendomi parlare “Voglio baciarti sapendo che lo vuoi anche tu, voglio muori dalla voglia di baciarmi come me capisci?” annuisce e sussurra “E se quello sguardo che cerchi non arriverà mai?” le lancio uno sguardo malizioso e continuo a camminare. “Jorge? Rispondimi” - “Oh lo vorrai Bambie,  così tanto che impazzirai” mi fermo per capire la sua reazione e nei suoi occhi leggo: sorpresa, paura e... Eccitazione?

 
  
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