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Autore: Zaffiro    09/02/2009    1 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

la neve è candida, fa sognare, ma quando arriva all'inizio d'estate fa venire qualche dubbio
un'innoquo thriller che si snoda tra cielo e terra
un agente un po' scavezzacollo molto curioso
macchine che escono direttamente dai sogni e finiscono in realtà occultate da pareti di cemento
questa fanfic vi interesserà all'inizio, vi appassionerà a metà e non vorrete che ci sia una fine
commentate, commentate e commentate, se solo vi è interessata vi sfornerò i capitoli al ritomo di tre o più alla settimana per quello che spero vi piacerà
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Capitolo 2

«Cinque ore ho dovuto aspettare lì che quella stramaledetta…cosa finisse! »

In quei momenti David riusciva a far invidia al diavolo quando si arrabbiava, per fortuna non gli era ancora venuto il desiderio di sadismo, in quanto sapeva che l’uomo che lo ospitava lo avrebbe ucciso in caso di danni al laboratorio. Il grande amicone, nonché studioso di buona fama era Daniel White. Personaggio sulla quarantina, con la vita divisa tra vita mondana, nanochimica e culturismo.

« Non puoi chiedere molto alla protezione civile, questa cosa, come la definisci, ha colpito circa in un raggio di cento chilometri da qui, tutti erano mobilitati, non potevi sperare che ci fosse gente disponibile per te »

« Sarà anche così, ma così non si può andare avanti, in tre mesi ci sono già stati fenomeni uguali, ma mai così grandi, si riducevano ad alcune bruciature, e tutti pensavano che fosse la carbonella di qualche barbecue, quello che mi fa veramente incazzare è che nessuno sappia cosa sia »

Il tono si era gia calmato e l’eccitazione andava scemando, tutta la conversazione acquisiva tranquillità e serietà

« Se vuoi proprio saperlo dammi ancora qualche minuto. »

« Prego? »

« Non ci crederai, ma sono riuscito a raccogliere qualche campione di neve del diavolo, come la chiamano i telegiornali. »

« Ma io sapevo che qualsiasi tentativo di studiarlo sono andati in fumo letteralmente, tutto quello che si raccoglieva evaporava in pochi minuti, se non meno »

« Non a caso mi reputo bravino, per fortuna avevo addosso una tuta da laboratorio pesante, appena ha iniziato a nevicare non ci ho nemmeno fatto caso, quando il giardino mi è cominciato a bruciare mi sono iniziato a incuriosire. Ho preso pala da neve e carriola e ne ho preso un po’ di quella che era ancora buona sulla strada. Peccato che dei cinque chili iniziali me ne siano rimasti poche decine di grammi »

« Mica male, ma di preciso cosa stavi facendo con una tuta da laboratorio pesante? »

« Top secret…no, scherzo, piccoli esperimenti, vedevo qualche effetto degli acidi ultra forti e, sempre abbondantissima botta di fattore C, quella neve concerne coi miei esperimenti ed ora vado a prendere i risultati, dammi cinque minuti »

« Ok, ti aspetto qui e giuro solenne mente di non toccare nulla »

Detto questo Daniel andò nella parte più vietata del laboratorio, e David sapeva di aver detto una grandissima balla, dunque cominciò a girare per il salotto nell’attesa.

Mica male, pensava, tutto un sistema di telecamere nascoste, non si fida per niente dei vicini il vecchio Daniel, e ci credo, pensò sempre David posando lo sguardo su di un cassetto sbadatamente socchiuso che, in modo circospetto si aprì magicamente, rivelando giornali e fumetti di dubbia morale e di altrettanto dubbia provenienza. Pronto per uno sfottio generale l’agente venne bloccato da un semplice dettaglio, dei fili elettrici spuntavano da dietro un orologio digitale, fili troppo grandi per una semplice sveglia, e questo insospettì non poco David, inoltre l’ora era di dieci minuti indietro, in perfetta discordanza con la precisione del chimico.

“Daniel! Da quant’è che hai una radiosveglia in salotto?” urlò per farsi sentire fin dagli antri del laboratorio.

“Non ne ho mai avute, che me ne faccio di una radiosveglia in salotto? Io dormo in camera mia”

Ma la risposta non venne nemmeno presa in considerazione, girando la radiosveglia, grande come un mattone, David si rese conto che c’era una piccolo, ma molto importante particolare, la copertura posteriore era assente e i cavi anomali avevano un loro preciso indirizzo, un detonatore in un panetto da un chilo di C4.

“C4!” le ultime parole, prima che la radiosveglia, che emetteva una serie sempre più veloce di inquietanti bip venisse scagliata al di fuori della finestra e, ancora a mezz’aria, detonasse come una folgore, distruggendo una buona fetta di prato, i vetri dell’auto nuova, annerendo la parte della casa immacolata e facendo saltare tutti gli allarmi del quartiere. Ciò che disse Daniel subito dopo è meglio che non venga proferito.

“Maledetti, che siano tutti maledetti, mi hanno rovinato un’opera d’arte”

“Suvvia, stai calmo – tentava in tutti i modi di ammansire un umile e timido studioso incazzato come una belva – vedrai che li ritroviamo, ma c’è una cosa che non riesco a capire – continuò David”

Cosa non riesci a capire” non sembrava più un essere umano, ma un demone venuto da chissà dove.

Se volevano ucciderci, o ucciderti, sempre toccando ferro, perché hanno messo la bomba in un posto facilmente stanabile, e rimovibile, ed inoltre ha cominciato a ticchettare poco prima che esplodesse come nei film? Non sarebbe stato più logico e/o facile magari tirarci contro un rpg?”

“Non me ne frega se volevano farmi fuori o no, ma hanno fatto un grave, gravissimo errore a lasciarmi libero di maciullarli e usare le loro budella come sturacessi

“Finalmente, e io che pensavo di annoiarmi questa settimana, che si profila una settimana di M, tu hai degli impegni?”

Mha – lo disse con voce troppo calma – a parte uccidere ed un paio di convegni niente, ma questi ultimi posso facilmente spostarli”

Al che sul viso di entrambi si delineò un sorriso beffardo, eccitato e molto, molto deciso a scoprire.

 

  
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