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Autore: Silviax    16/09/2015    3 recensioni
Appena assaporo la nicotina in gola tiro quasi un sospiro di sollievo, riesco per qualche istante a sentirmi più tranquilla, anche se quella tranquillità passa subito vedendo la faccia di Castiel leggermente irritata davanti al mio mutismo.
-Puoi onorarmi delle tue parole o è chiedere troppo?-
-Smettila Castiel, lasciami un po' in pace-
Non parla. Non dice un parola, mi guarda e basta. Non riesco a sostenere il suo sgardo e guardo altrove, non ho bisogno della compassione di nessuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17 – RICATTI
 
Iniziamo a incamminarci verso il lungo viale che separa la scuola dalle nostre case
-Cosa devi dirmi?- chiedo incuriosita
-Quando l’altro giorno mi stavi dicendo del cane ti ho mandata via- ammette –Com’è andata?-
-Adesso ti interessa?- chiedo con un espressione leggermente accigliata
-Direi di si visto che anche il mio Demon è coinvolto in tutta questa storia-
Lo guardo male per pochi secondi e poi mi scappa un leggero sorriso, sapevo che prima o poi mi avrebbe chiesto di questa storia.
Gli racconto tutto quello che mi ha detto la veterinaria, dei cuccioli e della data prevista per il parto. Ci accordiamo che quando il mio cane partorirà Castiel potrà scegliersi un cucciolo e tenerselo a casa con lui e Demon.
Il telefono che ho saldamente in mano fa due leggere vibrazioni, sinonimo che mi è appena arrivato un messaggio. Faccio illuminare lo schermo dal pulsante laterale e appena leggo il nome del mittente mi fermo di colpo e guardo agitata il ragazzo di fianco a me.
-Che hai?- chiede
Non posso di certo dirgli che la sua ex ragazza, nonché mia cugina, mi ha appena scritto un messaggio che non si può definire tra i più amichevoli.
-Oh, niente- balbetto distratta mentre sono intenta a leggere quello il messaggio
‘So che ti stai avvicinando a Castiel, devi lasciarlo stare. Ti userà come ha fatto con me e spero che lo capirai prima che succeda, altrimenti mi tocca venire lì e spiegarti alcune cose.’
Mi chiedo come faccia a sapere queste cose, chi potrebbe averglielo detto? Eppure tra me e Castiel non c’è niente di più di una strana amicizia.
Mi guardo istintivamente intorno in cerca di qualche faccia conosciuta ma non riesco a riconoscere nessuno in mezzo alle poche persone che passeggiano sulle strade leggermente innevate.
-Che c’è?- mi chiede per la seconda volta il rosso
-Niente- rispondo con una faccia leggermente preoccupata
‘Voglio semplicemente conoscerlo meglio, niente di più’ digito velocemente sul cellulare prima che Castiel si accorga che c’è davvero qualcosa che non va.
-Comunque ci ho pensato- dice il rosso
Mi guardo ancora intorno per assicurarmi che non ci sia davvero nessuno ad osservarci e per la seconda volta non riesco a riconoscere nessuna delle persone che girano per quelle strade.
-Ei- dice Castiel alzando un po’ la voce –Mi stai ascoltando?-
Lo guardo disorientata per un attimo, non mi sono minimamente accorta che mi stava parlando.
-Scusami, stavo pensando ad una cosa- ammetto
-Ti ho detto che ci ho pensato- ripete scocciato –Ma sto già cambiando idea-
-A cosa?- chiedo curiosa
-Verrò in gita- afferma alla fine dopo una pausa di alcuni secondi
Rimango piacevolmente sorpresa di quelle parole –Sono contenta- rispondo sorridendo
-Come mai mi vuoi così tanto in gita?- chiede sorridendo –Non puoi fare a meno di me, ammettilo-
Lo guardo con una faccia palesemente spaesata prima di mettermi a ridere sonoramente –Io lo dico per te- replico subito dopo –Puoi startene anche a casa, non ho di certo problemi a stare senza di te-
Mi guarda sorridendomi beffardo –Verrò in gita ad una condizione-
-Ecco, non avevo dubbi- dico sbuffando mentre mi accorgo che siamo arrivati davanti alle nostre case
Il telefono ricomincia a vibrare nella mia mano ma questa volta non è un nuovo messaggio di Debrah ma una chiamata di mia mamma che mi avvisa di tornare a casa perché tra pochi minuti partiranno per Bordeaux.
-Castiel scusa- dico dopo aver chiuso la chiamata –Devo assolutamente andare, parliamo più tardi-
-Va bene nanetta- dice dirigendosi verso la porta di casa sua
Lo guardo offesa per qualche secondo per poi prendere una direzione diversa dalla sua ed entrare in casa.
 
Non ho nemmeno il tempo di togliermi lo zaino dalle spalle che il telefono che ho appena appoggiato sul divano in salotto inizia ad illuminarsi ed a produrre una fastidiosa suoneria che mi avvisa che qualcuno mi sta chiamando. Quando leggo il nome della persona che mi sta cercando sbatto immediatamente il telefono sul tavolino di vetro davanti alla tv. So già cosa vuole dirmi, non capisco perché mi deve chiamare per farmelo sapere.
Appena il cellulare smette di squillare tiro un sospiro di sollievo e dentro di me torna la pace che ho perso in questi due minuti.
Estraggo una sigaretta dal pacchetto e dopo essermela portata alla bocca rifletto se portarmi con me il cellulare oppure no e dopo qualche minuto di tentennamento lo afferro velocemente per poi salire le scale. Quando mi ritrovo a metà della scalinata l’aggeggio multimediale che ho in mano riprende a suonare, la mia unica reazione sono un paio di occhi alzati al cielo seguiti da un forte sbuffo. So che se non rispondo adesso continuerà a chiamarmi tutto il giorno così mi armo di molta di pazienza e poi striscio la cornetta verso con il dito
-Dimmi-
-Castieluccio menomale che mi hai risposto, mi stavo preoccupando- afferma la voce femminile dall’altra parte della cornetta
Non sopporto questo nomignolo cretino come non sopporto nemmeno la donna che l’ha appena pronunciato e che finge un momentaneo interessamento alla vita di suo figlio.
-Sto bene- rispondo palesemente scocciato –Cos’hai bisogno?-
-Volevo dirti che io e papà abbiamo un impegno importantissimo e non riusciremo ad essere lì per natale-
-Lo sapevo già mamma, mi hai chiamato per niente-
-Tesoro torniamo presto, non preoccuparti-
-Io non mi preoccupo- affermo serio –Siete voi piuttosto che vi dovete preoccupare-
-Perché tesoro? Ti è successo qualcosa?- chiede, riesco a sentire la sua tonalità di voce da finta preoccupata per un figlio di cui non le importa
-Lascia stare. Ora sono occupato, devo andare- rispondo mentre chiudo in fretta e furia una chiamata che poteva benissimo essere risparmiata.
 
-Comportati bene- mi avverte mia mamma poco prima di varcare la porta di casa
La scuola è finita da qualche giorno e i miei genitori stanno partendo per tornare a Bordeaux per le feste natalizie. Io non me la sentivo di seguirli, ho fatto nuove amicizie e vorrei conoscere meglio i miei compagni di scuola.
-Si mamma, stai tranquilla- affermo cercando di tranquillizzarla
Mi stringe in un forte abbraccio e poi va a posare il beauty case dentro alla macchina parcheggiata davanti al vialetto di casa. Mi siedo sul comodo divano in pelle in mezzo al salotto in attesa che mio padre scende per poter salutare anche lui.
Dopo svariati minuti sento alcuni passi che si dirigono verso di me, istintivamente mi alzo e mi avvicino alla porta d’ingresso dove trovo mio papà
-Lo sapete che state via solamente una settimana?- chiedo vedendo la dimensione delle valigie che sta trasportando
-Io lo so- ammetto –Ma sai com’è tua madre-
Mi esce dalla bocca una leggera risata dopo aver ascoltato le parole di papà, mamma deve avere sempre la scorta di tutto se no non va da nessuna parte: vestiti pesanti, vestiti più leggeri in caso qualche giorno fa meno freddo, tutti i prodotti da bagno e per la pulizia.
Papà appoggia delicatamente le valigie per terra e poi si avvicina a me invitandomi a badare a me stessa in questi giorni ed a stare attenta al cane. Infine mi da un bacio sulla fronte prima di partire. Saluto i miei genitori dalla porta di casa e seguo ogni loro movimento fino a quando non li vedo sparire piano in mezzo alla nebbia che si sta formando sulle strade francesi.
Richiudo velocemente la porta per non far entrare più freddo del dovuto e poi salgo le scale che mi portano in camera mia, ho voglia di farmi una lunga dormita e il tempo che sta invadendo i paese francesi non aiutano molto a farmi cambiare idea sui progetti che ho in questa giornata.
Prima di sdraiarmi sul letto accendo la televisione con l’apposito pulsante sul lato a destra e, dopo aver trovato un canale che mi stimola il sonno mi distendo sul letto coprendomi fino al naso con un caldo piumone.
Le palpebre iniziano ad abbassarsi piano sui miei occhi fino a che non sento un forte rumore provenire da fuori che mi fa fare un notevole salto dallo spavento. Un po’ impaurita mi avvicino alla finestra spostando lentamente la tenda di qualche centimetro. Quello che vedo mi fa rimanere spiazzata: Castiel è fuori, guarda per terra e il cappuccio della felpa gli copre la faccia. Probabilmente il colpo che ho appena sentito è stato un suo pugno diretto contro il muro.
Non so se uscire e chiedergli cos’ha oppure farmi gli affari miei, so che non gradisce molto che le persone si interessino a quello che gli succede eppure mi dispiace vederlo così. L’unica risposta che riesco a darmi è che i suoi genitori hanno deciso di rimandare anche questa volta la loro visita al figlio, ed in effetti io non ho visto nessun movimento diverso dal solito in quella casa.
Decido di uscire con nonchalance facendo finta di voler solo fumare una sigaretta.  Afferro velocemente dall’armadio a lato della finestra la prima giacca che mi capita nelle mani e la indosso prima di uscire. Appoggio la mano sulla maniglia congelata e apro lentamente la finestra cercando di fare meno rumore possibile. Il ragazzo davanti a me non si muove di un millimetro e continua a fissare per terra. Cerco le sigarette nella tasca della giacca ma mi ricordo troppo tardi che le ho lasciate sulla scrivania della mia camera. Rientro velocemente e afferro il pacchetto di sigarette per poi portarmene una alla bocca. Una volta fuori la accendo e aspetto qualche minuto prima di riuscire a trovare qualcosa da dire a Castiel che rimane perennemente appoggiato al muro senza fare nessun movimento.
Dopo svariati minuti capisco che non parlerà se non gli parlo prima io e inizio a pensare un modo per abbordare il discorso ma non mi viene in mente nulla.
-Castiel- dico a bassa voce avvicinandomi alla ringhiera del balcone
Il rosso alza leggermente la testa per guardarmi qualche secondo e poi torna a fare quello che stava facendo prima: guardare il pavimento.
-Non vengono?- chiedo timidamente al rosso, si vede che ha qualcosa che non va ed ho paura di una sua possibile cattiva reazione
-Avevi dubbi?- dice mentre tiene ancora la testa rivolta verso il basso
I miei dubbi erano fondati, neanche questa volta sono venuti eppure glielo avevano promesso. Più penso alla relazione che ha Castiel con i suoi genitori e più sto male io per lui. Non so esattamente cosa sta provando in questo momento perché i miei genitori per me sono sempre stati presenti, ma capisco sempre di più ogni suo atto di menefreghismo verso tutti.
-Mi dispiace- ammetto non sapendo cos’altro dire
-A me no-
Ha un tono di voce freddo. Sapeva che non sarebbero venuti eppure dalle sue parole si capisce che un po’ lo sperava questa volta. Spengo nel posacenere la sigaretta ormai consumata un po’ da me e un po’ dal forte vento freddo che il cielo emana.
-Ti lascio in pace, ciao Castiel- dico avvicinandomi alla finestra per rientrare in casa
Il rosso non emette parola, si accende semplicemente una sigaretta mentre io torno in casa al caldo. Mi stendo sul letto e provo ad addormentarmi come pochi minuti prima ma la preoccupazione nei confronti di Castiel e la voglia di scoprire come mai mia cugina Debrah sapesse tutte quelle cose mi tengono sveglia per un po’ di tempo prima di riuscire a farmi crollare tra le braccia di Morfeo.
 
-Ho deciso il tema per capodanno- esclama Rosalya alzandosi dalla sedia sulla quale era comodamente seduta
I miei genitori sono partiti ieri e dopo la loro partenza ho deciso di invitare Rosa da me così mi avrebbe fatto un po’ di compagnia e avremmo avuto un po’ di tempo per organizzare tutto per capodanno
-Capodanno a tema?- chiedo perplessa –Rosa, non ti sembra di esagerare?-
-Certo che no, dovrà essere un super capodanno!- afferma esaltata –E non ti preoccupare per gli invitati, ho già pensato a tutto io-
La guardo male, il luogo della festa è comunque casa mia –Si ma è casa mia, vorrei sapere chi inviti-
-Tu non preoccuparti- risponde con un sorriso radioso –Ho invitato solamente persone che conosci e che ti stanno simpatiche-
Sbuffo rumorosamente mentre Rosa inizia a fare una lista degli invitati e delle cose che dobbiamo procurarci per Capodanno.
-E dimmi, quale sarebbe questo tema?-
Rosa alza la testa dal foglio e mi guarda negli occhi –Niente di strano, non ti preoccupare- mi avverte –Sarà un tema a colori: rosso e nero-
 -Beh- ammetto –Pensavo peggio, è un’idea carina-
Al suono di quelle parole il volte di Rosa si illumina e le sue labbra si muovono mostrando un bianco e allegro sorriso.
-Dobbiamo andare a fare shopping adesso!-
-Proprio oggi?- chiedo supplicando, non ho nessuna voglia
-Certo che si, se non vieni non ti aiuterò a organizzare la festa-


 
***
Pensavate che non sarei più tornata ed invece eccomi qui con un enorme ritardo>< Avevo detto che avrei pubblicato presto ed invece sono stata occupata e vista la mia mancanza di sonno in questi giorni sono riuscita a finire il capitolo alle 3 di notte ahah
Il prossimo capitolo, come avevo già anticipato, parlerà di Capodanno. Non so dare una data precisa di quando riuscirò a pubblicarlo ma spero presto ahah
Un bacione!
   
 
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